Armi Magazine Beretta le pistole 2012 parte 1 of 2

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Modello 1934 Il modello 1934 rappresenta il punto di svolta di Beretta, che grazie ad esso riesce a trasformarsi in una realtà industriale di primo ordine e ottiene prestigio internazionale. Anche se la genesi di quest’arma non è chiara, è certo che andava nella direzione di un’unificazione degli armamenti da fianco delle truppe e della standardizzazione dei calibri, che negli anni ‘30 erano un vero problema per la logistica e gli approvvigionamenti. Il calibro prescelto, che condizionerà le scelte dell’ordinanza italiana fino agli anni ‘90, è il 9 x 17 mm corto, ideato dal solito John Moses Browning nel 1908 e – da quell’anno – in produzione grazie a Colt. Nella scelta di questa cartuccia non è secondario il fatto che negli anni di sviluppo di questo modello già la tedesca Walther avesse pensato questo caricamento per le sue PP (Polizei Pistole), che è del 1929, e PPK (Polizei Pistole Kriminal), del 1931. Le prestazioni del calibro consentivano e ancora consentono l’impiego di sistemi a chiusura labile con innegabili vantaggi in termini di riduzione degli ingombri, semplicità produttiva, contenimento dei costi industriali. Al tempo stesso, il 9 corto offre un’energia sufficiente agli usi alle più brevi distanze, tipici dell’impiego militare della pistola (mediamente 200 Joule con palla FMJ da 85 / 90 / 95 grani). Non a caso il 9 mm corto, nella denominazione americana in centesimi di pollice .380 ACP, è tornato prepotentemente alla ribalta in anni

Esemplare di mod. m 34 standard realizzato nel 1942, XX dell’Era Fascista. Fasscista. Le finiture dell’arma ell’aarma sono eccellenti nonostante i tempi di guerra

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recenti ad equipaggiare armi piccole, leggere e facilmente occultabili per le necessità di difesa personale. In un vuoto documentale che testimoni con esattezza le vicende della prima adozione di quest’arma, vuoto dovuto alle vicende legate alla seconda guerra mondiale, è certo che Beretta rispose al desiderio di unificazione avanzato da Polizia di Stato e Regio Esercito proponendo il suo modello 1932 – già in produzione in 7,65 mm Browning – in calibro 9 mm corto e che alcuni esemplari di quest’arma furono esaminati sia dalla Direzione di PS che dalla Fabbrica d’Armi del Regio Esercito (FARE) che, svolti alcuni test, richiederanno alcune modifiche, la più significativa delle quali risulta essere la sostituzione del percussore con uno più resistente. A seguito di questi test verranno sostituite anche le guancette, ora in bachelite. Questi perfezionamenti daranno vita a quello che è universalmente conosciuto come modello 1934. Ma la storia che precede l’adozione dell’arma non finisce qui e, in quell’anno, si apre una disputa tra il FARE e la Beretta sulla convenienza di adottare un sistema di sicura con leva abbatti-cane del tipo presente sulla Walther PP, che all’epoca si rivelava una temibile concorrente per quest’arma. Beretta propose di migliorare la sicurezza del suo nuovo modello con la mezza-monta (che rimarrà sull’arma definitiva) ma sarà ugualmente costretta ad approntare alcune centinaia di esemplari in base alla richiesta avanzata dagli organi militari,


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