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Duri come rocce?
by mauro.forte
II.6 La lentezza delle gocce
L’accrescimento delle concrezioni è molto lento, può variare da un minimo di 0,23 mm ad un massimo di 2,5 mm ogni anno. Il diverso tempo di accrescimento è dovuto alla frequenza di caduta delle gocce d’acqua e del loro contenuto in calcare: uno stillicidio più lento dà origine ad una stalattite di grandi dimensioni e ad una stalagmite sottostante alta e sottile. Un flusso d’acqua maggiore dà origine ad una stalattite più corta e ad una stalagmite tozza e di ampio diametro. In entrambi i casi, se lo stillicidio persiste per un tempo sufficiente, le due concrezioni possono arrivare a fondersi, dando origine ad una colonna.
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II.7 La sala 200
200 sono i metri di lunghezza di questa sala, la prima che si incontra appena superato l’arco naturale che delimita il confine dell’Abisso Ancona. Al centro del soffitto di questa sala troviamo l’imponente “Spada di Damocle”, stalattite stretta e aguzza che incombe sulla testa dei visitatori. La Sala 200 nasconde il tesoro più prezioso di Frasassi: la parte superiore, inaccessibile al pubblico, custodisce gli “Scrigni”, dove si trovano meravigliose concrezioni di aragonite, veri e propri gioielli incastonati nella roccia.
II.8 I colori delle grotte
Al visitatore le grotte appaiono illuminate dalla luce artificiale ma in condizioni naturali sono completamente al buio. Il colore delle concrezioni è di un bianco purissimo, oppure tendente ad un rosato sempre più intenso man mano che cresce il contenuto di ossido di ferro. Lievi sfumature grigio cenere indicano la presenza dell’ossido di manganese. Il contenuto di minerali presenti può dare luogo a gradazioni di tonalità ben amalgamate, oppure disposte in strati ben delineati, che danno luogo alle caratteristiche “Fette di Pancetta”: stalattiti lamellari bianchissime al centro e rosse sui bordi, costituite da strati ben separati di calcite e ossido di ferro rosso. La caratteristica che subito salta all’occhio del visitatore è l’aspetto traslucido delle rocce che formano le concrezioni. Questa trasparenza è indicatrice della vitalità delle Grotte, ovvero che qui continua, da parte dell’acqua, il lavoro di costruzione delle concrezioni, che dà luogo nel tempo a nuove forme e colori. Addirittura oggi si osservano piccole stalattiti assenti al momento della scoperta delle Grotte, nel 1971. Questo è forse il tratto più distintivo di Frasassi che differenzia questo sistema di cavità da altri complessi ipogei, dove prevalgono le grotte “secche”, prive di acqua. A Frasassi l’ambiente è ancora “vivo” e dona suggestioni uniche.