Numero 2/2010

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28 senso anziché sviluppo, con una frantumazione dei fondi in piccoli progetti disomogenei che hanno creato un clima di attesa e di sfiducia, e questo sarebbe un meccanismo da eliminare. Altro aspetto che sottolinea Geremicca è quello della mancanza dei partiti intesi come luogo di confronto, e la necessità di creare quindi una cerniera che possa collegare i livelli più alti della cultura con quelli della politica, delle istituzioni e della società civile per avviare un piano di sviluppo coerente e propulsivo. Casavola, d’accordo con Geremicca sul tema dei fondi dispersi per creare consenso, amplia l’analisi aggiungendo che proprio perché si tratta di un sistema che vede coinvolto un mercato illegale locale con candidati locali, la questione meridionale stenta a divenire questione di interesse nazionale. Geremicca afferma ancora che occorrono politiche “per” il Mezzogiorno e “nel” Mezzogiorno per stimolare l’imprenditoria, creare risorse, lottare contro i poteri criminali che in vaste aree del Sud regolamentano la società più che lo Stato, con rischi altissimi di penetrazione nel tessuto economico e sociale sano. La seconda parte della trasmissione si apre con un’intervista a Gianni Lettieri, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli, secondo cui per le imprese nel Mezzogiorno non è un problema di spazi di mercato, ma di attrattività del territorio. Aggiunge che occorrono leggi, poche, chiare e costanti nel tempo che possano rendere competitivi allo stesso livello del Nord. Non manca di denunciare anche le responsabilità del mondo imprenditoriale nel non riuscire a creare una rete di collegamento che possa rendere più omogeneo e dinamico il tessuto imprenditoriale con l’aiuto e il supporto di competenze di università e centri di ricerca. È Casavola a riprendere la parola al rientro in studio, e lancia l’idea, metaforica, della creazione di un “cervello”, in grado di realizzare un’analisi della situazione e di porre delle priorità di azione. Questo “cervello” dovrebbe essere in grado di elaborare le leggi a cui accennava Lettieri nell’intervista, e che dia le indicazioni degli obiettivi lasciando il metodo di attuazione a tutte le realtà associative presenti sul territorio inserite in un telaio di forze che tendano ad unirsi e strutturarsi al di là degli interessi particolari. Il Federalismo Fiscale potrebbe rappresentare l’occasione per far crescere una convergenza di sforzi supportata

da una classe dirigente adeguata che si assuma la responsabilità politica delle azioni. Questi sforzi dovrebbero essere tesi sempre a non vanificare tutto quanto di buono è derivato dall’unificazione dell’Italia. È ovvio il richiamo all’idea di “macroregione” del Sud ed è su questo concetto che di sofferma De Giovanni, specificando che se macroregione significa una ripresa della coscienza politica di un Mezzogiorno più unito, ben venga. Anche se, nota, nell’ultima campagna elettorale ogni regione ha parlato ostinatamente per se stessa. Riprende l’argomento del Federalismo Fiscale come opportunità di ripresa della coscienza civile e politica. Ai due interventi seguono le interviste a Lina Lucci, Segretario Generale della Cisl Campania e ad Anna Rea, Segretario Generale della Uil Campania. Entrambe sottolineano come il tema dell’occupazione sia una delle priorità da affrontare insieme ad un confronto più serrato con le imprese e le istituzioni. Andrea Geremicca esprime un elemento di fiducia nell’affermare che un nuovo meridionalismo è possibile, anche perché nei momenti di maggiore difficoltà le competenze e le risorse entrano in campo, ma occorre una politica concreta e una grande visione del Mezzogiorno nello scenario complessivo del Paese. D’accordo con De Giovanni rimarca sull’atteggiamento di chiusura delle regioni meridionali, chiuse in se stesse sui grandi temi progettuali e inoltre esprime l’esigenza di una politica meridionale più incisiva sullo scenario nazionale e aggiunge ancora che il Federalismo Fiscale può rappresentare un’occasione anche di rinnovamento delle classi politiche. In conclusione De Giovanni invita a non cullarsi nell’illusione particolarmente diffusa al Nord, che se al Sud va male al Nord si sta meglio, l’Italia per sua struttura è “una”, e la sua crescita ed il suo sviluppo devono necessariamente essere organici. Geremicca dedica un’ultima battuta ai giovani, per i quali bisogna mettere in atto azioni concrete per fermare il fenomeno dell’emigrazione che impoverisce di capitale umano, risorse e competenze i territori meridionali.

LA LEGALITÀ CONVIENE. DISECONOMIA DELLE MAFIE La seconda puntata, dal titolo “La Legalità conviene. Diseconomia delle Mafie”, si apre con una clip tratta dal film “Così parlò Bellavista”, in cui Luciano De Crescenzo affronta a viso aperto un camorrista e discute della scelta di essere un malvivente. In studio a discutere del tema il Magistrato Raffaele Cantone, il docente di Economia dell’Università Parthenope Riccardo Marselli, il Procu-


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