Lussino 46

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pagina 18 - Quadrimestre 46 - Dicembre 2014

Nephrops norvegicus, lo scampo, non solo del Quarnero di Giuliano Orel Si è creduto a lungo che lo scampo del Quarnero e del Golfo di Fiume fosse una specie nordatlantica relitta, assente o rara nel resto del Mediterraneo, ma rimasta nell’Adriatico settentrionale dopo le ere glaciali grazie alla permanenza in questo settore di condizioni ambientali favorevoli. Anche Giuseppe Olivi nella sua “Zoologia Adriatica” del 1792, dice infatti della “Scampa” (che egli chiama Cancer norvegicus, come l’aveva chiamato Linneo nel 1758, nel suo “Sistema Naturae): “Abita quasi esclusivamente nel golfo del Quarnero”. Antonio Papadopoli (Zara 1845 – Verona 1899), attore e gastronomo, sembra accondiscendere a questa credenza e nella sua “Gastronomia sperimentale” (1866) scrive: Fiume, città appartenente all’Ungheria, deve confessare di esser stata prediletta dal creatore perché oltre esser surta in una posizione eccezionale atta ad arricchirla col commercio, il suo mare, ricco dei migliori pesci, che servono a soddisfare la ghiottoneria umana, la rende sempre più invidiabile. Difatti quale altro pesce oserete porre a paragone dello scampo? Ma perché questa credenza ha resistito fino a dopo la seconda guerra mondiale? Ebbene, se pensiamo che nell’Adriatico la prima imbarcazione a motore al servizio della pesca come portolata*, è stata varata solo nel 1912 e che la pesca ha languito in seguito per tutto il periodo bellico che lasciò il settore stremato, capiremo benissimo che una pesca a strascico capace di esplorare fondali posti a profondità superiori ai 50/80 metri (la profondità a cui si trovano gli scampi quarnerini), si è potuta sviluppare soltanto poco prima o poco dopo il secondo evento bellico. È soltanto in questi periodi infatti che il motore marino, usato non solo come propulsore, ma soprattutto per il verricello salpareti consentirà di esplorare fondali via via più profondi, da 100 fino a 600/800 metri e svelare così che lo scampo era ed è presente in tutto il Mediterraneo, ad Ovest del meridiano di Creta (20/25° E), ma veniva pescato quasi esclusivamente nell’Alto Adriatico perché solo qui è presente a partire dai 20 metri di profondità ed era perciò raggiungibile anche dagli strumenti di pesca in dotazione fino ai primi decenni del 1900. Cade così uno dei miti quarnerini (con Cherso e Lussino il Quarnero è legato al mito degli Argonauti; a quello della magica ambra con Veglia ed Arbe); rimane tuttavia

la fama degli scampi del Quarnero, che vengono considerati i più saporiti del Mediterraneo. Ora si sa peraltro che il Mediterraneo e lo stesso Adriatico ospitano diverse popolazioni di scampi con taglia media, ritmi di crescita e taglie di maturità sessuale molto diversi tra loro. Nonostante queste differenze, è stato evidenziato però un sincronismo stagionale delle mute, cioè dei periodi in cui gli scampi si spogliano del vecchio esoscheletro, aumentano di dimensioni e ricostruiscono uno scheletro nuovo: meccanismo di crescita uguale per tutti i crostacei (da noi si dice che “vanno in moleca”). Solo nel 1814 Leach istituisce il genere Nephrops, fusione di due parole greche: nephros (rene) e ophthalmos (occhio). Nephrops significa cioè occhio a forma di rene.