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Antonio Ivancich – Iviani, botanico, speleologo, fotografo di Pino Guidi, con contributi di Rita Cramer Giovannini Il signor Pino Guidi, responsabile della sezione “Speleologi del passato” del sito internet della Società Alpina delle Giulie, Commissione Grotte Eugenio Boegan, si è messo recentemente in contatto con la Comunità per avere notizie riguardo il prof. Antonio Iviani, di cui era in preparazione una breve biografia. Noi conoscevamo già il professor Iviani (da non confondere con l’omonimo capitano Antonio Iviani “Bellezza”) per averne sentito parlare dalla figlia Nives “Luzula” (Trieste 6 agosto 1913 - 17 maggio 2008), ma ora, grazie al lavoro del signor Guidi, siamo in grado di delineare meglio questa figura di studioso, appassionato di botanica, speleologia e fotografia. Antonio Ivancich nasce a Lussinpiccolo il 28 maggio 1880, figlio di Antonio Uberto e di Giuseppina Cosulich. È il figlio terzogenito della coppia, dopo Felicita (1876 -1910), sposata Premuda e madre del celebre alpinista Mario Premuda (1901 – 1931), Gisella (1877 – 1962), sposata Tarabochia, e Uberto, morto in tenera età. Ancora molto piccolo, intorno al primo anno di età, Antonio contrae la poliomielite che gli causerà una lesione permanente a un piede, fatto che condizionerà in parte la sua vita. Tra le numerose lettere della famiglia, conservate gelosamente di generazione in generazione, ne leggiamo alcune, scritte da Uberto Dionisio Ivancich (4 novembre 1817 – 4 maggio 1895) al figlio Antonio Uberto, da cui si capisce che nel 1881 il piccolo Antonio (Tonin, come veniva chiamato in famiglia) viaggiava con mamma e papà sui bastimenti di famiglia (sia il nonno che i prozii erano armatori), mentre le sorelline erano a Lussinpiccolo, affidate al nonno. In quelle lettere non si fa cenno alla malattia del piccolo, mentre in una missiva del 25 maggio 1882 nonno Uberto Dionisio scrive: …il piccolo Tonin camina e comincia parlare, il suo incomodo al piede ha migliorato alquanto ma lascia ancora molto a desiderare ciò che forse il tempo e la natura potrà fare da sola, perché i Medici fanno assai poco… Il 16 agosto: …il piccolo Tonin è un berechino in ordine fatto un po’ a suo modo, comincia a balbettare tutto per farsi intendere ma non manca d’inteligenza, il suo incomodo al piede non presenta certo miglioramento come noi voressimo ma d’altronde il piccolo camina discretamente bene e Dio lo sa se questa cura

Antonio Ivancich a un anno a Vienna

elettrica potrà guarirlo del tutto o se la sola natura gli farà qualcosa col tempo (I Medici ne sanno assai poco)… Ci sono poi alcune altre lettere del medesimo anno, in cui Uberto Dionisio accenna all’incomodo al piede e a una visita fatta da un medico a Vienna, poi più niente negli anni successivi. Presumibilmente a causa del difetto al piede, Antonio non intraprende la carriera marittima, come da generazioni era consuetudine per tutti gli uomini della famiglia Ivancich. Compie gli studi dapprima a Capodistria e quindi a Trieste, poi si laurea in Scienze Naturali all’Università di Vienna, dopo aver abbandonato i corsi della Facoltà di Medicina, nella medesima Università, poiché per lui, a causa del problema al piede, quelle lezioni risultavano particolarmente faticose. Questa notizia l’abbiamo avuta dalla figlia Luzula. Dal 1905 insegna scienze naturali presso le Scuole Reali di Trieste. Nei primi anni del Novecento sposa la cugina Stefanie Bulla (11 dicembre 1883 – 27 maggio 1976), di Vienna, figlia di Carlotta Cosulich, sorella della madre Giuseppina. Il 6 agosto 1913 nasce a Trieste la loro unica figlia Nives, soprannominata Luzula: sarà poi questo il nome