Dicembre 2014 - Quadrimestre 46 - pagina 15
Prove documentate sui militari della X-MAS uccisi a Ossero di Federico Scopinich Riguardo alle inesattezze che Nino Bracco di Neresine ha scritto in questi anni (senza prove documentate), mi sono recato a Lussino e a Neresine dove ho parlato con il Capitano Nevio Lecchi. Egli mi ha confermato che la Marina Nera era di stanza nella casa dei Biasiol dal 1944 ai primi mesi del ‘45 e che i marò della X-MAS alloggiavano nella ex-caserma della Maddalena (caserma dei carabinieri fino all’8 settembre 1943) dalla fine di gennaio 1945 al giorno della loro uccisione, il 22 aprile 1945. Al ritorno sono andato a trovare la sua segretaria di allora la signora Nella Rimbaudi, che prima viveva a Brescia mentre ora vive ad Udine. Lei pure ha confermato quello che mi ha detto il Capitano Lecchi ed ha aggiunto che quei marò erano ragazzi meravigliosi e molto istruiti. La signora Rimbaudi era anche grande amica di una certa Liliana di Cremona, ausiliaria della X-MAS, che ha potuto salvarsi perché il comandante Guardiamarina Fantechi, prima dello scontro con i partigiani di Tito, l’aveva nascosta presso una famiglia di Neresine. Queste sono prove documentate e non quanto scritto da Nino Bracco che, continuando a sostenere le sue tesi,
offende non solo il sottoscritto, ma anche la memoria di persone decedute che non sono in grado di difendersi. Secondo me credere a chi ha vissuto quelle esperienze e quei fatti all’età di 20-30 anni, come è accaduto alla Silvia Zorovich risulta sicuramente più attendibile che prestar fede ai ricordi di un bambino di 10-12 anni. Con queste precisazioni crolla tutto il castello di inesattezze di Bracco e gli consiglio di cercare testimoni oculari e di contattare i discendenti dei militari della X-MAS ancora sepolti nella fossa comune adiacente la parete nord del cimitero di Ossero. In tal modo potrà confrontare i suoi ricordi con i dati in possesso delle famiglie coinvolte. Inoltre la signora Rimbaudi si ricorda che a Neresine i marò erano circa una ventina e non sempre gli stessi perché ogni due o tre settimane si avvicendavano con i marò di Zabodaski (i quali stavano nelle trincee vicino al mare), fatto questo che mi era stato confermato anche dalla Silvia. I 7 militi che appartenevano alla Guardia Nazionale Repubblicana fucilati con i marò non facevano parte della caserma di Neresine ma eran aggregati in quei giorni con il gruppo di Zabodaski e facevano parte della compagnia Tramontana di Cherso.