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La posta Caro Adelino, sull’Ospedale è tornata la bufera. Senza avvisi di alcun genere ci è stato comunicato che con il primo luglio l’ospedale diventa part-time, con la chirurgia che chiude i battenti dal venerdì sera al lunedì successivo. Chi avrà necessità di interventi, fratture comprese, verrà trasferito a Trento o a Rovereto, e che Dio gliela mandi buona... Flavio Sono furibondo, anche se il sospetto che che il nostro ospedale finisse defogliato di quasi tutti i suoi servizi l’ho sempre avuto e l’ho anche sempre denunciato. Ma ora s’è passato il limite della decenza. Si è aspettato il momento giusto in cui le Giudicarie si trovano senza rappresentanza con i Sindaci appena nominati e la Comunità in scadenza, per sferrare un ulteriore attacco alla nostra qualità della vita. Un giochino indegno di una Provincia Autonoma e di una società civile. Al

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Ora è tempo di prendere decisioni eclatanti, coinvolgendo la popolazione

Ospedale, la pazienza è finita di là del fatto di per sé grave della chiusura di una delle funzioni basilari del nostro ospedale, il metodo ambiguo e codardo usato dai responsabili della sanità Provinciale, è estremamente offensivo per la gente giudicariese. E con la gente dovrebbero sentirsi offesi i Sindaci e gli amministratori delle Giudicarie che ne sono i rappresentanti. Allora diciamoci finalmente la verità che tutti sanno ma che nessuno vuole denunciare: nel disegno della ristrutturazione della sanità trentina messo a punto dall’Assessorato alla Sanità (Borgonovo & C.) si prevede che negli ospedali periferici rimanga ben poco, la me-

dicina geriatrica, le visite specialistiche (non tutte!), e un pronto soccorso che finora s’è dimostrato inadeguato. Per il resto, personale compreso, tutti a Trento. Questo avverrà in un paio d’anni, gradatamente, col metodo finora usato, opaco, fangoso, passo dopo passo, con puntate in avanti e passi indietro, ma alla fine la riforma verrà portata a termine e le valli verranno abbandonate a se stesse. Eccetto la val Non, s’intende, quella è sacra, nessuno la tocca, povera com’è, ha bisogno del massimo sostegno(!). E cosi s’è tentato finora con ginecologia, e mentre raccoglievamo le firme di proteste, finite nel ce-

stino, ci toglievano anche la mammografia. Adesso è toccato a chirurgia, in autunno si provvederà a chiudere un altro reparto già individuato, poi in primavera qualcosa d’altro ancora, fino al raggiungimento del loro obbrobrioso obbiettivo. E non lasciamoci illudere, sembra che la Provincia abbia bloccato quest’ultimo provvedimento, ma è la solita solfa, passata la buriana, calmati gli animi della protesta, si confermerà la chiusura e buona notte. E così per i prossimi due anni. Intanto con alcune esperienze abbiamo già misurato lo stato di efficienza degli ospedali di Trento e Rovereto: un pronto soccorso intasato oltre ogni limite,

il cittadino verrà così spedito di qua e di là, senza che si capaciti. Proprio in questi giorni una signora di Bondo, bisognosa di un intervento non da poco, s’è vista sballottare su e giù da Rovereto a Trento fino a non poterne più, con relativa denuncia. Questo è quanto ci aspetta. Purtroppo non so che cosa si potrebbe fare vista l’esperienza vergognosamente inutile della raccolta firme, di certo non si deve mollare, questa volta più che mai. E tanto per completare la commedia, in risposta all’invito al confronto da parte dei nostri Sindaci, proprio in questi giorni, hanno spedito da Trento due alti funzionari, uno in attesa

Esperienze di… viaggi!

Ho deciso! E’ arrivato il momento di raccontare l’ultima esperienza di viaggio durante il quale ho ricevuto forti sollecitazioni emotive per un articolo sul nostro Giornale delle Giudicarie. Milioni di chilometri percorsi, tanti Paesi e Nazioni visitate, molte persone conosciute, forti emozioni, momenti indimenticabili ed infiniti ricordi… questi, in sintesi, gli ultimi 25 anni della mia vita. Il programma dell’ultimo viaggio di 5 giorni prevedeva partenza da Trento il 10 giugno 2015 con destinazione Dresda e Berlino. Al mattino presto - come spesso accade - appuntamento con i 45 viaggiatori dell’ Associazione degli ex-Sindaci Trentini, e son partito in direzione della Germania, alla guida del pullman GT e spesso affiancato dal Prof. Bernard che ringrazio per le preziose ed esaustive spiegazioni sulla storia, itinerario e cultura. Nel tardo pomeriggio arrivo a Dresda (Dresden), è la capitale della Sassonia ed è geograficamente vicinissima al confine con la Repubblica Ceca. Abbiamo cenato e pernottato in un confortevole albergo in centro. Dresda è una città d’arte e cultura che sorge sulle sponde dell’Elba, spesso definita la bellissima “Firenze sull’Elba” per le affinità rinascimentali con la città toscana. Durante il viaggio abbiamo cominciato a conoscere la parte più antica di Dresda (Altstadt) per poi scoprire la parte nuova, che si è rivelata molto interessante. A seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale che hanno raso al suolo l’intera città (1945), oggi, Dresda può vantare uno splendido centro storico fedelmente ed interamente ricostruito pietra su pietra. A separare la parte nuova (Neuestadt) da quella antica, il fiume Elba, su cui si affaccia uno degli scenari più fotografati: la promenade (Brulische Terrasse) con

ricchi palazzi e torri svettanti, definita da Goethe “il balcone d’Europa”. Dresda è semplicemente spettacolare, una delle città di provincia più belle che mi sia capitata di vedere e suscita forti emozioni, che mi trasmettono anche i viaggiatori al ritorno dalla visita guidata. Affascinante l’enorme complesso barocco nei presi dello Zwinger, richiede tempo per percorrere le mura esterne circondate da fossati con cigni e papere, all’interno vi sono palazzi collegati da gallerie che ospitano musei ed i giardini del Re, con fontane zampillanti, ed il gigantesco carrillon, composto da campane di ceramica bianca, collocato sopra uno degli ingressi principali. Al termine della visita della città siamo partiti alla volta di Berlino e lungo il viaggio abbiamo pranzato e visitato il centro di Meissen, famosa in tutto il mondo per le sue porcellane. Arrivo per cena in albergo prestigioso ed in centro alla città di Berlino. La visita della città è stata focalizzata sugli elementi salienti della storia e cultura: dalla piazza di Alexanderplatz e Torre della Televisione di Berlino(Fernsehturm), alla Fontana di Nettuno ed il municipio rosso (Rotes Rathaus), una

breve passeggiata al Duomo che è il più grande luogo di culto protestante della città. Non poteva mancare la visita al complesso Hackesche Hofe, sinonimo di rinnovamento per la città di Berlino, composto di otto cortili comunicanti che son stati restaurati dopo la caduta del muro. Si trova nel quartiere che dal 1700 era abitato dagli ebrei e, poco distante, sorse la più grande Sinagoga della Germania che oggi ospita la fondazione Centrum Judaicum. Uscendo dai cortili, lungo la via che porta alla Sinagoga, nella pavimentazione stradale sono incastonati dei cubetti in ottone con incisi i nomi di ebrei, soprattutto donne, arrestati nel quartiere ed i campi in cui furono uccisi. Con il pullman non poteva mancare un ampio giro della città: dalla Porta di Brandeburgo, passando vicino al Parlamento tedesco ed al distretto governativo (Regierungsviertel) che è vicino al Reichstad, una sosta alla “foresta di pilastri” in cemento di diverse altezze erette in memoria delle vittime dell’olocausto, un giro nella piazza ultramoderna situata nel quartiere Tiegarten (PotsdamerPlatz - Sony Center) ed arrivo all’isola dei musei. Infine, un lento ed attento passaggio all’incrocio tra Unter Der Linder e Freidrichstrasse per osser-

vare attentamente il Checkpoint Charlie (civico n. 43) ed i palazzi che oggi ospitano Musei; da qui prendiamo la direzione per Muhlentrasse dove si trova “East Side Gallery”, il più lungo residuo del muro (circa 1 Km) che mostra 106 graffiti e murales che artisti di tutto il mondo hanno voluto lasciare sul tema della pace e della caduta del muro nel 1989. Ho tentato di descrivere i luoghi e raccontare le emozioni vissute con le persone che hanno partecipato al viaggio e che mi hanno lasciato bellissimi ricordi; come le esperienze vissute durante i numerosi viaggi realizzati con l’Associazione in questi anni. Durante i lunghi spostamenti di viaggio non sono mancati i momenti di relax, condivisione d’idee e pranzi che hanno permesso di rallegrare la “combriccola”, saziare le pance e gratificare i palati con cibi locali e birra a piacere… tranne per il sottoscritto sempre e comunque in servizio, che ha fruito e gradito la piacevole compagnia! Sento il bisogno di esprimere riconoscenza ai viaggiatori per i piacevoli momenti trascorsi insieme e dei quali mi hanno fatto partecipe, all’Associazione degli ex-Sindaci Trentini ed in particolare un sentito ringraziamento ad Adelino Amistadi ideatore ed organizzatore insieme ad Armando Benedetti che si è occupato dell’accompagnamento del gruppo e di sostenerlo con barzellette simpatiche, allegria e spontaneità. I ricordi di quest’ultimo viaggio (Dresda e Berlino), le qualità di ogni partecipante ed i momenti piacevoli vissuti insieme, mi faranno compagnia durante gli innumerevoli chilometri che guiderò nel futuro. In attesa di accompagnarvi nel prossimo viaggio, auguro a tutti… buona vita!!! Armando Appoloni (Autista TrentinoBus)

di pensione entro l’anno e l’altro già dimissionato perché troppo bravo (?), che evidentemente del problema ormai non gliene importava granché. Niente assessore, sempre occupata quando si tratta di confrontarsi con i territori per “piazzare” immigrati (due le sue venute in questi giorni a Roncone per sensibilizzarci (?) sul tema) e niente Presidente occupato in ben altre cose. Un incontro inutile che i Sindaci neanche dovevano accettare, il confronto doveva essere politico e non amministrativo. Ma tant’è, neanche i Sindaci sembrano rendersi conto della gravità del problema. Solo il Gigi Olivieri, per poco ancora assessore della Comunità, ha fatto il suo dovere, così come Mario Tonina, ma molti altri amministratori se ne sono andati come se la questione non li riguardasse. Forse no, perché sono giovani e forti, ma la chiusura finale dell’ospedale sarebbe un trauma inaccettabile per la gente che rappresentano e per la serenità e la qualità della nostra vita. Spero che ci ripensino e prendano posizione, per Dio, è un loro preciso dovere! Dovranno essere i Sindaci, una volta tanto concordi, ad intervenire, cominciando col chiedere le dimissioni dell’Ass. Borgonovo, vera artefice di tanta protervia, e minacciando le dimissioni collettive se non verrà modificato il piano sanitario. E’ il minimo, intanto inviterei la gente, tutta la gente, a responsabilizzare e spingere i propri amministratori in una forte azione di protesta, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo. Guai ai codardi e ai disertori! Se non lo faranno, sarà la gente a scendere in piazza, è troppo importante la posta in gioco, si tratta della nostra vita. Ricordiamoci delle eroiche gesta dei nostri avi che sono ricordati per la battaglia del Dazio di Tempesta e della Guerra delle Noci, facciamo in modo d’essere anche noi ricordati con altrettanta gratitudine per l’impegno e la passione nel salvare il nostro Ospedale, voluto, perchè necessario, dai nostri nonni ed oggi espropriato e demolito dall’insipienza di una politica sanitaria a dir poco strampalata. Adelino Amistadi


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