Foglio 42

Page 47

Quadrimestre 42 - pagina 47

Un cavaliere antico Marco Martinolli Immediatamente dopo quel doloroso 26 febbraio 2010, giorno della nascita al Cielo di Marco, gli amici del CAI di Monfalcone, su iniziativa e impegno di Flavio Cucinato, hanno voluto raccogliere in un volumetto, accuratamente corredato di belle fotografie, i ventiquattro racconti-riflessioni pubblicati da Marco tra il 2003 e il 2009 su il “Bivacco sotto la Rocca”, nel periodo della sua presidenza del sodalizio alpinistico. Si tratta di pensieri che esprimono la grande sensibilità dell’anima di Marco, nei quali i lettori possono percepire il suo percorso spirituale dall’esperienza della montagna alla contemplazione di Dio e della Vita Eterna. Chi legge queste belle pagine (inizialmente riservate a tutti i soci del CAI monfalconese) vi trova Marco e il suo intimo segreto e ne trae una forte sollecitazione a seguirlo nel suo arduo, ma esaltante cammino “Oltre” il mondo sensibile, “Oltre” la sconfinata bellezza che si distende dal belvedere delle Cime. Diffuso, con lodevole tempestività, già poche settimane dopo la dipartita di Marco, il volumetto è stato successivamente presentato il 7 ottobre 2010 con il bel titolo Un cavaliere antico, corredato dalla foto del giovane alpinista, che mostra come un messaggio o un trofeo una targa dedicata a Giovanni Paolo II, adesso collocata sulla cima dello Jof di Miezegnot, nelle Alpi Giulie nel giugno del 2006: “Eppure non muoio del tutto / ciò che in me è indistruttibile / ora sta a faccia a faccia con Colui che È”. Va, al riguardo, ricordato che le bellissime espressioni contenute nella targa sono state tratte da una raccolta di poesie del Papa alpinista dal titolo “Trittico romano” Un messaggio, quello divulgatoci da Marco, autentico testamento spirituale, che egli ha fatto proprio, creando stupore e offrendoci una forte ragione di speranza. Recentemente, anche in considerazione dell’esaurimento della pubblicazione, si è ritenuto di pubblicarlo in un modo nuovo e certamente idoneo a garantirne una diffusione senza limiti spaziali. Con il consenso del CAI il libro è stato inserito nel sito ufficiale dedicato a Marco Martinolli, dando a quanti lo desiderino ( in Italia e all’Estero) la possibilità di consultarlo, leggerlo e anche stamparlo. Dopo “L’Alba dell’Infinito”, che raccoglie 79 poesie, composte in più di vent’anni e presentate a Trieste il 25 settembre 2012, questa raccolta di riflessioni e di racconti offre ulteriori importanti ele-

menti di conoscenza della personalità eccezionale di questo giovane così prematuramente venuto meno. Tutte le 24 riflessioni , spesso legate ad eventi e sollecitazioni manifestatesi nello svolgersi del tempo, si segnalano per la originalità e profondità dei pensieri. Così già nel dicembre 2003 Marco ci spiega in che modo le sue esperienze di montagna lo abbiano arricchito, trasformando definitivamente la sua vita. “Ogni passo, ogni respiro, ogni passaggio difficile, ogni incertezza superata-egli scrive-servono per costruire la Bellezza….le cime non sono conquiste….sono il simbolo, la metafora, la trasparenza misteriosa di un’esigenza profonda della nostra anima di raggiungere attraverso l’esperienza del quotidiano, il punto, l’approdo, il luogo in cui possiamo possedere tutta la creazione”. Sempre impegnato in una esperienza contemplativa, quasi francescana del mondo, egli definisce il suo itinerario di scoperta della Bellezza come “..un progressivo lasciarsi avvolgere da cieli azzurri, da bianche nuvole veloci, da verdi distese, che riposano l’anima…è come trovare una nuova patria” e sentirsi di casa in luoghi lontani e a noi, fino a quegli straordinari momenti, del tutto sconosciuti. Definita l’avventura della montagna come “conquista dell’Infinito”, Marco non esita a paragonarla alla vita degli eremiti, che, allontanatisi dal mondo, ritrovano spazi, compagnie, emozioni che consentono loro di sperimentare “l’umile orgoglio… di essere qualcuno”, di scoprire la nostra vera grandezza. Attento e sensibile alla simbologia che è diffusa sui monti (croci, capitelli, canti), il giovane presidente del CAI dedica uno dei suoi racconti alla collocazione di una targa sulla cima di un monte per celebrare un grande Alpinista dello spirito: Papa Woytila. Lassù, assieme alla targa dedicata al Pontefice, è rimasta, indistruttibile, l’anima di Marco, la sua certezza, anzi la sua promessa, di vivere ora la pienezza della vita, da lui ostinatamente amata e desiderata. Marco, in questo bel libro on-line, ci dice ancora tante preziose parole, ci trasmette, con l’amicizia, che sapeva comunicare, i suoi sogni, le sue intuizioni, le sue speranze più grandi. Non ci resta che aprire il computer e iniziare con lui il colloquio che adesso è possibile dovunque ed in qualsiasi momento: quasi che i prodigi della tecnologia, talora in sospetto di impersonalità, si piegassero all’abbraccio affettuoso di quel Cielo, che adesso, attraverso di lui, ci appare meno lontano.