Dall'Intelletto all'Intuizione

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tà di un buon apparato mentale. Una mente esercitata, una memoria ben provvista ed una intelligenza colta faciliteranno assai l’opera dell’anima, permettendo una ricezione corretta ed un’esatta registrazione della sua conoscenza. A quest’attività mentale succederà un processo di trasmissione delle informazioni ricevute al cervello mantenuto in attesa quiescente. Quando l’anima ha imparato a valersi del suo strumento, mediante la mente e il cervello, il contatto diretto e la collaborazione tra i due si fanno sempre più facili e permanenti, così che l’uomo può dirigere a volontà la mente sulle cose terrene, ed essere membro efficiente della società, o sulle cose celesti, ed agire nel suo vero essere quale figlio di Dio. Se ciò si verifica, l’anima usa la mente quale agente trasmettitore, e il cervello fisico è addestrato ad accogliere quanto gli è trasmesso. Il vero figlio di Dio può vivere contemporaneamente in due mondi; è cittadino del mondo e del Regno di Dio. Non potrei chiudere meglio questo capitolo, che riportando alcune parole di Evelyn Underhill: “La piena coscienza spirituale del vero mistico è sviluppata non in una sola, ma in due direzioni, opposte in apparenza e complementari in realtà... Da un lato, egli è intensamente consapevole dell’attivo mondo del divenire e sa di essere una cosa sola con esso... Quindi, sebbene abbia spezzato per sempre le catene dei sensi, egli percepisce in ogni manifestazione di vita un significato sacramentale, una bellezza, una meraviglia, un senso soprannaturale che è nascosto agli altri uomini... D’altra parte, la piena coscienza mistica giunge sino a quella che è, io credo, la sua caratteristica più spiccata. Sviluppa la facoltà di comprendere l’Assoluto, il Puro Essere, la Trascendenza totale... Quest’espansione di coscienza in ogni direzione, col suo duplice potere di conoscere per comunione sia il temporale che l’eterno, sia gli aspetti immanenti che quelli trascendenti della realtà... è il contrassegno particolare, l’ultimo sigillo del grande mistico...”82. Considereremo adesso gli effetti di questa duplice attività e di questa facilità di rapporti. L’intuizione comincia a funzionare; l’illuminazione viene sperimentata, e va studiata la vita d’ispirazione, con le sue molte caratteristiche particolari. Cercheremo di farlo nel prossimo capitolo.

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Underhill, Evelyn: Misticismo, pag. 42-43. 55


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