Asti

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… da Asti a Valenza Po …

Da degustare

Il Ruché ripartito da Castagnole Il miracolo di sindaco e parroco Si dice un miracolo. Ma neppure un miracolo accade per caso. A Castagnole Monferrato il miracolo lo hanno fatto insieme, alla metà degli anni ‘80, il Parroco e il Sindaco, don Giacomo Cauda e Lidia “Rina” Bianco. Il primo lavorando la vigna della Parrocchia, la seconda dando mano alle carte, ma soprattutto alla fantasia e al cuore, hanno resuscitato un vino già morto, sepolto e dimenticato: il Ruché. Il riconoscimento della denominazione di origine controllata “Ruché di Castagnole Monferrato” risale alla fine del 1987. Si produce in sette comuni della zona. Oltre a Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo, Viarigi. Si produce con uve Ruché al 90 per cento e piccole aggiunte di Barbera o Brachetto, la gradazione minima è di 12 gradi, non è prescritto invecchiamento. Di colore rosso rubino con troppo carico, con leggeri riflessi violacei talvolta tendenti all’aranciato, rivela un profumo intenso, persistente leggermente aromatico, fruttato. Di sapore armonico a volte leggermente tannico, si rivela spesso un’autentica sorpresa. È un vino secco, ma il disciplinare prevede anche la versione amabile in omaggio all’antica tradizione contadina. Un gioiello ancora da scoprire di queste colline che dalle Terre d’Asti si affacciano verso l’Alessandrino e non intendono tradire l’antica vocazione enologica.

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