Brek Magazine 22

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BREK CONVIVIO / morsi

VERDE, COLOR DELL'OLIO. Nei campi c’è n’è tanta: prodotti pagati poco, tanto poco da non coprire neanche i costi della produzione e del raccolto. E cosa accade? Che la frutta venga regalata nelle piazze, il latte sversato nei campi, gli ulivi abbattuti. Segni di rabbia e di protesta, contro un mercato diventato un supplizio per gli agricoltori. Per gli oli, poi, si tratta di una situazione insostenibile. E così il verde del prodotto mediterraneo per eccellenza, va a coincidere con il verde della rabbia. Sugli scaffali dei supermercati la maggior parte delle bottiglie di olio sotto i 3 euro, anche se di aziende italiane, è fatta con oli provenienti da olive “comunitarie” o “extracomunitarie”. Per fortuna, a tutela dei consumatori, la legge europea sull’etichettatura obbliga i produt-

tori ad indicare la provenienza delle olive da cui si estrae l’olio. Troviamo così diciture come “100% italiano”, “olio da olive comunitarie”, “miscela di oli extracomunitari”. Senza incorrere in questioni di campanili o bandiere, scegliere un olio extravergine di oliva sotto i 3 euro, significa incrementare il mercato delle importazioni e soprattutto delle miscele, che non assicurano oli di qualità. E’ stato calcolato, infatti, che un litro di olio extravergine di oliva di qualità non potrebbe (e quindi non dovrebbe) costare meno di 6 euro. In Basilicata abbiamo una straordinaria ricchezza di olive autoctone (24 varietà) da cui si estraggono oli dai sentori ora dolci, ora piccanti, di carciofo, di erba falciata, di mandorla. Tra le varietà più diffuse,

l’Ogliarola del Vulture, la Majatica di Ferrandina e l’Ogliarola del Bradano. E’ vero che bisogna fare i conti con la crisi, ma perché risparmiare proprio sulla salute? Perché non recarsi in frantoio o direttamente nelle aziende? Farsi guidare nell’assaggio e apprezzarne tutte le caratteristiche? Assaggiare un olio equivale a tuffarsi in sensazioni che non hanno nulla da invidiare a quelle di un calice di vino. Assaggiarlo. E non sul pane. Ma direttamente dai piccoli bicchierini di vetro scuro, aspirando aria tra i denti stretti e sentendo vaporizzate sul palato le goccioline di olio con tutti i loro sentori. Tutti, tranne quelli della rabbia. Angela Laguardia.

Olio extravergine d’oliva “Vulture” Dop Il 13 gennaio scorso sulla Gazzetta ufficiale europea è stata decretata la Dop per l’olio extravergine di oliva “Vulture”, prodotto nei paesi di Melfi, Rapolla, Barile, Rionero in Vulture, Atella,Ripacandida, Maschito, Ginestra e Venosa. Un olio fatto per il 70% della varietà Ogliarola del Vulture, che di per sé ha un profilo sensoriale con spiccati sentori di mandorla e con un amaro ed un piccante di media intensità.

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