Conoscere il territorio: Arte e Storia delle Madonie. Studi in memoria di Nico Marino, Vol. I

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Stesso silenzio è calato sull‟organo della chiesa di S. Giovanni Evangelista (Santa Maria dell‟Itria) e su quello della chiesa dell‟Annunziata che ritroviamo in un atto notarile castelbuonese. Nel marzo del 1754, due dei figli dell‟organaro castelbuonese Giuseppe Guzzio, Leonardo e il sacerdote Michelangelo, ratificano a Castelbuono il contenuto di un contratto stipulato dal padre a Cefalù con la Società di S. Maria dell‟Itria. L‟atto di ratifica contiene copia del contratto originale stipulato nella cittadina normanna presso il notaio Lucio Neglia. Con esso Giuseppe Guzzio vende a d. Giovanni Cefalù, governatore della ricordata Società, un organo per servizio della chiesa della stessa forma, modo e maniera che esiste nella chiesa dell‟A rchiconfraternita della Ss. ma A nnunciata in questa città di Cefalù. Costo dello strumento dieci onze, due delle quali versate subito ed il resto in successive due rate. Deve, quindi, trattarsi di un piccolo organo che dovrà essere ben visto al sacerdote Giovanni Carta, maestro di cappella della città. Il contratto prevede la ratifica dei due figli dell‟organaro che si obbligano in solido al padre col quale, presumibilmente, collaborano.7 Scultori e intagliatori in legno La ricerca archivistica sugli atti dei notai di Cefalù del „500 e del „600 restituisce la presenza attiva di una tipologia di committenza non ancora ben focalizzata per la cittadina normanna: le confraternite. Come si vedrà, spesso esse sono gli attori principali per l‟arricchimento di manufatti artistici e artigianali delle numerose e importanti chiese che reggono. Naturalmente, discorso del tutto diverso è quello inerente la basilica cattedrale. Cominciamo dalla confraternita dell‟Annunziata. Il 26 dicembre del 1520 i confratelli della cappella della gloriosissima Annunziata deliberano di far costruire una vara seu figura di surlevo di la inmagini di la gloriosa Nunciata con certi altri figuri in rilievo per decoro e ornamento della stessa. Considerato che sarà più agevole contattare il maestro cui affidare la realizzazione della vara con le immagini lignee, qualora si potesse disporre di copertura finanziaria certa, i 54 confratelli dell‟Annunziata si obbligano con apposito atto notarile a concorrere alle somme necessarie ognuno per una quota parte specificatamente stabilita. Gli impegni così assunti assommano a circa 16 onze, con offerte variabili secondo le possibilità di ognuno. Si va dall‟onza a testa promessa da sei contraenti (mastro Giovanni Marsiglia, mastro Luca de Anna, mastro Pietro Mastro, Antonino de Trapani e Nicolò Triglia) a somme variabili tra i tre e i diciotto tarì, con la maggior parte delle offerte che oscillano tra i sei e i nove tarì. Alcuni confratelli precisano che verseranno il saldo della somma promessa entro l‟anno successivo. 8 Due anni dopo, la confraternita cefaludese affida l‟incarico per la fattura della vara e del 7 Asti, not. Gaspare Torregrossa, vol. 2740, cc. 182r-183r, Castelbuono 12 marzo 1754. Sui maestri Guzzio cfr. R. Termotto, in corso di pubblicazione. 8 Asti, not. N. N. vol. 432 II serie, cc. 128r- 129r, Cefalù 26 dicembre 1520.

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