A.R.E.M.
Agenzia Recupero Eventi Mancanti
Agenzia Recupero Eventi Mancanti
Prodotto da Compagnia Elena Vanni Con il sostegno produttivo di Residenza Idra In Collaborazione con La Corte Ospitale Con il contributo di Fondazione Cariplo Con il sostegno di Fondazione ASM e Provincia di Brescia Da un’idea di Elena Vanni e Raimondo Brandi Di e con Francesca Farcomeni, Noemi Parroni, Elena Vanni Collaborazione artistica e drammaturgica di Raimondo Brandi e Elena Dragonetti Scene mobili Silvio Motta Costumi Alia Mirto Botticchio Foto Laura Stramacchia
Take your time, governa il tempo! È semplice. Il questionario che vi abbiamo chiesto di riempire è un invito. Provate il nostro prodotto rispondendo alla domanda: “Qual è l’evento della vostra vita che vorreste rivivere?” Chiudete il foglio e mettetelo nella scatola. Se le dita del tempo vi sorteggeranno, il vostro ricordo diverrà spettacolo. Perché all’A.R.E.M. i protagonisti siete voi! Non c’è niente di unico, originale, irripetibile, da oggi non più.
Vincitore del Bando Cariplo per la creatività giovanile 2011
A.R.E.M.
La storia A.R.E.M. è un’Agenzia di Recupero Eventi Mancanti ideata e gestita da tre donne che per sopravvivere al presente, come vere e proprie chirurghe del tempo, offrono ai clienti la possibilità di rivivere ricordi del passato, previa compilazione di un semplice questionario della memoria. Il primo servizio di felicità pret-à-porter che garantisce risultati immediati e sicuri in un presente dominato da paure, incertezze e precarietà. Manca un’ora all’apertura dell’agenzia. Le tre sono impegnate negli ultimi preparativi prima dell’inaugurazione. Sono emozionate ma pronte, si sono allenate per giorni nel recupero dei ricordi e tra poco arriveranno i primi clienti. Funzionerà l’agenzia? Che senso ha recuperare il tempo? È sufficiente rivivere un evento del passato per rimontare il film della propria vita? E quali sono, se ce ne sono, gli effetti collaterali? Tra scontri e riflessioni, desideri e realtà, Kronni, Sisi e Patti vivono gli ultimi istanti prima del grande evento.
Note di regia “Un viaggio à la recherché du temps perdu di proustiana memoria che conferma ancora una volta che solo l’arte è in grado di recuperare per un attimo il passato, o per meglio dire, di scioglierci dai vincoli del tempo, facendoci scorgere la natura dell’eternità”. A.R.E.M. è uno spettacolo che lavora sulla messa in scena teatrale, che s’interroga sui meccanismi che la regolano, affidandosi a un’improvvisazione che è prima di tutto il risultato di una necessità espressiva. Vivendo una realtà quotidiana che chiede continuamente di reinventarci e adattarci ai cambiamenti, ci siamo dotate di una struttura forte ma aperta per disegnare ogni sera una storia diversa. Lavoriamo su regia e drammaturgia in tempo reale, mettendoci in bilico, senza un testo, senza rete. Come un fumettista davanti al foglio bianco, le attrici sono chiamate a disegnare e quindi a costruire il proprio palco-vignetta condividendo con il pubblico il tempo della messa in scena, di solito relegato al dietro le quinte. Gli spettatori sono al centro della costruzione scenica. Desiderando e a volte temendo il momento in cui il proprio ricordo verrà scelto rivedono parti di se’ e contemporaneamente guardano uno specchio che restituisce una realtà collettiva. Si riconoscono nei ricordi dei loro vicini e scoprono, nell’infinita originalità di ognuno, l’universalità di bisogni ed emozioni semplici e fondamentali. L’Agenzia Recupero Eventi Mancanti, raccogliendo i ricordi delle persone, arricchisce via via il suo bagaglio. Nel corso del tempo si fa archivio e mappatura sociale di quello che le persone non sono disposte a dimenticare. “ Qui dentro c’è solo la vita che tu doni”. Scott McCloud – Fumettista e teorico del fumetto.
Rassegna stampa Arem, il pret à porter della felicità dimenticata Hystrio - IV.2012 - Antonella Melilli Rossi Quello di strappare alla memoria un momento particolare della propria vita e di proiettarlo in un nuovo presente, quasi a sottrarlo all’irreversibile compiutezza del passato, è un desiderio che non di rado fa capolino in ciascuno di noi, consapevoli della sua impossibile realizzazione. Qui si concretizza invece nell’originalità inventiva di Arem, dove tre donne sono alle prese con l’inaugurazione della loro insolita agenzia. Con lo strumento di un’improvvisazione intelligente ed efficace, spiritosamente tessuta di ripensamenti, ansie e titubanze che ripropongono agli occhi dello spettatore il dietro le quinte dell’evento scenico e al tempo stesso declinano la diversità dei caratteri e il temperamento individuale delle tre artiste, capaci di raccordarsi in un fluire di coralità dinamica e accattivante ... Traducendo l’estemporaneità del procedimento in una sorta di recherche che nulla conserva di proustiano e piuttosto si carica di un’immediatezza fresca e divertente, non priva di momenti di avvolgente suggestione e di poetica intensità. Mentre la frammentaria esilità di un filo drammaturgico tessuto à l’ìmprovis sui desideri estratti a sorte (quelli che il pubblico mette in una scatola magica del tempo sotto forma di ricordi e di desideri) trova ampio compenso nella verve di uno spettacolo ogni volta nuovo.
Creatività - 2012 Sipario - 01.11.2012 - Claudio Facchinelli (...) L’affascinante, duttile, ironica Elena Vanni (la ricordo nella bellissima – e giustamente premiata – Storia di una B.rava R.agazza), coadiuvata in scena da Francesca Farcomeni e Noemi Parroni, scommette sulla capacità dell’affiatato team di inventare e realizzare, sul momento, una drammaturgia ogni volta costruita ex novo, come improvvisazioni musicali su tema, che nasce da brevi soggetti estratti a sorte fra quelli forniti anonimamente dagli spettatori, tratti dai loro ricordi personali. Col supporto di minimali arredi di scena (tre telai di ferro verticali, montati su rotelle) le tre ragazze, vestite di strambi abiti in bianco e nero, con la inconsapevole complicità del pubblico, rivestono di immagini, strutturate come strip di un fumetto, brandelli di memorie private, spesso semisepolti nell’inconscio.
Amarcord teatrale Persi in sala - 02.10.2012 -Alessio Neroni Una scatola nera, non a caso contenitore d’informazioni da conservare integre, come i ricordi, accoglierà tutti i vissuti dei “pazienti” spettatori, un po’ sospettosi e dubbiosi – soprattutto i signori uomini – prima che venga aperta in scena. Tutto ruota incredibilmente proprio intorno a questa scatola, perché A.R.E.M., acronimo che sta per Agenzia Recupero Eventi Mancanti, è uno spettacolo che lavora sulla messa in scena teatrale, che s’interroga sui meccanismi che la regolano, affidandosi a una improvvisazione che è prima di tutto il risultato di una necessità espressiva. Così, fatte le dovute presentazioni, le tre spiritose protagoniste, tra monologhi preparati e ricordi pescati, hanno dato vita a un sorprendente allestimento, con tanta voglia di gestire quest’agenzia, per sopravvivere al presente caratterizzato dalla crisi economica, da un governo instabile, dall’invasione cinese e dalla minaccia atomica. Prodotto dalla Compagnia Elena Vanni A.R.E.M. – Agenzia Recupero Eventi Mancanti appartiene a quel teatro moderno, di sperimentazione, che vuole “appropriarsi” delle emozioni del suo pubblico, per trascinarlo all’interno di una rappresentazione stimolante, senza deludere le aspettative. Il pubblico però è sempre sovrano e questo tipo di teatro va digerito con calma, l’assaggio è appena iniziato. Take your time! Al Wonderland festival succedono robe dell’altro mondo KLP TEATRO - 17.02.2012 - Renzo Francabandera Quello di Elena Vanni e delle attrici che con lei condividono il palcoscenico (Francesca Farcomeni e una Noemi Parroni dalla voce di valore assoluto), è uno spettacolo abbastanza tradizionale ma non banale di impro-teatrale in cui, dato un tema, le attrici cercano di mettere in piedi una sequenza recitata. Rispetto alle prime repliche lo spettacolo ha abbastanza velocemente aggiustato la mira, inserendo più ritmo, un maggior numero di sequenze, piccoli intermezzi di tono meditativo sia sul ruolo dell’attore e del momento di improvvisazione, sia sul tema del ricordo. La serata a cui abbiamo assistito in fondo ci ha convinto. Le tre si intendevano velocemente, il metronomo andava veloce, allegro sostenuto, alcune immagini di viva poesia, come quella in cui una nascita veniva mimata attraverso l’uso delle ombre cinesi (cui spesso le tre fanno ricorso grazie ad una struttura a pannelli di telo assai duttile e modificabile) con il mimo in controluce di una situazione tipo tunnel uterino, da cui la performer veniva fuori nella soddisfazione generale dei presenti. Siamo contenti che finalmente qualche esito originale del teatro di improvvisazione esca dalle palestre in cui questa nobile arte, in più parti d’Italia, viene coltivata, per arrivare ai palcoscenici in modalità circuitata.
Elena Vanni e Carrozzeria Orfeo – Nel fumetto già vive il teatro TEATRO E CRITICA - 10.02.2012 - Simone Nebbia Elena Vanni firma il progetto da un’idea con Raimondo Brandi, sua è anche la regia ma la scena la divide con Francesca Farcomeni e Noemi Parroni. Prima di entrare si compila un foglietto con i propri dati e il ricordo della nostra vita che vorremmo rivivere, indimenticabile al punto di desiderarne la ripetizione. Sulla scena le tre attrici sono a disposizione del pubblico: il loro mestiere è ricomporre quella sensazione, quell’emozione assopita. L’intero lavoro dunque, che del fumetto mantiene la creazione di immagini dirompenti per pochi elementi, per forza di cose regge sull’improvvisazione, perché le attrici non conoscono ciò che andranno a re-interpretare; lo spettacolo pertanto si regge esclusivamente sulla loro verve che decisamente non manca e sulla casualità, lasciando la struttura totalmente aperta.
Teatro-Fumetto con un finale di speranza. GIORNALE DI BRESCIA - 06.02.2012 - Simone Tonelli. L’ombra di un’attrice, in controluce, dietro una cornice (o vignetta?) di una quinta mobile. Elena Vanni pesca da una scatola i biglietti-sogno scritti dal pubblico nel foyer. Si parte da un “viaggio all’estero” (“Ma dov’è questo estero? Si chiede alla Totò la simpatica Noemi Parroni, simbolo dei ricordi passati, che ascolta nelle buffe cuffie a pon pon) di una “giovane precaria trentenne” per finire con un poetico, o “patetico” si chiede la Vanni, inquieto simbolo del futuro, (“Scusate, va bene, ho detto una parolaccia”), opposta alla “filosofia del presente” di Francesca Farcomeni, che cita S. Agostino -“Tom Cruise dei poveri” in una romantica “camminata sul ghiaccio a S. Pietroburgo, a meno 20”. In bilico sullo scorrere del tempo, tra improvvisazione e canovaccio, fuori e dentro dal personaggio, le tre si ingegnano nel difficile compito di dare un senso a questa originale storia “a cornici”. Spazio Idra: una prova aperta. La Vanni al recupero degli eventi passati. BRESCIAOGGI - 24.11.2011 - Ezup In scena oltre all’autrice, Noemi Parroni e Francesca Farcomeni. (...) Il pubblico incarna il protagonista invisibile di una scena recitativa dominata alla grandissima da Noemi Parroni, Francesca Farcomeni e dalla stessa Elena Vanni sotto forma di un collage e storie personali mutuate dal pubblico stesso (...) Il risultato è sorprendente, estemporaneo, figlio di un’improvvisazione che sa di necessità prima ancora che di dogma teatrale. Un matrimonio, il primo bacio, note fiabesche, strampalate situazioni quotidiane pescate dal passato di chissà quale spettatore seduto lì in parte: ecco il gioco anarchico e romantico della piece, che si lascia appena intravedere e seduce di delicata poesia.
Chi è stato all’A.R.E.M ha detto: “Secondo me ve li preparate prima, non ci credo che non vi mettete d’accordo!” “Quando ho saputo che erano proprio i nostri ricordi non ci potevo credere!” “Come pensate di fare se vi chiedono di rivivere cose porno o molto violente?” “Bello, ma troppo rischioso. Se non sei in forma è un disastro.” “Quelle tre sono dei mostri.” “È incredibile, ma tutti chiedono le stesse cose. Siamo proprio tutti uguali.” “Io speravo li faceste tutti.” “Quando mi avete dato il questionario mi ha dato fastidio, poi mi sono resa conto che questo foglio interrogava nel profondo il mio piano valoriale: che cosa vale la pena rivivere?” “Ma cosa ne fate, poi, dei nostri ricordi?” “Che vergogna, speravo non mi sorteggiaste!” “L’ A.R.E.M. crea dipendenza.” “Mi ha fatto cagare!” “Non c’entrava niente con il mio ricordo, ma mi è piaciuto lo stesso.” “La cosa più interessante, oltre alla spudorata fragilità dello spettacolo, è la tensione che si sente tra il pubblico, le reazioni della gente” “Sì, una cosa leggera, divertente…”
Alcuni Eventi che l’A.R.E.M ha già recuperato: “Il mio primo bagno nell’Oceano Pacifico.” “Una notte con una donna - quella notte lì e quella donna lì.” “Mi piacerebbe rifare un sogno che feci tanti anni fa: volavo.” “Ritornare a Mirabilandia.” “Terra straniera, con un amico, tramonto su una riva che esiste solo con la bassa marea, a parlare delle nostre vite.” “Quando sono diventata mamma per la prima volta.” “Con la mia cinquecento. Di ritorno dal lavoro. Davanti al mare, ho pianto.” “Il primo bacio con Leo, alla fermata del pullman, la notte subito dopo il terremoto.” “Quella volta che in campagna è andata via la luce e io e mia mamma e mia sorella facemmo finta che fosse il medioevo.” “Lo spogliarello di una mia ex fidanzata. Avevo 18 anni. Ridevamo. Ma era sexy. Una risata sexy. Autoreggenti.” “Italia - Germania: 4 a 3!” “Il primo giorno di scuola in prima elementare.” “La morte di mia nonna, vorrei essere andato all’ospedale prima che morisse e non vedere direttamente la bara chiusa.” “Il natale quando ero bambina pieno di magia, di sogni e speranze, le serate trascorse con i nonni e i cuginetti. Il momento dello scambio dei regali.” “Estate 2010. In viaggio da sola a contemplare le risaie del Vietnam.” “La nascita, per capire dall’inizio.”
CV della Compagnia Elena Vanni Con il progetto ROAAAR (www.roaaar.it) si sono uniti artisti che collaborano da anni, con altri incontrati recentemente. Un’occasione per continuare un percorso consolidato aprendolo a nuove possibilità di sperimentazione. Elena Vanni, laureata in filosofia, ha frequentato la Scuola di Teatro Alessandra Galante Garrone e il Master internazionale europeo Drama in scena nel quale ha conosciuto Raimondo Brandi, attore e drammaturgo che collabora alla stesura dello spettacolo A.R.E.M. Ha lavorato con Armando Punzo, Marco Martinelli, Barbara Nativi, Patrick Kermann e Xavier Durringer. Nel 2004, con Marianna De Fabrizio e Chiara D’Ambros, scrive e mette in scena lo spettacolo A.V. storia di una B.rava R.agazza prodotto da Narramondo, compagnia diretta da Nicola Pannelli, vincitore del Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti 2004. Nel 2009, con le stesse attrici, vince il bando di residenza Offx3 al Teatro Off di Trento con lo spettacolo Corpo di scena. Dal 2008 lavora a un progetto di ricerca teatrale diretto da Tage Larsen alla sede dell’Odin Teater in Danimarca. Tage Larsen è regista del suo precedente lavoro Bim Bum Bang! Commedia leggera sulla leggerezza delle armi, spettacolo vincitore del Premio alle arti Lidia Petroni 2010. Insieme all’attore Elio Germano è autrice e interprete dello spettacolo Verona Caput fasci. Dal 2010 partecipa al Master di alta formazione teatrale In vitro diretto da Cristina Pezzoli e Letizia Russo allo Spazio Compost di Prato, durante il quale incontra Francesca Farcomeni e Noemi Parroni, attrici e autrici con le quali ha dato vita allo spettacolo A.R.E.M.
Contatti Elena Vanni Mobile: 3495803446 Mail to: elenavanni1@gmail.com
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