Foglio 42

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Tragedie e misteri degli anni di guerra Continuano a emergere ancora i drammi relativi alla seconda guerra mondiale, episodi sconosciuti o dimenticati che le famiglie rievocano con dolore ma senza rassegnazione, sempre alla ricerca di conoscere la sorte dei loro cari, parenti o amici che sono scomparsi in mare o nel nulla, senza lasciar alcuna traccia di sé.

Hellmuth e la corazzata Roma di Giovanna Stuparich Criscione Fra i miei ricordi lussignani, una foto pubblicata anni fa sul “Foglio” ritrae otto ragazzi adolescenti: quattro in alto, seduti sull’architrave del riquadro di un cancello, e quattro sulla soglia rialzata dello stesso, alle spalle dei quali si vede una villa silente in lontananza: la villa, allora abbandonata, degli Smallbones nell’isola di Coludarz. Eravamo in otto amici, i “ragazzi del muretto”: così ci chiamavano per l’abitudine a quella posizione ritratta nella foto, nel nostro luogo di incontro.

Al centro dei quattro in basso c’è un bel giovanottone biondo, riccioluto, vicino a un ragazza carina, sorridente: mia sorella Giordana. Il ragazzo era un nostro amico del quale mia sorella era innamorata. Si chiamava Hellmuth Favorke, e dal 1936 al 1938 fece parte della nostra banda. Hellmuth era nato in Cina il 10 luglio 1918, da genitori tedeschi, ma era cittadino italiano. Nell’ottobre 2012, a conferma di quanto avevo saputo negli anni ’40, ho chiesto al Capo Uffico Relazioni con il Pubblico della Marina Militare un’informazione su Hellmuth: “risulta deceduto il 9 settembre 1943 (a 25 anni) in seguito all’affondamento della Corazzata Roma” è stata la conferma dell’ufficio Si era imbarcato sulla corazzata, la più bella nave da guerra della nostra Marina, costruita nel Cantiere San Marco di Trieste, e scesa in acqua il 19 giugno del 1940, alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia. Hellmuth è andato a far parte dei ragazzi di Lussino morti nella seconda Guerra mondiale. Anche mio fratello Giancarlo avrebbe dovuto imbarcarsi su quella nave, ma lo evitò per fortunate circostanze legate alla sua età più giovane. Su uno scoglio dell’isola della Maddalena, in Sardegna, nel 1949 è stata posta un’antica colonna sulla quale si legge il nome “Roma”, donata dal Comune della Capitale a perenne ricordo dei Caduti che riposano in mare. La corazzata portava circa 1960 uomini a bordo. Il totale dei naufraghi ammontò a 622 persone, che si ridussero a 596 per la morte successiva dei feriti gravi che non riuscirono a sopravvivere alle ferite e ustioni provocate dalle

La corazzata Roma