OMAR AL-MUKHTĀR E LA RESISTENZA AL FASCISMO IN LIBIA

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obiettivi politici. Nella memoria collettiva degli italiani l’immagine dell’impresa di Libia si compendia nel titolo della notissima canzone popolare Tripoli bel suol d’amore, una canzone di propaganda scritta nel 1911 che inaugura il delirio della canzone patriottico-colonialista, un condensato di patriottismo e retorica, un’aspettativa rivelatasi poi illusoria ed ingannevole, per cui risulta fallace e patetico ripeterla con nostalgia. L’intento di questo lavoro dunque, è di contrastare questa immagine sbiadita e distorta, che pur viene veicolata o almeno insufficientemente corretta dai testi scolastici; vi è un motivo di opportunità storiografica: mettere in luce ciò che è meno noto, ciò di cui cronache e storie, dell’epoca coloniale o del secondo dopoguerra, hanno perlopiù taciuto per un diverso interesse di ricerca. Le cronache recenti hanno acceso nuovamente i riflettori su questo capitolo della storiografia italiana, gli accademici tenuti a chiosare eventi e personaggi alle masse quasi ignoti nei loro nomi esotici, tra cui quello di Omar al-Mukhtār ( in ar.

‫ﻋﻤﺮ ﺍﳌﺨﺘﺎﺭ‬

, Barqa, 20 agosto

1861 - Soluch, 16 settembre 1931). E’ proprio il nome di quest’ultimo a riaccendere la controversia politica sui rapporti che intercorrono tra l’Italia e la Libia. L’occasione è stata offerta propriamente dal leader libico Gheddafi, il quale in visita ufficiale in Italia, appena sbarcato all’aeroporto romano di Ciampino, mostrava sull’alta uniforme militare una foto in bianco e nero che ritraeva la cattura del resistente libico Omar al-Mukhtār da

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