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Storia dei Lergetporer e dei Lussin di Mario Pfeifer

I Lergetporer erano una facoltosa famiglia di ­Schwaz, in Tirolo, che l’imperatore Ferdinando II aveva insignito di titolo nobiliare a riconoscimento delle loro capacità. Peter Nicolaus Lergetporer dimostrò anche attitu­ dini militari che, grazie al titolo nobiliare, gli consentiro­ no di ricoprire il rango di Capitano degli Schützen. Si era in piena epopea napoleonica e Peter Nico­ laus, in perlustrazione con la sua compagnia, si imbatté nelle truppe guidate dal generale franco-bavarese von Wrede. Il patriottismo lo indusse ad accettare la battaglia che, sia pure con tutti gli onori, perse tanto da venir an­ cora adesso celebrato come il combattente per la libertà del Tirolo. Rimane in ombra la vendetta dei franco-ba­ varesi che, dilagati in città dopo la battaglia, incendiaro­ no tutta Schwaz, distruggendo le case dei Lergetporer e tutti i loro beni. La famiglia non fu più in grado di riprendersi dopo la batosta e Benedikt Lergetporer, nipote del guerriero, verso il 1880, decise di trasferire tutta la famiglia in luo­

Studio fotografico e negozio Lergetporer in Riva a Lussinpiccolo

ghi più favorevoli alla nuova attività che aveva intrapre­ so: fotografia e cartografia. Soggiornò per qualche anno a Zell am See dove, il 9 agosto 1883, nacque mia nonna Romana. Poi ritenne di aver trovato la soluzione ideale per la nuova professio­ ne e per il suo nuovo focolare a Veldes (in Slovenia) dove istituì il primo studio fotografico della regione, avviando sulla stessa strada la moglie, Maria Hussl, e in seguito le figlie Berta e Romana. Seppure il turismo di fine ’800 fosse più modesto di oggi, l’iniziativa ebbe successo e Benedikt poté co­ struirsi una dignitosa villa in cui vivere. Il turismo slove­ no, però, era solo estivo e Benedikt trascorse i primi in­ verni a inserirsi nella società locale e si concentrò nella riproduzione plastica a rilievo delle aree geografiche dei dintorni, opere che, in prevalenza, andarono poi ad ar­ ricchire le raccolte del museo di Lubiana. Nel frattempo la fama di Lussino, come stazione in­ vernale di cura e di soggiorno, si andava estendendo e