Il Sole 24 Ore 04/09/2011

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Il Sole 24 Ore Domenica 4 Settembre 2011 - N. 241

Primo piano

LAMANOVRA DIFERRAGOSTO

LE VALUTAZIONI

Il presidente Pirelli: «Garantire i saldi per combattere l’instabilità»

Tronchetti:sì al rigore ma i tempi della politica penalizzano l’economia

Tra gli imprenditori a Cernobbio. I giudizi sulla manovra

«Senza ricerca È crescere è impossibile» IMAGOECONOMICA

Riccardo Illy

Senza equilibrio nello sviluppo tra Occidente e Bric vinceranno i nuovi protezionismi

Giuseppe Chiellino CERNOBBIO. Dal nostro inviato

Delle singole misure presentate o annunciate e in qualche caso ritirate dalla manovra diFerragosto,MarcoTronchetti Provera non vuole parlare. Su questo si è espresso tre giorni fa nel direttivo di Confindustria. La cosa importante per il presidente della Pirelli è che siano garantiti i saldi di bilancio su cui l’Italia si è impegnata,

VISIONE STRATEGICA

Occorre anche stimolare la crescita, agendo per esempio sul cuneo fiscale che riduce i redditi dei lavoratori e accresce il costo del lavoro compreso il pareggio nel 2013. «La manovra deve garantire i saldi e deve garantirli nel breve perché l’instabilità non può essere mantenuta» ha affermato Tronchetti in una pausa dei lavori del Workshop Ambrosetti a Cernobbio dove per tre giorni di seguito, come era inevitabile, la manovra del Governo per tranquillizzare i mercati e leistituzionicomunitarieha tenuto banco. Tronchetti non ha risparmiato le critiche: «La lentezza della politica non è compatibile con la velocità dei cambiamenti dell’economia e della finanza». Lemisurecontenutenell’ultima manovra «che sono cambiate due,tre voltenellospaziodidue

settimane, non sono affatto un buoninizio»hainsistitoilmanager-imprenditore. Ed è evidente che «quello che è stato fatto finora non basta». Anche perché garantire i saldi è solo il primo passo. «La manovra – ha sostenuto-deve esserepartediun discorso più ampio di riforma e dicrescitachel’Italiadeveportareavantiinsiemeancheaglialtri paesieuropei». Tronchetti ha ascoltato al mattino l’intervento del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, che aveva sollecitato ancoraunavoltailrispetto degli impegni da parte dell’Italia, oltre che il rafforzamento, insiemeaglialtripartner,dellagovernanceeconomicadellazona euro. «L’Europa ha un problema evidente, come anche in modo diverso hanno gli Stati Uniti e tutto il mondo occidentale». Peraffrontarequestacongiuntura complicata serve «avere progettualità, avere visione, dare la possibilità agli investitori, ai cittadini, a tutti, di capire qual è il progetto per la crescita perché coldebitochesiècreatoneltempo se non c’è un progetto di crescita vaavanti l’instabilità». La ricetta, nella sua enunciazione è anche abbastanza semplice: «Stabilizzare i conti, ma non solo con i tagli. Occorrono soprattutto misure che stimolinolacrescitaelosviluppo,intervenendo per esempio sul cuneo fiscalecheriduceiredditideilavoratorieaumentailcostodellavoroperleimprese».Oaffrontareil tema deigiovani, «oggisenzaattenzioni»ol’invecchiamentodella popolazione. Ma per Tronchetti il problemanonèsoloquesto.«C’èuntema di recupero di competitività

di tutta l’area europea e l’Italia ha la situazione che conosciamo». E proprio di competitività legata alla flessibilità Tronchettihadiscussoinunadellesessioni del workshop con il commissario europeo alla Concorrenza, Joaquin Almunia, il ministro delle finanze spagnolo, Elena Salgado, e Wolfgang Schussel. «Quellochestiamo vivendooggi è la conseguenza di quanto è accaduto nel 2007 e nel 2008, quando gli stati sono intervenuti nella crisi provocata dalla dimensionenonsostenibiledeiderivati». Il modo in cui quella crisi è stata affrontata non ha risolto gli squilibri in modo definitivo e, anzi, ne ha creati di nuovi. «Ilmondooccidentale–ricorda Tronchetti – ha prodotto una temporanea stabilizzazione del sistema ma senza creare prospettivedicrescitaediriassorbimento del debito». Con Europa e Stati Uniti che non riescono più a ritrovare un percorso di crescita,loscacchieredellacompetitività è cambiato: «Il confronto è ormai su basi regionali, con aree di scambio che cercano di darsi regole comuni. Il rischio – secondo Tronchetti – è che la crescita non sia armoniosa, con Europa e Stati Uniti a rischio recessione e aree come il Brasile,ilFarEastoanchel’Europa dell’Est che invece crescono aritmielevati».Laconseguenza daevitareèil«ripiegamentonegliegoisminazionalienelprotezionismo». E infine un monito ai governi europei: «L’Europa è unaregionedelmondoecosìdeve ragionare. Nessuno tra i paesieuropeipuòpensarediguadagnare qualcosa dall’indebolimentodell’Unione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IMAGOECONOMICA

Presidente Gruppo Illy

una delle assenze più vistose in una manovra economica assai carente, che dovrebbe puntare non solo al risanamento di bilancio ma anche alla crescita: la ricerca. C’è una rispondenza diretta, sottolinea Riccardo Illy, presidente del gruppo, tra la percentuale di investimenti in ricerca rispetto al Pil e il tasso di sviluppo di un paese. E c’è bisogno di crescere, oltre che di risanare i conti. Invece nell’intervento del governo ci sono soprattutto tagli, che, come quelli agli enti locali, rischiano di trasformarsi in meno servizi o più tasse. E misure di lotta all’evasione, non quantificabili. Mancano

«Le banche S utilizzino i collaterali» IMAGOECONOMICA

Davide Serra Algebris Investment

iamo nelle mani dei mercati. Con il terzo debito pubblico del mondo sono loro a decidere cosa vogliono. «Nessuno mette in dubbio le potenzialità del settore privato, ma il bond market ha smesso di finanziare il settore pubblico italiano. Nessuno vuole investire nel debito pubblico italiano se non si recupera produttività». Davide Serra, fondatore del fondo Algebris, condanna il «disinteresse irresponsabile» della politica italiana. A tre settimane dai richiami della Bce ancora non è stata definita la manovra che dovrebbe ridare credibilità al paese. «L’Italia è un paese solvente,

«Liberalizzare «S per ritrovare credibilità» IMAGOECONOMICA

Paolo Merloni Ariston Thermo

e si continua a rimandare la soluzione dei problemi, finirà che alla fine il conto da pagare sarà sempre più alto». Paolo Merloni, numero uno di Ariston Thermo, parla di «occasione mancata», riferendosi alla manovra. Continue marce avanti e indietro, contenuti insufficienti: «Così non si recupera credibilità». Inutile poi prendersela con la speculazione: «Gli speculatori sono una minoranza. E i mercati rappresentano persone che fanno i propri conti». Sta di fatto che «gli spread così alti penalizzano il sistema produttivo». Indispensabile il

«Serveun clima «C’ difiducia anti-recessione» IMAGOECONOMICA

Nicola Volpi Permira private equity Presidente Pirelli. Marco Tronchetti Provera

è una forte discrepanza tra la percezione che abbiamo della situazione economica filtrata dall’andamento dei mercati e l’economia reale». Nicola Volpi è amministratore delegato del fondo di investimento Permira, che ha partecipazioni importanti in aziende come Valentino, Marazzi, Sisal. Stanno andando bene: Sisal aumenta il fatturato di circa il 20%, Valentino del 24. Nonostante la difficile situazione politica ed economica Volpi continua ad avere un atteggiamento «molto positivo» nei confronti dell’Italia. «Ha eccellenze riconosciute nel mondo». Anzi, proprio in questa

A CURA DI Nicoletta Picchio

per esempio le liberalizzazioni: si paga, spiega, l’energia il 30% in più perché un mercato competitivo non si è sufficientemente sviluppato. Illy non si stupisce che gli spread siano ancora schizzati: «I mercati non si accontantano di questi interventi». Il rischio è che si possa entrare in stagnazione o in recessione. «Le recessioni sono profezie che si autoavverano. Se ci si convince che sta arrivando, allora si concretizza». A suo parere la recessione in questa fase non è affatto scontata, anzi. «Ma bisogna agire perché ciò non avvenga: non ridurre consumi o investimenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

come lo è la Spagna. Ma se si blocca la fiducia può diventare tecnicamente insolvente». Per questo è grave l’«incapacità politica» di agire, dopo che la Bce ci ha dato un lasso di tempo per poter reagire, fornendo liquidità. «Dobbiamo sbrigarci, altrimenti i costi della crisi finiranno per essere pagati da chi lavora, dai pensionati, da chi già paga le tasse». È importante in questo scenario il ruolo delle banche: «Devono usare i collaterali che hanno per finanziare l’economia reale». Allo stesso tempo va avviato rapidamente il risanamento del paese, puntando alla crescita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

pareggio di bilancio, ma va raggiunto con misure strutturali: intervenire sulle pensioni, a partire dall’abolizione di quelle di anzianità, insistere con la lotta all’evasione, e poi liberalizzare, privatizzare, aumentare la produttività del mercato del lavoro. Nonostante le incertezze, Merloni continua a investire in Italia. L’azienda è presente in molti paesi ed esporta quasi il 90% del fatturato. Ma l’Italia è al terzo posto come giro d’affari e c’è la più ampia base produttiva. «Sarebbe grave sprecare le grandi potenzialità che ha il manifatturiero in Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

fase di «discontinuità» Permira punta a cogliere opportunità di investimento. Non è tanto una questione di prezzi bassi: «Le discontinuità sono momenti di cambiamento dove è possibile creare progetti di crescita e di valorizzazione di aziende». Certo, il rischio forte che corre l’Italia è che tra le tensioni dei mercati e l’incapacità di reazione, vedi le vicende della manovra, si arrivi ad una nuova recessione. «Il pareggio di bilancio non basta, servono misure per la crescita». E va ricreato un clima di fiducia, per evitare una «profezia che si autoavvera». © RIPRODUZIONE RISERVATA

DALLA PRIMA

L’educazione alla solidarietà Lo scrittore peruviano (significativamente L’Osservatore Romano ha ripreso per intero l’articoloil martedì successivo), dichiaratamente agnostico, non si limita a constatare la bellezza di ciò che è successo a Madrid: ne indica un significato profondo, quello per cui «tutti, credenti e non credenti, dobbiamo rallegrarci di quanto è accaduto nella capitale spagnola». Lo esprime così: «Una società democratica non può combattere efficacemente i propri nemici a iniziare dalla corruzione - se le sue istituzioni non sono saldamente sostenute da valori etici, se al suo interno non fiorisce unariccavitaspiritualecomeantidotopermanentecontroleforzedistruttrici,dissociantieanarchiche che sono solite guidare la condotta individuale quando l’essereumano si sente liberoda ogni responsabilità». E aggiunge che non la religione è super-

stizione, ma precisamente la presunzione ideologica di ritenerlatale,unasuperstizionemoderna, «che la realtà ha pian piano fatto a pezzi». È a partire da queste considerazioni del premioNobel peruvianoche vorrei proporrealcuneriflessionidedicate soprattutto ai ragazzi e ai giovani che iniziano in questi giorni il nuovo anno scolastico. Nonèdifficileritenerecheessi avvertano in maniera più o meno consapevole la grave situazione di difficoltà che sta attraversando il nostro Paese, insieme peraltro all’intero Occidente. La crisi annunciatasi tre annifahamostratoprogressivamente i suoi effetti drammatici sul mondo del lavoro e sulla vita quotidiana delle nostre famiglie: la menzogna che aveva indottomoltiaritenereequivalenti l’economia reale e quella virtuale dei giochi finanziari, ha prodotto conseguenze deva-

stanti in Paesi, la cui stabilità era finora ritenuta immune da rischi, e si fa sentire da noi nel settore produttivo e dell’occupazione, nella fatica di molte famiglie a tirare avanti fino alla fine del mese, nei provvedimenti da "lacrime e sangue" di cui chi governa dovrà farsi carico, con la speranza che - fra tanti sconcertanti tentennamenti - sia salvaguardata al massimo l’equità e l’attenzioneai più deboli. Certamente i nostri ragazzi avvertono sulla propria pelle il peso di queste difficoltà, anche quando essenon avessero toccato direttamente le loro famiglie, e questo perché a rischio è non solo il presente, ma anche l’immediato futurodicuisarannoiprimiprotagonisti. Il senso diffuso di scoraggiamento e di frustrazione, che colpisce specialmente chi ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo, potrebbe diventare nei nostri ragazzi la tentazione

pericolosa di cedere a illusioni violente o l’altra, non meno grave, espressa dalle parole fulminanti di Corrado Alvaro, di «pensare che vivere rettamente sia inutile». Mi sembra perciò giustochiederciqualecontributo i nostri giovani possono dare al superamento della crisi in atto. In quanto essa nasce da processi economico-sociali, che hanno evidenti risvolti politici, ritengo che il primo compito chespettilorosiaquellodiimpegnarsi al massimo nello studio, per prepararsi a portare un contributo qualificato alla società di domani. Non esito a dire loro: studiate, leggete, informatevi, pensate,fateviun’idea diciò che è avvenuto e sta avvenendo, individuatenelecause ecercatedi vaccinarvi il più possibile nei confronti degli errori che sono alla base delle difficoltà attuali! Nella sua radice più profonda,però,lacrisièdiordinemorale: egoismi e cecità colpevoli hannopermessochealcunisiavvantaggiassero a scapito di moltialtri,ipiùdeboli.L’Italia,nonostante la vivacità del suo tessuto

imprenditoriale e manifatturiero e la qualità dei suoi lavoratori, non è stata meno colpita dalla tempesta etica ed economica che ha investito il "villaggio globale". Il bisogno di motivazioni morali e di spiritualità, ritenuto decisivo da Vargas Llosa per il "beneessere" diogni societàdemocratica,si affacciaquiin tutta la sua gravità. Ciò che occorre è più che mai un cambiamento di mentalità e di stili di vita: alla logica egoistica dell’accaparramento bisogna opporre un’educazioneallasolidarietàeallospirito di servizio in vista del bene comune;alconsumismosfacciato e ai falsi modelli che puntano all’avere di più per essere di più, bisogna reagire con una scelta disobrietà,allenandosialsacrificio e alla condivisione con i più deboli. Questo non avverrà senza il concorso di tutti e specialmente senza il concorso dei giovani, nostro futuro. È l’ora di un sussulto etico e spirituale che partadauominiedonnedalcuorepuro,sinceramentedesiderosidiimpegnarsiperilbeneditutti: e i giovani dovranno stare in

primalineainquesta"rivoluzione morale". È mia convinzione profonda che l’aiuto di Dio, cercato attraverso la preghiera e sperimentato nell’esercizio dell’amore al prossimo, sia forza decisiva di cui tutti abbiamo bisogno per vivere e sviluppare questo nuovo inizio. Ai giovani specialmente ripeterei, perciò, le parole dell’amatissimo Papa GiovanniPaoloII,dichiaratobeatoloscorso1˚maggio:«Nonabbiatepaura!Aprite,anzi,spalancate le porte a Cristo!» (22 ottobre 1978). A tutti, comunque, credentienoncredenti,èlanciata la sfida dell’urgenza indicata: è tempo di scelte radicali, di un vigoroso ritorno al primato del bene comune e alla concezione della vita vissuta come "essere per gli altri", e quindi come dono e servizio! Solo preparando a questesceltelascuolapotràcontribuire a far crescere la qualità dellavitaditutti.A docentiestudenti l’appello a non sottrarsi a questo compito decisivo. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto © RIPRODUZIONE RISERVATA


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