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Funzioni religiose dei tempi passati durante la Settimana Santa a Lussingrande di Carlo Bussani, inviato da Etty Simicich Compaesani, ho voluto esporvi i miei ricordi dall’età di cinque anni in poi, di quelli che erano gli usi e le funzioni religiose del nostro caro paese, perché, se un giorno, qualcuno dei vostri figli o nipoti fosse curioso di sapere qualcosa in proposito, voi abbiate la possibilità di soddisfare questo loro desiderio. Carlo Bussani
Giovedì Santo
Per la messa solenne le campane suonavano come per le grandi solennità, con esclusione però del campanon. Alle 10, al momento del Gloria, sul campanile del duomo, al municipio, e sullo “standarzo”, veniva esposta la bandiera a mezza asta; cessava il suono delle campane, che veniva sostituito da quello di grandi raganelle (per i paesani “scripavize”), le quali venivano suonate nel piazzale del duomo prima delle funzioni serali. Esse venivano adoperate pure alla fine dei Sacri Uffici del mercoledì, giovedì e venerdì santo in commemorazione dei flagelli di Nostro Signore. Al termine della funzione, dopo che erano state spente tutte le candele, (meno una tenuta da un chierichetto sulla mensa dell’altar maggiore), cominciava il suono delle grandi “scripavize”, seguito dalle piccole dei ragazzi. L’unica candela rimasta ancora accesa veniva nascosta per un istante, e al suo riapparire cessava il suono delle raganelle. Finita questa funzione aveva inizio la predica dal pulpito maggiore, ricoperto da un drappo nero. Dopo qualche momento dall’inizio della predica veniva esposta alla balaustra dell’altar maggiore una grande croce in legno.
Era questa una croce alta circa tre metri e mezzo, e portava tutti i simboli della passione di Nostro Signore,cioè due lance, una spugna, la scala, il gallo, la borsa, i dadi, i chiodi, il martello, le tenaglie, la corona di spine, la frusta, l’anfora e la veste di Gesù. Questa croce era portata alla balaustra dell’altar maggiore da un sacerdote in “cota” e stola nera, accompagnato da quattro chierichetti con torce. A questo punto il predicatore si rivolgeva alla croce e ricordava ai fedeli le sofferenze della Passione.
Venerdì Santo
Al mattino veniva celebrata una messa detta dei “presantificati”, mentre nel pomeriggio alle ore 15 aveva inizio la solenne Via Crucis. Per l’occasione, venivano accese le candele ai lati dei quadri rappresentanti le 14 stazioni, mentre la Croce della Passione veniva portata da una stazione all’altra da un confratello in tunica bianca, seguito da tutto il clero. La Via Crucis era cantata da tutti i fedeli e le soste si facevano ad ogni stazione con preghiere e riti tradizionali. Finita questa funzione, dopo un breve intervallo, alle ore 17 cominciavano gli Uffici del Venerdì Santo, e quindi alle 19 si dava inizio alla solenne processione, durante la quale tutte le finestre delle case erano illuminate con candele e lumini ad olio; nei portoni di varie case venivano eretti dei piccoli altari, consistenti in una croce o in un quadro raffigurante la Passione e illuminati da candele. La processione partiva dal duomo e seguiva il seguente percorso: piazza, via Draga, Draga, chiesa della Madonna, e dopo esser passata all’interno di questa chiesa, discendeva per la via della Madonna, ritornando in piazza e poi nel Duomo. La processione che prendeva le mosse