pagina 28 - Quadrimestre 32
Nozze Sabato 20 febbraio 2010, a Trieste, si sono uniti in matrimonio Alessio Gerbelli, discendente dei Francisco, e Cristina Massopust. Agli sposi i più sinceri auguri di felicità dalla Comunità di Lussinpiccolo.
Johannesburg, sabato 27 febbraio Si sono uniti in matrimonio Lara Giuricich e Lorenzo Mugnaioni, nella Chiesa costruita 15 anni fa dall’impresa del padre della sposa, Robert Giuricich, e nel cui coro canta la sposina. È stato un matrimonio alla grande, come si usa in Sud Africa, con ben 270 invitati
che hanno festeggiato gli sposi durante la cena e il ballo. Lara e Lorenzo sono poi partiti per la luna di miele a Zanzibar.
Nella foto vediamo i soddisfatti genitori della sposa, Robert e Italia, Lara e Lorenzo, radiosi, e Hayley con il marito Paolo Giuricich, fratello della sposa, seconda generazione dei Giuricich nati in Sud Africa. Compleanni di marzo La Comunità di Lussinpiccolo formula i più affettuosi auguri a Mons. Nevio per i suoi 85 anni e ad Eric Eisenbichler per i suoi 90 anni.
Sensualità di una bella barca di Sabino Buccaran
Come il dipinto della “Fanciulla con gli orecchini di perla” di Vermeer, così pure la classica foto della Villa Tarabocchia riappare, di quando in quando, e non ci si stanca mai di guardarla. Ho persino un quadretto della stessa appeso in corridoio. Recentemente mia sorella Leocadia mi ha mandato da Trieste l’articolo (“Il Piccolo”, 23 gennaio 2010) sulla Villa con la ormai famosa foto. Lo avrà forse fatto perché papà era lì in prigione o perché, come esuli, seguiamo le vicende dei “Beni abbandonati”. Per me però questa foto ha un significato ulteriore. Oltre a essere di composizione perfetta, di un contrasto e bilanciamento tra mare, barca, vela, villa e cielo artistico, mi racconta una storia. Si vede l’uomo che da terra osserva l’intento giovane timoniere che è sul punto di fare una manovra. La foto rivela pure l’eleganza della Mimosa. Per chi è stato coinvolto nella costruzione e nell’allestimento di barche a vela, questa rappresenta la perfezione della passera lussignana, che tutti imitavano e pochi riuscivano a uguagliare. Nostro papà faceva barche. Imparò l’arte da un certo Sabino Martinolich da Lussinpiccolo (in ricordo del quale mi ha dato il nome), che nel 1911 aprì il cantiere a Neresine. Papà prima di tutto faceva la “canaveta”, cioè il modello in scala della barca da costruire. Ricordo come lo girava e lo rigirava tra le mani, osservando la forma attentamente, finché ne era soddisfatto. Una volta finita, la nuova barca doveva sguardar ben in mar. Un bel “caicio”, come una donna, ha delle curve, incluso il quadro di poppa, che si sa quanto piacciono. Un Lussignano aveva detto che i costruttori di barche lussignani non erano ingegneri, bensì artisti!