materiali foucaultiani I,2

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84 John Iliopoulos Tutto questo soggiace all’operare dei manicomi, delle prigioni, degli ospedali, delle modalità di comportamento sessuale: Diciamo insomma che non si tratta di confrontare delle pratiche con l’unità di misura di una razionalità, per poterle poi in questo modo considerare come forme più o meno perfette di razionalità; piuttosto, si tratta di vedere in che modo delle forme di razionalizzazioni si inscrivano all’interno di certe pratiche, o all’interno di certi sistemi di pratiche, e di vedere quindi quale ruolo esse vi giochino. Perché è sì vero che non esistono delle “pratiche” al di fuori di un certo regime di razionalità. Ma […] quel che vorrei fare è analizzare [un tale regime] secondo i due assi: da una parte la codificazione-prescrizione (in che cosa esso forma un insieme di regole, di ricette, di mezzi in vista di un fine, ecc.), e dall’altra di formulazione vera o falsa (in che cosa esso determina un campo di oggetti a proposito dei quali sia possibile articolare delle proposizioni vere o false)2.

Per il nostro studio, è centrale il fatto che Foucault non analizzi le forme di razionalità solo nei termini delle loro caratteristiche istituzionali e che non consideri unicamente l’ambito della loro realizzazione e le forme di sapere che esse producono. Egli esamina anche le fratture, le rotture, i punti di rovesciamento e le pratiche di resistenza che emergono non appena una forma di razionalità giunge al limite della propria applicazione: Sarebbe meglio considerare la razionalizzazione della società o della cultura non come totalità, e analizzare un tale processo in diversi campi, in cui ciascuno rimanda a una esperienza fondamentale: la follia, la malattia, la morte, il crimine, la sessualità ecc.3

Il punto di ancoraggio della critica foucaultiana è questo orizzonte etnologico fatto di relazioni di potere costituite, del limite esterno della loro realizzazione, e dell’interazione antagonistica tra razionalità su cui esse si basano e quel che esse escludono. Foucault impiega l’etnologia come un genere di discorso che ha a che fare con l’instaurazione di divisioni razionali e con la demarcazione di limiti culturali4. Come genere di discorso M. Foucault, Perché la prigione. Quattro risposte, in Poteri e strategie. L’assoggettamento dei corpi e l’elemento sfuggente, a cura di P. Dalla Vigna, Milano, Mimesis 1994, p. 77. 3 M. Foucault, Il soggetto e il potere, in H.L. Dreyfus e P. Rabinow, La ricerca di Michel Foucault. Analisi della verità e storia del presente, La Casa Usher, Firenze 2010, p. 281. 4 Come Foucault nota in un’intervista, in cui discute la forma di critica da lui proposta, «il s’agirait de quelque chose comme d’une ethnologie de la culture à laquelle nous appartenons [si tratterebbe di una sorta di etnologia della cultura cui apparteniamo]»; M. Foucault, « Qui êtes-vous, professeur Foucault ? », in Dits et écrits I, 1954-1975, Gallimard, Paris 2001, p. 633. 2


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