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Lettere Ida e Bruno Nadalin Bayville, N.J. Usa, 2 giugno 2014
Alla Direzione e Redazione del Foglio Lussino Vi ringraziamo per il molto apprezzato Foglio “Lussino”, che tiene vivo in noi esuli il ricordo delle nostre amate isole e la gloriosa storia marinaresca della nostra gente nell’ambito latino e istro-veneto. Purtroppo i tragici eventi del dopoguerra ne stroncarono l’esistenza, sparpagliandoci per tutto il mondo, dove ci siamo rifatti una nuova vita. Ma il nostro animo torna sempre con grande nostalgia alle nostre isole, dove i nostri antenati hanno vissuto per secoli. È qui che questa nobile opera del Foglio, iniziata dal prof. Giuseppe Favrini e così ben adempita dalla Vostra Redazione ci consola e ci aiuta a sopravvivere in questo nostro esilio. Grati per questo vostro aiuto vi auguriamo di poter continuare questa Vostra opera.
Il padre Giovanni Antonio Carcich (1869-1944) emigrò negli Stati Uniti nel 1897. Rosaria ebbe in Italia sei figli e con questi si trasferì successivamente negli USA. Erano fuggiti da Punta Croce nel 1957 e furono costretti a trascorrere parecchi anni in Italia prima della loro emigrazione oltreoceano. Sia Rosaria sia Anton vissero e morirono negli Stati Uniti. Entrambi vennero sepolti nel cimitero di San Martino a Lussinpiccolo, come era stato loro desiderio. La mia famiglia che sarebbe dovuta fuggire segretamente assieme a loro, partì invece per l’Italia due anni dopo, nel 1959, attraversando l’Adriatico nella notte con due barche a motore, assieme ad altre tre famiglie. Approdammo ad Ancona dove trovammo rifugio. Tutte e quattro queste famiglie risiedono tuttora in Canada. Anton Haglich ricostruì il faro della Galiola distrutto dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale; era lo stesso faro che vide l’impresa di Nazario Sauro durante il primo conflitto mondiale.
Vito Maurovich, Quebec, Canada, 18 luglio 2014
Federico Rufolo, Trieste, 6 settembre 2014
Gentili Signori, sempre interessante il vostro Foglio, un meraviglioso mezzo per tener collegate le nostre menti a quelle terre, ai nostri ricordi d’infanzia e di gioventù. Sono un osserino e apprezzo molto quando nelle vostre pagine trovo degli articoli e delle foto che mi ricordano quel bel luogo dov’è rimasta una parte del mio cuore: Ossero che io non posso dimenticare. La direzione e la redazione ringraziano per queste parole di stima e di incoraggiamento ad adoperarsi affinché la nostra cultura e la nostra storia non cadano nell’oblio. Un piccolo sasso di civiltà lussignana nel mare di una cultura globalizzata e superveloce.
Dopo lunghi anni di indecoroso abbandono, scampando al rischio di un totale abbattimento, ecco come oggi si presenta lo storico palazzo dell’Istituto Nautico di Lussinpiccolo dopo essere stato sottoposto ad un restauro che ne ha fondamentalmente salvato le vecchie linee architettoniche. Di lì son passate generazioni di allievi ottimamente istruiti alla disciplina e all’arte della navigazione, onorandone il nome in tutto il mondo. Oggi l’edificio ospita il night club “Capitan Pacifico”. Ci si può confortare osservando che qualcosa dei famosi Capitani lussigniani è, nonostante tutto, ancora rimasta memoria... Federico Rufolo
La famiglia Haglich da John e dal figlio Grant Karcich, Oshawa, Canada
Grazie per aver riportato la storia di Rosaria Haglich e di suo marito Anton nel vostro numero di aprile del corrente anno. Anton, nato nel 1912 e deceduto nel 1982, discendeva da famiglie di costruttori edili di abitazioni domestiche di Lussinpiccolo da almeno quattro generazioni. Rosaria era la mia madrina.
Edificio dell’Istituto Nautico restaurato