Metropolitan Magazine N. 02

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LIBRI

gli autobus traboccanti di persone che si fermano a ridosso della dogana; file enormi che attendono, un’attesa per non si sa quale vita. La delineazione di questo momento non è solo fisico o geografico: è palpabile, riga per riga, la sensazione emotiva di incertezza di quelle persone incastrate nell’attesa. L’attendere logorante non spegne la speranza: la madre di Aida rinfranca la bambina trepidante, dopo il lungo viaggio, pronunciando un termine: Nafaka. Un aiuto che arriva, insperato, quando tutto sembra perduto: ” Era fatalista, come tutti i bosniaci. Nella vita può capitare che hai pochissimo, ma tu resisti, ti arrangi, e poi arriva il momento che anche il pochissimo finisce […] allora da qualche parte ti arriva qualcosa. Quando succede noi diciamo che è nafaka”

E POI SAREMO SALVI, ALESSANDRA CARATI: EMIGRAZIONE, INCLUSIONE E HEIMAT

Dopo esser giunti a Milano, inizialmente, vivono insieme ad altre cinque famiglie. Ogni pagina è fortemente pervasa dal concetto di Heimat che diventa, a tratti, invalidante. Non si percepisce inclusione da parte dei genitori di Aida. La vita, adesso, è divisa da un prima e un dopo; i genitori della bambina sono travolti da una nostalgia che li consuma e fa credere loro che, il trasferimento in Italia, sia un qualcosa di temporaneo. Intanto, le notizie sulla guerra in Bosnia giungono anche a Milano e, Fatima e Damir,

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vivono la loro condizione corrosi dai sensi di colpa su ciò che accade a chi è rimasto. Saranno fondamentali i personaggi di Emilia e Franco; due volontari a cui, Aida, si legherà al punto di abbandonare per un periodo la famiglia di origine. Lo struggersi nostalgico si abbatterà fortemente sui genitori della bambina rendendoli incapaci di mostrare l’affetto alla figlia. Il padre è deteriorato da una rabbia tacita che lo lacera; la madre, dopo la nascita del fratello Ibro, sprofonda in un vortice di tristezza che la immobilizza. Lo stesso Ibro è contaminato da una strana frenesia. Aida è l’unica che prova a integrasi nella sua nuova vita; capisce che, per sopravvivere, deve recidere quelle radici che le sono connaturali. È una lotta solitaria e interiore quella di Aida che, nella narrazione, procede in base alle progressive età della protagonista.

UNA STORIA FRA EPICA E MODERNITÀ: UNO SGUARDO ALL’INCLUSIONE DI OGGI

Aida scorge in Emilia e Franco l’unico mezzo per sottrarsi al legame con la sua terra e integrarsi in Italia. Nonostante questa sua scelta le causi un profondo senso di vergogna e senso di colpa, decide di proseguire per non farsi travolgere da quell’ Heimat sempre più incombente. Ci riuscirà: diventerà un medico e si sposerà. Tuttavia, il richiamo


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