Giornale_delle Giudicarie aprile 2021

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Memoria

APRILE 2021

Finché, visto un minimo segno di vita o una piccola luce, scendeva veloce in picchiata come un falco e scaricava su quel punto un inferno di metallo tra bombe e colpi di mitragliatrice. Non faceva distinzioni tra civili e militari. Una volta colpito l’obiettivo, proseguiva il suo volo, per poi sparire alle prime luci dell’alba. Non era un bombardiere: quelli si muovevano in grandi stormi per bombardare le città, i centri industriali e le infrastrutture militari. E nemmeno un caccia: questi erano piccoli e si facevano vedere di giorno e non così spesso. Chi è che terrorizzava così le popolazioni rurali italiane? Ebbene tutte le testimonianze, dalla Puglia alla Lombardia e dalla Sicilia al Veneto sono concordi: si trattava di Pippo. E no, non si trattava del simpatico e goffo personaggio della Disney. Chi o cos’era esattamente? Per saperlo andiamo agli ultimi anni di guerra, quando la situazione in Italia era ormai disperata: l’imprudente scelta di entrare in guerra aveva portato la Penisola ad una serie di gravi sconfitte prima e dell’invasione poi. A partire dall’autunno del 1943, in un’Italia divisa e in preda a una vera e propria guerra civile, a farne le spese erano i civili innocenti. Era a loro che Pippo andava spesso a “far visita”. Ma chi era Pippo? Ebbene, Pippo era un aereo, o meglio, più aerei dell’aviazione angloamericana. Per la precisione bombardieri leggeri o cacciabombardieri adattati al ruolo di ricognizione notturna, dotati di sistemi radar per il volo cieco. Erano bimotori di diverso tipo: gli inglesi avevano i DeHavilland Mosquito e i Bristol Beaufighter, mentre gli americani schieravano i Northrop P-61 “Black Widow”, i Douglas A-20 “Havoc” e gli A-26 “Invader”. Tutti veloci, pesantemente armati e dotati di grande autonomia per svolgere la loro missione di ricognizione notturna in profondità nel territorio nemico. Sì, perché le azioni di (o dei) Pippo rientravano in un preciso piano strategico di “guerra psicologica”, chiamato “Night Intruder”. Queste missioni, che ogni aereo eseguiva in solitaria, venivano effettuate nel periodo dal tramonto all’alba e potevano avere diversi obiettivi tra i quali l’attacco a bersagli specifici (ferrovie, depositi, ponti), la semplice ricognizione o il rifornimento di brigate partigiane. In ogni caso era previsto l’attacco a qualsiasi “bersaglio d’opportunità” che

Le testimonianze di chi ha vissuto i raid aerei

“Spegnete le luci, arriva Pippo!” di Aldo Gottardi Qualcosa si aggirava di notte nei cieli dell’Italia centro-settentrionale durante la Seconda Guerra Mondiale, seminando il panico nelle campagne e nelle vallate. Nessuno sapeva chi o cosa fosse, ma nel buio lo si sentiva arrivare. E allora bisognava spegnere tutte le fonti di luce e nascondersi immediatamente.

Questa “cosa” arrivava all’improvviso, anticipata di poco dal cupo rombo dei suoi motori. Sembrava persa nel cielo nero della notte, o che se ne andasse in giro come un enorme predatore metallico in cerca della sua preda. Poteva vagare per ore, passando da valle a valle, aspettando ed osservando. i battenti, ma non erano fatti bene e quindi dalle fessure si poteva vedere la luce. Così noi mettevamo ai bordi delle finestre della carta blu in maniera che tutto sembrasse buio. Pippo si abbassava molto e sorvolava a pochi metri dalle nostre case, sembrava che fosse sul tetto. Aveva con sé mitragliatrici e bombe. Le mitragliatrici erano molto potenti e quando i colpi cadevano su una superficie la frantumavano.” (R. F., Ponte Arche) “Di notte si sentiva sempre il rumore di Pippo che volava sopra la valle. Una notte l’ho sentito scendere in picchiata verso la strada che saliva da Tione verso l’attuale località

si fosse incontrato, come movimenti sospetti, luci od ombre nel fondovalle o nelle campagne, con lo scopo di terrorizzare i civili e fiaccare la loro resistenza. E così anche le Giudicarie, nelle fasi finali della guerra, conobbero Pippo, del quale non mancano le testimonianze: “Negli ultimi mesi quasi tutte le sere veniva il Pippo, un aereo che bombardava se vedeva la luce,

allora c’era sempre il coprifuoco. A Marazzone, c’era una piccola falegnameria, e avevano qualche luce accesa, e il Pippo l’ha vista e bombardata, ma per fortuna le bombe sono cadute appena sopra, in un campo.” (Olivia Reversi, Rango) “Verso la fine erano apparsi dei bombardieri con mitragliatrici e quando volavano bassi bisognava cercare un riparo perché quasi sempre sparavano.

Sparavano sia di giorno che di notte, e non si poteva dormire per paura che Pippo arrivasse se vedeva anche solo un lumicino. Mi ricordo che a Dasindo un giorno è stata mitragliata un’auto privata con a bordo una signora che è morta!” (Costantina Zambotti, Campo Lomaso) “L’aereo più famoso era il Pippo e quando faceva buio noi, sapendo che egli mitragliava se vedeva luce, chiudevamo

Polin e mitragliare qualcosa. Non si è poi saputo cosa Pippo abbia attaccato, forse una macchina.” (P. C., Tione) Le missioni notturne di Pippo si fecero col tempo sempre più frequenti, tanto che ormai per i civili ogni aereo che si sentiva di notte era identificato con Pippo e, diventando ormai una presenza costante e spaventosa, circolarono anche diverse “fake news” nei suoi confronti.

Ad esempio, si diceva che in realtà Pippo fosse un velivolo dell’Asse che nottetempo controllasse il rispetto del coprifuoco, o che deliberatamente mitragliasse i civili in modo che questi lo identificassero per americano aumentando così l’odio verso il nemico. Più diffusa invece, grazie anche alla censura nazifascista, era la diceria che Pippo fosse solo un unico aereo, l’unico che fosse riuscito a scampare alla contraerea e agli intercettori. Per questo nella stampa era definito spesso come il “Molestatore Volante” e ogni tanto, per cercare di risollevare il morale della popolazione, usciva qualche notizia dei suoi abbattimenti. Ma invano. Pippo continuò i suoi solitari voli notturni fino alla fine della guerra, per poi sparire nel nulla. Nessuna delle parti in guerra ammetterà mai l’esistenza di queste missioni che erano segrete e “poco eleganti” da attribuire ad un esercito liberatore. Pippo rimase quindi confinato nel mondo della storia locale e della memorialistica, acquistando solo in tempi recenti la sua reale dimensione “storica”. FONTI: - Le testimonianze di Olivia Reversi, Costantina Zambotti ed R. F. sono tratte da: Classe III E Scuola Media “G. Prati” di Ponte Arche (anno scolastico 19811982), La Seconda Guerra Mondiale raccontata dalla nostra gente, 1982 - Chi era Pippo, il misterioso bombardiere notturno?, in https://www.combattentiereduci.it/notizie/chi-erapippo-il-misterioso-bombardiere-notturno - Ada Bottini, La mia guerra, in http://www.marenostrumrapallo.it/index. php?option=com_conten t&view=article&id=378: la-mia-guerra&catid=52: artex&Itemid=153


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