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Il suo accento marchigiano fa subito simpatia. E avvolge la sua bellezza procace di un velo di spontaneità. Giornalista e conduttrice di Rainews24, Laura Tangherlini ha iniziato come inviata al Parlamento e dal 2008 è mezzobusto dei notiziari ed è nella redazione Esteri. È autrice di reportage e scrittrice. Studiosa di lingua e cultura araba, appassionata di Siria, ha dedicato due libri alle conseguenze umanitarie del conflitto siriano: “Siria in fuga” nel 2013 (premio Fiuggi Storia come miglior opera prima) e “Libano nel baratro della crisi siriana” nel 2014, coautore Matteo Bressan (premio Cerruglio 2015 come miglior saggio). Il suo ultimo
lavoro, “Matrimonio siriano” (Infinito Edizioni, 2017) è un reportage in parole e video sul dramma di un Paese che conosce profondamente, un diario di viaggio da un matrimonio (Laura e il marito, il musicista romano Marco Rò, hanno celebrato un matrimonio bis in un campo profughi in Libano e hanno portato aiuti concreti a centocinquanta piccoli profughi siriani) e, soprattutto, una raccolta di voci e testimonianze dei tanti profughi – in maggioranza bambini e donne – incontrati nei campi in Turchia e Libano. Corredato di documentario in Dvd, è una nuova finestra di verità; la donazione dei diritti d’autore è destinata a progetti di Terre des Hommes a favore dei bambini siriani che hanno bisogno di sostegno. “I miei amici siriani mi definiscono... una siriana. La Siria è parte di me, come lo è il suo popolo. Da quando l’ho visitata, la Siria non mi ha più abbandonata. E’ rimasta dentro di me. Credo che raccontare il dramma siriano per storie, oltre che per numeri e analisi geopolitiche, sia fondamentale per far capire al pubblico l’enormità della vicenda”.
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LA CULTURA NON SI FERMA, NEANCHE IN GUERRA PAGINA 2
UNA BAMBOLA PER CURARE LA DEMENZA SENILE PAGINA 10
I PIÙ GENEROSI NEL DONARE GLI ORGANI: IN PIEMONTE PAGINA 18
INTERVISTA ESCLUSIVA PER MEZZOPIENO a pagina 16/17 MEZZOPIENO 1 FEBBRAIO-MARZO 2018
LA CULTURA NON SI FERMA, ANCHE IN GUERRA La cultura mette le
Echo (Education Community Hope Opportunity - Educazione Comunità Speranza Opportunità) ha cercato un vecchio furgone e lo ha trasformato in una piccola biblioteca mobile. L‘iniziativa nasce grazie al giovane fotografo Keoma Zec per rispondere a un bisogno di integrazione e di accessibilità alla cultura e consente di coprire un area geografica vasta quanto le strade che percorrono la Grecia e quindi di offrire il servizio a più persone. La biblioteca mobile oltre ai libri mette a disposizione un collegamento
ruote e diventa accessibile anche per i migranti che si trovano nei campi profughi in Grecia. Il progetto Echo Refugee Library è nato grazie a un gruppo di giovani che hanno deciso di dare l’opportunità di leggere e di imparare anche alle persone in difficoltà. La loro organizzazione promuove infatti attività culturali ed educative nei campi per i rifugiati.
braccio e mano destra, che utilizzava un braccio artificiale con movimento limitato, ipertecnologico e molto costoso: era arrivato il momento di mettere a frutto le sue conoscenze informatiche per progettare protesi all’avanguardia ma accessibili a tutti. Grazie a una cuffia che interpreta i segnali nervosi del cervello e li invia con segnale bluetooth alle dita artificiali, queste, a loro volta, attraverso particolari vibrazioni, riescono a restituire al cervello la sensazione tattile. Il sogno di Momo era quello di un braccio con le dita che
si muovono ed è stata la prima destinataria della tecnologia sviluppata da LaChappelle. Il giovane ingegnere robotico oltre a rendere migliore la vita di tante persone con disabilità, ha collaborato con la Nasa per ideare modalità per governare braccia meccaniche nello spazio.
FONTE: ECHO GREECE - VOLONWRITE PER MEZZOPIENO
La prima città al mondo a elettrificare i trasporti
Inventa le protesi popolari alla portata di tutti A 14 anni ha realizzato il prototipo del braccio robotico che si muove col pensiero. Non solo: i lavori di Easton James LaChappelle costano poche centinaia di dollari, sono realizzati con software open source e disponibili su piattaforme a libero accesso creative commons e all’occorrenza i pezzi di ricambio si possono stampare con le comuni stampanti 3D in commercio. Oggi ha 20 anni, è a capo della Unlimited Tomorrow che crea protesi a basso costo e si è aggiudicato il Premio Sciacca 2017 per le giovani eccellenze. L’ispirazione per le sue invenzioni è arrivata con l’incontro di una bambina, Momo, nata senza avam-
internet per comunicare con persone lontane e corsi di lingua che favoriscono un maggior scambio culturale e un graduale e guidato inserimento socio-culturale. A ottobre dello scorso anno il servizio copriva 7 campi nel nord della Grecia e in seguito alla nascita di nuovi campi la biblioteca mobile ha ampliato le sue operazioni ad Atene destinate ad altri 6 nuovi campi profughi.
Fonte: Unlimited Tomorrow
In soli sei anni Shenzen, megalopoli cinese di 12 milioni di abitanti, ha sostituito l’intera flotta di autobus a diesel per il trasporto pubblico con veicoli elettrici di nuova generazione. I 16 mila autobus della città – tre volte il numero di quelli che circolano a New York – sono oggi totalmente green e possono contare su una rete di 500 stazioni di ricarica e oltre 8000 colonnine elettriche. Shenzen diventa così la prima città al mondo a elettrificare il 100% del proprio trasporto pubblico. Nel 2011 il governo
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aveva lanciato l’ambizioso programma volto a ripulire l’aria della metropoli e, grazie a sussidi e incentivi per un valore di 490 milioni di dollari, ha realizzato la transizione verso la mobilità elettrica in tempi record. Oggi l’amministrazione cittadina stima un risparmio di energia per i mezzi pubblici superiore al 70%, con minori emissioni
annue di CO2 pari ad 1,35 milioni di tonnellate. Il prossimo passo? “Sostituiremo gradualmente gli attuali taxi a benzina con quelli elettrici e raggiungeremo l’obiettivo entro il 2020, se non prima”, ha dichiarato il responsabile dei trasporti pubblici della città, Zheng Jingyu. Fonte: Shenzen Government Online
Il pluriomicida che si è convertito alla gentilezza
Erwin James è un inglese con un’infanzia “brutale e senza radici”, secondo lo psicologo che lo ha seguito. Condannato per 51 reati, è un pluriomicida che ha vissuto alla deriva fino a ottenere l’ergastolo. Mentre scontava la sua pena in prigione, ha incominciato a scrivere storie dal carcere e a studiare per laurearsi ed è diventato giornalista. “Nonostante il peso della vergogna che avevo per i miei crimini, provai un grande senso di sollievo quando fui condannato. La vita fuori era stata un tale disastro per me e anche per gli altri, a causa mia. In carcere non avevo piani o ambizioni ma un giorno ho incontrato uno psicologo che mi disse che avevo ancora un valore; mi raccontava che dovevo costruire un ponte mentale tra ciò che avevo di positivo, buono e operoso e l’idea della mia vita in prigione. C’è voluto molto tempo ma alla fine mi sono iscritto ai corsi serali e sorprendentemente ce l’ho fatta”. Dopo 20 anni Erwin è stato rilasciato per meriti dal carcere ed è stato nominato redattore del The Guardian, ottenendo un grande successo e un considerevole seguito. Ha scritto 3 libri che sono diventati best seller e oggi è un giornalista famoso. “Quando vai in prigione, il mondo intero ti condanna. Ho lasciato la mia storia alle spalle e la società mi ha offerto una seconda possibilità. Ora ho intenzione di fare il meglio che posso e usare la mia esperienza per portare più consapevolezza su come tutti possiamo imparare qualcosa”, ha dichiarato. Fonte: The Guardian; Wikipedia; Leeds Trinity University
Regali per tutti da Babbi Natale sconosciuti
Decine di famiglie nello Stato del Maine, negli USA, hanno ricevuto dei regali di Natale inaspettati da un paio di Babbo Natale sconosciuti. La catena di negozi di giocattoli Toys R Us ha dichiarato alla rete televisiva CBS13 che un uomo e una donna si sono fermati durante le festività nel negozio di South Portland e hanno pagato 10.000 dollari per saldare gli ordini di giochi non ancora pagati di decine di persone sconosciute. “Una bella coppia, gente del posto che vuole rimanere anonima, è venuta e ha voluto pagare tutti i debiti che erano stati lasciati qui da noi”, ha detto il responsabile del negozio Jay Rose. Abbastanza per pagare il saldo di circa cento conti di famiglie che hanno dovuto fare i debiti per comprare i regali per i propri figli .“È incredibile che qualcuno sia così generoso da prendersi cura delle persone che potrebbero aver bisogno di un piccolo aiuto”, ha detto. “Il mio cassiere ha comunicato a una mamma che poteva ritirare i suoi giochi e le ci è voluto un po’ per capire cosa fosse successo, fino a quando, a un certo punto, si è messa a piangere davanti al mio negozio”, ha detto Rose. Alla domanda del perché stessero facendo questo, l’uomo della coppia anonima ha risposto: “Sto cercando di portare un po’ di felicità alle persone, alla comunità che ha portato felicità a me e alla mia famiglia”, ha detto. “Adoro questa comunità e sto cercando di restituire un po’ di gratitudine”.
Fonte: CBS13 WGME
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L’autostrada diventa un giardino Le città crescono e il cemento avanza, ma in alcune parti del mondo questo binomio è stato scardinato. A Seoul, capitale della Corea del Sud, un vecchio cavalcavia è stato trasformato in un enorme giardino sospeso che collega il lato orientale della città con quello occidentale. La grande strada costruita nel 1970 e recentemente chiusa al traffico stradale per problemi di sicurezza, è stata trasformata in un grande parco. Al suo interno ci sono viali, laghetti, giardini fioriti in tutte le stagioni, caffè e palcoscenici. Nel centro di Seoul il parco sopraelevato è una vera foresta di piante in continua evoluzione che ospita una grande varietà di specie vegetali coreane e raccoglie 228 specie di piante diverse tra cui alberi, arbusti e fiori. In totale il parco comprende 24.000 piante. La sfida vinta dallo Skygarden Seoullo è stata quella di trasformare il cavalcavia esistente in un giardino pubblico, sovrapponendo un bosco di flora coreana alla struttura in acciaio e cemento di 17 m di altezza, cambiando il paesaggio della città e la vita di migliaia di persone che attraversano il centro di Seoul ogni giorno. Il parco è progettato come una collezione di piccoli giardini, ognuno con la propria composizione e colore che cambia in base alle stagioni: in autunno i colori brillanti delle foglie degli aceri, in primavera il fiore dei ciliegi e del rododendro, in inverno gli alberi sempreverdi di conifere e in estate gli alberi che portano frutti. Fonte: Visit Korea; Mvrdv
I grandi cuochi cucinano il cibo buttato Le statistiche indicano che ogni anno quasi un terzo della produzione alimentare mondiale viene sprecato. Circa 1,3 miliardi di tonnellate, pari a circa 680 miliardi di euro nei paesi industrializzati e 310 miliardi di euro nei paesi in via di sviluppo. Questi dati hanno spinto i migliori cuochi del mondo a fare qualcosa per ridurre il cibo buttato dalle cucine ogni giorno. Nel 2015 Massimo Bottura dell’Osteria Francescana, riconosciuto come il miglior ristorante del mondo, ha aperto una mensa a Milano per servire i pasti ai senzatetto usando il cibo vicino alla data di scadenza o danneggiato, donato da un supermercato. Lo stesso anno, lo chef americano Dan Barber, numero 11 al
mondo, ha creato un comunità di grandi chef chiamata WastED che si occupa di creare ricette, progetti e ristoranti che utilizzano solo ingredienti tradizionalmente scartati. All’inizio dell’anno scorso, Barber ha portato questa iniziativa anche in Gran Bretagna, coinvolgendo i migliori cuochi del mondo come il maestro francese Alain Ducasse, Jean-Philippe Blondet e anche la superstar Gordon Ramsay. Nel menu hamburger di polpa di avanzo di succo di frutta e di verdure da spremiagrumi, guance di merluzzo servite come piatto principale e crêpe di sangue e crusca. Anche a Hong Kong il famoso chef Cosimo Taddei, ha creato un menu di sette portate con i rifiuti e il cibo in eccesso raccolti dalle cucine del Grand Hotel Hyatt Hong Kong. “È doloroso vedere quanto ci buttiamo in questo settore”, dice Taddei, “è una nostra grande preoccupazione”. Fonte: South China Morning Post; WastED
La barriera corallina del Belize sta rinascendo
La barriera corallina del Belize è la seconda più grande al mondo dopo quella australiana. Grazie alla collaborazione tra pescatori, guide turistiche, scienziati e ambientalisti, un grande progetto di ripopolamento sta compiendo la più grande operazione di ristrutturazione di una barriera corallina mai avvenuta. Il risultato della collaborazione di tante energie ha permesso un aumento di oltre il 35% delle forme di vita e di oltre 90 mila nuovi coralli. La barriera corallina più grande dell’emisfero boreale, lunga mille chilometri, si estende dalla penisola dello Yucatán in Messico alle isole della baia dell’Honduras ed è un ecosistema fondamentale per il bioclima, costantemente a rischio. L’Unesco l’ha dichiarata patrimonio dell’umanità nel 1996 per il suo unico ecosistema che abbraccia più di mille isole e oltre 1400 specie tra flora e fauna. La conservazione ambientale è essenziale per questi luoghi che vivono di piccola pesca, turismo, immersioni e snorkeling e gli abitanti delle comunità locali sono impegnati da tempo nella lotta contro la pesca intensiva e l’inquinamento che sono alla base del fenomeno delle macroalghe carnose che causa la distruzione delle colonie di coralli e dei piccoli micro-organismi che li formano. Il progetto ha fatto tornare i coralli e insieme a loro gli invertebrati che dipendono dalla loro esistenza e i pesci che si nutrono di questi ultimi. Fonte: The Reporter Belize; The Guardian - Volonwrite per Mezzopieno
Mette on line tutta la sua musica, gratis Dopo un lavoro durato anni, Neil Young ha pubblicato on line i suoi “Archivi”, contenenti tutta la musica composta nella sua carriera, a partire dai suoi esordi con i Buffalo Springfield a metà degli anni ‘60, fino all’ultimo album, “The Visitor”, il trentanovesimo della sua carriera, registrato all’età di 72 anni. Nel messaggio di benvenuto al sito web si legge: “Questo archivio mi permette di condividere con il mondo il materiale che ho creato e raccolto nel corso di una vita. Spero tu possa godertelo”. Il progetto si inserisce nella campagna che il celebre cantautore canadese conduce da anni per convincere le case discografiche a distribuire sul mercato file musicali in alta risoluzione così da regalare ai fan “un’esperienza di ascolto superiore” e godere della musica esattamente come il loro artista preferito l’ha creata. Perciò la musica presente negli “Archivi” è rimasterizzata in alta qualità (192 Khz/24 bit), anche se è possibile selezionare una versione ridotta a seconda MEZZOPIENO 4 FEBBRAIO-MARZO 2018
della velocità di connessione a internet. Il player integrato nel sito web consente anche di confrontare la versione ridotta a 320 kbps con quella ad alta risoluzione per coglierne le differenze. L’accesso agli “Archivi” sarà completamente gratuito fino al 30 Giugno 2018, prima di passare in abbonamento. Cosa state aspettando per andare ad ascoltare tutti gli album dei Buffalo Springfield?
Fonte: Neil Young Archives
Al ristorante paghi quanto vuoi tu
Si chiama Lentils as Anything (Lenticchie come niente) la catena di ristoranti che permette ai propri clienti di pagare quanto vogliono, anche nulla. L’idea nasce in Sri Lanka da un giovane che, messo da parte qualche soldo, inventa un ristorantino aperto a tutti, anche a chi non poteva pagare. La gente mangiava e alla fine del pasto dava quanto riusciva. In questo modo chi aveva più soldi poteva pagare un po’ di più, se voleva, per compensare i costi delle persone in difficoltà che non potevano permettersi il pasto. In pochi anni l’idea di Fernando Shanaka ha avuto un grande successo e ha permesso di aprire altri ristoranti, anche fuori dallo Sri Lanka, in Australia. “Quando ho iniziato sono state le persone in difficoltà a ispirarmi”, dice in un’intervista a Mezzopieno News. “La gente per bene da noi lascia sempre qualcosa in più e così possiamo dare da mangiare a molte persone povere. In questo modo si siedono allo stesso tavolo ricchi e poveri… e fanno anche amicizia”. Il clima che si viene a creare è molto festoso, spesso cantiamo o balliamo insieme. A tavola siamo tutti uguali”. All’inizio questo sistema ha incontrato delle difficoltà fiscali perché le autorità non sapevano come gestire la tassazione, in quanto questi ristoranti vivono praticamente solo di donazioni che non sono tassabili. “Volevano farmi chiudere ma io sono andato a parlare con l’ufficio delle imposte e dopo un po’ sono riuscito a far cambiare la legge”.
Il primo volo alimentato dall’olio da cucina usato Il 21 novembre un Boeing 787 della Hainan Airlines è stato il primo nella storia dell’aviazione ad aver volato con un biocarburante ottenuto dall’olio per cucina riciclato. Il volo Pechino-Chicago ha percorso 10.800 chilometri rilasciando fino all’80% in meno di anidride carbonica nell’atmosfera rispetto alle emissioni medie di un volo simile alimentato con carburante tradizionale, senza subire nessuno scompenso dal punto di vista dell’efficienza dei motori e delle prestazioni del velivolo. “Dopo aver raggiunto la quota di crociera a 12 mila metri - ha dichiarato Jianfeng, presidente della Hainan Airlines e comandante del 787 - abbiamo
scoperto che i motori stavano funzionando bene e l’aereo era stabile”. La salvaguardia dell’ambiente è una priorità della compagnia aerea cinese, che dal 2011 ha cominciato a lavorare per rendere i biocarburanti un’alternativa al combustibile convenzionale. Il settore aeronautico è uno dei maggiori responsabili dell’inquinamento nell’atmosfera. La più grande produttrice di aerei del mondo, la Boeing, sta progettando da alcuni anni nuove soluzioni per ridurre le emissioni dei propri velivoli ed ha dichiarato: “Stiamo lavorando per realizzare voli verdi, utilizzando nuovi aerei e applicando nuovi programmi ai computer per ottimizzare i consumi. Abbiamo lavorato molto con Sinopec (gruppo petrolifero e petrolchimico cinese) e con altre aziende cinesi nel corso degli anni per creare una catena di approvvigionamento sostenibile di carburante per l’aviazione e implementare nuove tecnologie a supporto del settore”.
Fonte: XinhuaNet; Le Courrier du Vietnam
Fonte: Intervista esclusiva di Shanaka Fernando
A piedi negli USA riesce a trovare il rene per la moglie Ha camminato per centinaia di chilometri per le strade dello stato dell’Utah, negli Stati Uniti, con un cartello addosso. La sua fatica è stata compiuta per cercare un rene per sua moglie Deanne, in fin di vita per un’insufficienza renale in fase terminale. Tutti i giorni per settimane,
Wayne Winters, 74 anni, ha percorso a piedi le vie del suo distretto per trovare qualcuno disposto a donare un rene, essenziale per la sopravvivenza della moglie che da 26 anni aspettava un trapianto. “Non sapevo come fare, sentivo che dovevo fare qualcosa”, ha dichiarato alla stampa. Il signor Winters ha ricevuto centinaia di chiamate dopo che la sua storia è diventata virale: “Tra 700 e 800 persone mi hanno contattato”. Alla fine ce l’ha fatMEZZOPIENO 5 FEBBRAIO-MARZO 2018
ta: è stato trovato un rene per la moglie, che ha ricevuto il trapianto ed è stata salvata. Nonostante il successo della sua iniziativa, Winters ha deciso di continuare a camminare per cercare reni, per gratitudine. “Passerò altri giorni camminando con il mio cartello per vedere quanti altri reni posso trovare”, ha detto. “Potremmo iniziare una rivoluzione dei reni, sarebbe fantastico”. Fonte: The Independent
MEZZOPIENOpensiero
Mezzopieno è innanzitutto un modo di pensare, un approccio alla vita ed una maniera di essere. Il pensiero Mezzopieno è sempre pro, mai contro. Mezzopieno si pone come alternativa costruttiva al vittimismo, alla polemica e al disfattismo. Il modo di essere Mezzopieno collabora con tutti per offrire delle alternative costruttive e positive ai pessimisti, ai complottisti e a quelli che cercano sempre dei capri espiatori da colpevolizzare. Chi vive Mezzopieno non ha timore di caricarsi delle responsabilità ed è impegnato nell’individuare le alternative alle dinamiche distruttive e al modo di fare che delega agli altri le scelte. Il cambiamento è responsabilità di chi costruisce con intelligenza ed umiltà, collaborando e coinvolgendo il maggior numero di persone possibile. Piuttosto di cercare di demolire ciò che è ritenuto sbagliato, Mezzopieno propone alternative positive e costruttive, buone pratiche ed atteggiamenti che ricercano l’armonia, che non indirizzano energia per contrastare il male, ma che si vanno a sostituire ad esso. La scelta buona scaccia quella cattiva. Chi si identifica nel Mezzopieno non esalta il buonismo ma ha un approccio positivo e aperto al diverso ed al nuovo. Il cambiamento è un processo che va condiviso da tutti e può avvenire soltanto lentamente, con la presa di coscienza e la partecipazione costruttiva di ogni elemento della società. L’alternativa alla rivoluzione è l’evoluzione. La vera forza che manda avanti il mondo da sempre e che lo ordina attraverso la crescita e la collaborazione di tutti. Chi giudica questo modo di pensare come naif… ha ragione! Non è obiettivo del pensiero Mezzopieno produrre utili o generare profitto. È dimostrato che i buoni esempi “sono in grado di suscitare emozioni positive e di spingere le persone a seguire gli esempi presentati e addirittura provocare reazioni fisiche tali da lasciare un’impronta duratura capace di influenzarne le azioni future. Questo fenomeno, che in psicologia prende il nome di “elevazione morale’” può provocare cambiamenti comportamentali e predisporci all’empatia e all’interazione sociale”.
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MEZZOPIENOcosafacciamo
ADOZIONI INTERNAZIONALI: ITALIANI PRIMI IN EUROPA, SECONDI NEL MONDO
In un momento in cui i fenomeni migratori che interessano il nostro Paese ci portano a interrogarci sul significato dell’accoglienza, i dati sulle adozioni di minori stranieri in Italia mettono in luce un trend ormai consolidato: le famiglie italiane sono fra le più accoglienti al mondo, seconde solo agli Stati Uniti. Ciò che più colpisce nell’ultimo rapporto pubblicato dalla CAI (Commissione per le adozioni internazionali) – l’organo della Presidenza del Consiglio dei Ministri incaricato della materia – è che l’Italia è seconda per numero assoluto di minori adottati nel mondo: nel 2014 – secondo gli ultimi dati disponibili pubblicati dalla CAI – su una popolazione 60 milioni di abitanti gli italiani hanno adottato 2.206 bambini provenienti da oltre 20 Paesi. Meglio di
noi, appunto, hanno fatto soltanto gli Stati Uniti con 5.648 adozioni internazionali a fronte però di una popolazione sei volte superiore alla nostra (circa 300 milioni di abitanti); segue poi la Francia con 1.069 adozioni. Il solo dato quantitativo non deve peraltro distogliere l’attenzione dal fatto che le famiglie italiane dimostrano una capacità genitoriale sopra la media, per qualità e apertura, e vivono l’adozione come un vero e proprio momento di accoglienza e solidarietà. Questo, del resto, è l’orientamento espresso dalla Convenzione del L’Aja in materia di adozione internazionale secondo cui l’adozione è prima di tutto una misura a tutela dell’interesse superiore del bambino e, pertanto, il pur legittimo desiderio degli adulti di offrire accoglienza familiare in Italia a un minore straniero può essere soddisfatto solo se il bambino non ha trovato nel suo Paese di origine un ambiente familiare adeguato al suo sviluppo e alla tutela dei suo diritti fondamentali. Fonte: Commissione per le Adozioni Internazionali
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La comunità Mezzopieno è un movimento formato da persone, gruppi e associazioni che credono nell’importanza di promuovere ed interpretare un approccio costruttivo ed armonioso nella società e nella vita, nel rapporto con gli altri e nella gestione delle sfide e delle difficoltà. La comunità Mezzopieno: Semi Onlus International, Voluntas Foundation, Fondazione Arbor, Gruppo di ricerca Valori, Etica ed Economia dell’Università di Torino, associazione Volonwrite. Il gruppo di lavoro Mezzopieno è aperto. Nei primi due lunedi di ogni mese ci incontriamo alle 19 alla Casa del Quartiere di via Morgari 14 a Torino, in zona San Salvario.
Mezzopieno News è un veicolo di condivisione per diffondere la cultura della positività, per sensibilizzare e motivare le persone a mettere in gioco le proprie capacità e la propria intelligenza propositiva. Il “cerchio della gratitudine” è il progetto che prende vita dalle relazioni di gratuità e di gratitudine che si vengono a creare intorno a Mezzopieno News: il periodico, nella sua forma cartacea, viene consegnato di mano in mano nel cerchio delle conoscenze e delle persone vicine ai membri della comunità e diventa uno strumento di relazione e di condivisione. I volontari della comunità Mezzopieno sono attivi nella distribuzione di Mezzopieno News in: Ospedali - Case di cura e di degenza - Centri di accoglienza per anziani - Carceri ed istituti penitenziari - Scuole - Parrocchie - Associazioni - Aziende - Circoli - Comunità. L’UFFICIO STUDI MEZZOPIENO
L’attività di ricerca è lo strumento attraverso il quale il movimento Mezzopieno approfondisce la sua capacità di interpretare ed analizzare la società e le sue evoluzioni. I programmi di ricerca del movimento sono un laboratorio permanente che coinvolge università, ricercatori, associazioni e gruppi di lavoro. In particolare, Mezzopieno svolge l’attività di studio e analisi in collaborazione col Gruppo di Ricerca Valori, Etica ed Economia dell’Università di Torino, di cui è membro. MEZZOPIENO NELLE SCUOLE
La cultura della positività entra nelle scuole con laboratori di lettura e comunicazione gentile. Attraverso attività, giochi ed esperienze si trasmettono i valori della fiducia, della gratitudine e della collaborazione, per stimolare il lato migliore di ogni studente e la capacità di educare la propria volontà al bello e al buono. MEZZOPIENO 7 FEBBRAIO-MARZO 2018
mezzopienofocus
Accogliere un bambino in famiglia non è un bel gesto che si fa per
essere considerati buoni: è una forma d’amore che si declina in varie espressioni di genitorialità attenta al sociale
Accoglienza in famiglia: tessere una trama comune La realtà dei bambini e dei minori in situazioni di difficoltà transitoria o permanente è una costante che attraversa la storia della nostra società da decenni. Per far fronte a questa situazione, cercando di conciliare il diritto del minore a rimanere nella sua famiglia di nascita e l’altro suo diritto altrettanto importante di avere un percorso di crescita sereno, la nostra legge
prevede una gradualità di interventi. “Primo fra tutti”, spiega Daniela Bertolusso di Amici di Don Bosco, “qualora emerga o sia segnalata in maniera incontrovertibile una qualità di vita non soddisfacente del bambino nella sua famiglia di origine, il suo collocamento temporaneo in un contesto il più simile possibile a quello familiare, che può essere rappresentato anche da un singolo o una coppia convivente: l’affido ete-
rofamiliare può essere disposto dal Tribunale per i minorenni quando non è stato accertato ancora in maniera definitiva lo stato di abbandono ma una situazione più generica di difficoltà per cui gli operatori fanno una prognosi di favorevole reinserimento del bambino nella famiglia di origine”. L’affido eterofamiliare puro è veramente una forma di accoglienza gratuita: la famiglia in piena consapevolezza sa che il suo compito è quello di
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accompagnare un pezzo del percorso di vita del bambino, di aiutarlo a riappropriarsi del suo ruolo e della sua storia dopo un periodo di grossa difficoltà. “Se la situazione di difficoltà e di abbandono in cui versa il minore è tale da non prospettare nessuna soluzione, neanche nell’ambito della famiglia allargata di nascita”, continua Bertolusso, “è necessario che il Tribunale per i minorenni avvii un procedimento perché il bambino sia inserito attraverso il percorso dell’adozione in una nuova famiglia”. Sia l’accertamento dello stato di abbandono, sia dello stato di adottabilità del bambino, al di là degli stereotipi che ci rimandano i media, non sono mai provvedimenti presi d’impulso, rapidi e senza possibilità di controbattere da parte della famiglia biologica del bambino. Anzi, semmai una delle difficoltà che vivono le potenziali famiglie adottive è proprio legata ai tempi lunghi della giustizia rispetto al provvedimento che dichiara il minore adottabile. “È stato proprio il Tribunale per i minorenni di Torino a inventare per quella fase grigia nella quale il bambino non è ancora stato dichiarato adottabile in maniera definitiva un affido a rischio giuridico – ovvero con il “rischio” che si trasformi in un’adozione da parte della famiglia che accoglie – per dare la possibilità al bambino di vivere in un ambiente familiare anche se la sua situazione non è ancora perfettamente chiarita. Sicuramente è una forma di accoglienza che comporta una fatica per gli affidatari abbastanza pesante”. Mentre infatti l’affido eterofamiliare puro parte già dalla premessa di essere compagni di strada del bambino per un arco di tempo perché l’obiettivo è quello di avvicinarlo alla famiglia d’origine, l’affido a rischio giuridico è una fase di ponte sospeso, perché la
coppia che accoglie il minore nell’innegabile speranza di poterlo presto o tardi chiamare proprio figlio sa che il giudizio poE’ nel tessuto della nostra trebbe anche società la capacità di mettere concludersi al primo posto l’interesse dei con il rientro bambini e dei ragazzi del bambino nella famiglia biologica. “Dai dati in possesso del nostro Tribunale dei minorenni è evidente una sproporzione tra coppie che si candidano all’adozione nazionale e bambini adottabili. Questo cosa ci dice? Alla sofferenza per le famiglie che vogliono adottare un bambino fa da contraltare un dato assolutamente positivo, cioè che il territorio fa molto per i propri bambini e lo fa in maniera tale che proprio pochi sono dichiarati adottabili”. Il Piemonte ha maturato delle competenze specifiche in tutta l’area della tutela materno-infantile e dei minori e si connota come una regione estremamente accogliente. “Questo è un atteggiamento e una forma mentale che ha accompagnato amministrazioni di colori totalmente diversi e che ci porta a dire che sia proprio nel tessuto della nostra società la capacità di mettere al primo posto l’interesse dei bambini e dei ragazzi”. Ciò emerge con chiarezza anche rispetto alle nuove sfide dei fenomeni migratori: il Piemonte è stata
tra le regioni che per prime e in maniera più numerosa hanno risposto alle necessità dei minori non accompagnati attraverso la figura del tutore volontario, una forma di sostegno che attiene di più all’area della spinta del singolo senza che si crei un rapporto di diritto con un vincolo indissolubile. Assistiamo oggi a una trasformazione di quelli che finora erano stati i caposaldi della cultura dell’adozione: spesso si pensa all’adozione come una nuova nascita, come se il passato fosse un vissuto vergognoso da rimuovere e congelare in una dimensione annullata dalla seconda nascita. I nuovi scenari parlano sia per la nazionale che per l’internazionale di adozione aperta, ovvero l’adozione di nuclei di fratelli da parte di più coppie. Per la legge italiana i legami di parentela cadono perché non sono più fratelli, ma occorre cercare di mantenere vivo il legame orizzontale di fratellanza, assolutamente solido e da valorizzare. Pensiamo poi all’invenzione giurisprudenziale dell’adozione mite, una forma più flessibile in cui il legame con la famiglia d’origine non viene totalmente annullato dal provvedimento di adozione.
LA DIMENSIONE INTERCULTURALE DELL’ADOZIONE Lo sguardo della nostra società nei confronti dei figli adottivi è cambiato nel corso del tempo: fino alla fine degli anni ’80 vivevano una condizione quasi privilegiata, o comunque l’accento sulla di-
versità era posto nei termini della fascinazione tura di provenienza e magari riuscire a riannodare per l’esotico unita alla certezza che il nostro paese qualche filo rimasto sospeso della propria storia. avrebbe garantito loro condizioni di vita comun- “Parlando di accoglienza ci sembra di poter dire que migliori. Con l’inversione di tendenza che ha che uno dei doni più grandi che i genitori posportato l’Italia da paese di emigranti a paese di sono fare ai propri figli è quello di non lasciarli approdo di flussi migratori, l’Altro ha cominciato soli in questi percorsi di ricerca di contatto con le a essere vissuto con sospetto, diffidenza quando proprie radici. È proprio un accogliersi recipronon timore. Dunque i figli adottivi, i cui tratti co di storie dove ciascuno ha cittadinanza in quel somatici rimandano ad altre provenienze, hanno pezzo di esistenza che non si è vissuto insieme. iniziato a essere bersaglio delle stesse discrimina- Consentire e accompagnare il proprio figlio in zioni degli immigrati. questo ripercorrere la propria storia è un atto di A differenza dei coetanei immigrati, il figlio adot- vero amore genitoriale. Di per sé la ricerca delle tivo è italiano a tutti gli effetti, anche se le sue proprie origini non toglie nulla a nessuno, anzi origini sono altrove. In una società sempre più è qualcosa che va ad arricchire la storia della famulticulturale è difficile per gli adottati all’estero miglia. Abbiamo esplorato questo tema con un percepirsi ed essere percepiti come italiani sotto documentario, ‘Trame’, che raccoglie le voci di il profilo giuridico – e per questo “altri” rispet- figli adottivi adulti con particolare attenzione alle to ai minori stranieri immigrati – e al contempo risorse che mettono in campo per ricucire i framfare i conti con la propria alterità, manifestata da menti delle loro identità e agevolare il loro procescaratteristiche somatiche che rimandano a origini so di inclusione. Ci attendiamo così di valorizzare differenti e a una diversa apil loro patrimonio di conoscenze partenenza. e di esperienze, stimolare una Sono ponti tra due o più Uno dei doni più grandi che i riflessione collettiva sul tema culture ed è per questo che genitori possono fare ai propri dell’intercultura nell’ambito delmolti di loro si mettono in figli è quello di non lasciarli soli le adozioni, agevolare attraverso cammino per ritornare alle nella ricerca di contatto con le la dimensione interculturale la proprie origini, che non neproprie radici comprensione reciproca e portare cessariamente significa rintracall’attenzione dell’opinione pubblica i ciare la propria famiglia di nascita, molti modi di essere italiani”. ma mantenere vivo un legame con la propria cul-
LA GENITORIALITÀ SOCIALE SUL GRANDE SCHERMO Anche alla recente edizione del Torino Film Festival si parla di accoglienza in famiglia. In “Tito e gli alieni” Valerio Mastandrea interpreta uno scienziato napoletano che, incapace di elaborare il lutto per la perdita della moglie, dedica la sua vita alla ricerca spaziale nel deserto del Nevada. La sua solitudine è interrotta dall’arrivo di Anita e Tito, i suoi due nipoti, rimasti orfani. Doversi prendere cura di due persone in carne e ossa e focalizzarsi su questioni concrete sarà la miglior terapia per rinunciare ad attendere segnali dall’universo limitandosi a guardare le stelle. Una “grande famiglia” è quella di Halle Berry in “Kings”: mamma single, durante le rivolte del ’92 a Los Angeles non si rassegna al destino segnato dei giovani del quartiere e trasforma la sua casa in un rifugio per otto bambini svantaggiati, dai 6 ai 15 anni, che prova a crescere in un modo diverso.
MEZZOPIENO 9 FEBBRAIO-MARZO 2018
UNA BAMBOLA PER CURARE LA DEMENZA SENILE Per far fronte al pro-
gressivo disorientamento spazio-temporale delle persone affette da demenza e alla loro difficoltà di comunicazione con il mondo esterno vengono spesso utilizzati in combinazione ai farmaci interventi non farmacologici che tengano in considerazione la loro storia, i loro interessi e le loro capacità. In una casa per anziani del Canton Ticino è stata sperimentata la doll therapy, che consiste nell’uso di bambole ideate ad hoc con un’enfasi per alcune caratteristiche
sensoriali (es. peso, direzione dello sguardo, morbidezza del tessuto) apprezzabili anche da una persona gravemente compromessa dal punto di vista cognitivo. La bambola terapeutica viene riconosciuta come un bambino vero e quindi accudita, con la sensazione di riappropriarsi di un ruolo avuto in passato e di riagganciare elementi della propria storia di vita. Da questo momento di relazione con la bambola, che può durare anche un’ora, scaturiscono emozioni positive come la gioia, la tenerezza, la sorpresa con benefici su tutte le sfere di vita della persona: innanzitutto la diminuzione dei
Taglio alle tasse per chi adotta un cane randagio
disturbi del comportamento – agitazione, ansia, aggressività – con cui molte persone affette da demenza esprimono il loro disagio psico-fisico e che contribuiscono al loro malessere e indirettamente di quello di chi si prende cura di loro. La Terapia della Bambola viene utilizzata anche come intervento di prima scelta in alcune situazioni molto frequenti come l’irrequietezza durante le cure di base, l’insonnia notturna, l’affaccendamento, il vagabondaggio e l’apatia.
Il grifone non è più a rischio di estinzione
Sono sempre di più i Comuni che offrono la possibilità di ricevere un’agevolazione fiscale per chi decide di togliere dalla strada un cane randagio. Questa misura, che offre a tanti animali un’alternativa al canile, unisce il desiderio di molte persone che vorrebbero la compagnia di un amico a quattro zampe ma che non possono permetterselo e le esigenze della collettività. Le strutture pubbliche che ospitano gli animali randagi sono spesso sovraccariche e ogni cane costa all’amministrazione in media 4 euro al giorno. Circa 250 milioni di euro servono ogni anno per i cani e i gatti abbandonati nelle strutture pubbliche: questo tuttavia non basta a debellare il fenomeno del randagismo. Lo sgravio fiscale, soprannominato Bonus Cane, va a tradursi in un risparmio per le amministrazioni locali e consente di far risparmiare i proprietari degli animali. Paesi che sono sprovvisti di canili devono inviare i randagi in altre città: lì il Comune rimborsa 500 euro a chi ne adotta uno. Le amministrazioni dopo l’adozione si occupano attraverso i Vigili del Fuoco poi di monitorare la situazione per evitare abusi. Tra i Comuni che hanno già aderito ci sono Cestenaso (BO), Avellino, Bisceglie, Poggio Rusco e Quistello (MN), Montecassino, Lecce, Locorotondo (BA), Montecorvino Rovella (SA), Teramo, Pesaro, Bondeno, Solarino, Vittoria (RG), Terni, Bondeno, Solarino, Francofonte (SR). Fonte: Legambiente
FONTE: LAVORO SOCIALE
Se ne contavano solo pochi esemplari negli anni ‘90 ed era stato inserito tra le specie in via di estinzione a causa dell’attività dell’uomo: il grifone ha fatto il suo ritorno e oggi non è più così difficile incontrarlo, anche in Italia. Nel 2017 sono stati recensiti dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro, in Abruzzo, 38 nuovi nati da 6 nuovi siti di nidificazione, a conferma del trend di riproduzioni naturali già registrato anche l’anno precedente. Grazie ai programmi di ripopolamento e alle campagne di protezione dell’ecosistema, il grifone oggi nidifica e si riproduce spontaneamente anche in Sardegna, in Sicilia, su Alpi e Prealpi e lungo il crinale appenninico meridionale. Vent’anni di progetti di cui il più riuscito è quello del Corpo Forestale dello Stato nella Riserva Monte Velino (parte del Parco Regionale Sirente Velino) che dagli anni ‘90 ha liberato diversi individui adulti importati dalla Spagna e ha permesso il ritorno del grifone sull’Appennino. Oggi questa popolazione è di alcune centinaia di individui distribuiti in più colonie tra i Monti Sibillini e il Parco del Pollino, nelle gole del Raganello, nei Parchi Nazionali d’Abruzzo e del Gran Sasso, nella Marsica, nella zona di Roccamandolfi in Molise e in quella del Matese. Il grifone rappresenta un elemento importantissimo per l’ambiente perché è uno spazzino di montagna ed elimina i resti di animali morti che potrebbero, invece, diffondere batteri e malattie. Fonte: Arma dei Carabinieri; Ansa
MEZZOPIENO 10 FEBBRAIO-MARZO 2018
LA FAMIGLIA IN VIAGGIO PERENNE GRATIS Julien, Micaela, Teo e Lia sono la famiglia Miljian e hanno deciso di realizzare insieme il sogno della loro vita: vivere viaggiando per il mondo. “In una calda sera fiorentina abbiamo comprato un biglietto di sola andata per l’altra parte del mondo” dicono. Ora non hanno più una casa e sono diventati viaggiatori a tempo pieno, insieme ai loro bimbi. Julien e Micaela - lei bergamasca, lui di Parigi - erano due studenti che si sono conosciuti e innamorati a Firenze e hanno avuto due figli. Hanno incominciato a scrivere il diario della loro storia d’amore e a riscuotere interesse sul web… e poi la scelta di partire. “Abbiamo deciso di insegnare ai nostri figli la grande scuola della vita, salire su un aereo e fare del mondo la nostra casa”. I soldi per il viaggio non li hanno ma ogni giorno documentano con foto, video e racconti su internet tutto ciò che fanno e la rete li segue. Quasi 60 mila persone leggono i loro profili online, così gli alberghi offrono loro ospitalità in cambio di visibilità e diversi sponsor sostengono i loro spostamenti. A chi gli chiede perché i loro figli non vadano a scuola, rispondono: “L’unica cosa di cui hanno davvero bisogno i bambini quando sono piccoli sono i genitori. Questa vita insegnerà loro l’importanza dell’umiltà, dell’aiutare e dell’essere aiutati e a comprendere il rispetto della gente, dei popoli e degli esseri umani, vivendo al loro ritmo. Impareranno a vivere con un bagaglio piccolo, ma con un cuore grande”. Fonte: LikeMiljian
Il paese torna a vivere grazie ai presepi
A fare da contraltare a borghi che si svuotano e paesi abbandonati ci sono storie di riscatto e di impegno di residenti che fanno rinascere luoghi che diversamente sarebbero dimenticati. A Ossana, un piccolo paese di montagna in provincia di Trento, sono stati alestiti più presepi di quanti sono gli abitanti: 890 rappresentazioni della natività contro 852 residenti certificati nell’ultimo censimento. Questo curioso record ha permesso al piccolo borgo della Val di Sole, a pochi chilometri dai centri sciistici di Madonna di Campiglio e Marilleva, di diventare un centro di richiamo per migliaia di persone e di rinascere, attirando l’attenzione di turisti e appassionati da tutto il mondo. “La tradizione arriva da epoche antiche”, spiega il sindaco Luciano Dell’Eva, “ed è partita 18 anni fa su iniziativa di un gruppo di volontari che avevano visitato alcune mostre in giro per l’Italia e avevano voluto proporre qualcosa di simile. Abbiamo avuto l’idea di usare tutti i nostri locali, tutte le nostre cantine per mettere in mostra i presepi e un po’ alla volta negli anni li abbiamo costruiti”. Esposti nelle corti e tra le stradine di Ossana, 130 presepi di grandi dimensioni, in molti casi ad altezza naturale, creano un’atmosfera suggestiva e di altri tempi. Nella Chiesa di San Vigilio un presepe meccanico con scene in movimento rappresenta scene di vita quotidiana di alcuni decenni fa. Un’iniziativa che ha trasformato le festività in un’opportunità di riscoperta della tradizione del Natale, dell’impegno e della devozione. Fonte: Comune di Ossana
L’albero di Natale arriva dalla spiaggia in Puglia
Sono stati tanti i cittadini a costruire insieme pezzo per pezzo l’originale albero di Natale di Cagnano Varano, in Puglia. A partire dalla primavera scorsa hanno incominciato a raccogliere sulla spiaggia di Capoiale i sacchetti a rete delle cozze. Con un lavoro minuzioso e paziente di montaggio creativo fatto da tanti volontari, l’albero alto quasi 9 metri è sorto in centro al paese, a costo zero e frutto di un lavoro corale di tutta la comunità. L’albero è interamente fatto di reste, le reti tubolari in materiale plastico colorato in cui si vendono le cozze, complessivamente più di 6 mila. “Man mano che l’iniziativa andava avanti, diversi concittadini ci hanno dato una mano”, dichiara Nicoletta Bevilacqua che ha lanciato l’iniziativa sulla sua pagina Facebook. “L’idea ci è balenata quando abbiamo visto un albero simile a Carovigno. È da marzo che scendiamo in spiaggia a raccogliere reste”. Il lavoro di tanti volontari è stato premiato da un grande flusso di turisti e dall’amministrazione comunale che ha provveduto ad arricchirlo di luci e a fornire la corrente elettrica necessaria per la sua accensione per tutto il periodo natalizio. Un risparmio per il comune e un guadagno per l’ambiente. Lo spirito del Natale è stato rispettato in pieno.
MEZZOPIENO 11 FEBBRAIO-MARZO 2018
Fonte: Foggia Today
Visitare Venezia con una guida cieca che segue i profumi Una delle città più belle del mondo ogni anno accoglie circa 25 milioni di turisti, che spesso la visitano frettolosamente. Il comune di Venezia ha progettato un nuovo modo di vivere la città, con l’obiettivo di valorizzare gli aspetti più intimi e le sensazioni che la città regala, a partire dai profumi e dai suoni. Il progetto “La Venezia che non si vede” nasce come evento collaterale alla Biennale d’arte per scoprire la città lagunare senza vederla. Le guide al buio interpretano la città in collaborazione con le persone non vedenti e utilizzando i sensi, condividendo le esperienze, mostrando gli aspetti urbani meno evidenti. Questo
processo crea una mappatura nuova del territorio pubblico che lo rende fruibile da tutti. “Quando mi vengono a trovare amici non vedenti”, dice Anna, una guida cieca che accompagna i turisti tra le calli, “corro a comprare un sacchetto di guanti di plastica usa e getta. Li invito a indossarli e a toccare la città, i muri, i ponti e dico loro: ‘Venezia è unica, tutto qui è stato costruito a mano, niente macchine’. Perlustriamo la città anche lasciandoci accompagnare dai venti e dalle imposte che sbattono”. La città ha messo a punto anche un’app per cellulare che permette ai visitatori
di pubblicare istantaneamente registrazioni audio geolocalizzate. Vedenti e non, mentre girano la città postano e ricevono descrizioni audio, storie, ostacoli o narrazioni geolocalizzate previamente inserite e condividono le loro scoperte tramite post vocali sul proprio smartphone. Fonte: Blind Wiki; La Nuova Venezia
I piccoli comuni italiani rinascono Nei cinquemila comuni più piccoli del nostro Paese vivono 11 milioni di persone, quasi il 20% della popolazione italiana. Dopo lo spopolamento degli anni del boom economico, la tendenza ha subito un’inversione e dal 2008 il numero di abitanti ha ricominciato a crescere. In 581 piccoli comuni l’aumento di popolazione ha sfiorato il 10%. Paesini come Ostana in Piemonte, dopo la fuga verso le città, hanno puntato sul turismo ambientale e dai 5 abitanti degli anni ‘50 oggi sono arrivati a 50 e l’età media è poco sopra i 30 anni. In Sardegna, a Nughedu Santa Vittoria (OR), tutte le case sono state aperte e trasformate in ristoranti per turisti e il piccolo borgo ha organizzato un campus universitario per progettare nuove strategie contro la fuga dai piccoli paesi. Dopo anni di impegno da parte dei sindaci e delle comunità locali, la legge Salva Borghi entrata in vigore l’11 novembre rappresenta un passaggio storico, come osserva Coldiretti: “tre piccoli comuni su quattro sono il territorio per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine protetta (Dop) e nel 60% di essi si trovano gli uliveti dei pregiati olii extravergini riconosciuti dall’Ue”. L’Associazione Nazionale dei Comuni Anci l’ha definita un vero e proprio cambio di tendenza. La nuova norma garantisce in tutti i piccoli comuni il presidio degli uffici postali, il sostegno alla banda ultralarga, la stabilizzazione di scuole, strade e la tutela del territorio. I piccoli municipi rappresentano il 70% del totale dei municipi italiani e nell’ultimo anno hanno registrato un aumento delle visite del 12,5%, uno dei migliori anni di sempre. Fonte: Ansa; La Stampa; Italia Oggi MEZZOPIENO 12 FEBBRAIO-MARZO 2018
I supereroi disabili salvano il mondo Milko ha perso l’udito ma ha saputo compensare il suo deficit fino a riuscire a percepire suoni impercettibili a tutti gli altri e a udire ogni richiesta d’aiuto anche a chilometri di distanza. Teresina è una ragazza con la sindrome di Down che si sente prigioniera del suo corpo pesante e impacciato ma ha un carattere esplosivo e super positivo. Sono alcuni protagonisti di Four Energy Heroes, il primo fumetto in Italia interpretato da supereroi disabili che fanno delle loro diversità le più potenti armi per aiutare gli altri. La redazione è composta da giovani disabili e normodotati che, come nel fumetto, unisce diverse abilità e mette in comune le forze per valorizzare le diversità e abbattere il pregiudizio. Come Pietro, il supereroe che ha una paresi degli arti inferiori e sulla sua sedia a rotelle in modalità superveloce combatte e sconfigge le ingiustizie. Teresina e Pietro sono stati ispirati da due ragazzi
in carne e ossa, entrambi allievi dell’Accademia L’Arte nel Cuore, dove è nato il fumetto. “Rappresentare la disabilità come valore aggiunto, come risorsa, è l’unica chiave di volta in grado di imprimere un cambiamento culturale”, dicono in Accademia. L’Accademia di formazione di mestieri dello spettacolo rivolta a giovani con disabilità, ma non solo, ha l’idea di abbattere le barriere e promuovere l’integrazione. L’associazione ha 150 allievi, 20 corsi tra recitazione, musica, danza, canto, trucco, dj e offre ai ragazzi anche una possibilità di inserimento professionale. Fonte: Bardi Edizioni; Accademia Arte nel Cuore
Arriva la casa pieghevole che si porta con sè
Il Modulo Abitativo Dispiegabile è la prima abitazione pieghevole: nata in Italia nel 2017, è interamente in legno, montabile in poche ore e trasportabile ovunque. Si tratta di un sistema che utilizza una tecnica preconfezionata di dispiegamento e che consente una rapida installazione di edifici accoglienti e antisismici sia per uso residenziale, sia per usi pubblici o temporanei o di emergenza e calamità. Una struttura M.A.DI., oltre a essere molto accogliente e a offrire un habitat sano e naturale, è caratterizzata dal suo impatto ambientale zero ed è 100% riciclabile. Queste soluzioni abitative non incidono sul territorio perché non necessitano di fondamenta, perché vengono ancorate grazie a un sistema di fondazione a vite innovativo, invisibile ed ecologico. È possibile fornire queste abitazioni di pannelli solari che le rendono energeticamente autonome. Ogni casa è dotata di impianto idrico-sanitario, elettrico, di climatizzazione (caldo/freddo) e di scarico delle acque preinstallati, così come gli allacci per la cucina. Le strutture sono vivibili in 6 ore con costi di installazione e di gestione molto ridotti, adattabili in base alla dimensione del suolo e alle proprie finanze, dal momento che sono componibili per moduli abitativi. La versione singola di base è di 27 mq ma ogni casa può arrivare fino a centinaia di metri quadrati. Fonte: Madi Home - Volonwrite per Mezzopieno
Gli occhiali ora vedono per chi non può Gli occhiali intelligenti che si sostituiscono agli occhi umani sono una realtà. Una tecnologia avanzatissima che consente di vedere a chi non vede. Gli occhiali MyEye grazie a un piccolo sistema audio e video riconoscono testi, oggetti e volti umani, permettendo alle persone con disabilità visiva di “leggere” ascoltando la descrizione di ciò che le circonda. Il dispositivo incorporato negli occhiali si attiva quando qualcosa viene inquadrato o indicato con il dito e avvia immediatamente la descrizione automatica, la lettura del testo o il riconoscimento degli oggetti o delle persone. Questo sistema può essere utile non solo a chi ha disturbi della vista ma anche per chi ha problemi di dislessia grave e non riesce a leggere. Gli occhiali funzionano anche per chi è completamente cieco ed identificano le persone grazie a un
Dall’Italia il grano per sfamare tutto il mondo
È italiana la rivoluzionaria scoperta che risponde al problema della produzione agricola nelle zone aride e con poca acqua del mondo, dove centinaia di milioni di persone soffrono la fame e lottano per soddisfare la crescente domanda di cibo. Il ricercatore Filippo Bassi ha utilizzato tecniche di allevamento molecolare (non geneticamente modificate) per sviluppare una nuova varietà di grano in grado di sopportare un calore costante di 35-40 gradi e di crescere nella savana. Questo grano può essere coltivato nella calura estrema di Paesi colpiti dalle carestie, aumentando potenzialmente le entrate di 1 milione di famiglie di agricoltori. La sua invenzione è stata considerata di tale portata da vincere il Premio Olam 2017 per l’innovazione nella sicurezza alimentare. Nelle regioni equatoriali gli agricoltori coltivano riso per 8 mesi all’anno ma il terreno rimane improduttivo per gli altri 4 mesi. Le nuove varietà di grano duro sono state quindi sviluppate per crescere più velocemente in modo che gli agricoltori possano coltivare il grano tra le stagioni del riso. Questa coltura può produrre 600.000 tonnellate di nuovi alimenti, equivalenti a 175 porzioni di pasta per persona all’anno. Dato che il grano ha 5 volte più proteine del riso, oltre a vitamine e minerali, aiuterà anche a migliorare la dieta degli abitanti di questa regione. Questa scoperta rappresenta secondo gli analisti una rivoluzione per tutta l’area africana e per tutti i paesi in via di sviluppo dal momento che la regione africana ha mediamente la più bassa produttività agricola del mondo. Fonte: Olam Group
sistema di scanner e memorizzazione dei volti registrati. Presentati a Milano lo scorso 16 ottobre nel corso di una conferenza dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, gli occhiali sono in commercio e possono migliorare in maniera incisiva la qualità della vita ad una comunità di 362mila non vedenti e un milione e mezzo di ipovedenti, oltre a 350mila persone affette da grave dislessia. Fonte: OrCam; La Stampa Volonwrite per Mezzopieno
MEZZOPIENO 13 FEBBRAIO-MARZO 2018
MEZZOPIENO52passi Ogni primo Lunedì del mese il cammino individuale prosegue con momenti di incontro comuni, per condividere i passi settimanali e dialogare intorno ad essi.
I 52 PASSI SONO UN PERCORSO DI IMPEGNO PERSONALE CHE CONSISTE NELL’AFFRONTARE PICCOLI PROPOSITI SETTIMANALI, UNO PER OGNI SETTIMANA DELL’ANNO, CON L’OBIETTIVO DI VEDERE IL LATO MEZZOPIENO DEL MONDO. LE QUATTRO AREE DI IMPEGNO SONO: r ti iv e cr
5 febbraio – ESSERE QUI E ORA 5 marzo – FARSI CAPIRE 2 aprile – RECUPERARE L’ESSENZIALE
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- IL RISPETTO DELL’AMBIENTE - LA SPIRITUALITÀ
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LE BUONE ABITUDINI
UN ALLENAMENTO ALLA FELICITÀ
Scusarsi non significa sempre che tu hai sbagliato e l’altro ha ragione. Significa semplicemente che tieni più a quella relazione che al tuo orgoglio. (Anonimo)
Chiedere scusa in modo efficace
Scusarsi per un’offesa è un passo importante verso il perdono e la riconciliazione. Non tutte le scuse, tuttavia, sono efficaci. Nel tentativo di eludere le responsabilità, alle volte offriamo delle scuse evasive o incomplete che si prestano più facilmente a essere rifiutate. Ci vuole coraggio e vulnerabilità per ammettere di avere sbagliato ma considerato il potere lenitivo di una scusa ben fatta ne vale sempre la pena. 1. Riconoscere l’offesa. Riconoscere l’offesa è un elemento essenziale di una buona scusa, eppure molte scuse non lo fanno in modo adeguato. Le scuse saranno più facilmente accettate se mostriamo di avere presente chi è responsabile, chi è stato ferito e la natura dell’offesa. Ad esempio dire “ho commesso un errore” è molto più efficace della frase “sono stati fatti degli errori”, che non attribuisce la responsabilità a nessuno.
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- LE RELAZIONI
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- IL RAPPORTO CON SE STESSI E CON IL PROPRIO INCONSCIO
Ecco i prossimi appuntamenti aperti a tutti presso la Casa del Quartiere di San Salvario di Via Morgari 14 a Torino (saloncino in fondo al cortile):
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2. Fornire una spiegazione. In alcuni casi è utile illustrare il motivo del torto, specialmente per spiegare che non è stato intenzionale e che non succederà di nuovo. Ma le spiegazioni che suonano come delle scuse o biasimano la vittima (ad es. “mi hai fatto davvero saltare i nervi”) tendono a essere controproducenti. 3. Esprimere rimorso. Quando fai del male a qualcuno è naturale provare vergogna, umiliazione o rimorso. Esprimere questi sentimenti comunica che riconosci e rimpiangi la sofferenza che hai causato. Fai attenzione a frasi come “ciò che è successo non mi rappresenta” perché potrebbero far intendere che non ti stai assumendo la piena responsabilità per quanto accaduto. 4. Riparare. Una buona scusa dovrebbe contenere un tentativo di riparare l’offesa. La riparazione per danni tangibili come la perdita di un bene può essere ottenuta con la compensazione o la sostituzione mentre la riparazione di offese come il tradimento della fiducia dovrebbe comportare dei passi per migliorare il tuo comportamento. Quando prendi in considerazione qual è il miglior modo di riparare, assicurati di domandare a chi hai offeso che cosa ha più significato per lui/lei piuttosto che fare qualcosa soltanto perché allevia il tuo senso di colpa. In collaborazione con The Greater Good Science Center presso UC Berkeley http://ggia.berkeley.edu; http://greatergood.berkeley.edu
MEZZOPIENO 14 FEBBRAIO-MARZO 2018
MEZZOPIENO52passi
VUOI FARE IL PRIMO PASSO?
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Prima di addormentarti, pensa a tre cose belle successe durante la giornata
Stampa una vecchia fotografia e donala a una persona a cui vuoi bene
MEZZOPIENO 15 FEBBRAIO-MARZO 2018
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ELISABETTA GATTO
MEZZOPIENOintervista quell’anima che hanno saputo cogliere, magari con sorpresa, avendomi prima conosciuta solo come un mezzobusto.
Pensi che il giornalismo possa essere uno strumento di promozione della pace? In che modo?
Senza dubbio il giornalismo può essere uno strumento costruttivo in un’ottica di pace e dialogo. Purtroppo però vedo spesso in tv esempi di utilizzi in senso opposto, con programmi che incitano al razzismo e all’allarmismo ingiustificato. I valori da veicolare – e in molti casi per fortuna i colleghi lo fanno – dovrebbero essere ben altri: l’accoglienza, la comprensione dell’altro, la voglia almeno di conoscerlo prima di giudicarlo.
Hai avuto la fortuna di vivere in Siria prima del conflitto: qual è il tuo ricordo di Damasco e della sua gente in tempo di pace?
Laura Tangherlini “Una vocazione umanitaria in tutti i miei progetti lavorativi” Qual è l’aspetto del tuo lavoro che ti rende bel reportage da inviata e ogni volta che qual- a cuore o in privato per complimentarsi per il più orgogliosa? che telespettatore mi scrive per ringraziarmi lavoro di sensibilizzazione che cerco di portare Mi sento orgogliosa ogni volta che realizzo un
per aver sottolineato una questione che gli sta
avanti al di fuori del ruolo di conduttrice e per
MEZZOPIENO 16 FEBBRAIO-MARZO 2018
Un ricordo meraviglioso, anche se a tratti ambiguo. Damasco come tutta la Siria era un posto bellissimo, magico, indimenticabile da un punto di vista storico, artistico, architettonico, culturale. E lo era soprattutto da un punto di vista umano: i siriani sono il popolo arabo che più ho amato nei miei viaggi di piacere o di studio della lingua araba in vari Paesi del Medioriente e del Nordafrica. Anche in tempo di guerra hanno mantenuto l’umanità, la generosità, la dignità, la semplicità, l’ospitalità, la vivacità culturale, l’empatia che tanto avevo amato e che mi sono rimaste marchiate a fuoco nel cuore. Certo, quando vivevo a Damasco si coglievano anche le contraddizioni, i buchi nerissimi di un Paese guidato da una dittatura e la paura silenziosa di molti siriani.
C’è un modo onesto per raccontare i contesti di guerra? Pensando alla Siria, è possibile ricercare la verità e al tempo stesso dare spazio alla pluralità delle voci e degli attori in gioco?
Il giornalismo può essere uno strumento costruttivo in un’ottica di pace e dialogo
Nel mio piccolo è quello che ho cercato di fare nei miei tre libri, nei reportage tv e nell’ultimo documentario allegato al mio ultimo “Matrimonio Siriano”. Ho un’idea precisa della genesi del conflitto siriano, delle responsabilità del regime, degli antefatti, degli attori e delle posizioni. Nei miei libri dedicati ai profughi ho dato voce però a tutti loro, agli antiAssad e ai pro-Assad (ne ho incontrati molti meno). Vero è anche che nel corso di questi sette anni le posizioni sono andate in parte
sfumando, come pure le alleanze. Idee e principi a volte sono stati di nuovo annacquati dalla necessità di sopravvivere agli assedi e ai crimini compiuti da diversi attori.
Qual è il senso più pieno di essere stata una “sposa siriana”? Qual messaggio ha voluto lanciare con questo inconsueto bis del gran giorno? Era questo: non vi ho dimenticato, non vi dimenticherò, il vostro dolore è anche il mio, non vi ho abbandonati. E intendo fare in modo che prima o poi il resto del mondo si accorga della vostra tragedia. Un messaggio che tento di far arrivare già dal mio primo libro, “Siria in fuga”, scritto quando ancora della Si-
ria e dei profughi siriani si parlava pochissimo. me e mio marito con quei bimbi e una sciarE forse è stato anche un messaggio alla mia pa fatta a mano da una delle piccole ospiti del coscienza di fortunata occidentale, che di guer- centro. ra non ha mai vissuto nulla sulla propria pelle. Nel mio giorno più bello avrei gioito a metà, Sei una persona “mezzopiena” perchè... sapendo che i miei amici siriani, ora profughi Solo mezzopiena perché non sono riuscita o esuli o cadaveri, non sarebbero stati presenti. ancora a soddisfare appieno la mia vocazione E allora ho voluto avvicinarmi io, anche fisi- umanitaria, che pure cerco di infilare in tutti camente, con questo matrimonio. Quando, i miei progetti lavorativi (anche extra Rai) e vestiti da sposi, siamo andati nell’orfanotrofio in tutti i miei frequenti viaggi, dovendo fare di Reyhanli a trovare i 120 i conti anche con la soorfani per offrire loro un pravvivenza economica e ricevimento di nozze e avendo molti altri interessi Ho sempre sognato portare giacconi, materiale e passioni (appunto il giordi fare solo l’inviata di cancelleria e giocattoli, che racconta le storie nalismo, i viaggi, i cani e sono stati loro per primi a mio marito!). dei più deboli regalarmi due foto, scattate a mia insaputa solo mezz’ora priE sei una giornalista “mezzoma e già stampate e incorniciate, di piena” perchè”... Di nuovo, “piena a metà” perché ho sempre sognato di fare solo l’inviata che racconta le storie dei più deboli e invece in questi dieci anni di Rai mi sono trovata a fare soprattutto la conduttrice.
Il regalo più bello che la vita ti ha fatto?
Mi viene in mente il giorno del mio matrimonio.
E il più bel regalo di nozze come sposa siriana? La telefonata di un mio amico siriano ora profugo in Olanda e all’epoca in Turchia. Ma anche i volti riconoscenti dei bambini siriani che abbiamo aiutato in Turchia coi nostri regali di nozze. E non posso non citare di nuovo mio marito e il mio cane Scucchia, che sono stati più che perfetti nel giorno delle nozze! MEZZOPIENO 17 FEBBRAIO-MARZO 2018
I PIÙ GENEROSI NEL DONARE GLI ORGANI: IN PIEMONTE Il 2017 si
chiude con la riconferma del Piemonte tra le regioni capofila in Italia per le donazioni e i trapianti. Ben 99 i trapianti di rene effettuati da inizio anno a fine novembre (sono aumentati del 50% quelli da donatore vivente), 155 di fegato, 24 di cuore, 30 di polmone e 1 di pancreas. Dall’inizio dell’attività trapiantologica piemontese si calcolano 9011 trapianti (8550 gli interventi, che in alcuni casi hanno coinvolto più organi). Il Piemonte è un’eccellenza nel campo dei trapianti, con professionisti e strutture
all’avanguardia in Italia e in Europa per qualità e quantità degli interventi. È la cultura della donazione che va promossa per mantenere i livelli raggiunti in tanti anni: occorre insistere sul fronte della sensibilizzazione dei cittadini per scoraggiare la persistenza di alcuni timori e contenere l’impatto dei media, delle credenze religiose e delle esperienze personali. Il gesto di solidarietà dei familiari dei donatori è per riceventi il dono di un futuro. È quello che è successo grazie a Irene, in gravidanza alla 32ma settimana, giunta in pronto soccorso in condizioni disperate
Arrivano gli angeli dei condomìni
I condomìni contengono vite, storie, situazioni di disagio, solitudine, malattia o povertà talvolta nascoste. Realtà che a volte non si conoscono e che non emergono per vergogna, mancanza di coraggio o rinuncia. Ad Asti è stato ideato un programma per individuare e prevenire il disagio sociale nascosto tra delle mura domestiche. I condomìni sono stati organizzati in modo da avere una persona che diventi “sentinella del disagio sociale”. Queste figure si impegnano a conoscere tutti gli abitanti del proprio palazzo e a segnalare al Comune i casi di persone in difficoltà. “Conosciamo le povertà urlate nei nostri uffici ma non quelle silenziose di chi abita i nostri palazzi, quelle di chi per timore o vergogna non osa chiedere aiuto”, ha detto l’assessore Cotto, rivolgendosi all’associazione amministratori di condominio. Questo nuovo modello di assistenza individualizzata e di sussidiarietà permette di arrivare a persone altrimenti irraggiungibili e la loro eventuale presa in carico da parte del Comune, ma anche di creare nuove opportunità per chi ha voglia di spendersi nel volontariato di quartiere, ad esempio vicini di casa disposti a bussare alla porta per sapere se va tutto bene oppure a offrire un passaggio in auto a chi ne ha bisogno. L’iniziativa di Asti si inserisce nel percorso avviato dalla città con la Banca del dono e con la Spesa a domicilio, progetti per chi è solo o non riesce a svolgere le attività quotidiane autonomamente.
Fonte: La Stampa
e senza possibilità di cura: poche ore dopo nasce Emma e il marito di Irene decide di donare gli organi della moglie. “Irene ha lasciato un’eredità preziosa”, racconta Silvia Giorgis, medico rianimatore dell’ospedale Maria Vittoria di Torino, “Alla sua famiglia Emma e a famiglie sconosciute il dono della speranza di una vita nuova. Emma ha una grande mamma e un grande papà di cui andrà fiera e una montagna di zii e zie che le vogliono bene.” FONTE: UFFICIO STAMPA REGIONE PIEMONTE
Ora si torna a parlare dopo la tracheotomia Una nuova tecnica per la ricostruzione della laringe segna la fine della perdita della parola dopo una tracheotomia. L’intervento è stato eseguito nei giorni scorsi con successo a Torino, su un uomo di 75 anni affetto da carcinoma laringeo ed ha permesso di evitare che la tracheotomia compromettesse per sempre la possibilità del paziente di parlare autonomamente. La nuova metodica all’avanguardia riesce a preservare le vie naturali, consentendo il mantenimento della funzione fonatoria, deglutitoria e respiratoria. “L’innovativa ricostruzione consente di intervenire radicalmente sulla lesione e utilizza la muscolatura del collo per compensare l’ampia perdita della parte di laringe invasa dal tumore, evitando una laringectomia totale che comporta sempre la tracheotomia e l’assenza della voce” spiega il Dott. Fabio Beatrice, direttore dell’otorinolaringologia dell’ospedale San Giovanni Bosco, l’unico ospedale
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in cui si effettua questo intervento in Italia insieme alle Molinette, sempre di Torino. I due centri di riferimento italiani sono situati entrambi nel capoluogo piemontese e seguono la recente assegnazione alla città di altre due eccellenze italiane, quella per la patologia pancreatica assegnata all’ospedale S. Giovanni Bosco e quella per la modulazione cardiaca all’ospedale Mauriziano. Fonte: Quotidiano Piemontese
L’azienda italiana dove si lavora meglio Una ricerca effettuata su 15.000 aziende italiane ha valutato la qualità del lavoro e il piacere che i dipendenti provano ad operare nei loro luoghi di attività. Il miglior posto in cui lavorare nel nostro Paese è risultato la Ferrero di Alba, seguita dalla Ferrari e dalla Hilton Hotel. La valutazione è basata su due criteri principali: la disponibilità di un lavoratore a consigliare il proprio datore di lavoro e i giudizi dei lavoratori su altri datori di lavoro all’interno dello stesso settore. Ai dipendenti è stato chiesto di valutare la capacità di innovazione, il rapporto con il territorio, il sistema di welfare, i servizi di assistenza, quelli previdenziali e assistenziali. Nella top ten della classifica anche Enel, Lamborghini, Banca d’Italia, Barilla, Ospedale San Raffaele, Decathlon e Tetra Pak. A livello mondiale quella che ha guadagnato il riconoscimento come miglior azienda in cui lavorare è Google, per il sesto anno consecutivo.
Fonte: Statista
Dai barconi alla cattedra: il riscatto del prof. Alagie Ha attraversato il deserto, ha vissuto l’orrore del traffico di esseri umani in Libia, ha solcato il Mediterraneo su un barcone, ma Alagie Jinkang, giornalista e insegnante di inglese fuggito dal Gambia, ora ha il suo riscatto. La svolta in Sicilia, quando incontra Enzo Bozza e Rosaria Palumbo, una coppia di torinesi in vacanza a Pozzallo che, colpiti dal suo desiderio di continuare gli studi, gli offrono la possibilità di farlo a Torino: un visto umanitario, una famiglia che lo ha “adotatto”, Alagie vince una borsa di studio all’International university college (Iuc) di Torino, dove nel 2016 ottiene il master in diritto, economia e finanza comparati. E ora il dottorato di ricerca in giurisprudenza con specializzazione in diritti umani. Alagie non è partito per disperazione, ma per aver denunciato la corruzione e i soprusi dell’allora dittatore Yayha Jammeh e in particolare per un’in-
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chiesta sull’estrazione clandestina di diamanti e minerali a lui destinati pubblicata su un giornale locale: arrestato e portato in un campo di lavoro, riesce a scappare. Dall’Italia ha continuato a scrivere sui giornali del suo Paese: «Spiego ai miei connazionali che l’Europa non è il paradiso. Voglio evitare che altri vivano le tragedie che ho vissuto io». «Adesso sono un’altra per-
sona, ho voltato pagina», dice. «Finito il dottorato tornerò in Gambia, voglio cambiare il mio Paese. Vorrei modificare la mentalità della scuola. Gli atenei tradizionali sono destinati alle élite che creano dittatori. Dopo la scuola voglio entrare in politica. Il mio sogno? Diventare il presidente del Gambia». Fonte: Con la gentile collaborazione di Alagie Jinkang; La Stampa
Riapre lo storico castello di Moncalieri
Meno soli in montagna
Le nuove tecnologie arrivano anche nei piccoli comuni isolati di montagna e persino a vantaggio delle persone più anziane, quelle che tradizionalmente dovrebbero essere quelle Riaperto e restaurato il Castello di Moncalieri dopo nove anni di lavori e di vicissitudini. meno coinvolte dalle novità tecnologiche. Lo sviluppo della resilienza in questi piccoli centri Chiuso nel 2008 a causa di un incendio che colpì la zona sud-ovest dell’edificio e che distrusse e rese è un elemento importante per la sopravvivenza delle comunità e per il loro benessere, anche inagibile le aree degli appartamenti reali e poi ancora per l’ampliamento dei lavori di restauro, è stato in contesti di isolamento. Per questo motivo un piccolo comune alpino, Sestriere (TO), ha riaperto ufficialmente e vanta un nuovo percorso museale, che prevede la possibilità di visitare gli realizzato un pionieristico programma medico che accorcia le distanze tra l’alta montagna ed appartamenti delle principesse Maria Clotilde di Savoia e della figlia Maria Letizia, la Cappella Reale i principali centri ospedalieri a valle. Il servizio di diagnostica a distanza e telemedicina pere le stanze del Re Vittorio Emanuele II. I restauri sono stati condotti da numerosi artigiani esperti in mette di offrire assistenza socio-sanitaria alle persone senza muoversi da casa. Il medico può arti antiche, dagli architetti del MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) e da utilizzare il sistema delle televisite pediatriche per i bambini, esami di pressione arteriosa, del numerosi restauratori che si sono occupati delle superfici decorate, dalle tappezzerie alle ceramiche, dalla livello di saturazione dell’ossigeno, elettrocardiogramma refertato e teleconsulto di medicina carta alle stoffe, dai dipinti agli arredi e che hanno visto la collaborazione del Centro Conservazione e generica e dermatologia per tutti i residenti e soprattutto per i più anziani che fanno diffiRestauro La Venaria Reale e ARCUS e della coltà a spostarsi. Questo progetto chiamato “Meno soli sulle Alpi” ha permesso a Sestriere Compagnia di San Paolo. di diventare il “Comune più digitale” d’Italia e di vincere il premio Cresco Award - Città Il castello è patrimonio dell’Unesco e fa parte Sostenibili, insieme al partner tecnologico Healthy Reply. della schiera delle residenze Piemontesi dei Il Comune alpino sta sperimentando nuove forme di moniSavoia. Fino al 31 gennaio 2018 l’ingresso toraggio dei propri abitanti, anziani e non, e sta lavorando e le visite guidate sono gratuite, a cura per rendere questi servizi disponibili per tutta la popolaziodell’Associazione Amici del Castello e del Parco ne residente nel territorio dell’Unione Montana Comuni di Moncalieri in collaborazione con il Comune. Olimpici Via Lattea, come già avvenuto nel caso del progetto Il percorso museale è anche accessibile a “Gigio Cuore Sicuro” una rete di defibrillatori semiautomatici persone con disabilità motoria. accessibili 24 ore su 24 che ha reso l’intera area cardioprotetta. Fonte: Polo Museale Piemonte - Volonwrite per Mezzopieno
Fonte: Con la gentile collaborazione del Comune di Sestriere
La storia di Silvana: alla faccia del cancro Silvana ha 48 anni, è originaria della Sicilia e vive in Umbria da 20 anni. La donna è in cura alla Fondazione IRCCS, Istituto “Leo” di Milano per un tumore e ha deciso di posare per un calendario per dare un messaggio di speranza e di solidarietà concreta alla ricerca. Il suo sorriso sarà il testimone della positività: il calendario sarà venduto e il ricavo andrà per sostenere la fondazione dell’istituto lombardo. Il titolo del calendario non potrebbe essere più
significativo “alla faccia del cancro, la mia sfida con il sorriso”. Silvana dice: “nonostante lo choc che ho avuto, ho comunque superato la malattia con lo spirito che credo sia quello giusto innanzitutto col sorriso poi con la determinazione utile a superare tutto”.
Articolo scritto dai piccoli giornalisti della classe 3E
Istituto Maria Clotilde, Moncalieri, Torino
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MEZZOPIENO NELLE SCUOLE
La gentilezza in aula
MEZZOPIENOprogetti POVERTÀ SALUTE FINANZA ETICA ECOLOGIA APPROVVIGIONAMENTO IDRICO SOSTEGNO ALL’INFANZIA COSTRUZIONE DI STRUTTURE HIV/AIDS TERAPIE SANITARIE INSERIMENTO LAVORATIVO RICERCA SCIENTIFICA DIALOGO INTERRELIGIOSO DISABILITÀ CULTURA DELLA POSITIVITÀ CRESCITA PERSONALE SPIRITUALITÀ
LA POSITIVITÀ E LA GENTILEZZA COME MATERIE SCOLASTICHE LA COMUNICAZIONE GENTILE NELLE SCUOLE Mezzopieno è nelle scuole con laboratori didattici dedicati agli studenti, per la diffusione della cultura della positività e della pratica collaborativa. I moduli in classe uniscono ragazzi e docenti, con l’accompagnamento di mediatori esperti, in allenamenti alla gentilezza, alla gratitudine, alla comunicazione gentile e alla lettura e scrittura costruttiva. Attraverso supporti visivi, interazioni, letture, giochi ed esperienze guidate, sono trasmessi e compresi i valori della fiducia, della condivisione e della collaborazione, per stimolare il lato migliore di ogni studente e la capacità di educare la propria volontà al bello e al buono. I gruppi in classe sono organizzati e guidati da professionisti della comunicazione nel riconoscimento e nella scrittura di buone notizie ed esperienze costruttive e positive tratte dai media e dalla realtà quotidiana circostante. Le notizie vengono pubblicate e diffuse attraverso il notiziario della positività Mezzopieno News e con il TG delle Buone Notizie Mezzopieno, costruito con le classi insieme agli studenti. I laboratori hanno l’obiettivo di educare i giovani a comprendere il proprio contributo al benessere della comunità e la loro responsabilità individuale nella prevenzione della conflittualità e comprendono tra le altre lo sviluppo di pratiche su: giornalismo costruttivo, lettura consapevole anti-bufale e contrasto al bullismo. PARTECIPANTI: Istituti scolastici della rete Mezzopieno - scuole elementari e medie
MAGGIORI INFORMAZIONI SU WWW.MEZZOPIENO.ORG (SEZIONE PROGETTI)
CULTURA / CONOSCENZA MEZZOPIENO 21 FEBBRAIO-MARZO 2018
MEZZOPIENOtralagente
Che cosa significa per te sentirsi accolti?
NOTIZIEflash LO STOP DEL MONDO ALLA PESCA NELL’ARTICO 4 dicembre - Copenhagen Post
IL GRANDE ACCORDO MONDIALE PER ELIMINARE LE PLASTICHE DAGLI OCEANI
L’ACCOGLIENZA NELL’ADOZIONE: LA VOCE E L’ESPERIENZA DI 6 FIGLI ADOTTIVI
7 dicembre - Organizzazione delle Nazioni Unite
ANA MARIA
La disperazione si trasforma in amore incondizionato
Per me significa essere desiderati così tanto da spingere una coppia a fare un gesto bellissimo che nasce da un desiderio disperato di famiglia, talmente disperato da spingere entrambe le parti a fare un salto nel buio. All’inizio c’è tanta paura e diffidenza da parte di entrambi, è naturale, ci affidiamo a degli sconosciuti. Ho avuto la fortuna di trovare dei genitori che mi hanno dimostrato subito di volermi così come ero, che mi hanno fatto sentire sin da subito la loro figlia, mi hanno insegnato cosa vuol dire essere amati e ad amare senza paura. Noi ragazzi adottati dovremmo ritenerci fortunati perché siamo stati disperatamente voluti e la disperazione unita a tanto amore incondizionato dà solo origine a storie bellissime.
I PARTI CESAREI AI MINIMI STORICI IN ITALIA 18 dicembre - Ag. Naz. per i Servizi Sanitari Regionali
LA CINA METTE FINE DEFINITIVA AL COMMERCIO DELL’AVORIO 1 gennaio - China Post
LA PARITÀ DI TRATTAMENTO SALARIALE UOMO/DONNA DIVENTA LEGGE IN ISLANDA 1 gennaio - Icenews
ROOPA
JEANETTE
Un caldo abbraccio che culla
Amore oltre ogni limite
Mi sono sentita accolta quando le braccia che mi cullavano nelle mie notti insonni, popolate dalla paura dell’abbandono, sono diventate il mio unico e prezioso cuscino. Ho trovato amore e calore... Per sempre.
Per me sentirsi accolto significa empatia, amore incondizionato, un abbraccio profondo.
LA FINE DEI SACCHETTI DI PLASTICA IN ITALIA 1 gennaio - Ansa
SOLO AUTO IBRIDE IN PRODUZIONE DAL PRIMO FABBRICANTE DI AUTO AL MONDO 1 gennaio - Toyota
IL VENTO FORNISCE CIRCA UN QUARTO DEL FABBISOGNO ELETTRICO DELL’EUROPA 3 gennaio - Wind Europe
MEZZOPIENO 22 FEBBRAIO-MARZO 2018
PAOLO
RADHIKA
Essere in comunione con tutti gli esseri viventi
Per me essere accolto vuol dire adottare, fare proprio e trasmettere amore attraverso l’inclusione, è non c’è inclusione senza amore....Un mondo nel quale le persone si adottino a vicenda, non solo
come i genitori che cercano un figlio. Solo un’umanità che accoglie ed è adottata può costruire la giustizia e la pace e creare sulla terra la comunione con la natura e tutti i viventi.
L’attenzione e uno sguardo amorevole
Mi sento accolta quando vengo trattata con attenzione e poi, a un livello più profondo, quando mi sento voluta bene, cioè quando lo sguardo che ricevo su di me è buono e continua ad esserlo anche quando l’altro conosce i miei limiti e i miei difetti.
PIÙ TRASPARENZA NELLE BANCHE E MENO BUROCRAZIA PER GLI INVESTITORI EUROPEI 3 gennaio - Mifid2
LE TESTATE NUCLEARI NEGLI ARSENALI DEL MONDO AI MINIMI DA 30 ANNI 7 gennaio - Bullettin of Atomic Scientists
LA NORVEGIA, PRIMO PRODUTTORE DI PELLICCE AL MONDO ARRESTA LA PRODUZIONE 15 gennaio - Reuters
L’ITALIA DIVENTA IL PAESE CON PIÙ DONATORI DI ORGANI IN EUROPA 17 gennaio - Centro Nazionale Trapianti
FLOR
Sentirsi accettati per sentirsi a casa
Quando sei piccolo e ti prepari a trasferirti lontano, in altri luoghi e con altre persone, stravolgendo la tua vita, ti aspetti di sentirti accolto nel tuo nuovo ambiente, ma soprattutto accettato per ciò che si è veramente: è ciò che ti fa sentire a casa, ti aiuta a crescere bene, ti dà la consapevolezza dei tuoi mezzi, accresce l’autostima e ti fa capire di avere un tuo posto nel mondo! Se capisci di poter essere davvero te stesso, di non doverti per forza adattare a una forma che non ti appartiene, allora ti sentirai accettato e accolto.
MEZZOPIENO 23 FEBBRAIO-MARZO 2018
MEZZOPIENOeditoriale
Essere sempre pro, mai contro Cambiare tutto… costruire un nuovo mondo… combattere le ingiustizie; quante persone credono che sia tutto da rifare, da demolire e da ricostruire in modo diverso. Si incorre spesso in pensieri definitivi e a volte paranoici, legati alla voglia di stravolgere ciò che abbiamo attorno per renderlo migliore o se non altro più consono alla nostra volontà. L’istinto rivoluzionario e il conflitto hanno radici nel desiderio di miglioramento e di controllo degli esseri umani e sono sempre latenti, soprattutto nei periodi di difficoltà e negli animi ribelli e combattivi. Lo spirito di cambiamento è una costante del genere umano e uno degli stimoli più forti che sostengono il nostro agire ma contrastare qualcosa per negarla o per assecondarla al proprio volere è tuttavia la maniera più invasiva e distruttiva che conosciamo per andare verso il nuovo e per realizzare il nostro desiderio di giustizia. Questa modalità oltre ad avere presupposti violenti, persegue una cancellazione, mira a ottenere il vuoto e a un annullamento di ciò che è “altro”. Il suo effetto disgregativo provoca sempre una reazione di ritorno che diventa il presupposto del conflitto.
Mezzopieno News è pubblicato ogni due mesi dal movimento Mezzopieno nelle versioni locali di Piemonte, Umbria e Marche. Gli articoli riportati sono frutto della ricerca e del lavoro giornalistico del comitato editoriale, dell’ufficio studi, del gruppo di ricerca, dei volontari e dei membri della comunità Mezzopieno. Ogni articolo è un’elaborazione originale e riporta fatti e situazioni reali. Le fonti originali sono verificate e citate per esteso. SE CREDI NELLA BELLEZZA E NELLA POSITIVITÀ, CONDIVIDILA Mezzopieno News è scritto dalla gente e riporta le notizie dei suoi lettori e dei simpatizzanti del pensiero Mezzopieno. Articoli, lettere, suggerimenti e collaborazioni sono inseriti nella pubblicazione secondo i parametri della linea editoriale condivisa. L’applicazione per inviare scritti, fotografie ed articoli
Se desideriamo che il mondo cresca e migliori, possiamo agire seguendo un percorso diverso, quello della trasformazione costruttiva. L’alternativa alla rivoluzione è l’evoluzione, la forza che muove il mondo, gli esseri umani e tutte le specie viventi e non, da sempre, silenziosamente, con lentezza e forza inesorabili. Un cambiamento paziente e non aggressivo che sovrappone piccoli traguardi successivi, fatti di scoperte e compromessi condivisi, mete comuni, aggiustamenti, fallimenti e conquiste sedimentati, compresi e sperimentati nella molteplicità attraverso la buona volontà di costruire insieme, senza prevaricarsi e con umiltà. Non possiamo pensare che il nostro punto di vista sia condiviso e accettato da tutti in maniera uguale e porci contro ciò che non approviamo è un seme di rivalità che sottovaluta la diversità e l’imperfezione insite in tutte le cose. La complessità si può affrontare in modo collaborativo, ponendo in essere delle alternative che si propongano come una via diversa. La buona pratica per il bene comune può farsi strada se è accettata da una moltitudine disposta ad approvarla e dimostrerà la sua validità e la sua forza se sarà in grado di sostituirsi gradualmente ad un’altra pratica meno buona, spontaneamente e senza traumi, per il solo fatto di essere più condivisa. È la strada della mitezza. Costruire invece di demolire. Un modo di
è consultabile nelle pagine dedicate del sito del movimento. Mezzopieno News è gratuito – nessuno può richiedere denaro o compensi per la sua distribuzione. Il movimento Mezzopieno è un gruppo di pensiero che non ha obiettivi di profitto ma la diffusione dell’approccio positivo e della capacità creativa e collaborativa. Mezzopieno News è distribuito con il contributo volontario dei membri, degli amici e dei simpatizzanti del movimento Mezzopieno. Come frutto della volontà di condividere il proprio pensiero, la pubblicazione è distribuita attraverso il sistema del passaparola, di mano in mano, con la consegna diretta e personale. Nessun diritto di autore è applicato per la proprietà intellettuale degli articoli. Tutto il materiale è di libera distribuzione e riproducibile senza autorizzazione, citando la fonte Mezzopieno News.
gestire le differenze costruttivo non ha come obiettivo l’annientamento ma il confronto creativo e il dialogo. Le energie che possediamo non sono infinite, se le utilizziamo per abbattere ciò che non va, saremo assorbiti da questo atteggiamento e non avremo altra energia da destinare alla creazione di una soluzione positiva alternativa. Non si tratta di annullare il senso critico ma al contrario di riconoscere onestamente i limiti della propria capacità di valutare e di comprendere, un approccio che permette di liberare energie invece di deprimerle. L’illusione di cambiare il mondo e gli altri con la propria determinazione dovrebbe tenere sempre presente che dovremmo essere determinati nel proporre delle soluzioni, non nell’individuare gli errori degli altri. Essere pro non significa essere sempre d’accordo ma accettare che esistano diversi punti di vista, esperienze, verità, e saper scegliere cosa accogliere e cosa rifiutare; non accondiscendere a cose che non condividiamo ma decidere se e quando è nostra responsabilità adoperarsi per mettere in atto soluzioni alternative. E per vivere concretamente il desiderio di pace che sentiamo dentro di noi e che vorremmo tanto vedere nel mondo, mettiamo in pratica un impegno concreto, ogni giorno… cercando di smettere di voler cambiare gli altri. Luca Streri
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MEZZOPIENO 24 FEBBRAIO-MARZO 2018
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