Knife n. 3

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Al termine dello spettacolo sono stati premiati i commensali che hanno individuato colpevoli e moventi. Il cast comprendeva Debora D’andrea, Alessandro Diamanti, Fabrizio Salvatore, Laura Celestini Campanari, Jano di Gennaro, Aldo Emanuele Castellani, Palma D’Addeo e Cristiano Finocchi. Cristiano Finocchi interpreta il commissario di polizia, impegnato nell’investigazione. È il co-regista e sceneggiatore. Durante la rappresentazione ha anche coordinato gli interventi degli spettatori. La regista e produttrice Laura Celestini Campanari interpreta la contessa Dora Bonomi Contini Altieri. L’intervista a Cristiano la leggerete prossimamente sul sito. Di seguito, invece, potete leggere quella che ci ha concesso Laura. Ciao Laura. Parlaci di Rouge&Noir.

particolarmente propensa agli eventi di spettacolo che coinvolgano il pubblico attivamente. Per questo, un bel giorno ho deciso di reclutare, per non dire corrompere, il mio vecchio e carissimo amico Cristiano Finocchi nella stesura di una sceneggiatura. Inizialmente, le uniche idee certe erano l’atmosfera noir e l’ambientazione nella capitale, possibilmente negli anni ‘70, periodo fertile di (purtroppo) reali vicende criminali importanti cui legare la nostra storia. Solo in seguito ho convocato il primo cast, composto ancora da vecchie conoscenze: mi rivolsi, infatti, in primo luogo ad alcuni “colleghi” della compagnia amatoriale The Sweet Transvenstites, freschi reduci assieme a me dallo spettacolo interattivo tenuto in onore del celebre The Rocky Horror Picture Show durante il pre-Fantafestival e di cui avevo curato sempre la regia e il cast. Neanche a dirlo, i ragazzi accettarono immediatamente con l’entusiasmo che li contraddistingue; integrai il gruppo grazie ad un annuncio nel sito dello IALS, che si rivelò una vera manna di contatti, tutti ottimi e molto disponibili. Ed ecco che mi ritrovo attualmente una compagnia di ben 37 attori professionisti, che spero si alterneranno presto in una ricca stagione di eventi.

Salve a tutti i lettori. Molto volentieri. Rouge&Noir nasce come compagnia, inizialmente semi-professionistica, come personale scommessa: già da anni il “murder party”, giunto dalla romantica Inghilterra, sta ottenendo molti consensi in Italia come Preferisci le investigaforma di intrattenimento zioni alla Agatha Chrialternativo alla classica stie, o le storie tormenrappresentazione teatratate tipiche dei “noir”? E le; e non soltanto tra gli quali preferisci dirigere? appassionati di giallo, ma tra curiosi delle specie La risposta sembrerebbe più disparate, anche graovvia per via della mia zie ad illustri associazioni scelta. In realtà, sono che si occupano di diftipologie di giallo enfondere questo genere trambe graditissime per in ambito nazionale. La ragioni differenti: della tinta – passami il gioco prima prediligo l’impec– che contraddistingue cabile precisione e quella Rouge&Noir è il risultato vena di “eleganza di codi situazioni e luoghi in stume”, capace di stemcui a far da protagonisti, perare con fine leggerezLa regista e attrice Laura Celestini Campanari nei panni della Contessa Dora Bonomi Contini Altieri ben più che arguzia e inza anche il più sordido trighi tipici del giallo patidei crimini, per mantenato, siano la fragilità, la nere le proprie inquiete corruttibilità e la ferocia spesso inspiegabile dell’ani- riflessioni in sordina. Del poliziesco “noir” amo esattamo umano. Per questo vi è la scelta di ispirarsi spesso mente l’opposto: l’assenza di perfezione a vantaggio a reali avvenimenti storici, come nel caso di Una Scom- della ferocia e della fragilità umana, lo “sporco” che messa Perduta, senza mai dimenticare quel pizzico di trapela da ciascun individuo apparentemente immacoeleganza romanzesca tanto cara anche ad alcuni cele- lato, l’amaro retrogusto di realtà fin troppo presenti, bri autori di noir all’italiana. spesso più vaste degli stessi protagonisti. Li accomuna in ogni caso l’eleganza, ma nel secondo caso si parla Come hai scelto gli attori per Una Scommessa Perdu- di una raffinatezza grezza, fosca: come mettere a conta? Cosa ti ha colpito di questo “murder party”, tanto fronto un bell’orologio svizzero d’epoca con una perla da scegliere di dirigerlo? di fiume, insomma. Risponderò per prima cosa alla seconda domanda, tanto per depistarti (deformazione professionale): scherzi a parte, la verità è che pensavo di dirigere questo murder da prima che venisse alla luce. Già da tempo, meditavo un’incursione nel genere, spinta sia dalla passione per il teatro e per il giallo, che da una lunga esperienza come giocatrice di ruolo: benché abbia, si può dire, chiuso con l’ambiente ludico, resto sempre

Quali difficoltà hai incontrato? Quanto è stato complesso trovare il locale adatto? Piuttosto complesso. È difficile trovare locali disposti a scommettere – leggi: spendere – per una cena con delitto o una qualsivoglia novità, senza porre l’immancabile paletto «Bello! Ma quanta gente portate?» Richiesta comprensibile, da un punto di vista commerciale,

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