Registro dei progetti editoriali

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Non bisogna permettere che la morte ci trovi già morti. L’unica resurrezione possibile avviene in vita, ed è una trasformazione. Bisogna cominciare adesso a sentire la nostalgia per quello che non sarà piú. Questo Registro testimonia quella nostalgia. E insieme la volontà, ferma, che dalla nostalgia non può farsi frenare, di superare tutto ciò che non è già piú, per diventare ciò che non è ancora. Il progetto grafico del Registro è di Ferruccio Montanari. Il patrimonio iconografico della casa editrice, le elaborazioni grafiche, le foto originali, sono frutto del lavoro di Alessandra Maiarelli. La grafica è pensiero agito, indagine sul linguaggio collocata all’interno dei segni. Il segno grafico si interroga sulla somiglianza, e sulla distanza, tra le parole e le cose. E il lavoro grafico è una forma di pedagogia sintetica: letteralmente, significa il progetto editoriale. Il Registro è stato curato e compilato da Paolo Gervasi. Tutti i testi non firmati sono una sua riscrittura dei materiali e delle riflessioni che sono la casa editrice. Non solo una storia, ma uno spazio di compresenza dei progetti e degli interrogativi che hanno segnato oltre dieci anni di lavoro (2000-2011). Un unico discorso, presentato attraverso un montaggio di segni, una scelta sintattica che organizza parole altrui, come tutte le parole: che non ci appartengono, ma ci riguardano e ci raccontano. Dove non specificato diversamente, i contributi firmati sono inediti. L’editore e il curatore desiderano ringraziare tutti coloro che hanno contribuito, donando non solo testi e materiali, ma anche suggerimenti, impressioni, incoraggiamenti. Impossibile nominare tutti: ognuno in cuor suo nomini il dono che sa di averci fatto. Il compilatore del Registro vorrebbe ringraziare l’editore: perché non si è limitato a “commissionare” un lavoro, ma ha messo in movimento tutte le idee di cui questo lavoro è fatto. L’editore però rifiuterebbe il ringraziamento, perché ritiene tautologico affermare che un editore abbia messo in movimento delle idee. Senza movimento di idee non si dà editore, direbbe pensando a Piero Gobetti. Ha ragione: se fosse frequente incontrare degli editori tra coloro che stampano libri, allora questo ringraziamento sarebbe superfluo, e il lettore potrebbe non leggerlo.


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