Asta di Antiquariato

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frase: “Questo quadro dell’Olivero, Pittore piemontese del secolo ora scorso, rappresentante un Cerretano astrologo; unitamente all’altro quadro dell’istesso pittore, rappresentante due Cerretani Cantanti, formavano due sovraporte di casa Paterna in Piazza Carignano. Ella essendo stati molto danneggiati nei cangiamenti d’alloggio, furono graziosamente ristorati e rintelati dall’Amico Pittore Pietro Righini Professore di paese alla Regia Accademia Militare, a richiesta di me Brachi Felice Chirurgo. Torino l’anno Mille ottocentocinquantatre.” La storia dei dipinti appare dunque particolarmente interessante: ritenuti erroneamente opere di un altro illustre bambocciante piemontese settecentesco: Pietro Domenico Ollivero; già sovrapporte di un palazzo che si affacciava sulla barocca e bellissima piazza Carignano a Torino, vengono restaurati e ridotti a dimensione di quadri da un importante pittore torinese Pietro Righini (1793-1856). Il Righini era specializzato nella litografia, nel restauro e nella realizzazione di paesaggi romantici molto ricercati da tutta la nobiltà piemontese, stimato e collezionato da re Carlo Alberto di Savoia e da sua moglie Maria Cristina, professore dal 1831 alla morte presso l’Accademia Militare di Torino. Nel 1853 i quadri risultano di proprietà del chirurgo Felice Brachi di Torino che dichiara però che erano già presenti in piazza Carignano nella “casa paterna”: si arriva pertanto verso l’inizio dell’Ottocento, in un tempo non troppo lontano da quello del Graneri che dipinse evidentemente i due quadri su commissione per qualche palazzo nobiliare affacciato sulla piazza che ha sempre ospitato palazzi ed appartamenti di alto livello. Si trattò comunque di una committenza importante, considerata la qualità dei due dipinti che è molto alta (non sempre il Graneri mantenne questa qualità pittorica), lo stile disinvolto, la pennellata pastosa, di grande effetto, i colori molto accesi e piacevoli con effetti particolarmente felici negli accostamenti Cronologicamente le opere si devono collocare nella fase della prima maturità artistica del pittore, all’inizio degli anni Quaranta del Settecento, quando Graneri, ancor giovane, era comunque già molto richiesto dalla committenza nobiliare locale che ne apprezzava le notevoli doti pittoriche. Lo stato di conservazione delle tele è ottimo. Dott. Arabella Cifani

Bibliografia: Per il Righini, cfr. Pittori dell'Ottocento in Piemonte : arte e cultura figurativa 1800-1830 , a cura di Piergiorgio Dragone, Torino 2002, p. 363, ivi bibliografia. Per il Graneri cfr.: Arabella Cifani, Franco Monetti, I piaceri e le grazie. Collezionismo, pittura di genere e di paesaggio fra Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1993, tomo secondo, pp. 325-412 e tomo primo, passim; A. Cifani, F. Monetti Schede “Giovanni Michele Graneri”: L’estate, L’Autunno, e La Piazza del Municipio di Torino (Piazza delle Erbe) con il mercato e l’estrazione del lotto, in Le immagini affamate. Donne e cibo nell’arte. Dalla natura morta ai disordini alimentari, Aosta 2005, pp. 183-185 e relative tavole; A. Cifani, F. Monetti ,“Al popol di Turino pane vino e tamburino”. Svaghi, divertimenti e giochi dei torinesi fra Sei e Settecento nella pittura piemontese di genere e di bambocciata, in: Giochi svaghi e passatempi. Dal Medioevo all’ottocento, Archivio Storico della Città di Torino, 2006, pp. 57-61; A. Cifani, F. Monetti La memoria della battaglia di Torino nell’arte piemontese, in Torino 1706, L’Alba di un regno, a cura di R. Sandri Giachino, G. Melano, G. Mola di Nomaglio, Torino 2006, pp. 29, 38-42, 127, 175, 183-184, 188-190, 208-207, 215219, 224-225, 234-235, 267-277.

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