Quadrimestre 35 - pagina 31
Yachts del cantiere Martinolich
I primi due americani, Lynx V e Dorello III di Rita Cramer Giovannini
I vecchi Lussignani serbano ancora vivida la memoria di Pia Cattarinich, soprannominata “Masciòn”, già proprietaria della Villa Flora. Una ragazza alta e robusta, con i capelli biondissimi tagliati corti corti, maniere e movenze non leziosamente femminili, che si presentava alle feste da ballo indossando il dinner jacket. Ricordano come di lei si fosse perdutamente innamorato un ricco Americano del New England, George Lewis Batchelder che, sposatala, si trasferì a Lussinpiccolo. Claudio Suttora rammenta di aver visto, ragazzino, Mr e Mrs Batchelder scendere verso il mare da Villa Flora. Lei in costume da bagno e a piedi nudi; lui che la precedeva, con la scopa in mano, per liberare l’ammattonato della stradina dai fastidiosi sassolini lussignani. Ricorda anche il loro yacht “Pia” che si dondolava nelle tranquille acque della Valle d’Augusto. Sul quadro di poppa, a lettere d’oro, sotto il nome della barca era scritto il nome del porto di immatricolazione: “Miami”. Così i Lussignani, in vena di facezie, chiamavano lo yacht: “Pia, mi ami?”. Anche Gino Knesich ricorda la coppia, che arrivava frequentemente a Lussino a bordo dell’idrovolante, e la loro bella barca ormeggiata davanti al Circolo Unione. Egli, ancora bambino, era rimasto molto impressionato da quel signore distinto e gentile che un giorno gli aveva chiesto quanti anni avesse. Cosa facesse nella vita Mr Batchelder, non lo sappiamo. Certo era molto ricco, e poteva permettersi un hobby estremamente costoso. Era appassionato di vela, iscritto a diversi clubs nautici americani, fu anche presidente del Boston Y.C., e nelle acque di Newport partecipava a prestigiose regate, e spesso le vinceva, durante quelle stagioni in cui Harold Vanderbilt segnò i fasti della grande vela. Batchelder cambiava imbarcazione con una velocità, e facilità, sorprendenti, ed erano sempre barche vincenti! A Lussino Geo. L. Batchelder imparò ad apprezzare le belle costruzioni del cantiere Martinolich, così che commissionò all’ing. Nicolò una nuova barca da regata, a cui intendeva dare il nome di Dorello III. Egli era già stato proprietario del Dorello e del Dorello II, entrambi progettati da George Owen (1877-1959), colui che è stato definito il miglior architetto navale di Boston, e che, oltre a essere un valente yachtsman e un appassionato fotografo, fu per molti anni professore del Massachussets Institute of Technology (MIT).
Dorello II
Nel 1908 il Dorello, di classe N, fu nominato barca dell’anno dal prestigioso giornale “Yachting” e in tre anni, sempre con Owen al timone, questo yacht vinse 58 regate su 62. Nel 1912 fu costruito, nel cantiere Hodgdon Brothers, il Dorello II, di classe M, che l’anno successivo fu il vincitore della sua classe, e nel 1915 guadagnò la “Eastern Yacht Club Puritan Cup”. George Owen progettò quindi nel 1925 la terza imbarcazione su commissione di Geo. L. Batchelder, e il progetto fu affidato per l’esecuzione al cantiere Martinolich. Questa notizia fece scalpore nell’ambiente velico italiano. Sulla rivista “La Vela e il Motore” del 1925 si legge: Nel cantiere del consocio del R.Y.C.A. M.U. Martinolich fu iniziata la costruzione di un yacht a vela in acciaio per il signor G.L. Batchelder di Boston, lungo in coperta 30 m., in linea d’acqua 20 m., largo m. 5.60, dello stesso tipo dello scooner “Advance”, di cui diamo qui una vignetta riprodotta dalla rivista americana “Yachting”. Prossimamente daremo maggiori dettagli di questa nuova costruzione dello yachting. Successivamente però le promesse fatte dalla rivista vennero, per così dire, disattese. Infatti, invece di continuare a tenere informati i lettori sullo stato dell’arte per quanto riguardava la barca di Batchelder, nel numero di giugno 1926 compaiono tre belle foto del varo, nel cantiere Martinolich, del Lynx V, di proprietà di uno yachtman di Boston. Che ne era stato di Batchelder e del suo Dorello III?