Thomas e le gemelle Ovvero la strana faccenda del mostro con gli occhi di luce gialla

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una nuova agenzia di investigazioni Il primo libro che ho letto di Carlo Lucarelli è stato Almost Blue. Ma chi non ha letto Almost Blue? Con pennellate precise e sanguigne, alla stregua di Guccini, in quelle pagine dipingeva Bologna, non solo quella universitaria, con suspense e intensa musicalità. Un connubio inedito, il nero e l’immaginario pop fusi insieme, materiali creativi che confluivano in una scrittura espressiva e magistralmente lineare. Un romanzo cult, punto di riferimento per molti. Essendo della mia generazione, Lucarelli ha rappresentato per me il noir contemporaneo, un genere letterario che amavo, e che cominciava a mescolare più generi insieme, a contaminarsi, e a essere ribelle, denunciatario. Ha scritto molti romanzi di successo, ha firmato regie, drammaturgie, e belle e coraggiose trasmissioni televisive, diventate anch’esse dei veri e propri programmi di culto. Come scrittore e come uomo, avendolo poi conosciuto, devo dire che Lucarelli resta essenzialmente un indomito, caparbio e appassionato amante delle sfide, per il cruccio etico, più che politico, forse, di rimestare nella verità, quella umana e sociale che riguarda il nostro Paese. Non l’ho mai visto arrestarsi o indietreggiare di fronte allo scavo meticoloso di una storia o di una ferita che ci riguarda tutti. È uno dei pochi, a mio parere, a mettersi completamente al servizio di ciò che racconta, che si tratti di fiction o di un pezzo importante della nostra Storia, e lo fa con precisione clinica, intuito femminile e il polso fermo dell’inchiodatore. La verità, dicevo. Esserne testimoni, esserne interpreti, osservare il mondo da vicino, senza preconcetti ideologici, anche nelle sue pieghe più amare, nei suoi scandalosi scrigni chiusi,

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