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austriaci di guardia al cavo telegrafico. Negli anni 1940-1943 era stanziato un comando di Batteria Costiera Italiano, che impiegò i soldati nel restauro della Chiesa di S. Antonio. La famiglia dei Bocchina, secondo alcuni storici locali, era originaria da Pago, dove aveva molte proprietà e si imparentò con molte famiglie Chersine, con le quali condivideva tanto il potere economico che politico. i Francescani Il mecenatismo dei Signori Chersini che li spinse a costruire Chiese e conventi, non originava da un particolare spirito di liberalità, ma dalla credenza medioevale che una persona di censo, per salvarsi l’anima e quindi godere nell’aldilà gli stessi privilegi avuti nella vita terrena, doveva recitare qualche centinaio di preghiere al giorno durante tutta la sua esistenza.

Per adempiere a questi precetti, cosa c’era di più semplice di darne l’incarico a dei frati, costruendo un convento, che potesse ricoverarne una ventina, con annessa chiesetta. Nella scelta i migliori risultavano i Francescani, perché umili tra gli umili, obbedienti, poverelli e senza tante pretese, perciò graditi al Signore Celeste. Le donazioni alla chiesa erano anche un investimento sul futuro: grazie alle prebende dei cespiti clericali, molti rampolli delle nobili famiglie, quando sceglievano la carriera ecclesiastica diventando abati, chierici, parroci, protonotari apostolici o vescovi, ne godevano l’usufrutto, assicurandosi un futuro dignitoso e privo dal bisogno, mentre i parenti laici ne diventavano pozuppi o testatori (amministratori, il più delle volte, remunerati). Per molti secoli la casta ed il nepotismo non erano sinonimo di scandalo, ma la normalità.

Stemma dei Bocchina

Il convento di Porto Vier a Ossero di Sergio Colombis

A Ossero, da tempo immemorabile in Porto Vier, fuori delle mura cittadine, esistevano un convento e una chiesetta denominata Santa Maria Ruralis, nei cui pressi da molti secoli si celebrava una fiera nel giorno di San Luca. Il convento era condotto da eremiti di rito greco, come i loro colleghi degli Asinelli e delle isole Palazzol e Oruda, di fronte Lussingrande, confine geografico tra l’Istria e la Dalmazia, dove rimangono le rovine di un monastero, di una chiesa, di un pozzo e delle tombe.

Prima del 1054, anno dello scisma tra le Chiese d’oriente e quella romana d’occidente, i Greci se ne andarono. Al loro posto, subentrarono dei frati dell’ordine Benedettino che alcuni anni prima dell’arrivo del doge Pietro Orseolo II, si trasferirono più al sicuro dentro le mura di Ossero dove avevano costruito un convento, nel quale abitò anche San Gaudenzio, e una chiesa dedicata a San Pietro, a tre navate.