pagina 34 - Quadrimestre 46 - Dicembre 2014
Padre Giuseppe Caneve
Le Prealpi bellunesi, il Quarnaro, il Bosforo di Sergio Colombis Giuseppe Cáneve nacque il 31 maggio 1858 a Ceneda di Vittorio Veneto. Terminati gli studi primari in Italia, durante i quali maturò la vocazione francescana, il Generalato di S. Antonio di Padova, considerata la sua propensione per le lingue estere, decise nel 1872 di fargli continuare gli studi in Austria Ungheria, nel seminario del convento di San Francesco di Cherso, appartenente alla Provincia di Sclavonie o di S. Girolamo, che già dal 1860 aveva istituito un liceo bilingue, italiano e croato, aperto anche agli studenti esterni. Venne accolto il 5 febbraio 1874 come novizio da Padre Soldatich e affidato alle cure di Padre Rabuini. Il 18 aprile 1875 prese i Voti di celibato, povertà ed umiltà, confermati il 1 maggio 1878. Da un’informativa del Consiglio Comunale di Cherso diretta al Capitano distrettuale di Lussino, si apprende che nel convento, il 28 settembre 1874 risiedevano tre frati regnicoli, il Padre guardiano Giuseppe Fonzi da Orsogna negli Abruzzi, Padre Pacifico Rabuini da Recanati nelle Marche, ambedue lì residenti da sette anni, e Padre Giuseppe Caneve da Ceneda (frazione di Vittorio Veneto), residente da due.
Chiostro di San Francesco e vera da pozzo
Il 2 febbraio 1881 padre Giuseppe venne ordinato Sacerdote a Camposanpiero e il 10 settembre successivo, come primo impiego, partì per la Missione Francescana di Pera a Costantinopoli. Sulla collina di Pera, dopo l’occupazione crociata del 1203 i Genovesi avevano costruito una grande torre a difesa del sottostante porto di Carancoi. Fin dall’epoca Bizantina era un quartiere a sé nella città di Costantinopoli, abitato da commercianti di rito latino di varie nazionalità, inglesi, francesi, pisani e veneziani, quest’ultimi con un proprio porto a Karanci davanti l’ambasciata della Serenissima. Con la conquista musulmana del 1456 ad opera di Mehmed II, il resto della città venne islamizzato, trasformando le antiche chiese in moschee. Comunque Pera rimase un centro di cultura occidentale, tanto che vi si trasferì il Patriarca Greco Ortodosso con quello che rimaneva della comunità greca, la nunziatura apostolica di Roma, e una comunità ebrea che costruì una Sinagoga.
In epoca moderna, dopo la guerra di Crimea, vi erano locate le ambasciate occidentali, e le sedi delle società commerciali dedite all’import-export, oltre alle agenzie delle compagnie di navigazione e gli agenti di molte compagnie di assicurazioni. Il porto di Carancoi divenne un importante snodo commerciale tra l’oriente e l’occidente: attraccavano navi di tutte le nazionalità, soprattutto francesi, inglesi, italiane e austro ungariche, con armatori chersini Chiostro di San Francesco e vera del pozzo e lussignani. La compagnia Ungaro-Croata, vi faceva un periodico scalo nella sua linea con la Siria.
A Lussinpiccolo nel cimitero di San Martin questa lapide testimonia la presenza di lussignani a Costantinopoli
Il porto era circondato da trattorie dove si riunivano i capitani delle navi con i rappresentanti dei loro armatori e gli agenti delle varie compagnie di assicurazione. I marinai salivano verso la collina sovrastata dall’antica Torre Genovese e nelle vicine viuzze circo-