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to che esso âdeve essere perseguito attivamenteâ, ma senza dare per chiuso il discorso sulle riforme da fare oggi. Questa esigenza è ben presente al Parlamento europeo e alla sua Commissione costituzioâ nale: bisogna collocare i lavori e i possibili risultati della Conferenza Intergovernativa in una visione piĂš ampia, in un processo di ulteriore cambiamento istituzionale, ma comâ piere ora il massimo sforzo perchĂŠ si giunga a conclusioni soddisfacenti al vertice finale del prossimo dicemâ bre. Altrimenti il processo di svilupâ po dellâUnione verso piĂš ambiziosi e coerenti obbiettivi di lungo termine non decollerĂ , e lâallargamento potrĂ tradursi in implosione. Non sono stati finora affatto sodâ disfacenti i lavori della Conferenza Intergovernativa: giĂ sul problema essenziale del passaggio al voto a maggioranza qualificata come regoâ la generale si sono manifestate gravi resistenze e reticenze. Ă stato avviaâ to ma in modo ancora informale â lo si è appena abbozzato â il discorso sulla cooperazione rafforzata, che anche il ministro Fischer ha indiâ cato come una delle prioritĂ della Conferenza, se davvero se ne vuole fare la âprima tappaâ di un nuovo progetto e metodo di costruzione europea partendo dalla accresciuta differenziazione che si impone in una Unione piĂš larga. Il Parlamento europeo farĂ senâ tire ancora, in questo senso, la sua voce. E la farĂ sentire â ne sono sicuâ ro, e desidero aggiungerlo â lâItalia. Ă importante â lo ha sottolineato anche Jacques Delors in unâinterâ vista apparsa questa mattina â che in tutti gli interventi che in queste settimane si sono succeduti sui temi di fondo dellâintegrazione europea, sia stato, non solo richiamato il vaâ lore dellâintesa francoâtedesca, ma riconosciuto il ruolo dellâItalia, come parte integrante del nucleo storico dei paesi fondatori, in qualsiasi proâ spettiva di cooperazione rafforzata, di formazione di una âavanguardiaâ, di graduale evoluzione verso una âFederazione di Stati nazionaliâ. Dallâintroduzione alla Conferenza stam pa tenuta il 18 Maggio 2000 nella Sala della Stampa Estera di Roma.