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13-09-2012
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Società
LA STRATEGIA DEL
COGITUS INTERRUPTUS In Italia non c’è futuro se non si generano più figli, brevetti e idee. Bisogna scommettere sulle nuove generazioni, su qualcosa in grado di muoversi da solo. Su questo i manager devono avere un ruolo fondamentale di rilancio e rinnovamento
I
TALIA, 2012. OGGI. Lo scenario è noto a tutti da mesi: crisi, recessione, disoccupazione, debito pubblico, evasione fiscale, spread, eversione, rischio contagio, tasse e aumenti delle accise. Questi sono i fatti che si commentano in ascensore, davanti a un caffè o nei corridoi aziendali. Di solito agitandosi, o sempre più spesso alzando le spalle.
Di questo si parlerà anche sotto gli ombrelloni, o forse – coi tempi che corrono – sulle sdraio di una piscina comunale. «Bisogna fare presto», «Non c’è tempo da perdere», ma intanto gli sguardi sono bassi, il volto è contrito, i nervi a fior di pelle. E mentre sempre più famiglie e imprese faticano ad arrivare a fine mese, il futuro diventa un lusso che non ci
Gabriele Grosso
si può più concedere, nemmeno a rate. Allora il coro si fa unanime, da destra a sinistra: crescita, sviluppo, ripresa! Quasi bastasse nominarle per esorcizzare apocalissi altrimenti imminenti (quasi le profezie Maya diventassero più attendibili dei giudizi delle agenzie di rating americane). Tutti sono d’accordo che bisogna fare qualcosa,
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SETTEMBRE 2012