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Don Emerico Ceci di Vincenzo Bruno Don Emerico Ceci (Mirko Cecić) nacque a Lastovo (Lagosta) il 23 Luglio 1911; era Dalmata, di etnia e lingua italiana. Dopo aver ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 29 giugno 1934 a Zara, l’8 luglio del medesimo anno celebrò la prima S. Messa a Spalato, dove viveva con la famiglia che vi si era trasferita da Lagosta. Per un certo periodo don Emerico Ceci fu segretario dell’Arcivescovo di Zara Mons. Don Ceci a Lussinpiccolo, Pietro Doimo Munzani; fu suc- quando insegnava religiocessivamente cappellano a Lus- ne alla Nautica (archivio sinpiccolo, dove si era trasferito Marì Rode) con la sorella Vinka e il nipotino Lino. Aveva anche un’altra sorella e un fratello che continuava a risiedere a Spalato. Sull’isola di Lussino don Ceci, oltre ai normali compiti ecclesiastici, si dedicò all’insegnamento presso l’Istituto Nautico “Nazario Sauro” dove fu docente di Religione, Lettere e Stenografia dal 1939 al 1945, e nel 1944 Preside ad interim tanto per il Nautico che per la Scuola Media. C’è un piacevole episodio nei ricordi di Mons. Mario Cosulich, allora giovane sacerdote a Lussino. Il 17 gennaio 1944, in occasione della ricorrenza di S. Antonio Abate, molto venerato patrono di Lussingrande, la celebrazione della Santa Messa e l’omelia nel Duomo di Lussingrande furono compito di Don Mario. L’anno successivo, 1945, fu Don Emerico a celebrare e a fare la predica, che fu memorabilmente lunga, circa 45 minuti. Rientrando verso la sede temporanea del Seminario, l’ex villa di Carlo Stefano, i due giovani sacerdoti, don Mario e don Emerico, facevano commenti sulla funzione. Al soddisfatto don Ceci, don Cosulich disse: Bravo, hai dato ai fedeli un piccolo assaggio della lunga vita di S. Antonio Abate! La leggenda dice infatti che il santo visse per ben 120 anni. Subito dopo la guerra, nel 1945, Don Emerico Ceci optò per l’Italia a seguito del passaggio della nativa Dalmazia nei nuovi confini della Jugoslavia. Sin dall’inizio del suo esilio si stabilì a Busto Arsizio, dove c’era una notevole comunità di esuli giuliano dalmati. A Busto Arsizio fu coadiutore nella parrocchia di San Giovanni ed ebbe l’incarico di insegnante di religione nei licei cittadini, dando anche alle stampe un apprezzato cor-
so di religione. Pubblicò inoltre vari studi e un monumentale volume, tutti dedicati alla storia antica, all’archeologia e ai monumenti archeologici dell’Istria e della Dalmazia. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: I monumenti pagani di Salona, Edizioni Pleion, 1962 I monumenti cristiani di Salona, Edizioni Pleion, 1963 Conforti e bellezze della fede - testo di religione per il triennio inferiore (scuola media ed avviamento), Società Editrice Internazionale, 1955 – 1960, con Ernesto Perich La Celeste Sapienza - completato e unificato secondo le recenti disposizioni dell’Autorità ecclesiastica - con illustrazioni a colori, Società Editrice Internazionale, 1961, con Ernesto Perich La verace dottrina (corso di religione per il biennio intermedio), Società Editrice Internazionale, 1961 In particolare, don Ceci si dedicò sempre all’assistenza dei profughi dalmati, prima ancora che venisse realizzato a Busto Arsizio un villaggio a loro riservato. Successivamente fu titolare di una cattedra di lettere che mantenne fino al raggiungimento dell’età del pensionamento, nonostante il progressivo peggioramento della sua salute. Anche la Famiglia Bustocca (associazione storica dei cittadini bustesi autoctoni) ebbe modo di apprezzare le sue doti di oratore e di storico-archeologo in alcune sue dotte conferenze culturali. Nel 1965, assieme ad altri religiosi, partecipò al viaggio inaugurale della Raffaello, da Genova a New York. Don Ceci si spense a Busto Arsizio il 10 Gennaio 1980. Ora don Emerico Ceci è ricordato con una piazzetta a lui intitolata nella frazione di Borsano. La dedica è avvenuta il 10 febbraio 2012. Una targa, scoperta dal Sindaco Farioli, sotto la statua di San Biagio in via Giuliani e Dalmati, ricorda il prete con le seguenti parole: Piazzetta intitolata a Don Emerico Ceci nella frazione di Borsano a Busto Arsizio Particolare della targa trasparente che circonda la base della statua di San Biagio