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Emozioni… un ricordo sempre vivo di Mirella Budinis

Non sono nativa di qualche bella isola quarnerina, tuttavia nelle mie vene scorre sangue istriano, perché entrambi i miei genitori, Olga e Luigi, sono nativi di San Pietro dei Nembi. In questi giorni mi sono soffermata a sfogliare l’ultimo numero del Foglio “Lussino”, di dicembre 2009, devo dire, con un po’ di nostalgia. Le pagine centrali, un susseguirsi di foto, mi hanno commossa nel vedere quan­ ta spensieratezza c’era nei volti di grandi e piccini, intenti in giochi semplici e innocenti. Anch’io, bambina, gareggiavo con i miei cugini e amici occasionali estivi, chiamandoci per nome e tuffandoci nel bel mare trasparente. Interminabili i giochi a carte o a dama sotto al “pergolo” nelle ore di canicola, che finivano sempre in allegre merende con fette di pinza dorata, specialità della nonna Nina, e scorpacciate di fichi zuccherini, mangiati con tutta la buccia. Il ricordo del papà, oggi novantenne, mi porta a conoscere un episodio della sua vita di giovanissimo maestro, quando insegnava nella scuola elementare di Chiusi, Ciunski. Era l’anno 1944 e andava a Zabodaski, nella villetta della famiglia Luzzatto-Fegiz a insegnare, privatamente, alle bambine Marina e Alice. Di quest’ultima ho seguito la carriera giornalistica e alla RAI. Ora le ho conosciute, in foto, ormai nonne vivaci e attive, pronte a trasmettere ai loro nipoti, come del resto anche io ai miei, quell’amore per queste “terre rosse”, le cui bellezze sono difficili da dimenticare. Spero un giorno, non troppo lontano, possa unirmi con la mia combriccola ai vostri giochi, condividendo così tante emozioni.

Fin da piccola ho trascorso le vacanze estive nella casa della nonna, dove sono venuta a conoscenza di storie di onesto lavoro quotidiano, di guerre, di abbandoni: esuli in cerca di libertà. Spesso ripenso a quante e quali emozioni provavo quando, con la barchetta, bordeggiando lungo la costa dell’isola di Lussino, andavo scoprendo grotte biancastre, lavate dagli spruzzi del mare agitato dalla bora. L’odore dei mirti, della macchia mediterranea, si spandeva nell’aria insieme all’assordante frinire delle cicale che, nella quiete del meriggio, cantavano all’unisono con il rombo del motore e del mio cuore: un concerto inconsueto. Grotte, vallette silenziose, alcune animate da spensierati vacanzieri, poi, se ne apriva ai miei occhi una… come da una conchiglia in bella mostra, una piccola perla: Rovensca.

ROVENSCA Casette allineate come libri sugli scaffali fanno corona ad un limpido specchio d’acqua, dove, la notte, una falce di luna rimira il suo eterno pallore.

Ringraziamenti A Renzo Cosulich per il berretto da comandante di suo nonno Roberto Stuparich, primo comandante della M/N Saturnia. A Sergio de Luyk per il dono del quadro raffigurante il bark Honor del suo avo, l’armatore e comandante Francesco Mareglia. A Marina Marinzulich per i quadri con le fotografie dell’ “Illusion” con la quale il cugino Gino Knesich vinse nel 1983 la Sydney-Hobart e del gruppo di Ciuscoti che festeggiano, nella chiesa di San Nicolò, la nomina di Mons. Walter Zupan a Vescovo di Veglia. Grazie anche per gli ottimi struccoli della Madonna Annunziata, a Trieste. Il comandante Roberto Stuparich

Ondeggiano pigre le barche cullate dalla brezza. Sullo scoglio un marinaio intreccia, come preziosi merletti, le reti, poi, scrigni palpitanti.