Marca Aperta N.1 - 2016

PERIODICO DI INFORMAZIONE, APPROFONDIMENTO E CULTURA

APRILE-MAGGIO 2016

GRATIS

Luana Colussi

LA NORMALE BELLEZZA

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editoriale Periodico di informazione locale Anno XV - Numero 1 – Aprile/Maggio 2016 Reg. Trib. di Treviso al numero 1162 il 05/07/2002 e al Tribunale di Bassano al numero 2/05 Reg. Periodici in data 19/01/2005 Iscrizione ROC n. 10005 Prot. U/06378/04/NA P.IVA: 04520460264

Editore: MF Soluzioni Aziendali di Mario Luigi Fontana www.mfsoluzioniaziendali.it Direttore Responsabile e Direttore di Redazione: Barbara Ricciuti Direttore commerciale: Mario Fontana mario.fontana@marcaaperta.it cell. 333.3700876 Responsabile sviluppo: Matteo Bacci Art Director e impaginazione: Loredana Cattabriga e Davide Lopopolo per Hanno collaborato: M. Fontana, M. Bacci, L. Troncon, M.Cadorin, D. Tanis, E. De Martin, E.Noventa, A.Bayou, Supersonic Music School Direzione e Redazione: Via Leonardo da Vinci 30/B, Montebelluna (TV) infoweb@marcaaperta.it www.marcaaperta.it

Salvo accordi scritti o contratto di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari. Del contenuto degli articoli sono responsabili i singoli autori.

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La normale non fisica emozione. L’emozione è senza dubbio l’elemento cha accomuna molte delle storie che vi raccontiamo in questo numero. Lo facciamo presentandovi la nostra nuova web radio, frutto della passione e dell’entusiasmo dell’editore e della redazione. Lo facciamo attraverso la voce del musicista Roberto Paruzzo “un romantico in continua ricerca di quell’estasi, quell’abbandono che irrompe dall’ebbrezza dei sensi e delle emozioni”. Continuiamo quindi attraverso il racconto di Luana Colussi che ricorda come Sandra Mondaini, rispetto alla paura di non riuscire a parlare dovuta all’emozione prima di una diretta, le disse che non andava mai persa perché significava rispetto verso il pubblico “e una volta superato quel piccolo momento iniziale si entrava in un mondo bellissimo”. Altre belle e emozionanti storie trovano Luana Colussi voce nei libri del nostro LA NORMALE Luigino Troncon e in quello BELLEZZA della giornalista Micaela Palmieri. E proprio nelle pagine del suo romanzo “Tre di una coppia perfetta”, è nascosta una grande verità: “Le persone nascondono il loro diavolo dietro il miglior angelo che riescono a trovare”.

Roberto Paruzzo Buona lettura!

L’

PERIODICO DI INFORMAZIONE, APPROFONDIMENTO E CULTURA

APRILE-MAGGIO 2016

GRATIS

PERIODICO DI INFORMAZIONE, APPROFONDIMENTO E CULTURA

APRILE-MAGGIO 2016

GRATIS

LA MUSICA NON È FISICA

Barbara Ricciuti @BRicciuti I www.marcaaperta.it I 3 I

sommario Tito Antonio Spagnol

LA SCOPERTA DEL GIALLO ITALIANO

14 Luigino Troncon EL ME TERSO LIBRO ZE REALTÀ IN COPERTINA 6 Luana Colussi

INTERVISTA 18 Marco Melegaro 20 Gabriele D'Alonzo

STORIA 10 Dedica Speciale

DOLCI DAL MONDO 22 Torta Dobos

A VITA VERA 14 Al me terso libro CULTURA 16 Tito Antonio Spagnol

Torta Dobos

UNA TORTA “REGALE”

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Gabriele D’Alonzo “#INTROSPECTIVE ” IL PRIMO CD DA SOLISTA

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Foto: Eleonora De Martin

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in copertina

Luana Colussi La normale bellezza LO SPETTACOLO E LA TELEVISIONE RACCONTATI DAL SORRISO DI UNA DONNA CHE HA TRATTO UNA FORTE EDUCAZIONE AL RISPETTO Di Mario Fontana Foto di Eleonora De Martin

na vita e una carriera nello spettacolo: com’è questo mondo?

Ho iniziato questo lavoro pensando che durasse per sempre: mi piace la telecamera, il rapporto col pubblico. Io sono una persona molto timida e critica con me stessa e mi piace fare le cose bene. Ogni volta che iniziava una trasmissione in diretta, avevo il cuore in gola dall’emozione e avevo paura di non riuscire a parlare. Mi ricordo che prima di una diretta, confidai questa cosa a Sandra Mondaini che mi disse: “Guarda questa è una cosa bellissima, e non la dovremmo mai perdere, perché questo significa rispetto verso il pubblico e sai che hai un compito, tienilo per sempre questo piccolo momento di

U

paura, perché una volta superato è un mondo bellissimo.” Una vita così, insegna a metterti di fronte ai tuoi limiti, alle tue paure; una volta superate quelle, ti godi tutto.

Io ho cominciato con i provini presso gli studi di Gianna Tani, e non è stato tutto così semplice, come sembra. Oggi c’è più facilità d’ingresso a questo mondo ed è tutto più discutibile.

Ha lavorato in radio, televisione, al cinema e in teatro: dove ha vissuto le emozioni più belle?

E’ veramente impossibile rispondere dicendo, lì ho vissuto le emozioni più belle, perché se faccio una cosa, la faccio perché mi deve piacere ed emozionare. Ho cominciato in radio a diciassette anni, perché è in radio che scattano le emozioni, e mi piaceva tantissimo: appena avevo tempo,

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in copertina

scappavo in radio e la mia mamma mi diceva: “Quasi, quasi dormi lì” e io le rispondevo: “Magari!!!” E’ in radio che scatta l’immaginazione, sei con due cuffie, e la fantasia viaggia.

Se penso al contatto con il pubblico, metto sullo stesso piano la televisione e la radio.

Com’è cambiata la televisione?

E’ cambiata in tutto, soprattutto negli orari delle messe in onda dei programmi. La famiglia era quella che la sera si sedeva sul divano a vedere la televisione e tutta la famiglia ne discuteva e si confrontava; c’erano le fasce orarie protette. Oggi a qualsiasi ora si parla di cronaca nera, filmati non adatti ai bambini, argomenti che intasano le menti e la serenità delle persone. Siamo bombardati dalla negatività trasmessa in tutte le reti televisive; va benissimo parlarne, ma senza esasperare chi sta a casa.

E soprattutto mancano i programmi adatti alla famiglia. Solo Carlo Conti con “Tale Quale Show” e Milly Carlucci con “Ballando con le Stelle” conducono programmi che ritengo ancora per la famiglia, però iniziando dalle nove alle nove e mezzo di sera, finiscono in ora tarda, e se devi alzarti per andare a lavorare o andare a scuola è faticoso.

Evviva il Festival di Sanremo, una tradizione che ritengo ancora importante perché è un programma di famiglia.

La televisione è cambiata perché ora tutti urlano e portano via la parola. Non c’è più il senso civico: una volta chi urlava era zittito, ora se urli, ti applaudono. La televisione è bella perché entra in casa delle persone, delle famiglie; non pretendo che la televisione sia educativa, ma neanche diseducativa.

Ora si vuole puntare ai giovani con urla e turpiloqui inutili e ridondanti per avere odience, e non si arriva mai a nulla. Io voglio soluzioni, datemi queste soluzioni.

Perché si vogliono bombardare i giovani con format presi all’estero come “L’Isola dei famosi” o il “Grande Fratello” che non portano a nulla.

Abbiamo perso l’umanità in televisione. Vorrei I 8 I Marca Aperta I aprile/maggio 2016

raccontare un fatto che ho tenuto sempre con me. Durante il “Gioco dei nove”, condotto da Raimondo Vianello, il premio finale era un’auto; una signora aveva il compito di far brillare i cerchi dell’auto, perché attirassero l’attenzione del pubblico. La trasmissione era in diretta, e così Vianello, durante il nero pubblicitario, scendeva dalla sua postazione, e parlava con questa signora che era per tutti scontata, e ci faceva due chiacchere: “Buongiorno signora, come va oggi?” “Ma che gli tocca fare ogni giorno con queste ruote?”

Io ero a due passi da lei e ascoltavo tutto. Io adoro Raimondo, e questo per me è un grande segno di umanità di Raimondo Vianello e contraddistingueva sia Corrado, che Mike Bongiorno e tanti altri.

Io rispetto il lavoro di tutti, ma oggi c’è tanto poco coraggio di proporre un progetto che non sia sempre quello. Ci sono molti alibi dietro: “Tanto la società è così, facciamo così” Cosa ha di bello una radio?

La radio ti tiene compagnia, è come un’amica, e tu la cerchi perché c’è. La ascolto sempre anche in macchina. Mi piace ascoltare una voce, ti porta la dove tu vuoi, è mistero, è fantasia.

Il lavoro e la famiglia: dove si sente più a suo agio?

In famiglia mi trovo completamente a mio agio perché sono me stessa. Sul lavoro mi sento a mio agio perché amo il mio lavoro e mi piace essere me stessa, ed essere me stessa è fondamentale.

Se dovesse scegliere un altro luogo dove vivere, dove andrebbe?

Io starei bene dovunque, ma se dovessi scegliere Milano o Roma.

Lasci un pensiero ai nostri lettori…

Io credo che i lettori di Marca Aperta la leggano perché trovano il sorriso tra le pagine: mi associo e mi metto insieme a loro a leggerla perché mi arricchisco di cultura, di sana energia e sani propositi.

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storie

Dedica Speciale Un pensiero a nonna Jeia L’EMOZIONE DI RICORDARE TEMPI INESTIMABILI DI UMANITÀ E RISPETTO Di Marco Cadorin - Attore comico

pesso sentivo mia madre parlare dei suoi ricordi, di quando, piccola, divideva con altre 45 persone la casa dei “Baiton”. A volte i racconti mi lasciavano indifferente, li sentivo così spesso che non ci facevo più caso.

Ma quando Gildo mi chiese di scrivere qualcosa su "nonna Teresa", dandomi notizie su di lei, le parole di mia madre piano piano mi sono tornate in mente, era come togliere delicatamente la polvere da un oggetto prezioso o da una vecchia foto, più la pulisci e più ne risulta la bellezza. È così che ho imparato a conoscere la mia bisnonna, e ancor più dei racconti mi colpivano le sensazioni che, chi mi parlava di lei, trasmetteva, percepivo nitido, quasi palpabile, il rispetto e l'amore che ancora circondava quella donna così lontana nel tempo.

Donna minuta “nonna Jeia”, così veniva chiamata, ma dal cuore straordinariamente grande.

Madre di nove figli, sette maschi e due femmine: una muore a quindici anni. Lei teneva uniti tutti sotto lo stesso tetto, figli nuore e nipoti. Avendo appena partorito Mario, poté allattare anche il primogenito della figlia Giovanna, perché non aveva latte: “Me ga lattà me nona Jeia, ghe someie, par questo che son restà ceo”, ripeteva spesso da adulto.

Era lei che faceva il pane, e si preoccupava di dividerlo equamente; le 3/4 pagnotte per famiglia venivano appese al soffitto delle camere da letto con uno spago.

Ricordo, che mio nonno Bruno mi disse che, oltre a quelli occasionali, aveva contato “13 poveri fissi”, che ciclicamente si presentavano in casa "Baiton:

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storie lo stagnino, lo spazzacamino, l'ombreeta, l'arrotino ecc.”, questi si fermavano anche a dormire nella stalla. “El scarper”, per aggiustare tutte le scarpe della famiglia, si fermava per qualche giorno, e oltre al compenso, aveva vitto e alloggio assicurato.

Classico era il sacco sulle spalle, che tutti avevano per poter mettere ciò che veniva loro donato, oltre a una piccola bisaccia davanti al petto, dove veniva posta la farina. Il tabarro per gli uomini e “El sial” per le donne, era la normale difesa contro il freddo.

Anche molti frati passavano per la questua, motivo in più per ulteriori preghiere da aggiungere alla giornata.

Nonna Jeia si preoccupava che a ognuno fosse dato qualcosa, nessuno andava via a mani vuote, in ogni povero vedeva Gesù, e la carità non poteva avere limiti.

Al tempo della guerra, “casa Baiton” divenne anche un centralino militare, una piccola base per la difesa del Piave. Almeno una grande polenta al giorno veniva preparata per i soldati. Quanti dei suoi figli e nipoti andarono in guerra, chi in Africa, chi in Russia, si temeva fortemente per le loro vite ma grazie a Dio tutti sono ritornati a casa.

Il sabato era il giorno delle pulizie, tutto in ordine per la festa del giorno dopo e per l'arrivo dei “morosi”, perciò bisognava scopare il grande cortile.

Alla domenica tutti insieme si incamminavano verso la chiesa di S.Maria in Colle, presto perché

“Co l’aria fresca dea matina” Parti presto nona Jeia Prima del gal te te sveia Co l'aria fresca dea matina Col to amor che te strassina

Ne l'aria fresca dea matina Co a fameia in procession Ti davanti a testa china Col rosario e le orazion

Co i tosatei a xe na festa E intanto intorno a ti Tutti quanti se presta Par unirse un po de pi

Par chi ha bisogno Par chi no ga' Coe fassine de legna E anca i ovi te sta'

Fin insima Aea scainada E le gambe xe ormai mole Finissi dai sta' caminada In sima a s.Maria in Cole

Devo ringrassiarte nona Jeia De aver amà fin quando Te te si fermada so a soia Davanti al Paron grando

Dentro a cotoea ciusa Tenua co a man sanca De chi no se riposa E a far carità no se stanca

E dopo fora dea messa Proprio sora a quel muret Tutti insieme che beessa Pan casata o el muset

Vui pensar a quel sorriso Cussi' dolse de gran vecia Che ne l'eterno paradiso Fra i Santi ancor se specia.

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storie prima della messa ci si doveva confessare, recitando le preghiere lungo la strada si passava il tempo, il rosario si poteva recitare con calma.

Arrivati sotto la scalinata, con le gambe affaticate i passi di facevano pesanti, ai piedi delle scarpe di pezza o i “strei�, e quando pioveva “e gaeozze�.

La messa era seguita con devozione forte, vera e genuina, ma per i bambini la vera festa era dopo la funzione, quando la nonna mettendosi vicino al muretto, dalla sporta di “scartozze� tirava fuori quelle piccole meraviglie che la famiglia disponeva quasi sempre, “Pan, muset fredo, ovi, a puenta brustoeada e a volte a casata�. La nonna era attenta a dividere con discrezione, cercando di non farsi vedere, c'era tanta gente fuori dalla Chiesa, ma quel momento era tutto per la sua grande famiglia.

L'immagine che secondo me identifica nonna Jeia, è quella di lei che, alle 4.30 del mattino, partiva per andare alla messa a Barcon, trascinando due fasci di legna, e dentro la “traversaâ€? qualcosa da mangiare. C'erano famiglie tanto bisognose lungo la strada, e tu nonna, volevi cominciare la tua messa ancor prima di entrare in Chiesa.

L'ultimo ricordo che, sentendone il racconto da mia madre mi ha sempre rattristato, è quello di lei ormai vecchia, vestita di nero, che con le mani si tiene il capo, le lacrime le scendono silenziose sul volto mentre inerme guarda mio nonno che, con la sua famiglia, parte per andare ad abitare altrove, sul carro la camera da letto e poche altre cose. Tu lo sai, santa donna, che cosĂŹ è la vita, “andate per le strade del mondoâ€? disse

GesĂš, ma quanto male fa in quel momento, ti sembra che tutto ti si spezzi dentro... Mi ha raccontato Norina che, quando sei rientrata in casa eri come svuotata, prendesti delle uova e gliele diedi perchĂŠ le barattasse, come si usava allora, con sale, olio e zucchero, cose che o si compravano o si barattavano. Norina era la seconda delle nipoti, “uffa nona sempre a mi me toca ndar coi oviâ€?...e mentre te lo sta dicendo le tue mani cominciano a tremare, barcolli e perdi conoscenza. Mio nonno Bruno, ancor prima di arrivare a destinazione viene avvisato e subito torna indietro. Secondo il ricordo di Gildo, nella tua stanza c'erano dei sacchi di farina appoggiati al muro, la tua famiglia era tutta li con te, “donna di preghiera e caritĂ â€?, come ti definĂŹ Norina.

Dopo poche ore il tuo grande cuore smette di battere, un instancabile angelo sale al cielo.

Chi ti ha conosciuto ti ricorda come una santa, nella loro memoria ho percepito l'altissimo rispetto che va solo a chi fa della propria vita un esempio da seguire, delle proprie quotidiane azioni, un insegnamento da imitare, della semplicitĂ dell'amore un tesoro da custodire... Grazie nonna Jeia.

Ho voluto dedicare a lei una poesia, che fosse un piccolo riassunto della sua vita; il titolo doveva essere lieve come lieve e il passo di chi fa del bene... in quel tempo il freddo dell'inverno era davvero intenso, bastava un po’ di vento per spaccare la pelle e soltanto una grande motivazione poteva muovere una persona alle 4.30 del mattino... la stessa motivazione faceva si che nonna Jeia partisse...

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redazionale

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Luigino Troncon El me terso libro el ze realtà GRASIE AE PERSONE CHE ME GA CAPIO E CREDUO E VOSUO BEN, SON RIUSCIO A REAIZAR UN SOGNO Di Luigino Troncon*

to qua, dopo el me primo libro A Vita Vera, el secondo de poesia - Riflessi el ze el terso. N’altra favoea che se realiza. A pensar al primo libro no ghe riuscivo, cusì sul terso me par de esar sora na nuvoea che sorvoea Merlengo e montebeuna, dove che paso gran parte dea zornaa dove che laoro al Noi Giovani, e su tuta a Marca Trevisana. A parte qualcun che go za contà sui me raconti, pochi dei me amisi credea in mì, tanto che quando scriveo i me raconti ghe schersaa sora, ciamandome “El Poeta”.

Però grasie ae persone che me ga capio, creduo e vosuo ben, son riuscio a reaizar un sogno che covavo dentro de mi fin da quando gero ceo. Me pare e me mare no gavea capio sta me forsa de voeontà de podeor esa anca un scritor!!!. Però col tempo i go capii, i vegnea da n’altra generasion i gavea provà a guera, e soa so vita i ga dovuo tanto tribuear, par far chel poco che i gà posuo far. Grasie o steso, tante olte go provà a publicar i me raconti, fin che do case editrici e se ga incorto de mi e mi a ste do case editrici ghe son tanto riconosente e ringrasio. El me secondo libro, A Vita Vera 2, el ze a continuasion del primo, A Vita Vera, e so sto qua go vosuo parlar dei zoghi de na

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a vita vera

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olta quando che no ghe gera ancora a teevision, i computer o i telefonini. E prime teevision e ze rivae ani dopo co un canal soeo Rai Uno e in bianco e nero. I mei i ze raconti alegri e spensierai che mi e i me amisi e amiche faseiomo zogando pai campi in mezo aea natura e coe poche robe che gaveimo e disposision, però gerimo tanto feisi o steso cusì. Gò contà dei provenrbi che giraa nei paesi e in fiò pae stae a sera e scrito anca qualche me poesia, spetaimo anca co ansia a sagra del riso del me paese che a rivaa imancabie ogni ano el 24 di agosto (San Bartolomeo) e cusì par tanti di se trovaimo tuti in piasa a festegiar, qua go scrito dei vari personagi che rivaa coe giostre, i gera quasi sempre i stesi, tanto che ormai i gera stai adotai dal paese! Dei zoghi che vegnea fati sua sagra: el tiro aea fune, el pal dea cucagna, e el tiro al bersaglio, che chi fasea pi punti vinsea quasi sempre na butilia de vin o na bamboeta che dopo vegnea regaeaa a na tosa dea compagnia. Un saeudo el fao anca al ex caro piovan Don Alessandro Dal Ben che el ga partecipà al me primo libro, A Vita Vera, fasendoghe a presentasion, e dandome tante foto d’epoca che corispondea a quel che mi go contà sul me libro, che lù el gavea sul so archivio dea parochia de Merlengo. Sul novo libro, A Vita Vera 2, el entra come amico. Un grasie anca ae oficine Cecchetto de Montebeuna, drio a Brentea, nee persone dei fradei Alessandro e Giulio,

che i me gà acolto nea so oficina, fasendome riviva ricordi beisimi del me primo laoro a quindese ani de congegnator mecanico, mostrandome tuti i laori che lori fasea. Pessi beisimi dopo, laorai nee vare machine; torni, frese, dentatrici ecc. Sti tochi laorai i gera quasi come quei che faseo quasi sinquanta ani fa nee varie oficine che mi go laorà da mazzariol a Fiera de Treviso, da Pagliati a Dosson De Casier e da Puppinato a Paese de Treviso. Un grasie a Eleonora De Martin par i so servisi fotografici e spero che el libro A Vita Vera 2 el varà el steso suceso del primo.

Grasie da Luigino Troncon *Luigino Troncon IMPRENDITORE E AUTORE DEL LIBRO A VITA VERA

Noi Giovani LA MODA GIOVANE

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Luigino Troncon

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In edicola puoi trovare il libro “A VITA VERA” di Luigino Troncon in dialetto veneto

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cultura

Tito Antonio Spagnol La scoperta del giallo italiano IL GRANDE SCRITTORE, GIORNALISTA E SCENEGGIATORE CINEMATOGRAFICO VITTORIESE Di Andrea Bayou*

olo chi ha letto le sue opere ha potuto constatare un ritmo letterario sempre più incalzante, un irresistibile atmosfera di grande avventura e un’invenzione originale e ipnotica. La vita di Tito Antonio Spagnol vissuta e testimoniata senza ostenta- zioni, rivela una volontà tenace, un grande coraggio, senza riserve.

Nasce a Vittorio Veneto il 13 maggio 1895 da una benestante famiglia borghese. La sua formazione inizierà con la licenza elementare, Il Ginnasio di Treviso e in seguito all’Ecole des Hautes Etudes Economiques et Sociales di Bruxelles. L’avvento della Prima Guerra Mondiale causerà l’interruzione degli studi intrapresi e un lavoro all’Ufficio Operazioni presso il Comando Supremo a Campoformido, partecipando alle battaglie dell’Isonzo, del Carso e alla ritirata di Caporetto. Terminata la Prima Guerra

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Mondiale si dedicherà ad una vita estremamente avventurosa: dall’Europa agli Stati Uniti, dal Messico al Canada, intraprendendo anche la carriera giornalistica in Italia (Firenze e Roma) e nel settore cinematografico (Camagli Film). Con l’arrivo del fascismo il settore giornalistico incontrerà una rapida crisi con l’immediata chiusura di molte testate giornalistiche e la sua posizione come sovversivo e antifascista lo costringerà a spostarsi in Francia iniziando una collaborazione con il Paris Presse, un ex quotidiano francese fondato nel 1944 da Philippe Barres (1896-1975) e da Eve Curie (1904-2007) figlia di Marie Curie. Questo prestigioso incarico sarà determinante per la sua carriera giornalistica, tanto da condurlo in America ad Hollywood a stretto contatto con il cinema americano e all’amicizia artistica con Frank Capra (1897-1982), Frank Borzage (1894-1962) Woody Van Dyke (18891943) e Charlie Chaplin (1889- 1977). Oltre all’attività di giornalista affiancherà anche quella di soggettista e di sceneggiatore, ma allo scadere del permesso di soggiorno, sarà costretto a trasferirsi in Messico con una serie di nuovi lavori: ricercatore di miniere d’oro e di vecchi galeoni d’oro e pescatore d’altura e di perle.

cultura A quest’ultima esperienza si aggiungerà anche quella di ricercatore di filoni d’oro in Alaska. In seguito verrà scoperto dalla polizia canadese, su segnalazione di quella americana, che lo cercavano per comunicargli la notizia della scomparsa del padre e il desiderio della madre di poterlo accoglierlo nuovamente in casa. Con il ritorno in Italia riprenderà la sua attività di giornalista alla direzione della rivista Snia Viscosa “Tessili Nuovi” a Milano e all’attività di scrittore, sfruttando l’esperienza americana ad Hollywood. In meno di dieci anni scriverà numerosi romanzi e racconti pubblicati per le case editrici Mondadori, Rizzoli e Gallimar.

Tito A. Spagnol inaugurerà in Italia un nuovo filone letterario: il giallo o detective story creando un'atmosfera intrigante attraverso personaggi ed ambienti di semplice riconoscibilità: descrizioni accurate, senso della suspense e della sintesi, ambientazioni realistiche e minuziose, personaggi mai privi di profondità o di caratterizzazione. […] A Milano Spagnol cercò di mettere a frutto le vicende del soggiorno americano raccogliendo per “L’Italiano di Leo Longanesi impressioni e ricordi, ma anche scrivendo i suoi primi racconti caratterizzati da una realistica aderenza alla società e alla malavita americana.[…]

Le sue opere incontreranno un caldo accoglimento e la quasi immediata traduzione di molte opere in francese, spagnolo, portoghese, ceco e polacco e

riduzioni per il teatro tedesco.

Negli ultimi anni della sua vita si dedicherà alla direzione della rivista L’Illustrazione del Medico e all’attività di articolista su quotidiani e riviste per le maggiori testate: Corriere della Sera, Oggi, Grazia, Il Mondo, L’italiamno, Omnibus, La fiera letteraria, Il Secolo Illustrato, L’illustrazione Italiana conseguendo sempre fama e successo per il suo geniale rigore ed equilibrio. Morìrà a Vittorio Veneto il 22 novembre 1979. L’opera di Spagnol ha ricevuto una grande notorietà, anche a livello internazionale, ma in seguito è stata dimenticata quando bisognava dargli l’occasione di più prestigiosi ambiti culturali. Il risultato del suo lavoro è assai eterogeneo, com’era comunque inevitabile: così come non si può ridurre Tito Antonio Spagnol alla sola figura di scrittore, essendo egli stato un insieme straordinario di molteplici interessi che hanno prodotto un notevole contributo al patrimonio culturale italiano.

1 Cfr. Tito Antonio Spagnol, La bambola insanguinata, Edizioni De Bastiani, Vittorio Veneto, p.8.

2 Id., Memoriette del tempo nero a cura di Pier Paolo Brescacin, Edizioni Isrev, Vittorio Veneto, 2005 pp. XIX, XX, XXI.

DEL

CENTRO

*Andrea Bayou FONDATORE E PRESIDENTE STUDI CULTURALI G.J. ANTIGA

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intervista

Marco Melegaro

Giornalista senza filtri SI DEFINISCE UN “GIORNALISTA SENZA FILTRI”, PERCHÉ, DICE “UN GIORNALISTA DEVE ESERCITARE IL DIRITTO DI CRONACA E DI CRITICA” Di Barbara Ricciuti

imperativo è di non nascondere la testa sotto la sabbia quando ci si imbatte in una notizia, anche se la capacità reale di indagine può in realtà più trovar spazio negli approfondimenti”. Marco Melegaro, volto noto di SkyTg24, veronese di nascita e romano di adozione, “ci racconta” il suo percorso.

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Una vita nel giornalismo. Quando e come

hai cominciato a muovere i primi passi in questo ambito?

Relativamente tardi. A 26 anni. Ero troppo timido per buttarmi in questo campo. Mi chiese un collega di scrivere un pezzo per il settimanale della Diocesi. Chiaramente poi, me lo limò e lo mise a posto. Poi, un anno dopo la grande sognata occasione con la televisione. Telepace, mi scelse per un programma di storia che raccontava Verona. Si chiamava “La città racconta”. Di lì in poi, le tv locali, le news e Stream news a Roma. Infine, dal 2003 ad oggi SkyTg24 Quindi, dalla carta stampata alla televisione. Però poi nel 2014 è uscito il tuo libro “Pillole mediatiche” (edito da Imprimatur). È forse il caso di dire che il primo amore non si scorda mai?

Un libro è certamente una sfida professionale.

Rappresenta la messa a punto di un’idea, svilupparla poi è come far crescere un bambino.

Passo dopo passo, periodo dopo periodo il testo prende forma. Pillole Mediatiche è stato un esperimento letterario. Qualcosa di più, certo, di un esercizio di scrittura. Ho raccolto, giorno dopo giorno, quelle dichiarazioni che sulla cronaca

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intervista stituzionale, non mandandole certo a dire a Renzi e “scomodandoâ€? Alberto Sordi. “Qui, vige la regola del marchese del Grillo: io so io e voi non siete un (‌) !â€?

Come Pillola veneta sceglierei invece una frase del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: “Piuttosto che vedere scuole e biblioteche a pezzi, vendo un Klimt e faccio cassaâ€?. Caro primo cittadino: l’arte non si vende, si guarda‌

passavano meno inosservate delle altre. Ora sto invece scrivendo un libro (che uscirà nel 2017) sull’Italia negli anni di Carosello. Un viaggio in sintesi nel Paese che cambia filtrato dai consumi di massa e ritmato dalle pubblicità anni sessanta e settanta.

A proposito di pillole mediatiche del 2015, se dovessi scrivere il seguito, e se dovessi scegliere una “Pillola nazionale� e una “Pillola del Nordest�, quali sarebbero?

Sul nazionale la buttiamo sul qualunquismo applicato alla politica. Roberto Calderoli il primo ottobre scorso, è intervenuto con il suo innegabile sense of humor sulla riforma co-

Come cambia la vita i un giornalista quando passa dalle cronache locali a quelle nazionali?

Il nazionale offre forse un’apertura piÚ a 360 gradi. L’esperienza delle news imporrebbe infatti di saper scrivere nei vari generi e settori.

Io ad esempio che sono un cronista di cronaca bianca, posso fare un pezzo per gli esteri e volentieri per lo spettacolo. Diversamente possiamo dire se parliamo nel specifico di economia: alzo le mani!

Un motivo per cui torneresti nel tuo Veneto?

Tornerei solo per un incarico professionale di un certo rilievo. Dirigere o coordinare un tg regionale sarebbe interessante. Purtroppo nessuno è profeta in patria e poi, se vogliamo dirla tutta, si dice con Shakespeare: “Non esiste mondo al di fuori di Verona‌â€?. Un modo cifrato e ironico per dire che il Veneto a volte è un po’ troppo ‘provinciale’.

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intervista

Gabriele D’Alonzo “#Introspective” il primo cd da solista IL JAZZ-AMBIENT AVVOLTO IN UN'ATMOSFERA SPECIALE PER UN MOMENTO UNICO La Redazione

ome recording. L’entusiasmo, la perseveranza, la costanza e la passione per la musica, hanno stimolato l’interesse per l’home recording, ed il bravo musicista Gabriele D’Alonzo ha deciso di realizzare il suo primo progetto solista, “#Introspective”. Iniziato durante una notte di novembre del 2014, è uscito un album strumentale. Gabriele ha composto i testi, la musica e gli arrangiamenti, durante esperi-

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menti musicali improvvisati e spontanei a occhi chiusi, con cuore e mente connessi, in perfetta sintonia, tali da alimentare idee, sensazioni ed emozioni.

Il CD è uscito l’8 dicembre 2015 intitolato “#Introspective” ovvero l’introspezione di guardarsi dentro. Con questo lavoro ha voluto guardarsi dentro e tirare fuori i pensieri e i sentimenti che condizionano la vita di una persona in questo caso la sua. E’ il suo primo lavoro, autoprodotto, e sono sonorità jazz-ambient in una situazione tranquilla, appunto “#Introspective”.

Il progetto è composto da 10 brani che hanno differenti mood tra loro. E’ un viaggio notturno tra sentimenti, situazioni ed esperienze, che hanno influito il corso della sua vita personale ed artistica. E’ stato ideato, creato ed elaborato

intervista presso il suo “Home Studio” registrato prettamente di notte durante il silenzio totale, tra le mura di casa. Ogni strumento inserito è stato ricercato e suonato con dei virtual instruments su una workstation e con il suo indispensabile compagno di viaggio, il computer.

Gabriele assorbe molta musica e ascolta diversi generi e tra gli artisti di cui segue l’evolversi, si possono citare Remo Anzovino, Ludovico Einaudi, Hior Chronik e Olafur Arnalds. Il suo lavoro di elaborare musica, sound e arrangiamento, come si dice, in house. “Comporre sia la musica, sia i testi e arrangiare l’insieme con il computer rimane la mia passione”.

Ascoltiamo #Introspective e partiamo per un viaggio nelle tecnologiche sonorità jazz ambient.

Ci parli di questo lavoro musicale.

Dove trae aspirazione la sua musica?

Il progetto è nato tutto da me: assorbo molta musica e ascolto diversi generi e tra gli artisti di cui seguo l’evolversi posso citare Remo Anzovino, Ludovico Einaudi, Hior Chronik e Olafur Arnalds. Il mio lavoro è di elaborare musica, sound e arrangiamento, come si dice, in house. Comporre sia la musica, sia i testi e arrangiare l’insieme con il computer rimane la mia passione.

nere gli occhi chiusi mi fa cercare fino nel profondo della mia anima il perché ho scritto quella nota: e mi piace che il pubblico la ascolti.

Dove vuole arrivare con la sua musica?

Prima di tutto vorrei essere soddisfatto di quello che ho fatto: ovviamente mi piacerebbe arrivare in alto perché credo molto nel progetto e mi sento pronto a far arrivare la musica ovunque.

Come mai si presenta con pianoforte e computer…

Questa è la mia particolarità: i brani sono suonati prima col pianoforte, vengono rielaborati con i programmi computerizzati e poi fatti passare nei virtual instruments. I testi, i brani e gli arrangiamenti sono sviluppati all’interno di questi mondi virtuali e le tracce che ne escono sono suonate soltanto da me. Io sono l’unico attore della musica che compongo.

Tanta tecnologia, ma poi suona a occhi chiusi: perché?

Perché la mia musica esce dall’anima. Mi piace trasmettere tutto quello che mi emoziona alla gente attraverso la musica. Mentre suono, teI www.marcaaperta.it I 21 I

dolci dal mondo

Torta Dobos Una torta “regale” di Damla Tanis LAureAtA In ScIenze e tecnoLogIe ALImentArI e PAStIccIerA quALIfIcAtA. www.turchIA-ItALyA.com

uesta volta ci spostiamo in Ungheria per provare uno dei dolci più famosi della pasticceria ungherese: la torta Dobos.

E’ una torta molto gustosa ma laboriosa: è formata infatti da più strati nei quali vengono alternati pandispagna e crema al burro al

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cioccolato. Una vera e propria delizia per tutti i palati.

Inventata dal pasticciere Dobos C. József, fu presentata all’esibizione nazionale di Budapest nel 1885 ed i primi ad assaggiarla furono l’imperatore Francesco Giuseppe e la principessa Sissi.

La leggenda narra infatti che la principessa Sissi adorasse così tanto questo dolce che quando poteva, lasciava il Palazzo Reale di Buda per raggiungere il Caffè Ruszwurm (uno dei locali più importanti di Budapest) per mangiarla.

Torta Dobos Ingredienti per le basi (6 dischi da 24 cm) 8 uova (temperatura ambiente) 180 g zucchero 195 g farina 1 bacca di vaniglia o vanillina 2 cucchiaini di succo di limone scorza grattugiata di un limone

Ingredienti per la crema di cacao amaro 25g 90 g di cioccolato fondente 300g di burro (temperatura ambiente) 130g di zucchero a velo 2 cucchiai di rum Ingredienti per la copertura al caramello 1 cucchiaio di succo di limone

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150g (20 g

di zucchero semolato burro a piacere)

Per la decorazione di granella di nocciole o noci 150g

Procedimento • Per prima cosa montate a neve gli albumi.

• In un’altra ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero ed i semi di vaniglia fino a quando il composto non assume un colore chiaro. Aggiungete quindi sempre mescolando, la scorza ed il succo di limone ed infine la farina. A questo punto, con un cucchiaio di legno od una spatola, incorporate gli albumi un pò alla volta, delicatamente, con un movimento dal basso verso l’alto, per non smontare tutto.

dolci dal mondo

Dividete l’impasto in 6 parti e cuoceteli all’interno di tortiere rotonde di 24 cm imburrate ed infarinate. Se avete più tortiere ed un grande forno potete fare un’unica infornata; altrimenti cuocete uno alla volta ciascuno strato.

(Al posto delle tortiere potete anche tracciare dei cerchi sulla carta da forno posta all’interno della teglia e distribuire la miscela all’interno dei dischi disegnati).

• cuocete nel forno preriscaldato a 180°c per circa 10-12 minuti. togliete dalle tortiere e fate raffreddare.

• nel frattempo, iniziate a preparare la crema montando il burro con lo zucchero.

Aggiungete il burro fuso, il cacao ed il rum e mescolate per bene.

• mettete da parte uno dei dischi. Spalmate la crema su ciascuno dei dischi

disponendoli poi uno sopra all’altro. ricoprite quindi tutta la torta con la crema e decorate il lato con la granella.

• Infine, preparate il caramello sciogliendo lo zucchero con il succo di limone (se volete potete anche aggiungerci un pochino di acqua) fino a farlo caramellizzare ottenendo un colore arancione (se desiderate aggiungete ora il burro). Versate il caramello sullo strato di torta che avevate messo da parte, spalmate velocemente e tagliate in 12 spicchi utilizzando un coltello che avete dapprima sfregato sul burro.

• fate delle decorazioni con la crema sopra la torta e disponeteci a ventaglio gli spicchi di pasta al caramello. mettete in frigo a raffreddare e servite!

Buon Appetito! jó étvágyat!

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fotografia

Luciano Bragaggia

Le immagini che dicono ARRIVARE IN COPERTINA DELLE PAGINESI TREVISO, GRAZIE A UNA COLLABORAZIONE FORTE E IMPORTANTE La Redazione

na vita dedicata alla fotografia. Come può sembrare, quest’affermazione sia banale, se non altro quando ognuno di noi dedica la propria vita a qualcosa di bello e passionale.

Luciano Bragaggia non dedica la sua vita alla fotografia eppure quando si ferma e incide un’immagine nella sua macchina fotografica sembra proprio che l’immagine ci dica qualcosa.

I colori, il paesaggio e l’elemento fotografato sono un istante che non ritorna e perciò deve essere fermato e ricordato. La sua invettiva e precisione gli sono state tramandate dal papà Ettore, un personaggio storico della fotografia trevigiana. Luciano ha seguito il padre durante il lavoro condividendo la stessa passione fino a vivere insieme anche una mostra di fotografia dal titolo “Padre e Figlio insieme - Ettore e Luciano Bra-

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gaggia” nel 2011 presso Marton Cartolibreria e poi insieme in altre mostre e pubblicazioni fotografiche.

E’ interessante parlare con un uomo gentile, simpatico e cordiale e imparare l’arte di una foto tramandata dal padre, quel Ettore Bragaggia che ha dedicato la propria vita all’arte del fotografare.

Ritratti, paesaggi e momenti di vita normale questi sono i soggetti di Ettore il quale gira per Treviso in sella alla sua bicicletta per trovare quell’attimo esatto da fermare e far parlare. Le foto parlano e ci dicono perché è così. Ettore mette in mostra le sue creazioni nel F.A.S.T. - Foto Archivio Storico Trevigiano ed è un successo.

I Bragaggia sono la famiglia storica della fotografia trevigiana.

L’archivio fotografico storico è immenso e messo a disposizione della Provincia di Treviso affinché diventasse patrimonio accessibile al pubblico.

Una passione che è riconosciuta da noi e dagli Elenchi Telefonici PagineSI di Treviso, nella persona di Sabrina Tacchi, cui Luciano Bragaggia dona la foto che è in copertina nel 2016. La simbiosi tra persone si ritrova nella perfetta collaborazione: il marchio PagineSI, il marchio Marca Aperta e Luciano Bragaggia entrano in ogni casa di tutta la città di Treviso e della provincia.

redazionale

Realtà marine

Sandro Tognon, barman per passione e amore ove nasce la passione del Barman?

Ho iniziato questo lavoro nel bar di famiglia “La Degustazione” Cocktail Bar ed qui che è iniziata la mia passione. Personalmente ritengo aver fatto la scelta giusta grazie anche al mio maestro e sostenitore Gianfranco Boemo (detto Giletta).

D

Cosa da più soddisfazione quando prepara e serve i suoi cocktail?

La soddisfazione più grande è preparare bene i cocktail, ma per fare bene bisogna metterci molta professionalità. La preparazione è fondamentale e poi c’è l’amore nel miscelare gli ingredienti per una buona riuscita della ricetta.

Quando il cliente ordina i soliti nomi, si prepara il tutto, ma manca quella sensazione di originalità e invenzione che è nella mia anima.

Le ricette preparate da me in esclusiva mi hanno dato la maggior soddisfazione: ho ricevuto il premio come primo e secondo posto

al campionato nazionale con la ricetta “Corsaro Nero” a Tirrenia (PI). Ho il piacere di dire che ho creato anche la ricette Dribbling (by Pizzul), Julia Felix (by Munaro), “Marca” in onore della vostra rivista, e mi piace affermare che è stato apprezzato molto.

Ci racconti la sua carriera.

La mia carriera inizia a Grado per poi proseguire nei migliori locali notturni del Friuli Venezia Giulia e non solo. Grazie all’aiuto di mia moglie Patrizia siamo riusciti a raggiungere traguardi eccezionali e vorrei anche ringraziare la mia clientela che ci apprezza e mi segue da anni apprezzando la mia professionalità.

Bar Hemingway Galleria Excelsior Angolo Via Marina, 22 Grado (GO) 34073

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u: s g n i m a e r t s In clas.it n o c o i d a r . w ww

La radio

con amore, con passione

PERIODICO DI INFORMAZIONE, APPROFONDIMENTO E CULTURA

APRILE-MAGGIO 2016

GRATIS

Roberto Paruzzo

LA MUSICA NON È FISICA

sommario

8 Albert Marzinotto IL DJ-SET È LA MIA CASA

Mario Noventa

DIRITTO ALL’OBLIO

CULTURA 3 Johnny Cester

TALENTI 16 Cesare Lopopolo

IN COPERTINA 4 Roberto Paruzzo

ATTUALITÀ 18 Paesi dipinti 19 Diritto d'oblio

INTERVISTA 8 Albert Marzinotto SALA PROVE 11 Proposte in musica

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LIBRO 22 Micaela Palmieri

Jhonny Cester IL VETRO, LA TELA...

SONO LE SUE MATERIE

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22 Micaela Palmieri

TRE DI UNA COPPIA I 3 IPERFETTA Marca Aperta I marzo/aprile 2015

cultura

Johnny Cester

Il vetro, la ceramica, la tela… sono le sue materie QUANDO LA PRECISIONE DEL TRATTO NON TOGLIE L'ESPRESSIONE ARTISTICA MA ATTRAE LA CURIOSITÀ DI VEDERE SEGNI PAZIENTI E IRRIPETIBILI Di Gianni Fellisent

o show room, ricco di opere d’arte, è bello da vedere e scoprire. Quando si parla di cultura, bisogna avere la maturità di fermarsi e ascoltare: l’occhio non basta, ci vuole spirito e pazienza.

Entriamo nel cuore dell’arte di Cester: il forno.

A scuola abbiamo imparato l’arte della ceramica e l’idea che ci siamo fatti è quella di aver fatto una cosa grandiosa; dipingere una piastrella, cuocerla e vederla colorata è sembrata una magia. Invece questa non è magia ma arte; non solo l’arte del dipingere, ma anche l’arte di saper cuocere i colori e dare la giusta tonalità ai pezzi pronti. Il tempo è l’elemento essenziale di Cester; aspettare il risultato e non conoscerlo.

A molti questa sembrerà una fantasia, ma non è

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così: il calore e il tempo possono creare ma anche distruggere l’opera del maestro. Questa caratteristica tecnica del calore per dipingere è un elemento discriminante che rende le opere ancora più belle.

Solitamente il tempo serve per fare mentre qui il tempo fa.

La maestria e precisione sono di casa. Il maestro ci svela tutta la sua esperienza con opere che ai più sono passate nelle mani senza accorgersi di nulla.

Le opere d’arte di Cester sono così uniche che non si possono copiare o contraffare tanta è l’unicità e l’originalità.

Come abbiamo detto nel precedente numero della rivista, la precisione della mano e la raffinatezza dell’occhio si esprimono nelle opere di un uomo a dir poco sorprendente.

Ricordiamo che il maestro porta avanti ancora oggi il suo impegno nell’isola gradese nel promuovere attività che comunicano la portata storica e paesaggistica della laguna; la passione e la dedizione verso la bellezza dell’arte grafica si trovano anche nelle calli del centro storico di Grado.

Come dicevamo il tempo sembra non scorrere mai di fronte a tanta tecnica, espressività e precisione.

Invece grazie a Cester il tempo scorre e fa.

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Roberto Paruzzo La perfezione in musica DEDICARSI ALLA PASSIONE DEL PIANOFORTE È UN IMPEGNO PROSSIMO AD UNA MISSIONE Di Mario Fontana

hi è Roberto Paruzzo?

Le vorrei rispondere “Non ho mai pensato a me”, come fece Arturo Benedetti Michelangeli in una delle sue rarissime interviste. Non potendomelo permettere, accetto la sua sfida azzardando una definizione: un Romantico in continua ricerca di quell'Estasi, quell'abbandono che irrompe dall'ebbrezza dei sensi e delle emozioni che, esplodendo e travolgendo il narcisistico “Io”, fanno emergere l'Arte e la Bellezza dal suo oblìo. Può andare?

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Quando ha deciso che il pianoforte diventasse la sua vita?

Da sempre. Non l'ho mai sentita come una decisione: è accaduto. E' come un'urgenza, una passione a cui non si può che cedere e dedicarsi. Da una parte una vera fortuna, dall'altra un impegno prossimo ad una missione.

Ascoltare e suonare: il metodo più bello per imparare la musica?

Ascoltare, suonare e ascoltarsi: questa è una buona base da cui partire. Dal punto di vista dell'apprendimento tecnico è necessario un profondo studio per raggiungere quella libertà che consente l'espressione più diretta delle proprie intenzioni musicali. Più interessante e complessa è la dimensione delI 4 I Marca Aperta I aprile/maggio 2016

l'ascolto, sia dell'altro che di sé. Per comprendere il senso di un'esecuzione è a mio avviso necessario “diventarla”, farla risuonare in se stessi arricchendo il proprio mondo interiore di colori, gusti, emozioni. Poi vi è la questione dell'ascoltarsi, cioè riuscire a percepire se vi è coincidenza tra ciò che si immagina di eseguire e ciò che effettivamente si produce; qui si apre un mondo di esperienze peculiari la cui articolazione richiederebbe molto tempo.

La sua professionalità è più apprezzata in Italia o all'estero?

Nella mia esperienza non ho colto particolari differenze, eccezion fatta per l'Académie de Musique "Tibor Varga" di Sion, uno dei più prestigiosi centri musicali europei dove da più di mezzo secolo vengono invitati a tenere masterclass e concerti i più importanti artisti del mondo. Le devo confessare che far parte del corpo docenti di un'istituzione così importante è per me motivo di grande orgoglio.

Secondo Lei, quali sono i compositori più grandi?

Senza dubbio Bach, Mozart e Beethoven.

Bach come emanazione diretta del Divino, Mozart giocoliere dell'Anima, Beethoven come potenza dell'Uomo.

Ennio Morricone e l'Oscar: cosa ne pensa?

Ne avrebbe meritati molti altri! Tutti i grandi registi lo chiamano "Il Maestro", forse per la sua straordinaria capacità di coniugare la complessità e la sperimentazione della musica d'avanguardia (che lui ama chiamare assoluta) con l'immediatezza richiesta dalla dimensione cinematografica. Da giovane fu

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letteralmente folgorato dalla scrittura di Petrassi, tanto che scelse di terminare i suoi studi di composizione con lui. In fondo non ha mai tradito quel mondo "classico" anche occupandosi di musica da film. È sempre riuscito ad inquadrare le sue partiture in precisi binari teorici, divertendosi talvolta ad inserire piccoli espedienti musicali, come ad esempio i quattro intervalli di 6ª nel tema principale di "C'era una volta il west", spesso all'insaputa del regista e del pubblico. Un segreto, racconta lui stesso, per "dare dignità alla mia professione".

Se esistesse una ottava nota, come la suonerebbe?

“La vera musica è tra le note” scrive Mozart.

Giocando, potremmo dire che l'ottava nota è quella che vive tra le altre e da il senso all'esecuzione: è l'ispirazione dell'interprete che I 6 I Marca Aperta I aprile/maggio 2016

risuona con quella del compositore.

Avrebbe un consiglio da dare ai giovani che intraprendono una carriera come la sua?

Studiare, studiare e ancora studiare ed esser certi che questa attività sia fonte di per sé di gioia e godimento. Vi è poi da sviluppare un senso critico ed estetico, sia approfondendo tematiche di area filosofica e letteraria che del mondo delle arti. Oggi è fondamentale una preparazione la più ampia e varia possibile.

Non posso non citarle nuovamente Michelangeli con una celeberrima frase che coglie in pieno l'essenza del fare musica: “Essere un pianista e un musicista non è una professione: è una filosofia, una concezione di vita che non può basarsi né sulle buone intenzioni né sul talento naturale. Bisogna avere prima di tutto uno spirito di sacrificio inimmaginabile”.

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intervista

Albert Marzinotto Il Dj-set è la mia casa IL DIVERTIMENTO APERTO A TUTTI. STORIA E INNOVAZIONE PRESENTI NELL'ESPRESSIONE DI UN ARTISTA POLIEDRICO A cura di Matteo Bacci

hi è Albert Marzinotto?

Albert Marzinotto è un ragazzo di ventisei anni, con una grande passione, la musica. Ama la vita e lo stare in mezzo alla gente.

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La passione per la musica è nata moltissimi anni fa, avvicinandomi agli strumenti musicali come il pianoforte e la chitarra. Con il passare degli anni arriva il primo approccio con il mixer e i giradischi.

Quando è nata la sua passione per la musica?

Quali sono i generi musicali che predilige?

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intervista

lità, i propri sentimenti attraverso un mezzo, nel mio caso la musica.

In cosa si fa riconoscere il suo sound?

Il bassline è molto riconoscibile ed è sempre presente in tutti i miei brani, anche se di questi tempi è molto difficile essere “ricordato” per un suono o una particolare tecnica in un brano.

Interessante la sua connessione nelle tecniche sonore storiche e attuali: che effetti si trovano?

Le tecniche di mixaggio e le procedure in studio di registrazioni in questo momento sono diverse rispetto a quelle di anni fa.

Ora chiunque ha la possibilità di crearsi il proprio “home-studio”; infatti, non è più necessario produrre con macchine esterne ma con un semplice computer, vari “plugin” e “vst” si possono realizzare anche hit di fama mondiale, tutto dipende dalla fantasia dell'artista.

L’adrenalina della serata o del concerto: cosa c’è di bello?

L'adrenalina post serata è energia pura, è veramente difficile spiegarlo a parole. E' quella cosa che ti farebbe venir voglia di tornare sul palco subito, appena conclusa la performance.

I generi musicali che prediligo sono l’House Music, la Deep House e il Funky. Non mi chiudo in soli pochi generi musicali perché trovo restrittivo per un'artista, doversi etichettare in un genere, questo perché si rischia di perdere il vero significato della parola “artista” cioè di chi esprime la propria persona-

I suoi progetti futuri Ci sono molti progetti soprattutto a livello discografico; ci saranno dei nuovi brani molto interessanti ed originali e l'obiettivo è quello di riuscire ad intraprendere una strada discografica anche con etichette estere per potersi mettere in luce anche all'estero.

Lasci un messaggio al nostro pubblico…

Ascoltate più generi musicali possibili, senza nessuna “discriminazione”, solo così si può aumentare la propria cultura.

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ambiente

Giardini aperti

Friuli Venezia Giulia 7a edizione SI APRONO GIARDINI PRIVATI PER APRIRE L'ANIMA ALLA CULTURA DEL BELLO. PROFUMI, COLORI E NATURA VIVA Di Gianni Fellissent

iamo in piena primavera e il ritorno di profumi e colori apre le porte alla settima edizione di Giardini Aperti, iniziativa che è partita nel 2010 grazie a Valeria Landini che da Pordenone, è riuscita a organizzare questa stupenda manifestazione con il supporto del Turismo Friuli Venezia Giulia.

Oggi parliamo con Loredana Sant, responsabile della manifestazione, e ci presenta Giardini Aperti che grazie ai 150 soci volontari del circolo di giardinaggio "Amici in giardino" portano avanti l’iniziativa di aprire i giardini privati al pubblico. L'obiettivo è di far aprire giardini privati, di tutta la regione, per affer-

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mare il valore del giardino privato e promuovere la conoscenza del verde; perché il nostro motto è: “Condividi il tuo giardino regalerai felicità.” Il Friuli Venezia Giulia è la prima regione a condividere questa manifestazione unica nel suo genere. La settima edizione conta circa sessanta giardini aperti al pubblico ed è riconosciuta da tutti gli appassionati del verde che aspettano con trepidazione l’arrivo di maggio per ammirare dei piccoli e grandi gioielli verdi.

Lorena Sant afferma che la manifestazione non è a carattere regionale ma internazionale: infatti, i visitatori arrivano dall’Italia, ma anche da Slovenia, Austria e Germania.

I giardini saranno aperti domenica 15 maggio dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 14,30 al tramonto. Informiamo che vari giardini saranno aperti anche domenica 22 maggio con gli stessi orari.

L’ingresso è gratuito. info@amicingiardino.it www.amicingiardino.it

vetrina-band

Sala prove La miglior musica proposta dai migliori artisti VALORIZZARE CHI FA MUSICA IN UN CONTENITORE DEDICATO, UNA VETRINA ESCLUSIVA, QUANDO LA CULTURA ARRIVA DOVUNQUE

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jazz-lounge

Musique Boutique

Il raffinato Lounge-Chillout ati nel 2008 da un’idea del tastierista e produttore “Franz” Contadini e della cantante Ariella Perentin, sono una band che propone dal vivo un raffinato repertorio Lounge-Chillout rivisitanto in questi stili famose canzoni vecchie e nuove del mondo poprock & dance ideali per aperitivi, pre-discoteca, cene di gala e convention.

Una band ben affiatata di musicisti dove le esperienze singole a livello internazionale si fondono in un unico sound privilegiato. Realizzano cover a loro piacimento e vengono apprezzati da qualsiasi genere di pubblico.

La maggior parte del lavoro è quello di affinare e sperimentare arrangiamenti e musiche nuove: nel 2011 registrano al Supersonic Studio (www.supersonicstudio.com) vari brani tratti dal repertorio live tra cui la canzone “Gypsy Woman” della can-

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tante Crystal Waters che ricanta per loro in esclusiva il brano autorizzandone il featuring.

Nel 2012 esce il primo CD dal titolo “C'est Chic” che contiene in esclusiva sia il brano con Crystal Waters che il remix di Jovanotti “Tutto l'amore che ho”. Per Jovanotti in questi anni hanno realizzato vari remix. Nel 2013 remixano anche il singolo di Zucchero “Quale Senso Abbiamo Noi”, e vengono ospitati da Nick The Nightfly a Montacarlo Night su RadioMonteCarlo.

Chi sono i Musique Boutique La Band propone dal vivo un raffinato repertorio Lounge-Chillout.

La carriera è ricca di eventi: sono ospitati e intervistati da Nick The Nightfly nella trasmissione Monte Carlo Nights, e pubblicano in tutto il mondo, il loro primo singolo inedito Come Closer, un brano di sapore Electroswing. Realizzano il remix “Smooth Funk” del singolo “Sabato” di Jovanotti che è inserito nel cofanetto “Sabatomania” ed è uno dei 30 migliori remix realizzati. (Universal Music Italia) Suonano sulla Terrazza Aperol per l’inaugurazione del “Mercato del Duomo” in piazza Duomo a Milano, nuovo locale della catena Autogrill, a si esibiscono all’Alcatraz di Milano e suonano alla

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convention nazionale delle Ass. Generali.

Stanno lavorando al nuovo CD con cover rivisitate e inediti. Oltre all’attività live registrano presso il Supersonic Studio di Franz Contadini (www.supersonicstudio.com) brani di repertorio che vengono pubblicati dall'etichetta M.O.D.A. Music Fashion di Milano e inseriti in prestigiose compilation Lounge italiane ed estere. La band è composta da: Ariella Perentin: Voce Franz Contadini: Tastiere Luca Capizzi: Sax Francesco Cainero: Contrabbasso Marco Vattovani: Batteria Andrea Fontana: Percussioni (special guest) www.musiqueboutique.it Contact : email: info@musiqueboutique.it Cellulare: +39 392.2837733

cover

Cindy & The Rock History

Progetto unico e originale a storia del Rock dagli anni 50 ad oggi: da Elvis Presley ai Beatles, dai Rolling Stones a Jimi Hendrix, dai Led Zeppelin ai Deep Purple, Ac-Dc, Bon Jovi, Metallica, Aerosmith, tutte le hit che hanno segnato le tappe più importanti della storia della musica rock.

Una band formidabile formata da grandi musicisti conosciuti a livello mondiale presenti nelle produzioni più famose di artisti italiani e internazionali. Uno stage curato e d’impatto, tutto rigorosamente dal vivo, tutto accompagnato da proiezioni di video originali e immagini di originali che raccontano insieme alla musica gli spaccati fondamentali della storia del rock - tutto sincronizzato.

Cindy Cattaruzza, la voce del gruppo è una delle migliori interpreti rock in Italia. Andrea Rigonat alla chitarra si conosce come

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uno dei più noti chitarristi in Italia. Carlo Bonazza alla batteria è conosciuto musicista a livello internazionale. Giulio Biasinutto al basso, con Fabrizio de Ros alla chitarra, con i Danka partecipa a programmi televisivi.

Marco Toso talentuoso chitarrista e Marco Tolot bassista noto nella scena blues europea. www.cindyrockhistory.com

Chi sono i Cindy & Rock History Cindy Cattaruzza - Voce - Ha partecipato a numerosi live tour e apparizioni televisive fra cui Hair e The Musical (voce protagonista) a Sanremorock; Operazione trionfo (tv show) Radio Dimensione Suono Tour; I Raccomandati Rai Uno (Tv Show).

Andrea Rigonat - Chitarra - Famoso in Italia e all’estero: suona con le cantanti popstar Elisa e Laura Pausini.

Produttore e arrangiatore di Francesca Michielin - vincitrice di X Factor Italia 2011 seconda a Sanremo 2016 e protagonista all’Eurovision Song Contest 2016. Suona per Tiziano Ferro e produttore artistico del live di Marco

Mengoni 2012. Carlo Bonazza Batteria - Batterista della popstar Elisa, Eros Ramazzotti e di Peter Maffay in Germania e Austria. Suona per Le Orme, Prozac +,Alberto Fortis, Alan Sorrenti e altri.

Giulio Biasinutto - Basso - Fabrizio de Ros - Chitarra - Con i Danka realizza un CD edito Sony e 2 videoclip; ha suonato al Live Heineken Jammin' Festival per Vasco Rossi e varie apparizioni televisive Rock Tv - Mtv. Mattia Toso - Chitarra Mauro Tolot - Basso - Noto nella scena blues europea al fianco di Bob Margolin e dell'inglese Ian Siegal.

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tribute

Pinkover

Il Trittico show a passione per un gruppo storico come i Pink Floyd riesce a creare una tribute band che dal 2003 propone i successi e passando per piazze e manifestazioni importanti, i concerti aumentano la levatura artistica che diventa sempre più importante.

La carriera artistica decennale dei Pinkover parte da Trieste e si sussegue in cambiamenti e sogni: diversi concerti hanno riempito piazze e teatri in diverse città.

Voce solista del gruppo è Federico Mreule che è affiancato da un supporto canoro di alcuni membri della band; Michele Zabucchi alla chitarra, Francesco Cainero al basso e Samuele Orlando alle tastiere e un reparto cori che si è già distinto per la capacità vocale negli anni passati: Alexia Pillepich, Elisa Ritossa e Elena Vinci. La formazione dei Pin-

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kover è completata da Dario Degrassi alle tastiere e organi, Alessandro Conte alla batteria e Andrea Abbrescia alle chitarre e Matteo Verazzi al Sax. Trieste 2016 - Tutta la manifestazione ha come progetto scenografico e video di Alessandro Conte, mentre portano la firma di Federico Mreule e di Dario Degrassi, l'intera produzione sonora degli effetti audio.

Chi sono i Pinkover La storia di un gruppo nasce dalle sue radici, una storia che porta i passi del tempo. La formazione nel 2003, i cambiamenti, il sogno.

Oggi all'attivo i Pinkover hanno una documentazione di tredici anni, che li vede annoverare nella lista i nomi di molte città.

Si passa attraverso piazze, in concerti di elevatura sempre più importante.

Ricordiamo solo alcuni concerti tenuti a Trieste, nella loro città: nel 2008 in Piazza dell'Unità d'Italia e a San Giusto nel 2011. Fino ad arrivare alla progettazione e alla messa in scena nel giugno del 2013 al Politeama Rossetti,

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di - The Wall - l'opera. Un sold out che per mesi ha fatto parlare di sé. Tornano a far parlare nuovamente di sé nel panorama musicale di Trieste con due date consecutive a marzo 2016, unendo in due serate la magia pinkfloydiana di un'epoca, un arco temporale di quattro anni, 1975- 1979, e la magia musicale di tre album, “Wish you were here”, “Animals”, “The Wall”, il concerto.

Contatti: info@pinkover.com Cellulare: +39 335.6140061 Ufficio stampa: ufficiostampa@pinkover.com Cellulare: +39 335.7932644

folk

Claudia Danca

La voce che arriva dal cuore a cultura musicale nazionale e interazionale ci affascina in tutti i suoi aspetti e riflessioni. Trovare musicisti e artisti che trasmettono l’amore per l’arte su tele, pagine e materiali variegati ci coinvolgono nella continua esplorazione dell’intelligenza personale eclettica d’ispirazione.

Sentiamo note e segni ogni giorno: la radio aiuta ad ascoltare, la tela aiuta a guardare e la carta aiuta a leggere. La comunità rumena in Italia conta più di un milione e mezzo di unità e rendere partecipi loro alla nostra cultura è un segno importante.

Incontriamo un’armonia di colori, profumi e pensieri insieme a un’intensa gentilezza, cordialità e simpatia di Claudia Danca, che trasferita dall’Oltenia in Romania in Italia, trasmette a tutti il suo desiderio di cantare e le melodie della sua terra.

Non è una cantante professionista e piace la sua vitale condivisione della natura e della trasparenza d’ideali.

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I colori dei fiori e la bellezza della voce riempiono momenti indimenticabili per ognuno di noi, e la bellezza dei costumi, originali e fatti a mano, rendono tutto una favola d’amore.

L’Oltenia è una regione romena racchiusa tra il Danubio, le Alpi della Transilvania e il fiume Olt, ricca di zone termali nella zona sottocarpatica. La città principale è Craiova ed è una regione ricca di storia. Una piccola brezza rasserena i cuori e dopo tutto appare migliore.

Chi è Claudia Danca Claudia Danca, che trasferita dall’Oltenia (Romania) in Italia, trasmette a tutti il suo desiderio di cantare e le melodie della sua terra.

Non è una cantante professionista e piace la sua vitale condivisione della natura e della trasparenza d’ideali.

Claudia porta in Italia tutta questa storia e tradizione preparando personalmente i costumi con i colori e i segni della sua terra. Il suo pensiero artistico lo troviamo: “Canto perché amo cantare e non voglio ricevere nulla in cambio,

perché il canto mi dà già tutto”.

Studia canto dall’età di quindici anni e in Italia ha frequentato la scuola di canto di Laura Battel ad Aviano (PN).

La musica tradizionale folkloristica rumena la diffonde insieme alla passione per i fiori e la natura condividendo con i suoi fans sui social ogni giorno composizioni di fiori e paesaggi incantati. La sua voce incanta: già il canale televisivo Favorit Tv ha trasmesso i suoi video e diverse radio trasmettono le sue canzoni. Cantare le riempie l’anima di aria fresca e buona.

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Caesar’s psycho machine La macchina psichedelica gira a pieno regime INCONTRIAMO IL GIOVANE MUSICISTA MILANESE AUTORE DELLA COLONNA SONORA DEL VIDEO DI RADIO CONCLAS

l video per il lancio della web radio di Marca Aperta, Radio Conclas, ha raggiunto in breve tempo oltre 3000 visualizzazioni. Un risultato notevole, merito anche della musica originale composta per noi da un giovane musicista milanese: Caesar’s Psycho Machine, alias Cesare Lopopolo.

E proprio perché questo è un numero un po’ speciale, in cui parliamo di musica e musicisti, chi meglio di Cesare può raccontarci l’esperienza di muovere i primi passi in questo mondo complicato e meraviglioso, fra difficoltà, soddisfazioni e un’infinita passione per

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la musica? Proprio la stessa che ci ha fatto pensare e costruire una radio diversa dal solito.

Chi è Caesar’s Psycho Machine?

Caesar’s Psycho Machine è forse un nome difficile da ricordare ma (si spera!) sufficientemente accattivante per descrivere il mio progetto solista, contaminato spesso da collaborazioni vocali, linguistiche e strumentali.

Per la tua musica a chi ti sei ispirato?

Penso che con tutti gli input che riceviamo oggi dal mondo musicale e non, la cosa più difficile sia riuscire a ispirarsi a se stessi. Suonare e creare qualcosa che sia realmente specchio della propria creatività, senza filtraggi dettati da mode, richieste, tendenze del mercato discografico e retromanie varie.

Ciononostante non posso negare di essere in debito con il Progressive Rock e le sperimen-

Foto: Susanna Taco

talenti

talenti tazioni a cavallo tra il ‘69 e il ‘70, compreso Robert Wyatt.

Caesar’s psycho machine, istruzioni per l’uso

Rispetto alle tue prime produzioni che tipo di evoluzione ha avuto la tua musica?

Come ogni percorso creativo mi piace vedere la mia musica come un continente inesplorato: ci si muove lentamente, scoprendo con meraviglia sempre nuove possibilità.

Cerco di mantenere le mie sonorità tra armonia e ricerca sperimentale. E la forma del concept album è il mezzo che mi permette di esprimerle al meglio.

La dote che salta maggiormente all’occhio di Caesar’s Psycho Machine è la facilità nella composizione.

Infatti, tre dischi in tre anni - tra l’altro così ricchi di sonorità e complessità strumentali - non sono cosa da tutti.

Mettiamoci Caesar’s Psycho Machine anche che sono stati prodotti e suonati interamente solo da Cesare Lopopolo, con la collaborazione, per le parti vocali, di Evelina Nericcio per il primo disco e di Lucy Zhu per Intervista, per farci un’idea delle capacità e le potenzialità del musicista appena ventenne.

Viene facile immaginare una carriera in cui la macchina psichedelica di Cesare lavora a Intervista pieno regime non solo per se stesso ma, visto il successo e la facilità con cui è riuscito a creare un sound così accattivante per il nostro video, anche per la pubblicità, il cinema o altri gruppi.

Per ascoltare (o scaricare gratuitamente) tutta la musica di Caesar’s Psycho Machine basta collegarsi a bandcamp.com e digitare nel campo ricerca: “Caesar’s Psycho Machine”. Idem se volete trovarlo su Facebook.

Come vedi il tuo futuro? Continuerai su binari paralleli (da una parte la tua creatività e dall’altra il mondo “commerciale”) oppure prevedi sviluppi diversi?

Nonostante la realtà ci mostri ben altro sulle possibilità di essere un musicista, voglio essere spropositatamente ottimista e pensare di poter riuscire a vivere decentemente di musica, prima o poi.

Ecco, appunto, qual è la differenza fra lavorare esclusivamente per ciò che si sente “dentro”, senza pensare a un pubblico e quella di soddisfare invece un art director che avrà certamente espresso specifiche particolari per il nostro video?

In entrambi i casi non posso evitare di pensare al pubblico, che si tratti di due o duecento persone non fa differenza, mi sento sempre obbligato a un perfezionismo maniacale.

Qualunque sia l’output, per il mio lavoro cerco sempre di realizzare un prodotto al meglio delle mie capacità.

So che oltre a comporre sei anche un polistrumentista.

Ho cominciato suonando pianoforte e chitarra, ma l’esigenza di integrare altri strumenti alla mia musica, unita alla scarsa disponibilità di musicisti, mi ha portato a cimentarmi nello studio di flauto traverso e di pan, clarinetto, kalimba, percussioni varie, djembe...

Bleeding Youth

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attualità

I paesi dipinti di Lombardia

Dodici esempi di arte murale UN LIBRO GUIDA, UN VIAGGIO CULTURALE, DOVE L’ARTE DELLA COMUNICAZIONE È ANTICA Di Mario Fontana

onoscete paesi dal nome: Calcio, Aprica, Parlasco, Cadorago, Arcumeggia, Runo di Dumezza, Dairago, Gravellona, Cassina dè Pecchi, Crota d’Adda, Guidizzolo e Madone. Ebbene, questi piccoli borghi lombardi sono luce dell’arte murale, forma artistica nata ben 10.000 anni fa insieme ai Camuni, in Valcamonica, necessaria alla comunicazione. Le prove sono ancora visibili e sono l’esempio di arte rupestre più importante d’Europa.

Il libro “Guida ai paesi dipinti di Lombardia” presenta i dodici comuni lombardi, dove è presente quest’arte antica, insieme alla storia del paese e a tutti i riferimenti turistici per viaggiare in serenità e conoscere la bellezza delle forme.

Gli autori della guida sono Salvatore Giannella, direttore di “Genius”, dell’Europeo e per dieci anni di “Airone”, responsabile di cultura e scienze a “Oggi” e ora cura il seguitissimo blog

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”Giannella Channel”; Benedetta Rutigliano, è storica dell’arte con tesi sui muri dipinti. Le fotografie sono di Vittorio Giannella.

“Andare in un paese dipinto vuol dire voltare le spalle alla febbre della circolazione automobilistica, alla vita convulsa delle metropoli, ritornare alla pace antica dove, con occhio calmo e riposato, prendere contatto con il messaggio degli artisti”. Piero Chiara (Luino 1913 - Varese 1986)

Guida ai paesi dipinti di Lombardia Edizioni: BookTIme €. 16,00

attualità

Diritto all’oblio

Tutto in discussione UNA BREVE DISAMINA DI UN DIRITTO IMPORTANTE Di Ennio Noventa*

egli ultimi tempi un fatto nuovo ha attirato l'attenzione di media, all'interno delle discussioni tra privacy e libertà della rete, le richieste di "diritto all’oblio" che privati cittadini fanno al più diffuso motore di ricerca (Google) in ragione di leggi sull'argomento, che vari paesi europei hanno promulgato un po' in ordine sparso, così come fa abitualmente l'Unione Europea ogni volta che le si presenta un'occasione di dimostrare di essere veramente un' unione, anche di intenti oltre che di fatto.

A parte che quel cittadino spagnolo, che ha dato il via alla querelle, un anno fa o poco più, ha finito poi per essere citato in rete proprio per quello che per primo aveva chiesto di essere dimenticato, ottenendo quindi l'esatto effetto contrario, al solito le questioni in materia di diritti personali vengono

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trattate con la memoria molto corta da parte di legislatori ed influencer, attenti a cavalcare, poco importa se pro o contro, il tormentone del momento, piuttosto che spendersi per un'intera causa: in questo caso parleremmo di Diritti con D maiuscola, e quindi Universali, piuttosto che piccoli diritti a qualcosa, particolari e selettivi.

Vero è che i Diritti sono l'insieme di tanti "diritti di… ", ma nel caso del Diritto all'Oblio, francamente, mi pare si metta il classico carro davanti ai buoi.

Se ne parla molto di più, se ne interessano molti più politici, che non, per fare solo un esempio, al Diritto all'Istruzione delle Donne nel mondo, la cui battaglia per ottenerlo è nelle piccole mani, meritevoli di un Nobel per la Pace, di una ragazzina, Malala, e di pochi altri. E sono diritti che coinvolgono, decide di milioni di donne. Fin troppo facile pensare, quindi, che chi abbia interesse all'oblio siano i soliti poteri forti, a cominciare dai politici, che si vedono servito su un piatto d'argento una possibilità in più di condizionare la Rete di limitare quell'effetto memoria perpetua che può offuscare, se non proprio rovinare, un'immagine che loro stessi, e non altri, hanno così costruito. Mi piace pensare che se il signore spagnolo (che non cito per rispettare il suo diritto all'oblio) avesse immaginato la piega che avrebbe potuto prendere la sua richiesta, forse vi avrebbe lui stesso rinunciato, convinto che i diritti sono diritti, ma che vi sono diritti più Diritti di altri. *Ennio Noventa IMPRENDITORE, APPASSIONATO DI INNOVAZIONE

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redazionale

Pizzeria da Lino La raffinatezza è di casa DOVE MANGIARE NON UNA SOLITA PIZZA, MA UN'OTTIMA PIZZA

a Marca Trevigiana è ricca di storie e ambienti speciali. Tuttavia, un uomo non si sente a suo agio nel territorio che è casa sua, e arriva lontano, dove apprende cose uniche e particolari.

Negli anni sessanta, il giovane Lino Durante, parte per il Perù e dopo la fatica del lavoro presso gelaterie e pescatori, trova a Miami, negli Stati Uniti, un pizzaiolo siciliano, che gli insegna l’arte della pizza sottile e croccante. Dopo quasi un decennio di esperienza, ritorna in Italia e nel 1975 apre una pizzeria proprio sotto quel Montello che ama. La prima pizzeria nata dal “sogno americano” di Lino si trova a Ciano del Montello (TV): un piccolo locale rustico e familiare, dove si gusta una pizza sottile e fragrante. Presto questa caratteristica è ben apprezzata dai clienti che man mano diventano sempre più

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affezionati. L’arte di creare una pizza speciale è accompagnata dalla personalità di Lino, che trasmette nel suo locale tanta passione e cordialità: entrare e mangiare una pizza, scelta dal ricco menù, diventa una fiaba di gusti e profumi. Siamo nel 2010 e la pizzeria viene trasferita a Covolo di Pederobba (TV) e, grazie all’apporto della famiglia, la tradizione mantiene la sua importanza, ma l’innovazione migliora l’esperienza pluriennale maturata.

La Pizzeria da Lino coniuga la cordialità del

redazionale

LA fAMigLiA DurAnte

servizio a una selezionata offerta di prodotti: gli ingredienti sono tutti scelti con attenzione e la provenienza può essere locale e non, in base al principio di semplicità e di bontà. Cerchiamo prodotti genuini e semplici che si abbinano al meglio con la continua ricerca di nuove ricette: nuove pizze, vini selezionati, ricercata carta delle birre e ottimi dessert fatti in casa.

Vi aspettiamo… perché la storia continua.

Pizzeria da Lino Via Jacutinga 1 Covolo di Pederobba (tV) tel: 0423 84206

Pizzeria da Lino www.dalinopizzeria.it Chiuso il sabato a pranzo e la domenica

libro

Micaela Palmieri Tre di una coppia perfetta «LE PERSONE NASCONDONO IL LORO DIAVOLO DIETRO IL MIGLIOR ANGELO CHE RIESCONO A TROVARE» Di Barbara Ricciuti

na storia di amicizia, di amore, di innocenza e di dolore. Il romanzo Tre di una coppia perfetta di Micaela Palmieri è un passaggio di testimone da una generazione all'altra. Un sodalizio fra tre amici che vivono la solitudine dell'adolescenza, la scoperta del mondo, del sesso e dell'amore, insieme, in un rapporto di simbiosi eterna. Come una persona sola.

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Il tuo libro comincia con gli anni dell’adolescenza. I tre protagonisti vivono esperienze devastanti che faranno loro sfiorare anche la morte. Capita anche oggi in forma amplificata.

Gli adolescenti sono più fragili e più soli?

Giulia, Maria e Marco vivono l’adolescenza con una ferocia lacerante, un po’ come spesso capita anche oggi, divisi tra fragilità e solitudine. Si catapultano tra le traversie di quegli anni, insieme, si spalleggiano, sono complici e si apI 22 I Marca Aperta I aprile/maggio 2016

poggiano l’uno all’altro. Fanno cose pericolose, vivono esperienze devastanti che faranno loro sfiorare anche la morte, ma restano uniti. E’ questa la loro forza e allo stesso tempo anche la loro debolezza. Come spesso capita, la vita verrà a chiedere il conto. E una notte diventerà lo spartiacque delle vite di Giulia, Marco e Maria. Qualcosa tra loro si spezzerà per sempre.

Il tuo romanzo ci vuole dire che alla fine l’amicizia tra persone di sesso diverso è impossibile per via dei sentimenti?

L’amore è un sentimento che a volte divide. E così capita ai miei protagonisti. Il loro rapporto simbiotico con il tempo cambierà faccia: tra loro si insinuerà quel sentimento che complica tutto e spiana la strada al peggio di ciascuno. Un carico di dolore che Giulia Marco e Maria si porteranno dietro, ognuno a modo suo. Non potranno più condividere le sofferenze e le gioie ma soltanto subirle. Non sempre l’amore ha questi effetti devastanti, per fortuna. Nel mio romanzo c’è un personaggio che è una ventata di bellezza: la nonna di Giulia che incarna l’amore e lo rende proprio come dovrebbe essere: totale e disinteressato.

Racconti un sodalizio tra tre ragazzi che però entra in crisi quando uni dei tre rompe il cerchio e guarda fuori. E' il peri-

libro colo dei rapporti claustrofobici?

Arriva un momento nella vita che le decisioni vanno prese, anche le più dolorose. Così capita a Giulia. Sarà lei che riuscirà ad affrancarsi dalla coppia di tre. Si libera da se stessa, ritorna dalla sua famiglia e scopre un baratro di emozioni irrisolte. E’ lei la voce narrante della storia. Conosciamo Giulia da ragazza e poi la vediamo diventare donna, cambiare, smettere di cercare la salvezza in una persona e trovarla dentro di sé.

Il testamento spirituale attraversa la sua vita, travolge l’amicizia con Maria e Marco, si appoggia sul prezioso rapporto con la nonna. La Francia sarà la sua seconda possibilità, la sua vita nuova.

Tre di una coppia perfetta

Giulia, Maria e Marco, amici da sempre, uniti da un legame viscerale nato sui banchi di scuola.

Tre caratteri diversi ma complementari, un triangolo perfetto che sembra destinato a durare per la vita. Ma quando l’amicizia diventa amore tutto cambia e il triangolo si rivela una forma imperfetta da cui qualcuno è escluso. Le vite dei tre amici si intrecciano in un succedersi di passione, dolore, morte e abbandono che li trascinerà in un turbine di eventi che cancelleranno per sempre la loro I rapporti umani sono difficili. Dal tuo roinnocenza. manzo emerge una linea di solitudine che Un viaggio nella memoria, un testamento accompagna tutta la storia… spirituale come estrema possibilità di E’ il tre il minimo comune denominatore della cambiare le cose e di sopravvivere ai sensi mia storia. Nonostante la vita e le scelte separino di colpa. Per riscattarsi, nonostante tutto. i miei tre protagonisti, il sottile filo che li lega Una storia intensa e appassionata di non li abbandonerà mai del tutto. C’è un pasamicizia, amore, coraggio e solitudine, un saggio ne Il giardino dei Finzi-Contini che mi romanzo psicologico e di formazione che ha sempre emozionato. Il protagonista è a pezzi racconta le illusioni dell’adolescenza dove l’amicizia è una promessa che, in modo o per aver perso Micol, la donna che ama. Suo nell’altro, dura per sempre. padre gli dice: “Nella vita se uno vuole capire Micaela Palmieri è nata a Milano. sul serio come stanno le cose di questo mondo, Tel. e fax +39 0431 82727 Giornalista, ha iniziato nelle radio e morire almeno una volta. Ed è meglio modeve private, poi è passata a Rai2 e rire da giovani”. Ecco, questo è il significato della infine al Tg1 dove attualmente è mia storia. Questo è lo spirito attraverso cui Giuredattrice. Appassionata di studi lia riesce a rinascere dalle ceneri di un rapporto classici, è laureata in totale e complesso. Non tutti i protagonisti del Giurisprudenza e Storia.

mio romanzo avranno la sua forza.

libreria Dante

Libreria Dante Sas di Pizzuti Carol e Fogari Massimo

•libreria •tabaccheria •edicola •cartoleria

Viale Dante Alighieri, 37 34073 Grado (GO) Tel. e fax +39 0431 82727 email: libreriadante@yahoo.it

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redazionale

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