DIRIGENTE - Giugno 2014

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13 06 2014

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Speciale lavoro

LA

I

l lavoro è cambiato in modo drastico e cambierà ancora di più. Per affrontare questa guerra, come ci racconta Walter Passerini che apre questo speciale, serve cambiare mentalità e capire i nuovi paradigmi. Sicuramente dobbiamo valorizzare sempre più le persone per aumentare l’occupazione, il benessere e la produttività. Questo è l’obiettivo del progetto sviluppato da Manageritalia in collaborazione con Cibiesse (Cfmt Business School) e sostenuto da Fondir (Fondo paritetico interprofessionale per la formazione dei dirigenti) che abbiamo portato in tutta Italia per fare informazione, cultura e passare all’azione. A pagina 14 il progetto “La valorizzazione del patrimonio aziendale per l’occupazione, il benessere e la produttività” e l’esperienza di due grandi aziende che lo stanno attuando. Un cambiamento che deve essere guidato dai manager e da una sempre più forte presenza manageriale nelle aziende italiane. Proprio quello che sta facendo Managerinimpresa, iniziativa affidata a Cfmt (Centro di formazione management del terziario) da Manageritalia e Confcommercio. A pagina 21 la testimonianza di alcuni manager e imprenditori che hanno aderito al progetto. Queste alcune delle possibili armi con le quali dobbiamo affrontare la guerra del lavoro! 6

GIUGNO 2014

GUERR È GIÀ

Occorre cambiare al più presto paradigmi e idee per creare occupazione e ricostruire un progetto unitario, riprendendo in mano il filo di questo caos apparente e distruttivo Walter Passerini

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RESCE IL LAVORO NEL MONDO, ma non tutti lo sanno. Sul futuro della principale e più nobile attività dell’uomo si addensano molte nubi e troppe profezie. Molte di queste sono fallaci, perché sono figlie del pregiudizio e di impostazioni ideologiche ormai del tutto superate. Prendiamo ad esempio la teoria della scarsità. Questa teoria afferma che, per quanto possiamo fare, la quantità di lavoro nel futuro è destinata sempre più a ridursi, tanto che non ci sarà lavoro per tutti. Nulla di più sbagliato. Nel mondo in realtà il lavoro sta crescendo in quantità, per effetto di diversi fenomeni ineluttabili: la spinta dei paesi emergenti e appena emersi, Brics in testa (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), ma anche Mint (Messico, Indonesia, Nigeria, Turchia), porta a far emergere anche il lavoro che, sotto la spinta dei lavoratori di quei paesi e della domanda di diritti fondamentali, balza così alla luce del sole, passando dall’area del nero e del grigio all’emersione e alla regolarizzazione. Ciononostante, i seguaci di questa teoria, che ha precise anche se qualche volta inconsapevoli derivazioni in ciò che prevedeva Thomas Malthus, impazzano e imperversano sui media.


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