Foglio 42

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Il seguito di “Addio Amore mio” di Vittorio Arnoldo In riferimento all’articolo apparso nella rivista Lussino N° 41 Aprile 2013 scritto dalla Signora Lina Miserocchi “Addio Amore Mio” vorrei rispondere con la massima serenità. La parola depravata (=moralmente corrotta) riferita a mia sorella Bruna (sarebbe stata molto più appropriata la parola astuta) ha colpito profondamente la mia famiglia. Siccome la povera Bruna deceduta nel 1999 non può difendersi, in sua memoria lo faccio io dal momento che conosco bene tutta la storia di quel periodo. All’epoca, le due ragazze erano molto amiche e comprendo benissimo che con l’occupazione dei “drusi” e, grazie a Dio con la sospensione della caduta di bombe e l’attesa delle navi alleate liberatrici, le due ragazze dovessero far buon viso a cattiva sorte accettando anche l’amicizia degli invasori. Si sa che a quell’età è facile innamorarsi e... ben venga. Quella è l’età dei primi amori. Però mi stupisce molto che la signora Miserocchi abbia chiesto alla Bruna come doveva comportarsi col suo Ljubenko. La risposta “TACI” di Bruna, che è la parola chiave di tutta questa storia significava: stiamo zitte e divertiamoci altrimenti non sappiamo come possiamo finire. Non so se è al corrente la Signora Miserocchi che nostro padre aveva un ufficio dove distribuiva agli iscritti le

Da Coludarz verso Morter

tessere del Fascio. Cosa sarebbe successo se la povera Bruna non avesse simpatizzato con loro, studiando il croato e impiegandosi in Comune, evitando in tal modo che tutta la mia famiglia finisse nelle famigerate FOIBE? È, inoltre, grazie proprio a Bruna che la mia famiglia ottenne il lasciapassare per l’Italia proprio il 23 dicembre 1948. Voglio ricordare alla Signora Miserocchi che il 30 dicembre dello stesso anno chiudevano tutte le frontiere. Cara famiglia Arnoldo, l’aggettivo in questione, nelle parole della signora Lina, aveva un significato ironico e bonario e non letterale, così l’abbiamo interpretato noi rileggendo il testo più volte. Nessuno ha pensato male di Bruna, anzi abbiamo ammirato il suo pragmatismo e la sua gioia di vivere: Lina e Bruna rappresentano il mondo dei giovani di allora e non solo di allora perché tutti i ragazzi sono proiettati verso il futuro, anche se questo appare incerto e difficile. L’emozione e le difficoltà che traspaiono nello scritto di Lina e nel vostro descrivono ancora una volta tutte le angosce e i problemi che hanno caratterizzato il lungo periodo del dopoguerra. Un plauso per Lina e per Bruna che, come tanti, hanno vissuto con coraggio e speranza l’adolescenza e la giovinezza in momenti così bui. La Redazione del Foglio “Lussino”

Foto Licia Giadrossi - Gloria