MeLoLeggo Magazine n.22 - Aprile 2016

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il cielo Il Gigante Gassoso In questo periodo il cielo notturno è

dominato dalla presenza di un astro particolarmente luminoso, che non brilla di luce propria bensì della luce del Sole; è il pianeta Giove, un “gigante gassoso” (termine astronomico inventato dallo scrittore di fantascienza James Blish, e ormai entrato nell’uso comune, per descrivere un grosso pianeta che non sia composto prevalentemente da roccia). Fu notato sin dall’antichità non solo per via del suo notevole splendore, ma anche per la sua natura di “plànētes astéres”, stella vagabonda, termine col quale erano considerati quegli astri che si muovevano nel cielo notturno rispetto allo sfondo delle stelle fisse. Una delle pirme civiltà a studiare i moti di Giove fu quella assiro-babilonese. Gli astronomi di corte dei re babilonesi determinarono con precisione il periodo sinodico del pianeta, ovvero il tempo che impiega, se osservato dalla Terra, per ritornare nella stessa posizione del cielo, rispetto al Sole; si servirono inoltre del suo moto attraverso la sfera celeste per delineare le costellazioni zodiacali. Giove fu oggetto di numerosi culti religiosi. Per i Babilonesi rappresentava

Marduk, il primo fra gli dei e il creatore dell’uomo. Per i Greci era Zeus, e Iuppiter per i Latini: re degli dei, sovrano dell’Olimpo, dio del cielo e del tuono. A lui fu dedicato il quarto giorno della settimana: giovedì deriva infatti dal latino lovis dies, mentre l’equivalente inglese thursday significa thor’s day, ossia giorno di Thor, il dio del tuono nelle culture nordiche. Rimase un oggetto di natura stellare fino a quando Galileo Galilei, con l’invenzione del primo telescopio, diede inizio ad una serie di osservazioni che portarono alla scoperta della sua vera natura fisica. Nell’autunno del 1639 l’ottico napoletano Francesco Fontana, testando un telescopio di sua produzione, scoprì le bande parallele all’equatore che caratterizzano l’atmosfera del pianeta.

Miriam Zanon

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