Broadcast & Production - Numero 2/2011

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G U I DA T V ▲ ▲ ▲

Digital Management

Una Tv che fa tutto da sola: le ultime frontiere dei sistemi di playout integrati da Publitronic Gli anglofoni lo chiamano “channel in a box”, con la loro tipica capacità di dare una rappresentazione visiva anche dei concetti più complessi. “Channel in a box”, dove la parola più corta è anche la più importante: un canale in “una” scatola, una sola. In grado di racchiudere al proprio interno una moltitudine di apparati diversi, integrandone le rispettive funzioni nel modo più efficace e occupandosi di ottenere il risultato desiderato. La differenza più forte con un sistema convenzionale è forse quest’ultima: con un sistema di messa in onda tradizionale gli operatori (plurale) dicono alle macchine (tante) quello che le macchine devono fare, con un sistema di playout integrato l’operatore (di solito si passa al singolare) dice alla macchina (una sola) il risultato che vuole ottenere. E la macchina, semplicemente, lo fa. Il concetto di playout integrato è cresciuto rapidamente negli ultimi anni, e ora è sicuramente maturo per rappresentare il futuro nel mondo della produzione e della diffusione di contenuti. È il caso di pensare che nel corso degli anni questa tecnologia rimpiazzerà completamente la modalità di playout convenzionale: per le realizzazioni più complesse e sofisticate si farà ricorso a piattaforme distribuite basate su reti di server e, in genere, sulle tecnologie tipiche del mondo IT, ma è facile immaginare che tutte le realizzazioni più comuni e più diffuse troveranno la risposta più efficiente e competitiva nei sistemi integrati. Il “channel in a box”, appunto. I punti di forza dei sistemi integrati

sono diversi, e spaziano dalla capacità di integrare i diversi workflow in modo semplice ed efficace, al costo di investimento assolutamente contenuto, specie se confrontato ai costi di un playout tradizionale. Ma c’è un altro vantaggio: è fondamentale, anche se a volte sfugge. Un sistema integrato di playout consente di implementare con estrema semplicità anche livelli di produzione molto complessi, grazie alla naturale integrazione dei vari moduli funzionali e all’efficacia dei sistemi di gestione e controllo. Quasi tutti i produttori di sistemi integrati stanno concentrando le proprie risorse nell’evoluzione dei motori software dei propri apparati. Le tendenze attuali sono concordi nel considerare l’hardware semplicemente come uno strumento per consentire al software l’esecuzione di funzionalità che sono sempre più ottenute attraverso righe di codice. In parallelo, la costruzione hardware di questi sistemi sta rapidamente evolvendo verso soluzioni non proprietarie. Se questo vi sembra strano, provate a considerare una cosa. Si è soliti differenziare un “video server” da un server standard destinato ad applicazioni di informatica in quanto il “video server” è caratterizzato da una serie di interfacce specifiche per il mondo broadcast, ad esempio le schede con ingressi/uscite SDI. Ma all’interno di quel video server, per la maggior parte dei costruttori, le diverse funzionalità sono principalmente ottenute per via software. Le funzionalità di un video server, di un server grafico, e molte altre funzioni complementari già oggi sono ottenu-

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te con moduli software. Se si riuscisse allora a integrare fra loro tutte queste funzionalità in un singolo sistema, sicuramente l’efficacia e l’interoperabilità dei diversi moduli farebbero un gran balzo in avanti, ed il costo complessivo del sistema ne trarrebbe benefici non secondari. In un sistema di playout tradizionale, integrare fra loro una quantità di sistemi diversi, ciascuno con il proprio modo di operare ed il proprio sistema di controllo, è sicuramente possibile, ma difficilmente si riuscirà a configurare un processo snello e fluido. È l’esperienza di tutti noi che i tipici sistemi di playout, composti da apparati eterogenei, richiedono nell’impiego quotidiano un lungo e complesso lavoro di programmazione, che non può nemmeno essere predisposto per tempo ma deve necessariamente essere effettuato a ridosso della messa in onda, con un corollario di stress e tensione per tutti gli addetti ai lavori che non è certo il presupposto ideale per risolvere i piccoli o grandi problemi che inevitabilmente si possono presentare. Riuscire a ridurre (meglio ancora: ad eliminare) il ricorso a tecnologie eterogenee permette di incanalare il lavoro secondo percorsi ben più snelli ed efficaci, consentendo di anticipare la definizione del processo di playout di svariate ore, o anche di giorni interi, con il grande vantaggio che effettuare le modifiche dell’ultima ora è semplicissimo. In più si ha la garanzia che la modifica effettuata verrà distribuita ed applicata all’intero sistema, automaticamente ed in tempo reale. Un processo di questo tipo riduce di molto •

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anche l’impiego di risorse umane molto qualificate, che possono così essere destinate a compiti più creativi e comunque a maggior valore aggiunto.

Prossima sfida La prossima sfida per i produttori è proprio questa: riuscire a sviluppare un motore unico che possa integrare la moltitudine delle diverse funzionalità richieste dal mercato all’interno di un solo sistema, che possa essere supportato da piattaforme hardware commerciali. L’abilità per i produttori consisterà anche nel trovare soluzioni che possano essere implementate attraverso reti informatiche distribuite per la realizzazione di sistemi di fascia alta e altissima, oppure secondo il concetto “channel in a box” per le applicazioni più diffuse. Uno dei luoghi comuni tipicamente associati ai sistemi integrati riguarda la presunta minore performance di questi ultimi. Ma l’evoluzione della tecnologia ha ormai reso obsoleta l’assunzione basso costo = basse prestazioni. I sistemi integrati attuali impiegano infatti la medesima tecnologia contenuta nei sistemi di playout convenzionali, ma integrata in modo da poter interagire ed interoperare in un modo molto, molto più efficiente. La riduzione dei costi è quindi un (prezioso) beneficio accessorio, ma non è l’obiettivo principale dei sistemi integrati, che è invece costituito da una efficienza ben superiore a quella di ogni altro sistema.

La soluzione Publitronic Una delle aziende che fra i 2 0 1 1


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