Numero 10 - Ottobre 2015

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ottobre 2015

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Mensile su portualità e trasporti, anno IV n.10, copia omaggio - redazione: via Ercolana, 27 - 48121 Ravenna - tel. 335.6194107

Marina di Ravenna e Porto Corsini temono le nuove casse di colmata

• Statistiche: bene i coils, male l'agroalimentare

• Offshore, intervista a Innocenzo Titone (OMC)

• Fondali a 12,5 metri e lavori tra qualche anno. Hub portuale nel limbo?

• CNA: puntiamo sempre sul porto

• Fondali: le opinioni di Comune, Confindustria, Sindacato, Agenti e Autotrasportatori

• Classicana, appalto a fine anno. 400 mila euro per le strade • Sapir, 350 studenti scoprono il porto

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Anche a causa delle difficoltà infrastrutturali, il porto non beneficia appieno di un mercato positivo in Adriatico

Meno 0,3% rispetto al periodo gennaio-settembre 2014

Bene i coils, male l'agroalimentare Il traffico merci nei primi nove mesi del 2015 è risultato pari a 18.258.836 tonnellate di merce, lo 0,3% in meno rispetto alle 18.305.081 tonnellate registrate nel periodo gennaio-settembre 2014. In particolare gli sbarchi sono stati pari a 15.539.602 tonnellate ( +250.837), mentre gli imbarchi ammontano a 2.719.234 tonnellate (- 297.082). Il mese ha registrato una movimentazione di 2.167.965 tonnellate, 7,3% in più rispetto a settembre 2014. In calo il numero delle navi, 2.103 attracchi contro i 2.364 dello scorso anno (-11,0%). Le merci secche, hanno segnato un aumento del 3,3% (382 mila tonnellate in più), le rinfuse liquide hanno fatto registrare una flessione del 4,9%, mentre per quanto riguarda le merci unitizzate, quelle su rotabili sono in calo del 20,6%, e quelle in container risultano in aumento dell’1,6%. L’incremento in valore assoluto più evidente è per i prodotti metallurgici, passati da 4.194.939 a 4.693.066 tonnellate (498.127 tonnellate in più) con un incremento pari al +11,9%, quasi tutti coils provenienti per lo più da Cina, Italia (Taranto), Russia e Iran. Positivo anche il dato dei materiali da costruzione (+9,7%, pari a 304.486 tonnellate) ed in particolare delle materie prime per le ceramiche, passate da 2,567 a 2,939 milioni di tonnellate (+14,5%). Per il comparto agroalimentare (derrate alimentari solide e prodotti agricoli) si è registrata una flessione pari al 12,0%. I cali più significativi hanno riguardato le farine di soia e girasole provenienti soprattutto da Argentina, Brasile, Russia e Ucraina e il granoturco importato dall’Ucraina. In aumento invece il frumento proveniente in buona parte da Ucraina, USA e Canada In aumento anche i combustibili minerali solidi (+8,3%), in particolare coke importata da USA.

MERCE MOVIMENTATA - CUMULATA (tonnellate)

DERRATE ALIMENTARI PRODOTTI PETROLIFERI CONCIMI

GENNAIO-SETTEMBRE

2015

2014

differenza

differenza %

710.041

811.622

-101.581

-12,5%

1.802.395

1.814.864

-12.469

-0,7%

4.299

PRODOTTI CHIMICI

Tra le rinfuse liquide risultano in calo i prodotti chimici (-7,3%), i prodotti petroliferi (-0,7%) e i prodotti alimentari liquidi (-12,5%), soprattutto oli. Molto buono il risultato del traffico container che con 181.345 TEUs, ha registrato 17.684 TEUs in più (+10,8%) rispetto allo scorso anno. In particolare però l’aumento è stato pari a 5.071 TEUs per i pieni (+4,1%) e 12.613 per i vuoti (+31,6%). Il mese, con 18.695 TEUs movimentati, ha superato il traffico di settembre 2014 (18.284 TEUs) segnando un +2,25%. In calo, invece, il traffico di nuove autovetture che con 18.255 pezzi movimentati, registra un -del 12,9% rispetto allo scorso anno. Il numero dei trailer di gennaio-settembre è stato pari a 50.157 contro i 59.969 del 2014 (-16,4%), e tale calo è dovuto ai noti problemi della linea per la Grecia. In crescita la linea Ravenna-Brindisi-Catania, dove, a fronte di 320 trailer in meno, rispetto allo scorso anno, sulla Ravenna-Catania (35.283 trailer), segna un aumento di 380 trailer la linea Ravenna-Brindisi (9.525 pezzi contro i 9.145 del 2014). “Sono soddisfatto – dichiara il Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco – che il Porto abbia azzerato le perdite rispetto ad un 2014 che era stato eccellente. Se guardiamo gli sbarchi, che sono quelli che da sempre costituiscono il core-business del Porto di Ravenna, siamo addirittura sopra al dato del 2014. Nel triennio 2013 – 2014 – 2015 il Porto ha mostrato una crescita generalizzata in tutti i settori chiave, con esclusione delle crociere che meritano un discorso a parte, che faremo con gli operatori del nostro Terminal e con il principale “carrier” dello scalo, Royal Caribbean, dati di consuntivo 2015 alla mano. Credo, però, che al

-

4.299

670.273

723.309

-53.036

-7,3%

TOTALE RINFUSE LIQUIDE

3.187.008

3.349.795

-162.787

-4,9%

PRODOTTI AGRICOLI

1.200.675

1.227.281

-26.606

-2,2%

DERRATE ALIMENTARI

1.473.268

1.810.854

-337.586

-18,6%

188.779

174.279

14.500

8,3%

7.211

58.034

-50.823

PRODOTTI METALLURGICI

4.693.066

4.194.939

498.127

11,9%

MINERALI GREGGI, MANUFATTI E MATERIALI DA COSTRUZIONE

3.438.345

3.133.859

304.486

9,7%

1.046.011

1.061.366

-15.355

-1,4%

COMBUSTIBILI E MINERALI SOLIDI MINERALI E CASCAMI METALLURGICI

CONCIMI PRODOTTI CHIMICI

4.168

PRODOTTI DIVERSI

16.932

26.333

-9.401

-35,7%

12.068.455

11.686.945

381.510

3,3%

TOTALE MERCI VARIE IN CONTAINER

1.870.684

1.841.019

29.665

1,6%

TOTALE MERCI SU TRAILER-ROTABILI

1.132.689

1.427.322

-294.633

-20,6%

18.258.836

18.305.081

-46.245

-0,3%

TOTALE MERCI SECCHE

TOTALE

-

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STATISTICHE più presto vada messa in campo un’azione sinergica con la Regione EmiliaRomagna, anche alla luce di quello che sta succedendo a Venezia: per parte nostra stiamo lavorando ad un’Alleanza Strategica proprio con l’Autorità Portuale di Venezia, finalizzata ad uno sviluppo di sinergie in tutti i settori commerciali, crociere e traghetti “in primis”. Il risultato dei traghetti non è soddisfacente ma siamo ottimisti per almeno due motivi: l’annuncio di qualche giorno fa a Barcellona, del C.E.O. del Gruppo Grimaldi, in merito all’importanza del collegamento Venezia – Ravenna – Igoumenitsa – Patrasso, ed i segnali che ci arrivano dagli operatori

del settore, proprio da Venezia. In ogni caso si confermano, per il nostro Terminal Traghetti T&C, i target di risultato per fine anno: 65.000 pezzi totali e Terminal in utile per il secondo anno consecutivo. Quanto ai risultati dell’ultimo triennio, le tabelle allegate mostrano, in termini di traffico e di gestione, dati estremamente positivi che dimostrano come il Porto di Ravenna non sia gestito con pressappochismo né tantomeno sia stato portato alla paralisi. Abbiamo già in cassa, indipendentemente dal CIPE, le risorse necessa-

TRAFFICO TRAILER-ROTABILI (numero) GENNAIO-SETTEMBRE

2015

2014

differenza

differenza %

LINEA RAVENNA-CATANIA

35.283

35.603

-320

-0,9%

LINEA RAVENNA-BRINDISI

9.525

9.145

380

4,2%

LINEA RAVENNA PATRASSO

3.414

9.856

-6.442

-65,4%

291

4.528

-4.237

-93,6%

LINEA RAVENNA IGOUMENITZA

rie per realizzare l’intervento delle nuove casse a mare, il cui costo massimo complessivo – comprensivo di impermeabilizzazione totale – è stimato in circa 45 milioni di Euro, al lordo degli eventuali ribassi d’asta. A tale intervento si darà attuazione, naturalmente, una volta terminata la fase di concertazione con il territorio ed ottenuto il via libera dal Comitato Portuale. Come per ogni opera pubblica di questo tipo, si conferma che anche nel caso della realizzazione delle nuove casse a mare, si seguirà una procedura completa, articolata e complessa, che prevede la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) nazionale, con pubblicazione del Progetto Definitivo, una volta che questo sarà redatto”.

TRAFFICO CONTAINER (TEUs) GENNAIO-SETTEMBRE SBARCO agosto 2015 quota 2014 quota differenza sul totale sul totale pieni 4.548 45.693 25,2% 49.763 30,4% -4.070 vuoti 4.616 46.503 25,6% 32.206 19,7% 14.297 TOTALE SBARCHI 9.164 92.196 50,8% 81.969 50,1% 10.227 IMBARCO pieni 8.891 83.148 45,9% 74.007 45,2% 9.141 vuoti 640 6.001 3,3% 7.685 4,7% -1.684 TOTALE IMBARCHI 9.531 89.149 49,2% 81.692 49,9% 7.457 TOTALE MOVIMENTAZIONE 18.695 181.345 163.661 17.684

differenza % -8,2% 44,4% 12,5% 12,4% -21,9% 9,1% 10,8%

MERCE MOVIMENTATA - MESE (tonnellate)

SETTEMBRE

2015

2014

differenza

differenza %

49.534

98.158

-48.624

-49,5%

277.088

172.296

104.792

60,8%

DERRATE ALIMENTARI PRODOTTI PETROLIFERI CONCIMI

-

PRODOTTI CHIMICI

-

0

81.715

67.383

14.332

21,3%

TOTALE RINFUSE LIQUIDE

408.337

337.837

70.500

20,9%

PRODOTTI AGRICOLI

120.096

157.643

-37.547

-23,8%

DERRATE ALIMENTARI

149.304

150.547

-1.243

-0,8%

10.340

8.000

2.340

29.621

-29.621

COMBUSTIBILI E MINERALI SOLIDI MINERALI E CASCAMI METALLURGICI

-

PRODOTTI METALLURGICI

570.174

468.261

101.913

21,8%

MINERALI GREGGI, MANUFATTI E MATERIALI DA COSTRUZIONE

428.671

351.219

77.452

22,1%

CONCIMI

129.476

119.464

10.012

8,4%

PRODOTTI CHIMICI PRODOTTI DIVERSI

-

-

0

564

7.407

-6.843

-92,4%

1.408.625

1.292.162

116.463

9,0%

TOTALE MERCI VARIE IN CONTAINER

197.954

206.395

-8.441

-4,1%

TOTALE MERCI SU TRAILER-ROTABILI

153.049

184.445

-31.396

-17,0%

2.167.965

2.020.839

147.126

7,3%

TOTALE MERCI SECCHE

TOTALE

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La “rimodulazione” riduce aspettative e prospettive, a fronte delle difficoltà incontrate dal Progettone

In copertina, le dighe con la prevista collocazione delle eventuali casse di colmata; qui, le dighe come sono attualmente (foto Biserni)

Fondali a 12,5 metri, i lavori inizierebbero tra qualche anno. Hub portuale nel limbo? Il Comitato Portuale si è riunito il 21 ottobre scorso. Dai commenti dei membri che lo compongono e del gran numero di “invitati” (da un paio di riunioni, il presidente ha preso l’abitudine di fare assistere parecchi operatori portuali al lavoro del Comitato) e dalle varie dichiarazioni e interviste che si sono succedute, si capisce che è prevista una rimodulazione del progetto di escavo messo a punto dall’Autorità Portuale. Sarebbero realizzate due nuove casse di colmata all’interno delle dighe foranee, per un costo stimato tra i 45 e i 50 milioni di euro. Questa soluzione, unita alla realizzazione di due ulteriori casse di colmata all’interno delle aree Logistica 1 e 2-Distripark, consentirebbe di non svuotare le casse di colmata presenti sul territorio del porto di Ravenna, che contengono le sabbie di risulta dei precedenti escavi (ndr che fine faranno?). La costruzione di un nuovo terminal container (hub portuale di Ravenna) sarebbe rinviata a una non meglio identificata seconda fase. In contemporanea sarebbero adeguate e sistemate le banchine di destra e sinistra del Canale Candiano, per renderle idonee ai nuovi fondali previsti a -12,50 e a -14,50 in un periodo successivo per la parte fino a Largo Trattaroli. La realizzazione della piattaforma logistica sarebbe a sua volta rinviata, in attesa di un miglior coordinamento, per ricevere l’apporto delle istituzioni territoriali competenti e per coordinarle col piano strategico nazionale della portualità e della logistica. Questo coordinamento dovrebbe consentire di superare le problematiche emerse fino a oggi. L’insieme delle proposte, in seguito a una richiesta di Comune, Provincia e Regione, non è stato messo in votazione per promuovere un ulteriore dibattito che coinvolga gli operatori interessati e tutta la cittadinanza.

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FONDALI-IL DIBATTITO

Matteucci (Sindaco)

“Servono escavi più veloci e progetti realizzabili” Il sindaco Matteucci, insieme al vice sindaco Mingozzi, sta incontrando imprenditori, sindacati e associazioni per raccogliere valutazioni sul nuovo progetto di escavo dei fondali. Lo abbiamo intervistato. Sindaco Matteucci, cosa non la convince del progetto 'rivisto' sull'escavo dei fondali? “Ci siamo immediatamente messi al lavoro nel pomeriggio del 21 ottobre, dopo che nel comitato portuale della mattina abbiamo avuto tutte le carte per la prima volta. Quindi, non sono in grado di dare una risposta completa alla sua domanda. Posso dirle quello che certamente mi convince: escludere le aree denominate logistica 3 e 4 e s3 come aree di deposito dei fanghi ed escludere alcune casse di colmata incluse nella prima versione del progetto; l'ipotesi di scavare a 12,50 metri fino a San Vitale, di rimodulare ma confermare gli escavi a 14,50 metri alla penisola Trattaroli. Posso dirle ciò che mi appare critico: una parte dei fanghi va scavata in tempi molto più veloci. Poi va subito programmata la procedura di manutenzione ordinaria, perché non si ripetano le lentezze del caso del dosso. Sappiamo che una nuova burrasca può ricreare il problema: il porto non se lo può permettere”. Il presidente Di Marco non sembra più godere della fiducia degli enti che lo hanno indicato per la nomina. È così? “Confido che il presidente Di Marco lavori bene nel breve periodo che ci separa dalla conclusione del suo mandato”. Si corre il rischio che si fermi tutto l'iter (Di Marco ha detto 'fermo la macchina') fino al 28 febbraio, data in cui termina il primo mandato dell'attuale presidente? “Il presidente ha parlato di 'concertazione necessaria'. Bene, non aspettiamo Godot. Lavoriamo per definire un progetto realizzabile, che non va a sbattere come la prima versione”. Non le chiedo nomi, ma qual è l'identikit del nuovo presidente dell'Ap? “Chiaro che avremo un nuovo presidente. Non partecipo a toto-nomi”. Ne parlerà con Delrio il 10 novembre? “Con il ministro Delrio io parlo di tutto, come dimostra la conferma dell'autonomia dell'Autorità portuale di Ravenna. Il 10 no, non se ne parla, si parla solo del progetto di escavi”.

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Preoccupazioni a Marina di Ravenna e Porto Corsini Le nuove ipotesi aprono nuovi scenari, dibattiti e problemi. Partita la raccolta firme Dovrebbe tenersi venerdì 27, l’incontro tra amministrazione comunale e abitanti di Marina di Ravenna per discutere delle due casse di colmata previste lungo le dighe foranee. Intanto su facebook circola il grafico del nuovo progetto, dove sono ben evidenti lungo le dighe nord e sud le due casse di colmata. Stante la impossibilità di utilizzare immediatamente tutte le casse colmata (una delle quattro è sotto sequestro), sono state individuate queste due aree in avamporto che, una volta trasformate in casse di colmata, potranno ospitare circa 2,3 milioni di metri cubi di materiale di escavo. Come ha scritto l’Autorità portuale “la disponibilità delle due nuove casse a mare è propedeutica, ed anzi addirittura indispensabile, per poter rimodulare il Progetto ‘Hub Portuale di Ravenna’. La cassa prevista a ridosso del molo di Porto Corsini ha una superficie complessiva di circa 73 mila metri quadrati ed è delimitata da una sorta di scogliera che si sviluppa per oltre un chilometro. La cassa prevista a ridosso del molo di Marina di Ravenna ha una superficie complessiva di circa 237 mila metri quadrati ed è delimitata da una scogliera che si sviluppa per 1,5 chilometri. A Marina di Ravenna e a Porto Corsini, sono partite le raccolte di firme contrarie alla realizzazione della casse di colmata. “Non si può rovinare un indotto sul quale si fonda l’economia della località. Turismo e pesca sportiva sono i motivi di richiamo di Porto Corsini. E lungo la diga pensiamo di fare un enorme recipiente per materiale di escavo? Una bella visione anche per i croceristi, non c’è che dire,» afferma Mario Montanari, titolare di una attività nella località. “Con la raccolta di firme - spiega Adalberto Serafini, presidente del Comitato cittadino di Marina di Ravenna - vogliamo anche capire l’opinione della cittadinanza: si vuole o no questo progetto delle casse di colmata?’ In base alla risposta, ne parleremo con la giunta comunale. Voglio, però, ribadire un concetto: la politica non c’entra nulla con la nostra mobilitazione. Non è questione di partiti o di schieramenti, vogliamo parlare del futuro della nostra località. Nulla di più”.

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Ottolenghi (Confindustria)

Morini (Filt Cgil)

“Valutare tutte le opportunità alternative per salvare l'escavo dei fondali”

“Venezia, Ancona e Livorno scavano. Si trovi anche da noi una via rapida per i fondali”

“Gli antichi Greci descrivevano col mito di Cassandra la figura di colei che individua i rischi del futuro e gli strumenti per superarli, ma non è ascoltata. A ogni Cassandra si contrappone una maggioranza di persone desiderose di credere che tutto andrà bene, disposte ad essere ingannate pur di non affrontare oggi i problemi che si possono rimandare a domani. Nel compiersi di quell’antico e sempre attuale mito, oggi a Ravenna ci confrontiamo col fallimento di quella costruzione illogica, contraddittoria e sempre mutevole che pomposamente veniva chiamata Progettone. Ma le sue contraddizioni erano emerse fin dall’autunno del 2014, quando poche persone di buona volontà hanno cominciato a porre domande forse scomode. E poi la fragilità economica e giuridica degli espropri, e la loro incerta utilità, sono apparse assai chiare a gennaio 2015 quando finalmente l’Autorità Portuale ha accettato di dare una più compiuta spiegazione di quel che stava facendo. In quella occasione sono anche sorti dubbi su tematiche ambientali e procedurali, e sui vincoli della legge portuale che impedirebbe all’Autorità di essere attuatore della Piattaforma Logistica, il progetto milionario ed espropriativo che ha affossato l’escavo dei fondali. In quel momento Confindustria ebbe il coraggio di porre le domande scomode, di chiamare cittadini e associazioni ad approfondire bene la materia, perché da essa dipendeva il benessere di tutti. Chiedemmo di fermare per qualche settimana la macchina e di creare un gruppo tecnico per ragionare con lucidità sulle alternative. A quell’epoca l’appello cadde nel vuoto anche perché l’Autorità Portuale affermò che assolutamente non vi era alcuna alternativa. Solo terminalisti e lavoratori portuali, cioè quelle categorie che sentono ogni giorno il faticoso pulsare del porto, scelsero di non votarlo. Erano indovini? Non credo. Semplicemente scelsero di esercitare un po’ di impegno civico per far sì che il mondo in cui viviamo avanzi e non arretri. Da soli non possiamo certo cambiare il mondo, ma senza di noi il mondo non cambia. Se non ci mettiamo in gioco quando vediamo qualcosa che non va, se non ci esponiamo almeno qualche volta, quel che ci sembra quieto vivere sarà la base del nostro declino. Ma la collettiva inerzia e ingenuità della nostra comunità ci costringe ora a rinunciare all’ambizione di un porto moderno e competitivo? Seguendo le promesse sempre più altisonanti e non credibili del Progettone, abbiamo condannato le aziende e le famiglie di Ravenna ad un declino industriale? No, perché oggi la coscienza del valore dell’unità di istituzioni e comunità portuale è riemersa e le alternative che sono sempre esistite cominciano ad essere discusse e meglio comprese, anche grazie al fattivo contributo della Capitaneria di Porto. Oggi è più chiaro che essersi sottomessi e avere umiliato qualsiasi tentativo di discussione costruttiva a inizio 2015 ci è costato caro. Come dice il nostro Sindaco, non dobbiamo ripetere lo stesso errore due volte, dobbiamo ora studiare le nuove idee e dedicare il tempo necessario ad approfondirle e ottimizzarle, dando spazio ai contributi migliori, e non bloccandoli accusando di conflitto di interessi ogni voce critica. Le alternative per salvare l’escavo dei fondali esistono, ma forse non vanno più affidate a chi le ha sempre negate e ci ha condotto alla paralisi dopo molti anni d’inerzia. Noi vogliamo partecipare in modo costruttivo al dibattito sul porto e a tal fine stiamo completando uno studio, che finora l’Autorità Portuale ha ridicolizzato e osteggiato. Per valutarlo occorre un interlocutore rispettato nel porto, che eserciti buon senso, che faccia quel che dice e dica quel che fa. Tutto qui”.

Danilo Morini, avete espresso preoccupazione per quanto sta accadendo. Il 21 avreste votato la rimodulazione del progetto? “Per noi la questione non è votare a favore o contro un ipotetico progetto ma, in primo luogo, come abbiamo chiesto già da molti mesi, è avere la condivisione istituzionale e dei soggetti di rappresentanza sociale e di impresa su un progetto che si muova nella legittimità giuridica, sia fattibile e avvalorato anche dalle istituzioni nazionali di riferimento e NON costituisca una foglia di fico per questo o quello, ma abbia in sé le condizioni di una sua rapida effettuazione. Noi sosteniamo che senza escavi e senza lavori di adeguamento delle banchine il porto di Ravenna perde competitività e, quindi, occupazione e ricchezza”. Adesso come occorre muoversi? “Occorre recuperare un'unità di intenti tra istituzioni (tutte, a partire da AP, Comune, Provincia, Regione ecc..) per giungere ad un progetto condiviso, anche con le forze di rappresentanza sociale e d'impresa, che possa essere presentato, con il peso di questa ampia condivisione necessaria, ai ministeri competenti al fine della sua più rapida realizzazione e per non pregiudicare le risorse fino ad ora messe a disposizione per la realizzazione dei lavori e non utilizzate”. Ad Ancona hanno approfondito i fondali, a Venezia pure. Sul Tirreno idem. E il materiale di escavo è andato per buonissima parte a mare. A Ravenna ci sono mille 'se' e mille 'ma'. E' possibile? “Quando dicevamo, alcuni mesi or sono, che in altre realtà limitrofe (Ancona e Venezia) o del Tirreno (Livorno e non solo) si scavava, ci veniva detto che era impossibile. Naturalmente si scavava e si scava. In alcuni casi rimettendo a mare il materiale ed in altri mettendolo in casse di colmata, alcune delle quali pure a mare. Il tutto con autorizzazioni e nel rispetto di norme vigenti o di norme ad hoc che lo hanno reso possibile. Per gravi problemi occupazionali, inoltre, alcuni siti sequestrati (cantieri di Monfalcone) sono stati rimessi a disposizione delle attività lavorative in pochi giorni. Noi chiediamo che le rappresentanze del territorio (la politica, i parlamentari, le istituzioni, le imprese, ecc...) se davvero credono necessari i lavori nel porto e se davvero paventano il grave rischio occupazionale che ci farebbe correre la loro mancata realizzazione, agiscano presso le proprie rappresentanze (parlamento, associazioni ecc...) affinché si trovi, celermente e nel rispetto delle leggi, la via più rapida per realizzarli. Altrimenti credo che non verranno concessi alibi ad alcuno. Il tutto senza deflettere dal rispetto delle norme, ma senza essere progionieri della paura del "comitatismo del no". Quale tempistica prevedete ora, per l'escavo dei fondali? “La speranza ci fa dire che almeno entro il 2016 qualcosa si debba muovere. Il sano principio di realtà e l'esempio di quanto accaduto finora, invece, ci fa pensare a molto più avanti, purtroppo”.

Arch. Vistoli “Il materiale di escavo? Usiamolo per il fondo della nuova Ravenna-Venezia” “In primo luogo - afferma l'architetto Daniele Vistoli - le infrastrutture ferroviarie, il corridoio Adriatico Baltico e il raddoppio di binario della Bologna Ravenna, sono indispensabili se vogliamo guardare al trasporto futuro, che certamente sarà prevalente su ferro; per non parlare di linee veloci in direzione Rimini-Ancona, BolognaFirenze, Ferrara-Venezia. Servono anche una stazione centrale assistita da uno scalo periurbano aggiuntivo al Cinema City e relativa piattaforma logistica di scambio, modello Mestre-Venezia, e un raccordo breve a raso sul Candiano che congiunga il Porto S. Vitale con lo scalo Baiona. Occorre poi la terza gamba del sistema logistico acqua, ferro, gomma: la Ravenna-Venezia o Popilia Nord. Questa viabilità assorbirebbe, fra l’altro, gli inerti da scavi portuali rigenerati dei prossimi 10 anni. Con un gap del 50% di sofferenza trasportistica verso i nostri competitors sulla via Emilia, con 10 milioni di turisti che arrivano “come possono” e il Porto di Ravenna, che è la più grande azienda della regione, bloccato di fatto non abbiamo un futuro di sviluppo se non lo riduciamo. Non può essere Ravenna la sola testa di ponte del buonsenso, ma un rassemblement di tutti i Comuni della Romagna che guardano al mare, racchiusi in una Città Metropolitana della Costa. Svegliamoci da questo perdente lungo letargo”.

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FONDALI-IL DIBATTITO

Bezzi (Seaways)

“Esigenze di mercato e perplessità della politica non si conciliano”

“Si faccia chiarezza e colmiamo i ritardi”

“Il dragaggio del Canale Candiano s’ha da fare!… poi ci si scontra sul 'come', che porta come conseguenza l’incertezza sul 'quando', affermano Agenti marittimi e Comitato unitario autotrasporto. Questa, a considerare gli articoli apparsi sulla stampa a seguito del Comitato Portuale che ha avuto luogo lo scorso 21 Ottobre, sembra essere la fotografia dello stato dell’arte. Posto che il porto rappresenta la ricchezza economica più significativa della nostra città ed è asset fondamentale della Regione, ne consegue l’esigenza di evitare di vanificare storici ed importanti investimenti pubblici e privati, che hanno un rilevante peso in termini di economia portuale ed occupazionale. I firmatari di questo appello - Agenti marittimi raccomandatari e Comitato Unitario Autotrasporto e, più in generale, tutti quanti compongono il Cluster marittimo del nostro porto - sono imprenditori estranei alle logiche e priorità della politica, ma non alle esigenze dell’economia e desiderano fermamente ricordare che penalizzare il porto equivale a mettere in crisi l’economia dell’intera provincia. Gli imprenditori osservano che il mantenimento ed approfondimento dei fondali è sancito dalla legge 84/94 come un preciso impegno in capo all’Autorità portuale, cui è demandato il dovere di salvaguardare i traffici e ricordano ancora che quello italiano è un sistema produttivo che si basa sull’import di materie prime. Già da tempo si sarebbe dovuto riflettere sull’espansione dei traffici dopo la crisi e sulle difficoltà che si sarebbero presentate, contrastando l’esercizio di una logistica competitiva, per non compromettere l’indubbio vantaggio del nostro porto, naturale piattaforma logistica e cerniera tra l’Europa ed il Mediterraneo e per mantenerlo nella condizione di competere con i porti nazionali ed esteri a noi vicini. Gli imprenditori hanno quindi ragione di richiedere ai propri amministratori che il proprio lavoro, pur nel rispetto delle leggi e della tutela del bene comune, venga salvaguardato ed anzi incentivato. Nel 1976 il Canale Candiano aveva un pescaggio massimo di m. 8,50; nel 2016 il Canale ha un pescaggio massimo di m. 10,50; quarant’anni per dragare 2 metri! Nel 1976 i porti di Ravenna e Venezia avevano caratteristiche strutturali equivalenti; non solo da oggi, ma già da tempo, Venezia dispone di un fondale superiore di 2 metri…e questa differenza si traduce nel trasferimento di navi e merci spesso originariamente destinate a Ravenna. Le Istituzioni e gli Enti cittadini dopo anni di confronti, verifiche e chissà cosa altro, hanno la responsabilità di evitare ulteriori ritardi che possano mettere a rischio le risorse economiche disponibili per realizzare le infrastrutture dell’Hub portuale di Ravenna. Non si può ancora tergiversare e con ciò procrastinare l’inizio di lavori che, nella migliore delle ipotesi, porterebbe il Canale al medesimo pescaggio di Venezia, ovvero a 12,5 m., in un futuro che non si sa quanto prossimo. Le esigenze del mercato difficilmente si conciliano con le perplessità della politica. I porti hanno la improcrastinabile necessità di adeguare le proprie infrastrutture alle esigenze del mercato delle 'commodities' in genere, quindi di essere 'affidabili' ed in grado di ricevere navi che richiedono pescaggi sempre maggiori; i porti che saranno in grado di soddisfare tali esigenze ne saranno avvantaggiati. L’economia è inevitabilmente condizionata dalla politica e la politica sa di avere questa alta responsabilità; questo è il tempo delle decisioni e si richiede che la Politica e l’Ente di Via Antico Squero trovino senza ulteriori indugi un accordo che sblocchi questa situazione di impasse, nell’interesse dell’intera Comunità Portuale”.

Norberto Bezzi, presidente di Seaways, come giudica la discussione in atto relativa all’escavo dei fondali? “Premetto che non faccio parte del Comitato Portuale e che, quindi, non conosco le posizioni assunte in quella sede, a questo riguardo, da parte di ciascuno dei suoi componenti; né ho avuto modo, non avendone titolo, di leggere i verbali redatti a conclusione di ciascun Comitato Portuale. Gli articoli di stampa che sino ad oggi ho letto sono le sole informazioni su cui posso fondare, non tanto un mio giudizio quanto piuttosto le mie considerazioni. La stampa ha dato ampia evidenza dello scontro in atto tra le Istituzioni pubbliche e l’Autorità Portuale. Per chi, come me, non conosce i modi ed i tempi della burocrazia da seguire per procedure complesse quali quelle che regolano l’escavo dei fondali, è difficile - e, sinceramente, non so quanto utile – pronunciarsi in merito. Tuttavia, per quanto ho letto, mi pare che l’Autorità Portuale abbia fornito elementi di informazione, citando date ed occasioni di incontri avvenuti, che contrastano le dichiarazioni riconducibili alle Istituzioni pubbliche di non essere state messe puntualmente al corrente dei progetti elaborati dall’Autorità Portuale”. E dunque? “Personalmente sento l’esigenza che venga fatta “chiarezza”, giacché i cittadini, rappresentati da coloro che hanno eletto, e gli operatori portuali che nell’Autorità Portuale hanno il loro Ente di riferimento, trovano evidentemente difficile accettare 'due verità distinte e contrapposte'”. Quale futuro? “La mia Agenzia Marittima, così come tutti gli imprenditori portuali, 'guarda' al porto come bene primario da salvaguardare. Sono poco interessati alle polemiche e sono, al contrario, interessati che ritorni un clima di fattiva collaborazione tra Istituzioni ed Enti, nell’interesse superiore del porto. Gli imprenditori ravennati sono amaramente consapevoli della necessità che il nostro porto ha di migliorare le sue infrastrutture, per renderlo in grado di soddisfare le richieste del mercato. Ciò è possibile solo operando con 'urgenza', avendo come unico obiettivo quello di colmare il 'ritardo' maturato nei confronti dei porti con i quali siamo in competizione”.

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ENERGIA Ancanap, nuovo presidente Cesario Mondelli Cesario Mondelli, direttore della sezione navale del Cantiere Rosetti Marino Spa di Ravenna, è stato eletto presidente dell'Ancanap (Associazione Nazionale Cantieri Navali Privati) che, durante l'annuale assemblea tenutasi a Roma, ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali. Vice presidente è stato nominato Gabriele Busetto, direttore generale del Cantiere Navale Vittoria di Adria, e consiglieri Stefano Gabbianelli, direttore finanziario del Cantiere T. Mariotti di Genova, e Domenico Tringali, amministratore delegato del Cantiere Tringali di Augusta. Giancarlo Casani è stato confermato direttore generale dell'associazione. L'assemblea ha ringraziato il presidente uscente Stefano Silvestroni per l'impegno profuso e gli importanti risultati conseguiti a favore di tutti gli associati, incrementando l'autorevolezza dell'associazione durante gli anni di presidenza dal 2003 a oggi. L'assemblea ha affrontato le opportunità connesse al decreto ministeriale 10 giugno 2015, come modificato dal decreto ministeriale n. 299 del 25 agosto 2015, relativo ai contributi a fondo perduto per innovazione, ricerca e miglioramento tecnologico dei prodotti e dei processi produttivi. Sono state inoltre considerate le problematiche relative alle lavorazioni nei bacini galleggianti e impianti assimilabili.

Titone: ecco le tappe che porteranno in alto il prezzo del greggio e la ripresa degli investimenti Enzo Titone, a lungo manager di primo piano di Eni, attuale amministratore delegato di Omc, è certamente una voce influente nel mondo del’oil& gas. Lo abbiamo intervistato. Lo stop alla ricerca ed estrazione di idrocarburi in Italia sta avendo pesanti ripercussioni: multinazionali lasciano il nostro Paese, altre aziende sono in difficoltà. Il settore offshore come potrà uscire da questa situazione? Il mercato petrolifero subisce ciclicamente battute d’arresto. Questa in particolare si presenta piuttosto critica per una decisa presa di posizione dell’Arabia Saudita che ha trovato unanime consenso in seno all’OPEC, i cui membri non ridurranno i propri livelli di produzione lasciando che sia il mercato ad autoregolarsi. E’ una situazione che a mio avviso non si protrarrà per troppo tempo. Già si vedono i primi effetti della politica saudita che ha prodotto una diminuzione della produzione negli Stati Uniti, discesa da 9,6 a 9,1 milioni di barili giorno per gli alti costi delle produzioni da shale. Recenti stime poi proiettano una continua diminuzione anche nel 2016 fino a raggiungere 8,6 milioni di barili giorno. D’altronde la domanda di energia nel mondo è in continua crescita per lo sviluppo industriale, stimolato anche dai bassi prezzi dell’energia, e per soddisfare le necessità della popolazione mondiale in continua crescita. I minori investimenti nella ricerca delle compagnie petrolifere non consentiranno di reintegrare i volumi via via prodotti in questi mesi. Ci sarà quindi una minore disponibilità di greggio sul mercato, con conseguente aumento dei prezzi che originerà una maggiore disponibilità finanziaria favorendo una conseguente la ripresa delle attività che

saranno prevalentemente offshore. La ripresa dell'attività in Alto Adriatico favorirebbe il rilancio anche del distretto offshore di Ravenna? Il Distretto energetico di Ravenna ha una grande potenzialità in termini di capacità tecnologiche e manageriali sviluppatesi in oltre cinquant’anni di attività partite in Adriatico e poi esportate in tutto il mondo offshore. La riduzione delle attività all’estero e l’assenza nel settore domestico potrebbero portare alla perdita di questo patrimonio. La ripresa delle attività in Alto Adriatico quindi consentirebbe di non disperdere queste capacità. D’altro canto l’Alto Adriatico non ha bisogno di essere difeso dal divieto No triv, perché nell’arco di cinquant’anni le attività offshore si sono sviluppate in perfetta compatibilità con le altre peculiarità della Regione: turismo, agricoltura, pesca e cultura. Sono altre le attività con alto impatto ambientale. Un esempio, non producendo idrocarburi in Italia dovremmo importarli con conseguente incremento di traffico nei nostri mari, fattore potenzialmente molto più inquinante. Confrontiamoci per esempio con la Norvegia. Si tratta di un paese con ancora un intenso sviluppo delle fonti fossili, fatto adottando adeguate norme di tutela ambientale (e in Italia la nuova legge introduce misure ancora più restrittive). I proventi che ne derivano hanno poi favorito non solo lo sviluppo economico e sociale del paese ma anche assicurato l’avvio di una graduale transizione verso le fonti rinnovabili. Riprendendo le attività in Alto Adriatico si consentirebbe di percorrere lo stesso cammino virtuoso già iniziato a Ravenna da qualche anno con

Associati a CNA

Dal 1945 il valore dell’impresa Direttore responsabile Lorenzo Tazzari Editore e proprietario Mistral Comunicazione Globale s.a.s. di M. Vittoria Venturelli & C. Via Ercolana, 27 - Ravenna Fotocomposizione e stampa FullPrint - Ravenna Traduzioni/Translations Language Service Ravenna Chiuso il 05-11-2015 Reg. Trib di Ravenna n. 1401 dell’26/11/2012 R.N.S. n. 5381 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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EVENTI la trasformazione del Distretto Petrolifero in Distretto Energetico con numerose iniziative nel campo delle rinnovabili. Basti ricordare l’impegno in questo settore del Gruppo Tozzi, di Micoperi e di Rosetti Marino. In alternativa, c'è solo l'estero dove però la concorrenza è fortissima. Purtroppo l’estero non è un’alternativa o quantomeno è una alternativa difficilissima data la grande concorrenza dovuta a un mercato stagnante. Abbiamo le opportunità in casa. Manteniamo viva ed efficiente la nostra industria, pronta a lanciarsi nuovamente sul mercato internazionale quando le condizioni miglioreranno. Cosa si aspetta dal Governo? Dovrebbe finire questa fase di contrapposizione ideologica che vede una parte dire dei no a prescindere. Questo atteggiamento non porta nessun beneficio, anzi, può far perdere il prezioso patrimonio umano, tecnologico e finanziario e avviarci su una china da cui può essere difficile far ripartire il motore dell’economica del paese. Apprezzo molto la posizione della Regione ER che richiede a tutti gli attori in gioco di fare un grande sforzo culturale e di aprirsi a un confronto

sereno. Vanno tenuti ben presenti i benefici che deriverebbero da una ripartenza delle attività offshore che potrebbero dare un importante contributo alla ripresa. I progetti già cantierabili si tradurrebbe in termini di occupazione tra diretta e indotta di 120.000 lavoratori, in una riduzione della bolletta energetica nazionale di 10 miliardi di euro, in maggiori tasse e royalty per 3 miliardi di euro e con importanti investimenti nel campo della ricerca anche orientata alle fonti di energia rinnovabile. Transizione, Ricerca ed Evoluzione: una graduale transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili con un maggiore utilizzo di metano accompagnata dalla ricerca scientifica e tecnologica sono le basi per affrontare le sfide ecologiche del futuro. E le compagnie petrolifere, evolvendosi in imprese energetiche globali possono giocare un ruolo importante in questa strategia. Un esempio è l’eni award assegnato in questi giorni a sei ricercatori per i loro lavori nel campo dell’energia sostenibile. Fra tutti vorrei ricordare il professor Kanatzidis della Northwestern University - Illinois che, con l’utilizzo di nanotecnologie ha migliorato del 200% l’efficienza dei materiali termoelettrici, ingabbiando il calore che altrimenti si disperderebbe in atmosfera. Questa è la strada che ci consente di guardare con fiducia verso un futuro ecosostenibile.

Al Propeller si discute di oil&gas ‘Futuro ed energia’ è il tema dell’incontro promosso dal Propeller con il patrocinio della Camera di commercio, in programma alla Campaza il 12 novembre dalle 19,30. Ravenna ospita diverse grandi aziende del settore energetico di fama internazionale e tantissime piccole e medie imprese legate all’indotto: costituiscono un distretto produttivo che è un’eccellenza assoluta, avendo maturato negli anni competenze e tecnologie in grado di competere sul piano internazionale, oltre che un volano economico strategico per l’ambito territoriale ravennate sotto il profilo occupazionale. Esso coinvolge complessivamente più di 5.000 addetti diretti e il suo andamento ha ripercussioni anche su tutto l’ambito industriale della città. La Regione Emilia Romagna ha recentemente approvato una risoluzione sulle politiche energetiche, secondo la quale non aderirà al referendum abrogativo di alcune norme inserite nel decreto Sblocca Italia che consentono e facilitano le attività estrattive e chiederà al governo di modificare l’articolo 38 del decreto, per meglio definire la questione dell’estrazione degli idrocarburi con il coinvolgimento delle comunità territoriali interessate. Il nostro Paese deve sapere accettare una sfida intelligente e razionale di sfruttamento delle risorse naturali, coniugando sviluppo e sicurezza, anche ambientale, senza preconcetti; anche perché quello che non verrà fatto qui verrà fatto in altri luoghi, con minori garanzie. Basti pensare che alcuni giacimenti, scoperti negli anni ’80 di fronte a Ravenna e Pesaro ed in generale nell’alto Adriatico, risultano ad oggi non ancora sfruttati dall’Italia, ma lo sono e lo saranno sempre più dalle nazioni frontaliere quali la Croazia, ma anche da Montenegro, Albania e Grecia. La tavola rotonda vedrà la partecipazione di Natalino Gigante, presidente della Camera di Commercio; Fabrizio Matteucci, sindaco; Giannantonio Mingozzi, vicesindaco con delega al Porto; Massimo Cameliani, assessore comunale alle attività produttive; Enrico Liverani, assessore comunale ai lavori pubblici e alla subsidenza; Gianni Bessi, consigliere regionale; Renzo Righini, presidente OMC; Innocenzo Titone, ad di OMC; Franco Nanni, presidente ROCA; Nicola Salmaso, responsabile del Distretto Centro Settentrionale di ENI; Oscar Guerra, ad Rosetti Marino; Silvio Bartolotti, ad Micoperi; Giuliano Resca, Gruppo Cosmi; Gianluigi Bambini, ad BAMBINI; Fulvio Casadio, responsabile FILT-CGIL settore marittimo.

PortRavennaprogress parla di migliori trasporti per la merce, in relazione alle programmazioni nazionali PortRavennaprogress organizza per martedì 24 novembre alle ore 18 presso la sala convegni di Sapir SpA l’incontro “Potenzialità del porto di Ravenna tra dinamiche di mercato e integrazione modale”. Con il supporto del Dott. Andrea Appetecchia, che, oltre ad essere consulente ISFORT, sviluppa da anni la sua attività professionale nelle tematiche del settore portuale e trasportistico, si analizzeranno le prospettive di sviluppo del traffico del nostro porto e del suo posizionamento competitivo rispetto agli altri scali del medio e alto Adriatico. Saranno approfondite le opportunità di integrazione tra la modalità marittima e quella ferroviaria per le merci in imbarco/sbarco, con una visione complessiva di tutti i segmenti merceologici (contenitori ma anche rinfuse). Coordinerà i lavori Gino Maioli, presidente di Dinazzano Po SpA, società che svolge un ruolo primario nella connessione ferroviaria del porto di Ravenna, soprattutto in relazione alle merci alla rinfusa. Mercato e ferrovie saranno al centro del dibattito, in quanto si ritiene che il vantaggio dell’integrazione tra porti e rete ferroviaria non sia solo valutabile in termini di riduzione dell’impatto ambientale, ma anche quale elemento di efficientamento della catena logistica che interessa il porti e conseguentemente un fattore di crescita competitiva. L’obiettivo è quello di confrontare le prospettive di traffico e di integrazione intermodale del porto con il quadro normativo e di governance delineato dal nuovo Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica recentemente approvato dal Governo, con un occhio di attenzione alle strategie di mercato attuate dai protagonisti della logistica nazionale e internazionale. Per maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione al convegno è possibile contattare la Segreteria di PortRavennaprogress: segreteria @portravennaprogress.it

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TRASPORTO

“Nuovi progetti di sviluppo logistico, puntiamo sempre sul porto”

I progetti per sostenere le imprese e i consorzi nel superamento della crisi. Continuiamo a investire in mezzi per accrescere produzione e servizi

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Presente e futuro: parla il responsabile provinciale Fita-Cna, Ventimiglia Com'è l'andamento attuale dell'autotrasporto nella nostra provincia? Ne abbiamo parlato con Franco Ventimiglia, responsabile della Fita-Cna. “L’autotrasporto ravennate sta attraversando questa delicata fase economica con la consueta volontà di continuare a offrire il proprio contributo per sviluppare il modello produttivo della nostra provincia. Gli sforzi, da parte di diversi autotrasportatori e dei Consorzi dell’autotrasporto della nostra provincia, sono a dimostrare la caparbia volontà di investire in mezzi e progetti per accrescere produzione e servizi del paese e CNA FITA vuole ringraziarli in maniera non formale. Come del resto in tutti i settori economici anche alcuni Consorzi non sono riusciti a modificare il loro modello di gestione e sono entrati nella fase della liquidazione di attività, in altri casi assistiamo al perfezionamento di progetti che espanderanno la sfera di influenza dell’autotrasporto ravennate nei territori vicini o in altre zone di evidente interesse logistico”. Ci sono segnali di ripresa, oppure le difficoltà pesano ancora? “La domanda di servizi di autotrasporto, se escludiamo dal nostro ragionamento il settore dell’edilizia e delle infrastrutture, non ha mostrato evidenti contrazioni. Il rammarico maggiore è costituito dalla mancata opportunità di sfruttare in maniera ottimale il porto di Ravenna, a causa del mancato escavo dei fondali e la realizzazione delle infrastrutture stradali per farvi arrivare agevolmente le merci. Abbiamo realizzato in maniera devastante l’impatto terribile della burocrazia sia in questo caso sia in ogni altro segmento della nostra attività. In ogni occasione, anche nei tentativi di semplificazione delle procedure a tutti i livelli, i risultati pratici sono sempre gli stessi, maggiori oneri e tempistiche allungate a dismisura per immatricolare veicoli, dimostrare la regolarità delle imprese, documentazione ripetuta per accedere a gare od eseguire i lavori pubblici”. Quali interventi vi aspettate a livello nazionale? “L’intervento più strategico che il governo possa attuare a favore dell’au-

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totrasporto è costituito da un’effettiva semplificazione delle procedure alle quali devono sottostare le imprese, ancora più efficace se affiancato da una marcata velocizzazione dell’invio delle risorse destinate agli autotrasportatori. FITA CNA è convinta che le risorse già destinate al settore possano avere effetti ancora più efficaci se gestiti in modo diretto, ad esempio, il rimborso dei pedaggi autostradali, stanziato annualmente dal governo, arriva agli autotrasportatori dopo alcuni anni, e ridotto dei costi per gestire una procedura irrazionale e faraonica. Le nostre imprese devono ancora ricevere i contributi per gli investimenti effettuati per l’acquisto di veicoli nel 2014. La riduzione delle Accise per chi utilizza il carburante in maniera professionale, anche se ottenuta più frequentemente dalle Associazioni e da CNA FITA in prima linea, dopo un aspro confronto costa agli autotrasportatori tempo e denaro e la rivendicazione che come CNA FITA vogliamo portare avanti è di pagare subito il prezzo del gasolio in maniera ridotta”. Come giudicate il dibattito in corso sul progetto di approfondimento dei fondali? “L’approfondimento dei fondali è a nostro parere un evento irrinunciabile, se non vogliamo lasciare la più importante infrastruttura ravennate a un declino inevitabile. CNA Ravenna da molti anni ha avanzato proposte per programmare la manutenzione dei fondali del nostro scalo e ha sempre ritenuto necessario ridefinire e ripensare il modello di gestione del porto di Ravenna. Siamo preoccupati per l’evidente rallentamento dell’avvio dei lavori e confidiamo nella più veloce accelerazione possibile delle scelte che devono portare ad attirare nuovi traffici per il porto. Non è un compito di CNA decidere quale strategia adottare, ma è nostro dovere chiedere alle Amministrazioni locali di progettare un moderno ed efficiente scalo portuale, che sia una risorsa pubblica per tutta la collettività e nella quale si possa realizzare quella collaborazione pubblico privato da noi auspicata”.

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VIABILITÀ

“A fine anno l’appalto per sistemare il ponte della Classicana. 400 mila euro per le strade”

Investimento di 1,6 milioni di euro a carico di Autorità Portuale, Comune e Sapir “Entro fine anno uscirà il bando di gara per l’aggiudicazione dei lavori per la sistemazione del ponte della Classicana. Nella prossima primavera dovrebbero perciò partire”. Lo afferma l’assessore ai Lavori pubblici, Enrico Liverani. “Abbiamo anche deciso - aggiunge - di finanziare con 400 mila euro la sistemazione delle strade portuali. Altri 500 mila euro verranno stanziati per il 2017 e altrettanti nel 2018”. L'intervento per il ponte prevede un investimento di 1,6 milioni di euro. L’Autorità Portuale interverrà con 1,2 milioni, 400 mila euro saranno a carico del Comune, mentre la Sapir corrisponderà tra i 40 e i 50 mila euro attraverso la progettazione e metterà gratuitamente a disposizione del Co-

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mune le aree per la viabilità alternativa durante i lavori. In base a quanto previsto dalla convenzione, si punta a risolvere la criticità della via di accesso diretto alla zona portuale rappresentata dal cavalcavia su via Darsena San Vitale. Il ponte ha la struttura portante danneggiata a causa di un urto incidentale che ha reso necessario, per ragioni di sicurezza, procedere ad un restringimento della carreggiata; presenta rampe in uno stato di degrado avanzato con numerosi avvallamenti e cedimenti della sovrastruttura stradale; l’altezza utile dell’impalcato rispetto alla strada sottostante (via Darsena San Vitale) è di soli 4.70 m, quindi non a norma con il Codice della Strada vigente. L’obiettivo è quello di procedere alla realizzazione dell’intervento di rifacimento dell'impalcato sulla Via Classicana e della manutenzione della viabilità limitrofa in ambito portuale. Per fare questo, occorre realizzare una viabilità provvisoria per consentire l’accesso all’area portuale durante lo svolgimento dei lavori, che prevedono la demolizione dell’impalcato esistente e la sua sostituzione, tenuto conto che parte di questa viabilità provvisoria va ad interessare aree che non sono di proprietà comunale, ma sono della Sapir.

L'assessore Liverani conferma gli impegni per la viabilità portuale

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SCUOLA

Un progetto di Sapir con i Licei ravennati

350 studenti scoprono il porto Si è conclusa la prima fase del progetto “La Scuola in Porto”, organizzato da SAPIR con la collaborazione di TCR. In ottobre, i terminal del Gruppo Sapir hanno aperto i propri cancelli agli allievi dei Licei Artistico, Classico e Scientifico. Quasi 350 studenti, appartenenti a 14 classi terze, quarte e quinte che hanno seguito, nella sala convegni del Centro Direzionale, una breve lezione introduttiva sul porto e l’attività di Sapir, tenuta di volta in volta dal Presidente Matteo Casadio o dall’Amministratore Delegato Roberto Rubboli. È seguita la visita in pullman ai terminal Sapir e TCR per assistere alle operazioni portuali in corso, dallo sbarco delle merci alla loro movimentazione al carico su treni e autocarri. All’interno del terminal Sapir, tre studenti per ogni classe, con i loro dispositivi di protezione, si sono avvicinati alle aree operative, accompagnati da Gabriele Galli, responsabile dell’ufficio accettazione di SAPIR, anche per scattare fotografie che potranno poi utilizzare nella seconda fase del progetto. A questo punto, infatti, l’iniziativa prevede che ognuna delle classi coinvolte realizzi un report dell’esperienza svolta, in forma di presentazione in power point per gli allievi di Classico e Scientifico e di opera d’arte per gli studenti dell’Artistico. Spiega Casadio: “Pensiamo che buona parte della popolazione locale, a partire dai giovani, i “cittadini di domani”, non sia consapevole di cosa rappresenti il porto per la nostra economia; ci è sembrato quindi doveroso mettere in campo un’iniziativa concreta alla quale le scuole hanno risposto con entusiasmo. Il progetto ci ha molto impegnati dal punto di vista organizzativo, ma è stato di piena soddisfazione e ringrazio i dirigenti scolastici che vi hanno creduto, i professori che ci hanno aiutati a realizzarlo e i ragazzi che hanno mostrato grande interessee. Sono convinto che trarremo ulteriore soddisfazione da quanto gli studenti esprimeranno nelle prossime settimane con i loro elaborati”. La professoressa Paola Galassi, referente del progetto per il Liceo Scientifico, commenta: “Il progetto in corso di realizzazione con Sapir è di grande valenza formativa in quanto è stata data l’occasione di conoscere la realtà del porto, ai più poco nota, attraverso un dialogo diretto con gli operatori e l’opportunità di svolgere un’attività di “orientamento” concreto circa le possibilità lavorative offerte dal territorio per le loro future scelte universitarie. La visita ha poi consentito a noi docenti di trattare e approfondire in classe tematiche di attualità, inerenti il porto di Ravenna, in modalità di cooperative learning stimolando la discussione e la produzione di materiali multimediali di sintesi dell'esperienza”.

Mingozzi fa scuola di porto al Liceo Artistico

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Gli studenti del liceo Artistico di Ravenna hanno incontrato il vicesindaco Giannantonio Mingozzi per una disamina delle problematiche legate alle attività del porto di Ravenna. Cinquantacinque studenti delle classi terze, dopo aver visitato alcuni terminal di Sapir e Tcr, hanno concluso l'itinerario didattico che li porterà ad eseguire opere grafiche e musive sul tema del porto. Il vicesindaco ha illustrato le caratteristiche infrastrutturali, le principali attività di imbarco e sbarco la compatibilità tra le industrie presenti e gli ambienti naturalistici come le piallasse. Gli studenti hanno espresso particolare interesse per il nuovo terminal passeggeri e per il canale Candiano come via d'acqua presente in prossimità dell'area urbana. Proprio all'abbinamento portualità e patrimonio storico monumentale, gli studenti dell'Artistico hanno deciso di dedicare la propria attività didattica che verrà presentata tra qualche mese al pubblico.

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