Alberto Campo Baeza. Pietra, luce, tempo

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Solidi stereotomici Dopo essersi stratificata sul piano orizzontale, la materia litica cresce nella costruzione di masse plastiche e inerti, di cubi e prismi elementari capaci di sostanziare con immediatezza l’idea di gravità tanto cara a Campo Baeza. Così nelle opere dell’architetto si materializzano solidi stereotomici dove il corpo della pietra, opaco, pesante e geometrizzato viene affermato e presentato in tutta la sua interezza per essere successivamente intagliato attraverso cavità profonde, create non per indebolire la massa, erodendola e svuotandola, ma per rafforzarne l’immagine di stabilità, rendendone immediatamente percepibili le sezioni piene e gli spessori generosi. I solidi si arricchiscono quindi di corti e patii, spazi introversi individuati di frequente da muri di cinta spessi e continui e definiti da ampie stesure pavimentali e parietali ancora una volta litiche. Come il processo di scavo, anche la collocazione di reticoli o scatole tettoniche leggere e trasparenti accanto ai volumi di pietra intende valorizzare per Baeza la solidità della costruzione. Se il complesso scolastico di Loeches (1989), con i suoi muri rustici realizzati con pezzi lapidei sommariamente sbozzati, rappresenta una prima ermetica affermazione dell’architettura stereotomica baeziana, è con la Biblioteca civica a Orihuela (1992) che il progettista sviluppa e articola compiutamente il tema di una composizione fatta di solidi litici puri e compatti. L’edificio è costituito da due volumi ad L ruotati e accostati ad individuare una corte centrale: il primo corpo comprende due facciate storiche esistenti i cui elementi vengono totalmente rielaborati in pietra; il secondo è ricoperto da un rivestimento litico omogeneo, e si staglia nitido con i suoi spigoli vivi e le sue facciate perfettamente rettificate e complanari. Anche la corte è interamente foderata di una placcatura lapidea che si stratifica in continuità sul pavimento, sulle alte pareti, sulle spalle dei profondi tagli finestrati e sui setti murari liberi che ne invadono obliquamente lo spazio a sostegno delle rampe delle scale. La biblioteca, costruita unicamente attraverso la composizione di solidi e cavità di pietra, afferma con chiarezza una sostanziale gravità stereotomica enfatizzata per contrasto dall’aerea presenza di una trasparente pensilina tettonica, che ricopre la corte ed è sostenuta da esili colonne metalliche. Anche il Centro Balear de Innovación Tecnológica di Inca (1995) è un’opera esemplare della nozione baeziana di solidità stereotomica. L’edificio è costituito da un largo basamento di impianto triangolare; una forma unitaria, pura e compatta. Il podio è di pietra e comprende un muro spesso e chiuso che si innalza sulla sua sommità ribadendone l’intero perimetro. Sul basamento si crea così un’ampia corte-agorà murata, un hortus conclusus aperto verso il cielo e definito da una stesura omogenea di grandi lastre di travertino romano, nella pavimentazione come anche nel rivestimento del muro. All’interno della corte si trova la parte tettonica dell’edificio, una scatola di cristallo completamente trasparente che appoggia con levità sul piano orizzontale in travertino. La sintassi dell’architettura di Alberto Campo Baeza è ancora una volta semplice e chiara: la costruzione è fatta di pietra e parla il linguaggio della gravità; il centro o la sommità della composizione ospitano un cuore tettonico pensato per enfatizzare la percezione della solidità stereotomica dell’insieme; gli spazi sono definiti da superfici litiche continue e sono totalmente introversi o traguardano su prospettive distanti o all’infinito.

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