Promemoria, numero 2

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Pesaro, anni Trenta-Quaranta del ‘900. Agridonia (Lola) Pescara ed Emilia Schiavoni in alcune fotografie scattate da Mario Schiavoni; sotto: Pesaro, 1934, il passaporto per Parigi di Lola Pescara (Archivio Fausto Schiavoni, Pesaro).

Dall’archivio di Fausto Schiavoni Pescara Agridonia di Pietro e Rosina Mantovan, nata a Donada il 9 Marzo 1907. Statura metri 1,75. Passaporto per la Francia rilasciato dalla Questura di Pesaro il 16 Gennaio 1934 per comprovati motivi di commercio, valido fino al 15 Luglio 1934. Oltre a essere per diversi anni impiegata nel settore amministrativo della Sartoria Bolognese, tra la metà degli anni Trenta e i primi anni Quaranta del ‘900, Agridonia Pescara, più conosciuta come Lola, almeno nel 1934 (ma quasi sicuramente in più occasioni) accompagnò la signora Prima Paganelli nei suoi viaggi a Parigi. Se in patria Lola Pescara si prestava volentieri a far da modella, ben figurando nelle sfilate o nelle fotografie grazie alla sua statura e al suo bel portamento, nelle trasferte parigine dispiegava anche la sua abilità di disegnatrice: mia madre, ricorda Fausto Schiavoni, aveva una buona mano per il disegno, e quando assisteva alle sfilate insieme con la signora Paganelli prendeva appunti, per riproporre modelli e tagli alle clienti della sartoria. Un talento, quello del disegno, che mia sorella Alba ha ereditato. Come abbiamo avuto modo di scrivere in altre occasioni, Fausto ha invece ereditato la vocazione paterna alla fotografia: singolare figura il cui ingegno vivace spaziava dalla chimica alla filosofia alla musica, Mario Schiavoni (1903-1955) catturò, con il suo occhio di fotografo attento e curioso, angoli e volti della Pesaro degli anni Trenta - Cinquanta del ‘900, che costituiscono oggi un patrimonio di immagini davvero prezioso. Assiduo frequentatore della Bottega d’arte Della Chiara, Schiavoni fu amico di pittori e ceramisti come Achille Vildi, Alessandro Gallucci, Guido Andreani, Elso Sora e altri: artisti dei quali ha fotografa-

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to alcuni lavori, lasciandoci così anche una preziosa documentazione sull’ambiente culturale pesarese del ‘900. Impiegato come contabile prima presso i Mulini Albani, successivamente nella fabbrica di ceramiche Molaroni, Mario Schiavoni fu in seguito assunto all’INPS. …Tra le passioni di mio padre c’era anche la musica, e fino a che non perse una mano si dilettava a suonare il violino. La sua vera vocazione però fu la fotografia, racconta ancora Fausto: insieme con l’amico Carlo Betti [di professione insegnante di Ragioneria all’Istituto “D. Bramante” di Pesaro ma ricordato soprattutto per la sua attività di fotografo] si può dire che ha istruito all’arte fotografica un notevole gruppo di pesaresi, alcuni dei quali diventarono anche professionisti. Tra questi appassionati c’era il conte Castelbarco Albani che consultava mio padre per saperne di più sugli ultimi tipi di fotocamere e cineprese. Una volta lo invitò a seguirlo a Milano per l’acquisto di una di queste e gli disse che avrebbe colto l’occasione per comperare un aereo. Mio padre osservò che gli sembrava un po’ troppo cresciuto per giocare ancora coi modellini, ma il conte ribatté che ne avrebbe acquistato uno vero! Penso che si trattasse del Piper di colore rosso che ebbe la sigla I-PINI e che era di base all’aeroporto di Fano. Dal suo archivio, amorevolmente custodito da Fausto, provengono le immagini di questa pagina: fotografie che ritraggono la moglie Lola o Emilia Schiavoni, sorella di Mario, anch’essa impiegata presso la sartoria, con indosso un modello creato dalla Bolognese.

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