MCG_05_2018

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protagonistI

vanni corghi

Com’è stato per mio figlio, con ABEO lottiamo per la guarigione di tutti i bambini

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anti progetti con un solo scopo: prendersi cura dei bambini malati. Sono passati quasi 25 anni da quella sera del 16 maggio 1995 quando un gruppetto di persone decise di fondare l’ABEO (Associazione Bambino Emopatico oncologico) a Mantova con lo scopo di allargare il bacino d’utenza della già nota ABEO Verona, nata qualche anno prima. Il Deus ex machina di ieri e di oggi ha un nome, Vanni Corghi, attuale Presidente ABEO Mantova e fondatore di entrambe le sedi, che abbiamo incontrato nella funzionale sede dell’Associazione virgiliana. Tra due anni si compiono 25 anni di ABEO Mantova. Un traguardo prestigioso. Ben 323 soci. Voltandosi indietro sicuramente tanti i motivi di orgoglio, ricordi indelebili, magari qualche rimpianto. Tanti ostacoli apparentemente insormontabili ma poi superati brillantemente. Ci regala qualche ricordo di ABEO? «Quello che mi viene in mente è che quando questa associazione è nata c’era una forte idea di fondo: mentre mio figlio lottava contro la leucemia l’associazione nasceva per fare attività di promozione e, soprattutto, d’informazione sulla donazione del midollo osseo con l’intento di costruire attorno Verona una rete di associazioni ABEO (a Mantova, a Vicenza, a Rovigo, a Bolzano, etc.) in modo che, in questo bacino d’utenza, si potessero trovare potenziali donatori per i nostri bambini ricoverati. Oggi ABEO gestisce la banca dei poten-

Lo Staff ABEO Mantova: da sx Alessia Ballotari, Vanni Corghi, Elena Caracciolo e Alma Petrassi

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di marco morelli

Da 23 anni ABEO Mantova è al servizio dei bambini malati e delle loro famiglie. Una squadra di 130 volontari ziali donatori di cellule staminali della provincia di Mantova con due biologhe, delle quali una sostenuta economicamente dalla nostra associazione. Guardandomi indietro posso dire che, negli anni, c’è stata un’evoluzione di ABEO che ha gradualmente affrontato le più disparate problematiche e difficoltà incontrate in un percorso esaltante in termini di risultati ottenuti. Quando abbiamo riscontrato che nelle varie pediatrie degli istituti ospedalieri di Mantova e provincia c’erano seri problemi di accoglienza, di spazi, per poter far sì che i nostri bambini potessero trovare all’interno di queste strutture un ambiente sempre più vicino alla realtà della famiglia, abbiamo cominciato a “progettare” e, nel 2004, sono stati realizzati nell’ex padiglione Bulgarini del Poma degli ambulatori per un day hospital rivolti ai bimbi che avevano riscontrato la malattia e che dovevano andare a curarsi fuori provincia. Da questa esperienza è nato poi uno stretto rapporto di collaborazione con le varie pediatrie e sono andati in porto numerosi progetti: l’Abeobolla a Mantova nel 2011, l’Abeonave ad Asola nel 2013, uno spazio ludico per i piccoli pazienti ricoverati in neuropsichiatria infantile nel 2014 ed un’area giochi a Pieve di Coriano nel 2015.

Vede, molte associazioni hanno un obiettivo che rimane quello per tutta la vita, come l’Avis, che fa cose eccezionali è che ha come obiettivo la raccolta del sangue. Noi in un certo senso continuiamo a trasformarci. Nel 2012 è nata,infatti, l’idea di Abeo Sostegno. Abbiamo iniziato in modo sperimentale con tre famiglie che avevano un bambino affetto da una malattia rara: oggi sono 28 le famiglie che stiamo aiutando. Un passaggio importante, non crede? Siamo cresciuti in professionalità, numero di volontari (abbiamo oltre 130 volontari che si occupano degli spazi ludici e di queste famiglie), capacità nel raccogliere fondi nonchè di promuoverci in termini di immagine. Gradualmente ci siamo “attrezzati” con figure professionali ovvero con una psicologa, una biologa, con una persona che segue in modo specifico il sostegno e con un’addetta stampa. Miriamo a crescere e a sviluppare progetti sempre nuovi: non ultimo quello della Pet therapy che stiamo inserendo in tutte le pediatrie come terapia di sostegno concettuale visto che ha dato nel tempo risultati eccezionali». Cosa vi ha messo negli anni più in difficoltà? «In generale posso dire che se non si trova la persona giusta con cui lavorare tutto diventa complicato. Ricordo che nel 2007-2008 solo per poter parlare col direttore dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova dovetti recarmi a Milano. Con l’arrivo del dott. Stucchi, attuale direttore generale, sono invece cambiate le cose: in qualsiasi campo se trovi la persona giusta con cui rapportarti in tempi brevi e in modo fattivo nulla diventa impossibile. Abbiamo fatto una pediatria insieme: progettata e realizzata da ABEO, donata all’Azienda ospedaliera, seguita nei lavori in sinergia da ingegneri dell’azienda ospedaliera e ingegneri incaricati da ABEO. Un lavoro tra privato e pubblico che ha destato un certo scalpore vista la diffidenza iniziale e gli eclatanti risultati finali. Ciò che ci mette realmente in difficoltà è reperire volontari: le dirò di più, è più difficile trovare un volontario che non trovare fondi! I soldi alla fine si trovano ma reclutare gente che sa regalare il proprio tempo in modo professionale è ben più complicato».

n. 5 Ottobre-Novembre 2018


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