20 Anni OMC

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OMC 1993-2013

le ricerche e di inviare l’impianto in Egitto. Ed è a questo punto che il fato, sotto le mentite spoglie della burocrazia, pone le condizioni per la scoperta del giacimento di Ravenna Mare. Le pratiche doganali per spedire l’impianto in Egitto vanno per le lunghe. Nell’attesa si decide di perforare un terzo pozzo: ed è così che nell’ottobre del 1960 si perfora il pozzo Ravenna Mare 3, che si rivela produttivo. Visto l’esito positivo viene presa la decisione di perforare altri pozzi. Una forte espansione dell’attività a mare porta dal 1963 al 1965 alla perforazione dei pozzi Ravenna Mare 6, Ravenna Mare 7, Ravenna Mare Sud 1, Ravenna Mare Sud 2, Ravenna Mare Sud 4, Punta Marina 1. Diventa ora indispensabile avviare la produzione. Per fare questo occorre attrezzare la testa dei pozzi con delle piattaformine, necessarie per ospitare le attrezzature e il personale di produzione addetto alle varie operazioni, e costruire una condotta posata sul fondo marino che li colleghi alla centrale a terra. Le maggiori difficoltà di queste operazioni, però, si incontrano per il montaggio delle piattaforme sulla testa del pozzo, che può essere fatto con l’ausilio di un solo peschereccio, unico mezzo disponibile, e per la posa dei 9 km di condotta da 6”, realizzata con mezzi artigianali utilizzando per il 42

varo la nave Ragno per il traino e fusti vuoti di gasolio per il galleggiamento. Quando tutte le opere sono terminate, nel 1964 si pensa di dare inizio all’erogazione del gas. Come spesso accade, all’ultimo minuto sorge un nuovo problema, questa volta di carattere burocratico - legislativo. La Dogana, in applicazione di una superata legislazione italiana, pone il suo veto perché per lei il confine italiano si trova sulla linea della spiaggia. In conseguenza di ciò, tutti i prodotti che vengono dal mare, esclusa la pesca, sono considerati di importazione e soggetti al pagamento di una “tassa doganale” variabile a seconda dei paesi di provenienza. Il vero problema, però, non è l’imposta in se stessa, circa 6 Lire che si riducono a circa 2 Lire in quanto non è più dovuta l’imposta di fabbricazione di 4 Lire circa, ma l’individuazione del Paese di origine. Anche se il gas proviene dall’Italia che, tramite il suo ministero dell’industria ha concesso il permesso di ricerca e di sfruttamento degli idrocarburi, i “regolamenti” che la dogana deve applicare sono chiari: “per le importazioni si deve indicare il paese di origine” che, nel nostro caso, non può essere l’Italia in quanto paese importatore. Viene, infine, ottenuta una deroga che perviene però dopo 60 giorni. Inizia così, nel 1964, la produzione del


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