03 Metropolitan magazine SETTEMBRE2022 SPECIAL ISSUE The Queen
BRAVE
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MetropolitanEditoreROSSELLAresponsabilePAPAALESSIASPENSIERATO
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Regina Elisabetta II, la sovrana del femminismo che prescinde dal genere di STELLA GRILLO
SOMMARIO 2022SETTEMBREN.3
Il dress code della Regina Elisabetta II, un’icona di stile che celava un codice segreto di SONIA FASELLI
MODA
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SERIE TV
CINEMA
POLITICA
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Metropolitanmagazine
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London Bridge is Down: il tributo della Moda a Sua Maestà Elisabetta II, icona di stile di MARTA OLIVIERI
Long live The Crown: il ritratto che rende umana una Regina di ARIANNA LOMUSCIO
La regina Elisabetta II se n'è andata nel momento più delicato?
di ANTONIO FARRIS
Elisabetta II al cinema: i film che ne hanno raccontato vita e gesta di CHIARA COZZI
MODA
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Ma il codice di sicurezza legato all’abbigliamento della sovrana non si limitava solo ai tailleur dalle stoffe vivaci e colorate. Anche le borse della regina
o scorso 8 settembre
Il guardaroba della sovrana d’Inghilterra è sempre stato molto vivace e pieno di colori. Dalle mise pastello che variavano immancabilmente dal giallo al verde,
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L
si è spenta la Regina Elisabetta II, il Dress Code della sovrana più longeva nella storia della monarchia inglese è sempre stato molto acclamato. Oltre al suo imprescindibile ruolo di governo, l’ultima regina è stata anche un’icona di stile, come fonte di ispirazione nel campo della moda.
MODA
”Se indossassi il beige non mi riconoscerebbe nessuno”.
dal rosa al turchese. Questo tipo di abbigliamento non si basava solo su un fattore puramente estetico, ma celava un vero e proprio codice di sicurezza. Il dress code della regina doveva essere sempre riconoscibile in mezzo alla folla. Lei stessa soleva dire:
DI SONIA FASELLI
Il dress code della Reginaun’icona di stile che celava un codice segreto
più eclatante in questo senso è stato il suo abito da sposa, indossato il 20 novembre 1947, durante le nozze con Filippo di Edimburgo. Oltre agli abiti ufficiali, la regina aveva inoltre anche uno stile più semplice, utilizzato solo durante il tempo libero nelle battute di caccia e passeggiate in campagna con i suoi amati cani. Questo abbigliamento comprendeva gonne plissettate o pantaloni da cavallo, foulard in testa e stivali da pioggia secondo lo stile britannico.
I GIOIELLI DI SUA MAESTÀ
Ogni spilla indossata durante i suoi messaggi pubblici poteva infatti indicare un preciso significato per gli uditori.
Con il suo abbigliamento, la regina è stata anche fonte di ispirazione nel mondo
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L’esempiomoda.
Altri accessori che non potevano mancare nell’abbigliamento della Regina Elisabetta II erano i suoi preziosi gioielli. Tra gli altri, le spille che indossavano avevano il ruolo di “parlare” al suo posto.
celavano un codice segreto. Nonostante il colore delle sue quasi 200 borsefosse nero o tendente al blu, il modo in cui l’accessorio veniva posizionato sul braccio nascondeva un messaggio segreto. Infatti a seconda di come la regina posizionava la sua borsa su un braccio o sull’altro, lo staff doveva interpretare immediatamente il significato, e far finire conversazioni o cene nel più breve tempo possibile.
MODA Se indossassi il beige, non riconoscerebbeminessuno ELISABETTA II 6 Metropolitanmagazine n. 7
DI STELLA GRILLO
BRAVE
chefemminismoprescindedalgenere
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Elisabetta II La sovranadel
"Lei il genere è sempre stato irrilevante per la sua capacità di fare il suo lavoro", ha scritto Barnett, e "facendo quel lavoro stoicamente e con la massima dedizione, ha inavvertitamente fatto molto per normalizzare l'idea di avere una donna al comando".
La Regina Elisabetta II non si è mai espressamente pronunciata sul femminismo e sui diritti delle donne. Un Capo di Stato non può esprimere opinioni sociali e politiche ma è tenuto a mantenere un ruolo neutrale. Tuttavia le posizioni di Queen Elizabeth, nel tempo, si sono inanellate in un succedersi di azioni che l'hanno identificata come una vera e propria icona femminista
Quello della Regina Elisabetta II, per tutti i 70 anni di Regno, è stato un femminismo che non ha avuto bisogno di schiamazzi o proclami; la sua politica femminista si è semplicemente compiuta attivamente e con concretezza, senza aver bisogno di sottolinearne gli eventi. La più grande rivoluzione della seconda Era Elisabettiana è stata quella di non farsi travolgere dal suo stesso genere; ha agito, senza aver timore e senza lasciare che il proprio genere la relegasse e la definisse. Emma Barnett, conduttrice di "Woman's Hour" della BBC nel 2015 scrive:
LA REGINA ELISABETTA II E QUEL FEMMINISMO TACITO DI CUI IL GENERE IRRILEVANTEDIVIENE
della Sovrana più longeva della storia; la notizia ha fatto il giro del mondo e chiunque, a suo modo, ha voluto porgerle un ultimo saluto. Durante i 70 anni del suo regno, la monarca ha rivelato compostezza senza mai squarciare quel velo di neutralità propria di un Sovrano che deve, per forza di cose, essere apolitico. Ciò che traspare dalla sua figura è una profonda determinazione, un'influenza sui media, la politica e le questioni sociali che non ha avuto bisogno di scalpitare per richiamare attenzioni.
L a Regina Elisabetta II cosa ne pensava del giorniSonofemminismo?trascorsipochidallamorte
della sua epoca. Olivia Coleman, l'attrice che nella terza stagione di The Crown interpreta la Regina Elisabetta II, la definisce come ''L'ultima femminista''. Elisabetta sale al trono nel 1952, ad appena 25 anni; in un tempo in cui la figura della donna si relegava semplicemente a quella di casalinga, la Regina discuteva con un uomo dalla caratura di Churchill e si faceva spazio in un mondo di soli uomini.
CINEMABRAVE 8 Metropolitanmagazine n. 7
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A differenza della sua trisavola, la Regina Vittoria, Elisabetta II pur aderente all'assetto monarchico e alle tradizioni, dal carattere pragmatico e dalle movenze stoiche, ha dato un messaggio chiaro in materia di diritti delle donne. Storicamente, il movimento delle donne vede luce alla
DIFFERENZE CON LA REGINA VITTORIA IN MATERIA DI DIRITTI DELLE DONNE
Vittoria, al tempo, fosse un modello da seguire per i primi movimenti femministi la Regina della grande epoca vittoriana riteneva che la concessione del diritto di voto a una donna fosse ''una follia pazza e malvagia''
fine del XIX secolo, proprio quando a capo del Regno c'era la Regina Vittoriache, tuttavia, era contraria a un mondo in cui la donna godesse di pieni Nonostantediritti.
ELISABETTAFEMMINISMOPUNTIODELLAROMANTICIZZAZIONEMONARCHIACONCRETEZZA?ICHIAVEDELDIII
e che, le stesse donne, non erano proprio fatte per governare. Era contro il lesbismo, ma soprattutto era una donna del suo tempo; apprezzata dal popolo femminile come simbolo di fierezza e indipendenza. Dopo la morte della Regina Elisabetta II si è scatenata una guerra social fra utenti che esprimono cordoglio verso la scomparsa di Sua Maestà e chi, invece, ne parla con una punta di livore. Eppure, è un dato di fatto che rispetto alle sovrane del passato, Elisabetta II abbia accolto il femminismo in modo concreto.
Risulta lapalissiano che in un momento storico claudicante e incerto, la morte di un simbolo come la Regina Elisabetta II infonda pareri contrastanti. La parte che non comprende la vicinanza alla Royal Family dopo la dipartita della Sovrana, parla di Romanticizzazione della Monarchia; un punto fermo è crollato, l'ultimo baluardo del '900, e qualcuno si lascia cullare da sentimenti nostalgici vista l'insicurezza della società di oggi. Tralasciando le polemiche sul caso, è indubbio che la Regina Elisabetta II abbia lasciato un'eredità storica di un certo spessore e sì, anche delle evidenze concrete che sottolineano il suo silente femminismo, che non ha mai avuto bisogno di essere urlato. Ma quali sono i momenti iconici del femminismo elisabettiano?
• Arruolamento durante la II Guerra Mondiale: a 18 anni la Regina Elisabetta II si arruola nell’Auxiliary Territorial Service, nonostante il
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• Il Discorso al Women's Institute: Nel 2015, Sua Maestà tiene un discorso moderno, femminista e solidale per il centesimo incontro dell'Istituto delle donne:
«Nel mondo moderno, le opportunità per le donne di dare qualcosa di valore alla società sono più grandi che mai; perché, attraverso i propri sforzi, ora svolgono un ruolo molto più importante in tutti i settori della vita pubblica. Nel 2015 si continua a dimostrare che si può fare davvero la differenza nella vita delle donne di tutte le età e background culturali, in uno spirito di amicizia, cooperazione e sostegno.»
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• Il Re saudita Abdullah: durante una visita nella residenza di Balmoral, nel 1998, la Regina propone al sovrano una visita nella sua tenuta. Con stupore del Re Saudita si mette al posto di guida, un comportamento inaccettabile, considerando che nel Paese di Abdullah le donne non potevano guidare. La Regina parla con lui e guida velocemente mentre il Re le intima di rallentare e concentrarsi sulla strada.
padre Giorgio VI fosse contrario; conosciuta con l’identificativo n. 230873 diviene autista e meccanico. L'unica donna reale ad aver servito nell'esercito.
• Modifica delle leggi di successione: Fino al 2011 la legge stabiliva che l'erede al trono fosse sempre il
figlio primogenito del Monarca. Elisabetta ha supervisionato tale legge consentendo a figli e figlie di qualsiasi futuro sovrano di avere eguali diritti al trono.
Mentre Elisabetta diventava Regina, in Kenya emergeva il movimento indipendentista noto come Mau Mau represso dal governo britannico; le critiche a Elisabetta II, tacciata di razzismo, implicano una profonda dimenticanza: la politica estera del Regno Unito si attua grazie ai governi eletti e il sovrano non ha alcuna influenza. Le accuse sono un riflesso dell'operato del governo in carica in quel momento storico. Posto che sia noto il ruolo formale della Sovrana al suo interno, ovviamente non è dato sapere quanto la Regina sapesse effettivamente delle vere e proprie problematiche delle colonie e dei paesi del Commonwealth.
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La missione di Elisabetta II, una volta sovrana, è proprio quella di apportare delle differenze nella didattica delle donne appartenenti a famiglie nobili o reali. Nonostante i dubbi della Regina Madre, infatti, i figli della Sovrana studiano fuori dal Palazzo. Nel 2018, la Regina Elisabetta II è stata la prima Monarca a partecipare a una sfilata della London Fashion Week, accanto ad Anna Wintour; l'occasione era la sfilata di Richard Quinn. Un vero e proprio messaggio di sostegno all'industria della moda femminile.
Non solo momenti politici, la Regina Elisabetta II ha attuato la propria personale battaglia femminista anche nel privato. Queen Elizabeth II, infatti, dopo aver sposato nel 1947 il Principe Filippo, dichiara di non voler prendere il cognome del marito: Mountbatten. Il suo cognome, Windsor, sarebbe continuato come quello della famiglia reale. Un'altra rivoluzione concreta è stata quella dell'istruzione per le donne reali che sarebbero venute dopo di lei; come da tradizione e da protocollo, le bambine avevano un'istruzione prettamente casalinga. Sua Maestà e la sorella, la Principessa Margaret, erano state educate in casa.
MUSICA LA MODAALL'INDUSTRIAEPERDELL'ISTRUZIONEL'INSERIMENTODELDELRINUNCIACOGNOMEMARITO,LEDONNEREALIILSOSTEGNODELLAFEMMINILE
RUOLOECOMMONWEALTHCOLONIALISMO,ILDISUAMAESTÀ
L'ultimo sovrano a ricevere l'insigne titolo di Imperatore è Giorgio VI, padre di Elisabetta II, che lo perde dopo l'indipendenza di India e Pakistan nel 1947: si avviava il processo di decolonizzazione. Nel 1931 si istituisce il Commonwealth, un'organizzazione politica di Stati volta all'uguaglianza e alla libertà di questi ultimi. Elisabetta è il simbolo del Commonwealth, seppur non abbia alcun potere effettivo ma sia solo una figura rappresentativa la cui funzione è simboleggiare la coesione interna. Nonostante questo suo ruolo marginale, spesso la Regina è stata attaccata per via delle azioni commesse dal Regno Unito nella politica di decolonizzazione, poiché simbolo del Commonwealth.
La Thatcher era contraria a imporre sanzioni per spingere a porre fine alla politica dell'apartheid; la Regina, invece, era preoccupata che la decisione del Primo Ministro, di non aderire alle
sanzioni internazionali, potesse influire sul pensiero che questa scelta veicolasse un messaggio errato; ovvero, fare intendere, in un certo senso, di voler affermare una sorta di supremazia bianca in Sud Africa un atteggiamento che Elisabetta II non avrebbe tollerato in nessuno modo. Successivamente, nel 1990, Sua Maestà stringe un rapporto di profonda amicizia con Nelson Mandela, primo leader del Sud Africa dopo l'apartheid. Chi accusa Elisabetta II di razzismo o di vicinanza alle politiche colonialiste, attacca un simbolo, non una donna che ha realmente influito; gli scontri con la Tatcher sul tema ne sono una Elisabettaprova.
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La discrezione e la compostezza della Regina emerge anche nel rapporto con Margaret Thatcher. Notoriamente anti-femminista, la Lady di Ferro considerava il femminismo un vero e proprio veleno. È noto come fra la Regnante e il Primo Ministro non scorresse buon sangue per divergenze di opinioni sulle rispettive idee politiche. Fra gli scontri più conclamati quello per la situazione in Sud Africa.
II è stata la Sovrana delle tacite battaglie: un Sovrano che prende una posizione è un Regnante che divide il Paese, e questo la Regina lo sapeva; per questo il suo lavoro silenzioso sarà ricordato oggi e anche oltre. Mm
FEMMINISMOAPARTHEID, E
QUEL THATCHERCONCONTROVERSORAPPORTOMARGARETH
POLITICA
La Elisabettaregina II se n'è andata nel momento più delicato?
DI ANTONIO FARRIS
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Quasi tutti gli esperti della famiglia reale più famosa al mondo, concordano sul fatto che con la morte della regina Elisabetta, in poco tempo si vedrà la fine della monarchia. La scrittrice Hilary Mantel, vicinissima alla famiglia inglese e unica vincitrice nella storia, per due volte consecutive,
ELISABETTA II: FATTI CHE FORSE NON TUTTI CONOSCONO
U na Elisabettaregina, II, che ha fatto parte dei grandi protagonisti di un’epoca. Dopo Mikhail Gorbaciov, è toccato a lei, che trascina con sé il ricordo del secolo scorso. Una delle famiglie più potenti al mondo, si ritrova senza il suo più carismatico e rispettato esponente. Che ne sarà dell’Inghilterra e del mondo dopo la sua morte, mentre si fa strada l'idea di un possibile conflitto mondiale in arrivo?
Una questione forse poco conosciuta, è stata resa nota dal Guardian, nota testa giornalistica inglese. La regina durante il suo periodo di regno, ha fatto uso di un potere “speciale”, noto come “Queen’s Consent”. Utilizzato per trattare in segreto alcune modifiche arbitrarie a quattro leggi prima della loro presentazione in parlamento, che nell’ordinamento politico del Regno Unito, dovrebbe detenere il potere legislativo. Secondo il Guardian, utilizzò questa prerogativa per mantenere segreto l’ammontare del suo patrimonio.
LA FINE DEL WINDSORD’INGHILTERRAREGNOEDEIÈARRIVATA?
Ascesa al trono nel 1952, la regina Elisabetta II, ha ricevuto in parte l’eredità di un mondo che cercava di riprendersi dall’ultimo conflitto mondiale. Al centro di polemiche e teorie del complotto, era rispettata dai maggiori leader mondiali, anche da chi non la vedeva di buon occhio. In ultimo è stata regina anche con la Brexit, quando il suo regno decise di lasciare l’Europa. La sua morte ha rattristato molti, ma forse, la mancanza di una presenza così importante, potrebbe avere delle ripercussioni in un periodo di crisi internazionali e di un apparente ritorno a una guerra fredda, che si infiamma ogni giorno di più.
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in disparte, facendo solo da spettatore. È nota la vicenda secondo la quale sul panfilo Britannia appartenente alla famiglia reale, si riunì con personaggi molto influenti nell’economia internazionale. Sui dettagli di quanto discusso in quell’incontro, fluttua un alone di mistero, così come sui personaggi che vi parteciparono, tra i quali sembrerebbe anche l’ex premier Mario Draghi.
La monarchia in Inghilterra, ha un ruolo pressoché di rappresentanza. Ma la defunta regina non è sempre stata
POLITICA 16 Metropolitanmagazine n. 7
LA MORTE DELLA REGINA ELISABETTA II APRIRÀ LA STRADA A UNA PIÙ GRAVE CRISI GLOBALE?
del prestigioso premio Booker Prize, è convinta che la famiglia reale si sia avviata verso il tramonto. La scrittrice, è stata insignita del titolo di Dama dell’Impero Britannico, dall’allora principe Carlo, nel 2015.
Una fonte più che autorevole che certamente ha un motivo per sostenere che dopo re Carlo, salirà al trono per ultimo William e con lui terminerà la dinastia dei Windsor. La scrittrice inoltre, ritiene che la regina Elisabetta, abbia sempre vissuto il suo ruolo come di fondamentale importanza, quasi sacro. Allo stesso modo, pensa che i suoi eredi non avvertano questo sentimento di attaccamento così viscerale ai doveri della corona.
Il popolo inglese, d’altro canto, in un sondaggio effettuato nel 2021, affermava di preferire il principe William come successore (47%), contro chi invece preferiva venisse mantenuta la linea di sangue (27%). Ora che il principe Carlo è divenuto re, il sostegno del popolo sarà fondamentale.
Vladimir Solovyov, molto vicino al Cremlino, conosciuto per essere “la voce di Putin”, in una trasmissione televisiva russa, andata in onda agli albori della crisi Ucraina, affermava che lo Zar aveva come
uno dei suoi principali obiettivi proprio Londra. Il motivo risiede nell’antipatia verso Liz Truss. Prima che Boris Johnson abdicasse, Liz Truss era Segretaria di stato per gli affari esteri. Vladimir Putin ha sempre espresso il suo disappunto per l’abbondante fornitura di armi che il Regno Unito elargiva in favore dell’Ucraina ritenendo responsabile proprio Liz Truss.
Boris Johnson dichiarò: «è perfettamente legittimo che l’Ucraina risponda con le armi inglesi». A questa affermazione, il presidente Putin rispose: «allora è perfettamente legittimo colpire i paesi che le forniscono”. Liz Truss è divenuta primo ministro poco prima della morte della regina Elisabetta. Due eventi che in ogni caso lasciano riflettere sulle possibili conseguenze.
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È noto inoltre che in Inghilterra risieda il famoso Fixing. L’istituto Londinese costituito da cinque membri che decide quotidianamente per due volte al giorno il prezzo dell’Oro. Russia e Cina dal 2019 hanno cominciato ad accumulare riserve auree disfacendosi dei dollari. Di recente, la Russia esclusa dal sistema Swift, avrebbe aderito al circuito Cips di matrice cinese per poter effettuare pagamenti internazionali. Londra sarebbe nel mirino Russo anche perchè sta accumulando oro da prima della crisi pandemica insieme alla Cina. Oro soggetto alla fluttuazione di prezzo del Fixing, che ha Il potere di far decollare o crollare il valore del metallo prezioso, base della ricchezza di molte nazioni. Mm
DI CHIARA COZZI
CINEMA Elisabetta II al cinema: i film che nehanno raccontato vita e gesta
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S i è spenta all'età di 96 anni, dopo 70 di regno, Elisabetta II d'Inghilterra. Tante e da tutto il mondo le commemorazioni, da cui certamente non può esentarsi il cinema. Elisabetta II è infatti apparsa, in maniera più o meno preponderante, in diversi film. Ricordiamola attraverso i più celebri.
ELISABETTA II AL CINEMA: L'ULTIMO
Il personalissimo racconto di Pablo Larra in Spencer, dedicato alla memoria della principessa Diana, è l'ultimo film in cui compare la figura di Elisabetta II. Celebre il rapporto tutt'altro che disteso tra le due donne, Kristen Stewart incarna perfettamente il disagio che colpì Diana Spencer nel trovarsi a contatto con una famiglia reale che non la accettò mai fino in fondo. L'attrice che la interpreta è Stella Gonet.
FILM CHE RAPPRESENTATAL'HA È SPENCER
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La vita di Elisabetta II ha sempre esercitato un fascino non indifferente, considerando soprattutto che per settant'anni ha condotto la propria vita sotto i riflettori. Cosa però è
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INTERPRETAZIONEL'INCREDIBILE DI HELEN MIRREN IN THE QUEEN Nel 2006 Helen Mirren interpreta la regina Elisabetta II nel film The Queen – La regina di Stephen Frears, con cui si aggiudica l'Oscar come Miglior attrice protagonista. Il film è ambientato nel 1997 incentrato sui rapporti tra la sovrana e il neo eletto Primo ministro Tony Blair; i toni si fanno ancor più tesi poiché ad agosto dello stesso anno morirà proprio Lady Di, e la corona
L'INFANZIA DISCORSOELISABETTA:DIILDEL RE E UNA NOTTE CON LA REGINA
si trincerà in un silenzio che il popolo non accoglie positivamente.
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successo prima dell'incoronazione ce lo raccontano due film che ne narrano infanzia e adolescenza.
Julian Jarrold dirige nel 2016 Sarah Gadon nel film Una notte con la regina, ispirato a una storia vera: Elisabetta e la sorella Margaret escono da Buckingham Palace per festeggiare la fine della Seconda Guerra Mondiale e sono trattate, forse per l'unica volta nella loro vita, come delle ragazze normali che possono godere dei divertimenti di tutti i giorni, lontane dal rigido protocollo di corte. L'ultimo respiro di libertà prima di salire al trono e governare fino a raggiungere il Giubileo di Diamante. Mm
Una piccola Elisabetta appare ne Il discorso del re di Tom Hooper, interpretata da Freya Wilson. La bambina guarda con ammirazione e ispirazione il padre, re Giorgio VI, salito al trono dopo l'abdicazione del fratello Edoardo e caratterizzato da una forte timidezza e dalla balbuzie. Il re e padre è interpretato da Colin Firth, che si è aggiudicato per la sua interpretazione il Premio Oscar.
DI MARTA OLIVIERI
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MODA London Bridgeis Down il tributo della Moda a Sua ElisabettaMaestàII,iconadistile
Nel giorno della sua scomparsa, tantissimi i designer che si sono stretti al dolore della famiglia reale lasciando parole di conforto, rispetto e sgomento peril mondo. Da Giorgio Armani, a Valentino, a Donatella Versace,
Programmata nella capitale dal 16 al 20 Settembre con un ricco programma di eventi, presentazioni e sfilate, la London Fashion Week si ridimensiona, rimandando tutti gli eventi che coincideranno con il funerale della regina. Una scelta immediata del British Fashion Council che alla notizia della scomparsa di Sua Maestà si è subito reso flessibile ad un cambio di programma, ad una riduzione degli eventi post sfilata e al rispetto delle singole scelte dei brand di non sfilare. È il caso di Burberry, che alla guida di Riccardo Tisci e poi Simons sceglie di annullare lo show; decisione a cui si accordano altri brand inglesi cari alla regina. Insomma, un immaginario futuro difficile senza Queen, che merita un maestoso cordoglio. Mm
L
Her Majesty sin dalla sua incoronazione si è subito mostrata attenta verso la moda. Spille ed accessori sono stati i primi importanti alleati comunicativi, seguiti poi da look sempre più armoniosi con i tempi moderni, la sua figura e la giovane età da regnante. Sono state però i look sgargianti in seconda età, scleti per "Ragion di Stato"(amava dire lei) a renderla iconica agli occhi del mondo; unica ed interessante agli occhi di designer e professionisti di settore (nonostante il dichiarato divieto di griffe nel suo armadio, soprattutto se con sede oltre la manica).
da Victoria Beckam a Paul Smith, a Stella McCartney; ciascun designer ha rimembrato attraverso foto condivise sui propri social momenti unici della propria carriera condivisa con la regina Elisabetta II. Immancabile il ricordo di Anna Wintour, in prima fila accanto alla regina che 91enne decise di presenziare ad una sfilata di Richard Quinn.
LONDON FASHION WEEK: IL TRIBUTO DELLA MODA A SUA MAESTÀ
ELISABETTA II: IL RAPPORTO E CORDOGLIO DELLA MODA
ondon Bridge is Down. "Il ponte è caduto", recitava nel tardo pomeriggio dello scorso 8 Settembre il codice del protocollo reale, annunciando la scomparsa di sua Maestà Elisabetta II. La sovrana più longeva ed iconica della storia del Regno Unito si è spenta serenamente presso l'amata dimora di Balmoral ricevendo un grande cordoglio da tutto il mondo della moda.
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SERIE TV Long liveThe Crown il ritratto che rende umana una regina DI ARIANNA LOMUSCIO 25Metropolitanmagazine n. 7
TVSERIE 26 Metropolitanmagazine n. 7
THE CROWN: LA SERIE TV DA 21 EMMY E IL DRAMMA DI UNA REGINA
Il pubblico così ha una nuova occasione: può conoscere la "vera" storia. Il vero significato della frase “duty before self”, il “dovere prima di se stessi”, sin dal primo momento della corona di Elisabetta. E Claire Foy la rappresenta egregiamente, portando a casa un Golden Globe, un Emmy e due premi Screen Actor Guide. Ma poi lo scettro passa, e il tempo scorre: Elisabetta è alle prese con la mezza età, la maternità e con le pressioni del dovere. E arriva Olivia Colman. L’attrice dichiara al The Guardian che incarnare una delle figure più iconiche della storia “è la cosa più pressante che abbia mai fatto”. E come darle torto. Nel suo cammino sono enormi gli ostacoli che deve affrontare, forse, quello più eclatante il capitolo Diana-Carlo-Camilla, il famoso matrimonio a tre. Quando Carlo, interpretato da un impeccabile Josh
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DARE UN NOME AL FASCINO INEVITABILE DELLA CORONA
da 100 milioni di sterline e un decennio più tardi, Morgan torna faccia a faccia con la Regina Elisabetta, e stavolta non utilizza mezze misure. La scommessa è all in. La partita comincia con Claire Foy e Elisabetta non è solo Elisabetta II, ma è Lilibet (e guai a chi la chiami così!). Sì, il simbolo nazionale per eccellenza è una ragazza che regina non sarebbe mai dovuta diventare. Una ragazza a cui mettono la corona di punto in bianco, dal destino travolto in poche ore.
Inutile dire quanti Emmy abbia vinto, quanto successo abbia avuto in tutto il mondo. The Crown è entrato tra le mura top secret di Buckingham Palace e ha dato un significato alla distanza che c’è tra noi e la Royal Family. Ma Peter Morgan, il creatore della serie, ne sapeva abbastanza della famiglia reale, e solo lui poteva concederci un capolavoro simile. Morgan aveva già affrontato il tema in The Queen con Helen Mirren, e ci aveva già concesso un lato della Regina che nessuno (perlomeno nessun comune mortale) aveva mai visto. Ma con The Queen, Morgan aveva solo scalfito la superficie. Con un accordo con Netflix
a controversa The Crown, che da anni fa infuriare la famiglia reale, continuerà a sopravvivere nonostante la morte della Regina. Ma nel nostro immaginario, quasi sembra impossibile pensare The Crown senza Elisabetta II. Elisabetta II è entrata nella cultura pop con una miscela (quasi) perfetta di novità conservatrice, patriottismo e autoironia. È parte delle nostre storie, perché è stata lei stessa storia. E mai come The Crown, una serie aveva contribuito a plasmare l’idea del pubblico della Regina.
Adesso The Crown riprenderà a novembre, dopo lo stop per i motivi noti a tutti. E non sappiamo effettivamente se Morgan vorrà imbarcarsi nella narrazione della morte della sovrana. Ma noi crediamo che The Crown non possa esistere senza Elisabetta. Forse perché, nel nostro immaginario, è Elisabetta la corona stessa. Mm
O’Connor, è costretto a sposare Diana, la perfetta Emma Corrin, The Crown entra nel vivo del dramma umano, e ci sembra (quasi per un attimo) di non guardare la storia della corona inglese, ma di una madre che cerca di controllare le sorti del figlio. È lì che sembra Elisabetta sembra umana, eppure restando stratega. The Crown ci insegna che cosa significa portare la corona. Il “duty”, il dovere, lo Stato, è al di sopra di ogni cosa. Non c’è spazio per una lacrima, non c’è spazio per l’empatia, per la comprensione dell’amore di Carlo per Camilla. Il “duty” è ben altro. E non è di certo appartenere alla famiglia reale che consente di essere privilegiati. Non ci sono lacrime nemmeno davanti alla morte.
È proprio di questa linea che stiamo parlando. Quella che The Crown è riuscita a scovare, e a darle un nome. La corona di Elisabetta che nessuno mai prima era riuscito a rappresentare. Lei è la sovrana per eccellenza, ed è questa eccellenza che le ha permesso di regnare per tutti questi anni.
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