Il facchino della diocesi. Giovanni Gabucci (1888-1948)

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PROLOGO

SANT’ANGELO IN LIZZOLA, 7 SETTEMBRE 1948*. Il molto reverendo don Giovanni Gabucci, fu Andrea e fu Mancini Fortunata, nato a Sant’Angelo in Lizzola il 9 II 1888, è morto, nell’età di anni 60, munito di tutti i conforti religiosi e di una speciale benedizione di mons. vescovo diocesano, ieri l’altro, 5 c.m., alle ore 3.10 ant. dell’ora legale, di tumore maligno al fegato. Era stato sempre qui nella sua Sant’Angelo, dedito allo studio e all’apostolato; aiutava il parroco - instancabilmente - soprattutto la Domenica, nel lavoro delle Confessioni. Uomo di vasta scienza - dottore in Paleografia e archivistica - cultore profondo e geniale della storia e delle tradizioni del proprio Paese, ministro di Dio esemplare e generoso, alieno agli onori, solo dedito al lavoro e all’apostolato, lascia nell’animo di quanti lo conobbero ed avvicinarono profondo cordoglio. Noto su larga scala per diversi suoi studi e lavori pubblicati di storia locale e biografie di Santi di Pesaro e diocesi, volle sempre rimanere nel nascondimento, anche quando i Superiori ecclesiastici lo avevano nominato canonico della cattedrale; rifiutò quel posto onorifico per vivere nel servizio più umile della Chiesa. Amava definirsi “facchino di Santa Romana Chiesa”. Famoso per la sua schietta sincerità e per la sua arguzia sferzante. Lo zio paterno don Francesco, primicerio della Cattedrale di Pesaro lo aveva avviato allo studio e poi la sorella Angelina fu sempre al suo fianco con cure materne. Ieri sera la salma fu trasportata nella chiesa parrocchiale e all’Ave Maria fu recitato in suo suffragio l’intero Rosario. Questa mattina furono celebrate in questa Chiesa n. 22 Sante Messe; officiò la Santa Messa solenne in terzo mons. Francesco Stramigioli - parroco di San Cassiano e delegato vescovile. Prima delle esequie disse brevi parole di elogio don Secondo canonico Mosca, primicerio del Duomo, quindi la salma benedetta, con molto seguito di sacerdoti, seminaristi, Confraternite, Pie Unioni, rappresentanze del Municipio e popolo fu accompagnata al locale cimitero per essere tumulata nella tomba di famiglia. Sul piazzale del Monte disse ancora parole di elogio mons. Stramigioli. Nelle circostanze furono raccolte molte offerte - in luogo di fiori - per i poveri e per la sorella Angela rimasta sola e povera e per l’Asilo. La sua ricca Biblioteca dalla sorella Angelina venne regalata al Seminario di Pesaro conforme al desiderio più volte manifestato dall’indimenticabile fratello. Abitava la casa di sua proprietà in via Morselli n. 1 di fronte alla casa parrocchiale. Sac. Pio Spadoni, parroco

* Dal Libro dei Morti 1904-1957 della parrocchia di San Michele Arcangelo, Sant’Angelo in Lizzola, 7 Settembre 1948, n. 5 pp. 298 - 299.

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