MilanoCittàAperta - Issue#17 - Autumn/2013

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MilanoCittàAperta - Journal of urban photography - Issue#13 - Autumn/2012 - www.miciap.com

Milano Città Aperta JOURNAL OF URBAN PHOTOGRAPHY

ISSUE #17 AUTUMN/2013


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MilanoCittĂ Aperta Coordinatore Esecutivo Alberto Locatelli Photoeditor Alberto Locatelli Thomas Pagani Roberta Levi Editor Testi Nicola Bertasi Edoardo Mozzanega Progetto grafico e impaginazione Daniele Pennati Isacco Loconte Redazione Nicola Bertasi, Alfredo Bosco, Filippo Ceredi, Roberta Levi, Alberto Locatelli, Isacco Loconte, Edoardo Mozzanega, Simone Keremidtschiev, Thomas Pagani Fotografi Chiara Badiali, Cristopher Ghioldi, Davide Scalenghe Migliarini, Gloria Pozzato, Alexia Stok, Tommaso Zanetta Grazie a Popoli, mensile internazionale. Planum - The Journal of Urbanism. Isabella Rota Baldini per le traduzioni. Contatti info@miciap.com submit@miciap.com facebook page



SOMMARIO/CONTENT

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FALSE REALITY Tommaso Zanetta

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LO SPAZIO OLTRE LO SGUARDO

Cristopher Ghioldi

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CAMERA CON VISTA

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Chiara Badiali

SOVRASTRUTTURE Alexia Stok

IL VERDE AL CENTRO Gloria Pozzato

AFFIORARE

Davide Scalenghe Migliarinia

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EDITORIALE /EDITORIAL MilanoCittàAperta ospita in questa Issue#17 una selezione di TeraCity. Milano in trasformazione, un progetto laboratoriale degli studenti del corso biennale di fotografia CFP Bauer, a cura di Giampietro Agostini e Sergio Giusti. Si tratta di un percorso attraverso la storia e la memoria della città, con l’intento di sottolineare la dialettica tra passato e veloce mutamento. Una ricerca nata per indagare i segni visibili delle trasformazioni in atto, anche di natura sociale e antropologica.

In Issue#17 MilanoCittàAperta is hosting a selection of TeraCity. Milano in transformation, is a workshop project made by the students of the twoyear course of photography CFP Bauer, curated by Giampietro Agostini and Sergio Giusti. It’s about a journey through the city’s history and its memory, with the aim to highlight the dialectics between past and quick change. It’s a research that came up to investigate the visible signs of the ongoing transformations, also of a social and anthropological nature.

Milano è investita negli ultimi anni da massicci interventi di trasformazione urbanistica. Non solo in vista dell’Expo 2015, ma anche in virtù di ingenti investimenti immobiliari, ampie aree della città, centrali o periferiche, sono

These past years, Milano has been impacted by massive interventions of urban transformation. Not only in view of the Expo 2015, but also in virtue of large real estate investments, vast areas, central or suburban, are and

o stanno per essere completamente ridisegnate. La zona della ex Fiera e il Portello, Porta Nuova, l’area di Cascina Merlata accanto al quartiere Gallaratese costituiranno in futuro le zone in cui più evidente sarà la metamorfosi in atto nella città contemporanea. Le indagini qui presentate restituiscono l’impatto di questa notevole mutazione urbana su chi ha un occhio fotografico in formazione: dall’attenzione ai piccoli segni di un cantiere ai primi scavi, confrontato con la vastità della zona interessata, al rapporto delle nuove architetture con il preesistente; dall’impatto con la vita e la vista di chi vi abita, al confronto con quartieri residenziali già storicizzati; dalla constatazione della presenza materiale dei nuovi edifici, all’attenzione verso l’artificializzazione crescente del paesaggio cittadino, sempre più simile a una simulazione computerizzata. Con serietà topografica o con leggerezza, con ironia o con curiosità, i vari lavori riflettono le diverse sensibilità e il diverso effetto che l’osservazione di queste aree ha creato sugli studenti, costituendo una galleria di sguardi originali sulla città che cambia.

are going to be completely redesigned. The location of the former Fiera and the Portello, Porta Nuova and the zone around Cascina Merlata, near the Gallaratese district, will be in the future the areas where the ongoing metamorphosis of the contemporary city will be the most evident. The studies here shown, present the strong impact of this remarkable urban mutation to all those who are cultivating their photographic sight: from the attention to the little details of a newly born construction site, confronted with the vastness of the area in question, to the relation between the new architectures and the preexisting; from the impact on the life of those who live there, to the confrontation with residential neighborhoods already part of the historical heritage; from the realization of the material presence of the new buildings, to the attention towards the increasing “artificialisation” of the city’s landscape, more and more similar to a computer simulation. With topographic accuracy or with levity, with irony or curiosity, the various projects reflect the different sensibilities and the different sensations that the observation of these areas conjured up in the students’ minds, creating a gallery of original points of view on the city that is changing.

Buona visione.

Enjoy.

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FALSE REALITY Tommaso Zanetta

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Š Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013

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Š Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013

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© Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013

Milano, Porta Nuova. Un quartiere di recentissima costruzione appare come l’imposizione forzata nel tessuto urbano di un complesso impeccabile, futuristico e quasi irreale.

Milan, Porta Nuova. A recently constructed district appears as a forced imposition of an impeccable futuristic, almost unreal, compound in the urban texture.

La ricerca vuole inserirsi nel sottile limbo che separa l’immagine di ciò che è già stato costruito da ciò che non esiste ancora, partendo dai progetti di cambiamento architettonico previsti nella zona “stazione Garibaldi” pubblicizzati con immagini e previsualizzazioni ricreate al computer.

The research wants to fit into the thin limbo separating the image of what has already been built on what does not yet exist, starting from the architectural change projects planned in the area "Garibaldi Station" advertised with pictures and pre-visualizations created by computers.

Il progetto si struttura attorno e all’interno delle nuove costruzioni che stanno dando vita al quartiere di “Porta Nuova”, incentrandosi sulla torre Unicredit, i palazzi ad essa annessi e la piazza circoscritta al loro interno. Le immagini fotografiche, scattate nel nuovo “luogo di Milano” poco dopo la sua inaugurazione, subiscono un successivo intervento digitale: l’assenza della figura umana e di elementi fuori posto, l’impeccabilità e perfezione di ogni immagine diviene così irreale da costringere lo spettatore a chiedersi quanto di quell’immagine esista davvero nella realtà.

The project is structured around and within new buildings that are giving rise to the neighborhood of "Porta Nuova", focusing on the UNICREDIT tower, the buildings attached to it and the square circumscribed within them. The photographs, taken on the new "place in Milan" shortly after his opening, undergo a subsequent digital post production: the absence of the human figure and elements out of place,in a flawless way the perfection of each image becomes so unreal as to force the viewer to wonder how much of that image actually exists in reality.

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Š Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013 Š Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013

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Š Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013 Š Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013

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Š Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013

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Š Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013

Tommaso Zanetta Tommaso Zanetta nasce nel 1992 a Milano. Vive a Nebbiuno, sul lago Maggiore. Nel 2007 si trasferisce a Parma dove frequenta l'Istituto d'Arte "Paolo Toschi". Nel 2013 si diploma presso il c.f.p Bauer di Milano, al corso biennale di fotografia; attualmente lavora come stagista presso lo studio Zat Digitalartwork di Milano, collabora con lo studio Whiterobot di Milano e porta avanti le proprie ricerche personali. Nel 2013 conclude il progetto fotografico "False Reality", pubblicato sul free press "Tera City - Milano in trasformazione" che viene presentato a febbraio al Castallo Sforzesco di Milano; il progetto è stato inserito nel sito di "Exposed project" ed esposto presso il MIA Fair 2013 a Milano, nello stand di "Spazio 81". Per saperne di piÚ... Guarda il servizio online, www.miciap.com Contatti: email: tommy_uomoz@yahoo.it

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Š Tommaso Zanetta, False Reality, Milano, 2013

Tommaso Zanetta Tommaso Zanetta was born in 1992 in Milan. Lives in Nebbiuno, on Lake Maggiore. In 2007 he moved to Parma where he attended the Art Institute "Paolo Toschi." In 2013 he graduated from the CFP Bauer in Milan, the two-year course in photography and currently works as an intern at the studio Zat digitalartwork of Milan, joined the firm Whiterobot of Milan and carries out its own research. In 2013, concludes the photographic project "False Reality" published in the free press "Tera City - Milan in trasformazione" that is presented in February to Castello Sforzesco in Milan, the project was included in the site of "Exposed Project" and exhibited at the MIA Fair Milan 2013, at the stand of "Spazio 81" Per saperne di piĂš... Guarda il servizio online, www.miciap.com Contatti: email: tommy_uomoz@yahoo.it

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LO SPAZIO OLTRE LO SGUARDO Cristopher Ghioldi

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Porta nuova #1 Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012

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Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012 Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012

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Cartelloni pubblicitari e immagini render dei cantieri in costruzione aleggiano sulle teste dei milanesi, come dei moniti delle mutazioni future della città.

Advertisement signs and computer renderings of construction sites hover over the heads of the milanesi, as warnings of the future mutations of the city.

Questo progetto inizia osservando i grandi cantieri che stanno cambiando velocemente il profilo di Milano, quali Amendola e Porta Nuova. Girando per le strade dei nuovi quartieri, scorsi i grandi cartelloni pubblicitari accompagnati da immagini render di ciò che sarebbe sorto in questi luoghi, immagini provenienti dal futuro di una nuova Milano, un monito di come sarebbe cambiata la città. Interessato dalla mutazione della città, ho voluto creare delle finestre, in una sorta di ambiguità visiva, che integrassero sia la città in cui viviamo ora, sia la città in cui vivremo.

This project begins by looking at the major building sites are changing fastly the skyline of Milan, "Amendola" and "Porta Nuova" particularly. Wandering the streets of the new districts,I've seen the billboards accompanied by images of what would be built in these places, images from the future of a new Milan, a reminder of how the city would change. Affected by the mutation of the city, I wanted to create the windows, in a kind of visual ambiguity, that would supplement both the city we live in now, is the city in which we live.

"L'astrazione oggi non è più quella della mappa, del doppio, dello specchio o del concetto. la simulazione non è più quella di un territorio, di un essere referenziale o una sostanza. E’ piuttosto la generazione di modelli di un reale senza origine o realtà: un iperreale. Il territorio non precede più la mappa, né vi sopravvive. E’ la mappa che precede il territorio. E’ la mappa che genera il territorio. Non è più una questione di imitazione, né di duplicazione o di parola. E’ piuttosto una questione di sostituzione del reale con segni del reale; cioè un'operazione di cancellazione di ogni processo reale attraverso il suo doppio operazionale." (Jean Baudrillard, Simulacri e simulazioni)

“Abstraction today is no longer that of the map, the double, the mirror or the concept. Simulation is no longer that of a territory, a referential being or a substance. It is the generation by models of a real without origin or reality: a hyperreal. The territory no longer precedes the map, nor survives it. Henceforth, it is the map that precedes the territory; it is the map that engenders the territory.tory. It is no longer a question of imitation, nor of reduplication, nor even of parody. It is rather a question of substituting signs of the real for the real itself; that is, an operation to deter every real process by its operational double.” (Jean Baudrillard simulacra and simulation)

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Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012 Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012

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Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012 Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012

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Porta nuova #4 Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012

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Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012 Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012

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Š Cristopher Ghioldi, Lo spazio oltre lo sguardo, Milano, 2012

Cristopher Ghioldi Cristopher Ghioldi nasce a Como nel 1990, da padre italiano e madre tedesca. nel 2010 consegue il diploma di scuola superiore in pittura, disciplina che continua a coltivare. Dunque arrivato alla fotografia ed al cinema dalla pittura, è interessato all'evoluzione urbana del territorio e dal paesaggio contemporaneo e da chi ci vive. svolge alcuni lavori come cameraman, assistente alla regia ed assistente fotografo. nel 2013 consegue il diploma presso il c.f.p Bauer in fotografia. ora vive e lavora a Milano. Per saperne di piÚ... Guarda il servizio online, www.miciap.com Contatti: email: cris.ghilardi@hotmail.com sito web: cristopherghioldi.tumblr.com

Christopher Ghioldi Christopher Ghioldi was born in Como in 1990 from an Italian father and a German mother. in 2010 he obtained a high school diploma in painting, a discipline that continues to practise. He started to be interested about photography and cinema thanks his passion for painting, is interested in the evolution of urban land and the contemporary landscape, and those who live there. It practises some work as a cameraman, assistant director and assistant photographer. in 2013 he graduated at cfp Bauer in photography. now lives and works in Milan. To learn more: Take a look to the online version, www.miciap.com Contacts: email: massimodinonno@gmail.com web site: www.massimodinonno.com

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CAMERA CON VISTA Chiara Badiali

Š Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

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© Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

© Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

Cosa vedono i cittadini tutti i giorni? Come appaiono a loro i cambiamenti e le trasformazioni urbanistiche di Milano? Un viaggio nelle prospettive delle finestre sulla città.

What do the citizens see every day? How do the changes and the urban transformations of Milano appear to them? A journey through of the windows overlooking the city.

Da qualche anno Milano è investita da massicci interventi di trasformazione urbanistica. Non solo in vista dell'Expo 2015, ma anche in virtù di ingenti investimenti immobiliari, ampie aree della città, centrali o periferiche, stanno per essere completamente ridisegnate. La zona dell' ex Fiera e il Portello, Porta Nuova, l'area di Cascina Merlata accanto al quartiere Gallaratese costituiranno in futuro le zone in cui più evidente sarà la metamorfosi in atto nella città contemporanea. L'indagine qui presente restituisce l'impatto di questa notevole mutazione urbana su chi, in queste zone, ci vive. Entrando in luoghi in cui è possibile passare per bere un caffè, vedere una mostra o acquistare qualcosa ma anche in alcuni in cui non entreremo mai, come le abitazioni private, è possibile attraverso queste immagini vedere ciò che i cittadini vedono tutti i giorni. Immaginare come negli anni siano cambiate non solo le persone, che da quelle stesse finestre guardavano fuori, ma anche il panorama guardato. Camminando per le vie di Milano è evidente l'importante ruolo che le nuove architetture stanno svolgendo in termini di evoluzione del paesaggio urbano ma è meno consueto vedere come tale cambiamento appaia nella cornice delle finestre dei ristoranti panoramici, negozi e abitazioni della zona. Con questa esplorazione ho voluto aprire una nuova finestra sulla Milano del futuro, che possa donare nuovi punti di vista ma anche spunti di riflessione sulle trasformazioni di un paesaggio che riguarda tutti noi.

For some years, Milan is hit by strong transformation projects. Not only in view of Expo 2015, but also by substantial real estate investments, large areas of the city, central or peripheral, are going to be completely redefined. The area where the "Ex-Fiera" and "Portello", "Porta Nuova", "Cascina Merlata" next to Gallaratese area, in future, where will be most obvious easy to see the metamorphosis taking place in the contemporary city. The survey returns the impact of this remarkable urban mutation of those who, in these areas, who live there. Going into places where you can go for a coffee, see a show or buy something but also in some in which we will not enter, such as private homes, you can see in these pictures, what citizens see every day. Imagine how the years have changed not only the people, that those same windows looking out, but also the landscape observed. Walking through the streets of Milan is explicit the main role new architectures that are growing in terms of the evolution of the urban landscape but it is less usual to see how such a change appears in the window frame of the panoramic restaurants, shops and homes in the area. With this exploration I wanted to open a new window on the Milan of the future, which can give new points of view but also insights on the transformation of a landscape that concerns us all.

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Š Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

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Š Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

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Š Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

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Š Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

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© Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

© Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

Chiara Badiali Chiara nasce a Bologna nel 1986, dove frequenta il corso di laurea in Scienze Antropologiche e i primi corsi di approccio alla fotografia. Svolge il servizio civile Nazionale all'interno del teatro di Calderara di Reno, in provincia di Bologna, esperienza grazie alla quale contribuisce alla documentazione fotografica di diverse attività legate al paesaggio e al territorio comunale. Presto si rende conto di voler portare la sua passione ad un livello più maturo, si trasferisce così a Milano dove si diploma nel 2013 al corso biennale di fotografia all'istituto Bauer. È con il Bauer e la supervisione di Giampietro Agostini e Sergio Giusti che inizia il progetto Tera City e con Camera con vista prende parte al progetto collettivo Exposed. Attualmente svolge un tirocinio formativo con l'agenzia Luz e porta avanti progetti legati al territorio e ai suoi risvolti sociali, in particolare un lavoro sugli Invernaderos nella provincia spagnola di Almeria.

Per saperne di più... Guarda il servizio online, www.miciap.com Contatti: email: badiali.chiara@gmail.com sito web: www.chiarabadiali.portfoliobox.me

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Š Chiara Badiali, Camera con vista, Milano, 2013

Chiara Badiali Chiara was born in Bologna in 1986, where she attended the graduate program in Anthropological Sciences and first laboratories where she approached photography. It carries out the civil service within the Teatro Nazionale of Calderara di Reno, near Bologna, thanks to the experience which contributes to the photographic documentation of various activities related to the landscape and the municipal territory. Soon she realized that she wanted to bring her passion to a more mature level, so she moved to Milan, where she graduated in 2013 at the two-year course in photography Bauer Institute. It is with Bauer and supervision of Giampietro Agostini and Sergio Giusti starting the project Tera City "Room with a View" and takes part in the collective project Exposed. Currently plays an internship with the agency Luz and carries out projects related to the territory and its social implications, in particular work on Invernaderos in the Spanish province of Almeria.

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IL VERDE AL CENTRO Gloria Pozzato

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Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013

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Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013 Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013

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© Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013

Un dialogo fotografico dal punto di vista del “verde” tra il succedersi delle stagioni e il progredire del lavoro di cantiere.

Girando per la città ho visto diversi cartelloni pubblicitari in cui veniva costantemente ostentata la frase “Milano, la città con il verde al centro”. Dubitando di uno slogan così ottimistico, ho ironicamente deciso di creare le mie immagini appoggiando per terra la macchina fotografica nel verde esiguo delle aiuole e degli spazi residuali. In questo modo ho ottenuto, visivamente e otticamente, una striscia di vegetazione in primo piano. Ne risulta un dialogo fra il verde che muta e deperisce andando verso l’autunno, mentre il cantiere progredisce; fra l’architettura dei palazzi e l’architettura del microcosmo che si trova al livello del terreno.

A photographic dialogue from the "green" point of view, between the following of seasons and the progress of the construction site work.

Walking around the city I've seen several billboards in which he was constantly flaunted the phrase "Milan, the city with the green in the center." Suspecting a slogan so optimistic, ironically I decided to create my images by placing the camera on the ground in the green of the flower beds and small spaces. In this way I got, visually, optically, a strip of vegetation in the foreground. The result is a dialogue between the green that changes and decays going into fall, while work progresses; between the architecture of the buildings and architecture of the microcosm that is located on the ground level.

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Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013 Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013

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Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013 Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013

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Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013

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Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013 Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013

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Š Gloria Pozzato, Il verde al centro, Milano, 2013

Gloria Pozzato Gloria Pozzato nasce nel 1992 ad Angera in provincia di Varese. Durante la frequentazione di un istituto superiore di grafica pubblicitaria si avvicina alla fotografia. Inizia cosĂŹ a collaborare con Foto Sangalli di Laveno Mombello per matrimoni, eventi e corsi di postproduzione. Nel 2011 dopo il diploma frequenta il corso di fotografia presso il C.f.p. Bauer di Milano. Attualmente lavora come freelance presso professionisti occupandosi della postproduzione fotografica e della composizione grafica.

Gloria Pozzato Gloria Pozzato was born in 1992 in Angera in the province of Varese. While attending a School of Graphic design, she approaches to photography. So he began to collaborate with Photos Sangalli Laveno Mombello for weddings, events and courses of post-production. In 2011, after graduation she attended a course in photography at the Cfp Bauer in Milan. She currently works as a freelance professionals dealing with the post-production of photographic and graphic composition.

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Contatti: email: pozzatogloria@gmail.com sito web: gloriapozzato.tumblr.com

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SOVRASTRUTTURE Alexia Stok

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Cantieri Amendola Fiera Š Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

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Cantieri Amendola Fiera Š Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013 Cantieri Amendola Fiera Š Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

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Cantieri Amendola Fiera © Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

Il nuovo e il vecchio si sovrappongono nelle doppie esposizioni che raccontano il cambiamento nella zona dell'ex fiera di Milano.

New and old overlap in the double exposures that describe the change in the area of the former fiera in Milan.

Milano cresce. E "Sovrastrutture" racconta questo cambiamento. Girando attorno alla zona della ex fiera la prima cosa che si può notare è la confusione tra nuovo e vecchio. I cantieri nascono velocemente, a volte sembrano cadere dall'alto. Enormi gru scavano spazi che diventano nuove strutture che a loro volta nascondono le vecchie piazze e le vie. Il cantiere è vivo e al suo interno trattiene futuro e storia. Ecco che le mie pellicole lavorano come questi cantieri, velocemente il nuovo scatto copre il vecchio, e tutti aspettano di vedere il risultato.

Milan grows. And "Superstructures" explores this change. Turning around the area of the "Ex-Fiera" the first thing you may notice is the confusion between old and new. Building sites are born quickly, sometimes seem to fall from above. Huge cranes dig spaces that become new structures which in turn hide the old squares and streets. The site is alive and inside it holds the future and history. Here's my film work as these shipyards, the new fast shutter covers the old, and everyone is waiting to see the outcome.

"- Che senso ha il vostro costruire? - domanda. - Qual è il fine d'una città in costruzione se non una città? Dov'è il piano che seguite, il progetto? - Te lo mostreremo appena termina la giornata; ora non possiamo interrompere, - rispondono. Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere. È una notte stellata. - Ecco il progetto, - dicono."

"- What meaning does your construction? - Question. - What is the purpose of a city under construction unless it is a city? Where is the plan you are following the project? - We'll show you as soon as the working day, and now we can not stop, answered. The daily work stops at sunset. Night falls on the building site. It's a starry night. - Here's the project - they say. "

Da Le Città invisibili, Italo Calvino Italo Clvino- Invisible Cities.

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Cantieri Amendola Fiera Š Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

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Cantieri Amendola Fiera © Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

Cantieri Amendola Fiera © Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

Cantieri Amendola Fiera © Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

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Cantieri Amendola Fiera Š Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013 Cantieri Amendola Fiera Š Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

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Cantieri Amendola Fiera Š Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013 Cantieri Amendola Fiera Š Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

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Cantieri Amendola Fiera © Alexia Stok, Sovrastrutture, Milano, 2013

Alexia Stok Alexia nasce a Trieste nel 1989, vive a cavallo tra l’Italia, la Slovenia e la Croazia. Fin da bambina è affascinata dal mondo dell’arte e da ogni sua forma, osserva attenta le architetture dei suoi paesi e curiosa decide così di frequentare un istituto d’arte con appunto indirizzo in architettura e arredamento. Continua i suoi studi anche all’università ma decide di interromperla perché non del tutto convinta che quella sia la sua strada. Già alle superiori Alexia ama portare sempre con se un mezzo che le permetta di scattare delle foto, che sia un palazzo, un amico, una festa, un viaggio sente il bisogno di documentare la sua vita, così, solo per il gusto di custodire l’immagine delle sue terre e delle sue esperienze. Nel 2009 trova in un

Alexia Stok Alexia was born in Trieste in 1989, lives between Italy, Slovenia and Croatia. Since a child is fascinated by the art world and all its forms, carefully observes the architecture of its towns and curious so decided to attend an art institute with precisely address in architecture and decor. She continued her studies at the university but also decide to discontinue it because they do not entirely convinced that this is her way. Already in high school Alexia loves to always bring a camera that enables it to take pictures, it is a palace, a friend, a party, a trip to feel the need to document her life, so, just for the sake of preserving the 'picture of her lands and her experiences. In 2009, in an old camera store her trusty Pentax analog. With the discovery of the film

vecchio negozio di macchine fotografiche la sua fedele Pentax analogica. Con la riscoperta della pellicola la sua raccolta di immagini si fa più matura. Dopo vari esperimenti da autodidatta capisce che la sua strada è la fotografia e decide così nel 2011 di trasferirsi a Milano per iniziare un nuovo percorso di studi presso il centro C.f.p Bauer.

negative, her collection of images grows. After several experiments by herself understands that her path is photography and so decided in 2011 to move to Milan to begin a new course of study at the center Cfp Bauer.

Per saperne di più... Guarda il servizio online, www.miciap.com Contatti: email: flexiastok@gmail.com sito web: alexiastok.tumblr.com

Per saperne di più... Guarda il servizio online, www.miciap.com Contatti: email: flexiastok@gmail.com web site: alexiastok.tumblr.com

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AFFIORARE Davide Scalenghe Migliarini

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Gallaratese, Cascina Merlata Š Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

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Resti dettaglio Š Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

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Resti dettaglio Š Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013


Resti © Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

Un confronto serrato tra il "macro" e il "micro" del paesaggio nei luoghi dove sorgerà una nuova area urbana dell'Expo 2015.

A dense contrast between "macro" and "micro" on the landscape of the location where the new urban area of Expo 2015 will rise.

Questo lavoro si concentra sulla zona di Milano compresa tra le vie Gallarate, Daimler, l’Autostrada A4 Milano – Torino, le vie Triboniano, Barzaghi, il piazzale del Cimitero Maggiore e le vie Rizzo e Jona che prende il nome di Cascina Merlata, dove in occasione dell’Expo 2015 sorgerà una nuova area urbana.

This work focuses on the area between the streets of Milan Gallarate, Daimler, the motorway A4 Milano - Torino, viaTriboniano and via Barzaghi, the square of the Cemetery and the street Rizzo and Jona that take the name from "Cascina Merlata", where Expo 2015 is going to start and will rise a new urban area.

Il progetto si divide in due parti, ognuna delle quali consiste in una panoramica che abbraccia il territorio ed una serie di fotografie più ravvicinate.

The project is divided into two parts, each of which consists in an overview that embraces the territory and a series pictures closer.

Nella prima tavola la volontà è quella di mettere in relazione il terreno con i segni lasciati dai macchinari e dai lavori. Da questo incontro nascono nuovi macro territori, artificiali distese lunari e desertiche, anch’esse in continuo mutamento, paesaggi di passaggio. Nella seconda tavola, invece, lo stesso territorio, ripreso da un punto di vista differente, ne evidenzia un lato più scarno, che si va a rapportare con quello che gli scavi portano a galla: rifiuti, ma anche scarpe, vestiti e giocattoli che, come fossili, affiorano a ricordare il passaggio di vite precedenti.

In the first figure the intention is to relate the ground with the marks left by machinery and the work. From this meeting are born new macro territories, artificial lunar and desert expanses, which are also ever-changing landscapes of passage. In the second figure, however, in the same territory, taken in a different way, it shows a lacking aspect, that is going to relate with what the excavations bring to light: waste, but also shoes, clothes and toys, as fossils, outcrops to remember the passage of previous lives.

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Resti dettaglio © Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

Resti dettaglio © Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

Resti dettaglio © Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

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Gallaratese, Cascina Merlata Š Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013 Tracce Š Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

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Tracce, dettaglio

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Š Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

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Tracce, dettaglio © Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

Tracce, dettaglio © Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

Tracce, dettaglio © Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

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Tracce, dettaglio

© Davide Scalenghe Migliarini, Affiorare, Milano, 2013

Davide Scalenghe Migliarini Davide Scalenghe Migliarini nasce nel Febbraio del 1991 a Genova, durante la partita Napoli-Genoa. Dice la sua prima parola a 5 anni, e da li in poi non è mai stato un tipo loquace, preferisce disegnare. Questo lo porta a frequentare il liceo artistico, a Milano, dove capisce che non è nemmeno troppo capace. Nel frattempo nasce la sua passione per la fotografia, e comincia a fotografare di tutto. Terminato il liceo si trasferisce a Londra dove, tra le altre cose, lavora come meccanico di biciclette. Torna, dopo un anno, a Milano, dove frequenta il CFP Bauer. Al momento è affascinato dall'autoritratto, le luci colorate, i luoghi desolati e, in generale, tutto quello che si intravede, è

Davide Scalenghe Migliarini Davide Scalenghe Migliarini was born in February 1991 in Genoa during the match Napoli-Genoa. He says his first word at 5 years, and from then on has never been a talkative type, He prefers to draw. This led him to attend art school in Milan, where he understands that it is not even able to do it. In the meantime,He started to love photography, and he began to take pictures everywhere. After high school he moved to London where, among other things, worked as a bicycle mechanic. Back after a year in Milan, where he attended the CFP Bauer. At the moment he is fascinated dall'autoritratto, colored lights, waste places, and in general, all that is

sfocato o confuso.

visible is blurred or confused.

Per saperne di più... Guarda il servizio online, www.miciap.com

Per saperne di più... Guarda il servizio online, www.miciap.com

Contatti: email: scalenghedavide@gmail.com sito web: scalenghedavide.tumblr.com

Contatti: email: scalenghedavide@gmail.com web site: scalenghedavide.tumblr.com

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MANIFESTO /MANIFESTO

MilanoCittàAperta

MilanoCittàAperta

Durante la seconda guerra mondiale, alcune città europee furono dichiarate “aperte” dalle forze in campo. L’esercito nemico lasciava così la possibilità agli occupanti di abbandonare il centro abitato, evitando di distruggere completamente il patrimonio storico e artistico (promessa in realtà raramente mantenuta). Tra le “città aperte” di quegli anni: Roma, Firenze, Parigi, Atene. Milano non fu mai dichiarata “città aperta”. Forse anche per questo motivo il monte Stella, simbolo della ricostruzione milanese del dopoguerra, nacque proprio dalla necessità di sotterrare un milione di quintali di macerie recuperate in seguito ai bombardamenti anglo-americani.

During World War II, some European cities were declared “open” by military forces. This way, foreign armies left the inhabitants the possibility of abandoning their houses, without completely destroying the historical and artistic resources and architecture (a promise which was rarely kept). Among the “open cities” were Rome, Florence, Paris, Athens. Milan was never declared an “open city”. This partly explains why the (Stella mountain), a symbol of post-war reconstruction, was born from the burial of over a million hundred kilos of rubble resulting from the EnglishAmerican bombings.

La seconda guerra si è conclusa da alcuni decenni e Milano, come tutte le principali città italiane, si è data da fare per ricostruire ciò che aveva perduto. Sotterrati morti e detriti, lo sviluppo si è imposto come il primo obiettivo della popolazione. Ancora oggi la maggioranza delle persone ritiene che il progresso di una società sia legato più alla sua crescita quantitativa piuttosto che alla qualità delle risorse di cui già dispone. Ecco allora che la ricostruzione non si accontenta di ri-costruire, ma vuole espandersi, ingigantirsi, svilupparsi all’infinito. La Storia non si può fermare.

World War II had recently ended and Milan, as all the major Italian cities were doing, was working hard to rebuild what was lost. After burying its dead and debris, development was the first thought in people’s mind. The majority of the population still thinks a society’s progress is determined more by the quantity than the quality of its resources. That’s why reconstruction wasn’t only about re-building, but also infinitely expanding, enlarging, developing. History can’t be stopped.

Un conflitto sociale resta dunque ancora in atto: quello tra l’oggi e il domani, tra le necessità (presunte) e le speranze (reali). Questo conflitto non ha né principio né fine, non ha confini, né prospettive. È inesorabile. Se volessimo nominarlo con una parola, potremmo chiamarlo “Tempo”. Al Tempo e alla sua opera di creazione e distruzione si relaziona l’Uomo, che non accetta di essere sconfitto senza avere prima combattuto con le armi di cui dispone. Di fronte alle rovine e alle macerie del passato, l’Uomo ha da sempre progettato il proprio futuro in funzione di una nuova Storia. E oggi l’Uomo si è fatto Cittadino per poter portare avanti la propria battaglia all’interno di un luogo apparentemente più adatto: la metropoli. La fine della Guerra, nonostante tutto, è ancora lontana. Come scrive Benjamin, a proposito dell’Angelus Novus dipinto da Klee: “L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi (…) Ma una tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle (…) Ciò che chiamiamo il progresso è questa tempesta.” La storia, dice Benjamin, non è una lineare catena di eventi in successione e il progresso dell’era capitalista non conduce necessariamente verso il paradiso. Nel mondo della modernità, la dimensione esistenziale dell’Uomo coincide sempre più con l’essenza della Città industrializzata e il passato di uno è ormai racchiuso nel tempo dell’altro. L’alienazione del singolo individuo confuso nella massa indistinta della folla, costituisce infatti da Baudelaire in poi uno dei temi fondanti la poetica della cultura occidentale.

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A social conflict is still happening: one between the past and the present, between the (presumed) needs and the (real) hopes. This conflict has no beginning nor an end, no conflicts or perspectives. It’s inexorable. If we could give it a name, it would be “Time”. Man relates himself to Time and its work of creation and destruction, unable to accept defeat before fighting, using all the weapons he has. Looking at the ruins of the past, Man tries to create a future imagining a new History. Today, Man has become a Citizen to carry on his battle inside a more apt environment: the big metropolis. The end of the War, despite everything, was still very far. As Benjamin wrote about Klee’s painting of the Angelus Novus: “The angel of history must have this characteristic: his face must be turned towards the past. Whereas we see a chain of events, he sees only one catastrophe that accumulates ruins on ruins and throws them at his feet (…) But a tempest pushes him towards the future, despite him turning his back to it (…) This tempest is what we call progress.” History, says Benjamin, is not a linear chain of events and the capitalist era’s progress doesn’t necessarily bring to Paradise. In the modern world, Man’s existential dimension coincides more and more with the essence of the industrialized City and one’s past is contained in the other’s time. The individual’s alienation, confused in the crowd, constitutes one of the fundamental themes of Western culture, from Baudelaire on.


Cosa resta dunque del paradiso perduto? Come salvarsi dalla tempesta? Italo Calvino risponde così, in chiusura delle Città invisibili:

What’s left of our lost paradise, then? How to save oneself from the crowd? Italo Calvino answers at the end of Invisible Cities:

“L’inferno è già qui. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

“Hell is already here. There are two ways to avoid suffering from it. The first is easy for many: accepting hell and becoming a part of it until one doesn’t see it anymore. The second is risky and needs continuous attention and learning: Trying to understand and being able to understand who and what, amongst hell, is not hell, and make it last, and give it space”.

Già, ma in che modo si può dare spazio a ciò che merita essere salvato? E soprattutto, come possiamo “farlo durare”?

Good, but how is it possible to give space to what deserves to be

Siamo arrivati al punto del nostro discorso. Da questa domanda ha inizio il viaggio che la nostra rivista spera di poter intraprendere. Proviamo quindi a rispondere: L’essenza del passato passa di sfuggita ma nell’immagine, che balena una volta per tutte nell’attimo della sua conoscibilità, si lascia fissare. “La verità non può scappare”, scrive Benjamin. Ecco allora una risposta: la Fotografia eccede la Guerra. Come dice il filosofo Giorgio Agamben, tutto ciò che si fotografa è chiamato a comparire nel Giorno del Giudizio. L’immagine fotografica è dunque sempre più che un’immagine: è il luogo di uno scarto, di uno squarcio sublime fra il sensibile e l’intellegibile, fra la copia e la realtà, fra il ricordo e la speranza. Se dunque non possiamo possedere il presente ma solo il passato, se possiamo possedere della realtà solo un’immagine a testimonianza del nostro stato di mortalità, allora il fotografo è chiamato a diventare il “flâneur”, poeta della modernità e nomade dell’eternità. Ricorda Henri Cartier-Bresson: “Vagavo tutto il giorno per le strade, sentendomi molto teso e pronto buttarmi, deciso a prendere in trappola la vita, a fermare la vita nell’attimo in cui veniva vissuta”. Il fotografo è come un cacciatore e la sua macchina è un fucile. Ad ogni scatto/sparo, un frammento di realtà viene catturato per sempre, sottratto al divenire e consegnato all’eternità. Il fotografo ha così la possibilità di offrire alla società il proprio sguardo etico attraverso quello estetico e viceversa. La nostra rivista si pone proprio questo obiettivo. Eredi della tradizione del fotogiornalismo d’inchiesta nato grazie alla Magnum negli anni ’50 e consapevoli della ricerca sociale e artistica delle avanguardie del Novecento, tentiamo così di inscriverci all’interno del cammino della Fotografia con lo sguardo (e l’obiettivo) rivolti verso il futuro. Desideriamo discendere nella realtà, liberarne i segreti, utilizzare il gesto fotografico per concretizzare l’azione vissuta in prima persona. Dichiariamo così finalmente Milano “città aperta” e accettiamo la nostra guerra all’interno del divenire caotico della città. Questa stessa città che, in quanto fotografi, desideriamo conoscere e far conoscere. E far conoscere per poter cambiare.

saved? Most of all, how can we “make it last”? We’ve reached the topical point of our discussion. This question is the beginning of the journey that our magazine wants to undertake. [Let’s try to answer: the essence of the past is in passing but it’s possible to fix it in the image flashing once and for all in a moment where it’s possible to know it.] “The truth can’t escape” says Benjamin. This is a possible answer: Photography goes beyond War. As the philosopher Giorgio Agamben says, everything that is photographed will be called to appear on Judgment Day. The photographic image is the place of a sublime break between what’s substantial and what isn’t, between a copy and a reality, between memory and hope. If we can’t possess the present but only the past, if all we can have is an image of our mortality, then the photographer becomes the new “flâneur”, the poet of the modern age and the vagabond of eternity. Henri Cartier-Bresson remembers: “I used to hang around the streets all day, feeling very tense and ready to throw myself into things, determined to “trap” life, to stop life in the moment it’s being lived.” A photographer is like a hunter, his camera is like a rifle. In every shot, a fragment of life is captured forever, taken away from possible changes and given to eternity. A photographer, then, has the opportunity of offering to society his ethical vision through an aesthetic vision, and vice versa. That’s the aim of our magazine. Heirs to the tradition of photojournalism born in the ‘50s thanks to Magnum cameras, and aware of the social and artistic research of the past century, we’re trying to insert ourselves in this path with our eyes (and our lens) looking at the future. We want to delve into reality, freeing its secrets, using photography to make our first-person experience concrete. We finally want to declare Milan an “open city” and we accept our war within the chaotic continuous changes of our city. This city that we, as photographers, wish to understand and be understood. So that we can change it.

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