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Lussino

Don Mario Cosulich, Monsignore... ma non troppo

di Rita Cramer Giovannini

Il 7 marzo scorso ricorreva il 65° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Mons. Mario Cosulich, figura carismatica notissima nella nostra Comunità, di cui è consigliere, ma anche in tutta la città di Trieste. Le centinaia di suoi ex studenti del Liceo “Guglielmo Oberdan”, così come gli abitanti del popoloso rione di San Giacomo, di cui è stato parroco per ben 31 anni e che lo vedono tuttora spessissimo camminare deciso per via San Marco, hanno ben presente quella sua bella, vigorosa, inconfondibile figura coronata da una spettacolare chioma bianca. Mons. Cosulich, don Mario per noi tutti, è nato a Lussinpiccolo il 28 agosto 1920. Dopo gli studi nel seminario di Zara prima e a Roma poi, viene ordinato sacerdote il 7 marzo 1943 nel Duomo di Lussinpiccolo dall’arcivescovo di Zara Pietro Doimo Munzani. Successivamente insegna nel seminario di quella città che, a causa dei terribili bombardamenti viene trasferito nella Villa Sacro Cuore di Lussingrande. Ciò consente a don Mario di prestare servizio pastorale come cooperatore nella vicina sua città natale. Dopo aver operato a Punta Croce e a Ciunschi, e dopo un brevissimo periodo a Zara, torna a Lussinpiccolo dove aiuta il venerando parroco Mons. Ottavio Haracich. Nel luglio del 1949 abbandona la sua Lussino e giunge esule a Trieste. Dopo aver prestato servizio a Servola e a Sant’Antonio Nuovo, e aver insegnato al seminario di Trieste, a neanche 31 anni gli viene affidata una delle parrocchie più grandi, e allora più difficili, di Trieste: S.Giacomo Apostolo. Il 1° ottobre 1982 viene nominato canonico del Capitolo Cattedrale di San Giusto e dieci anni più tardi viene chiamato a ricoprire il prestigioso e alto incarico di Preposito. Nello stesso anno, 1992, S.S. Gio-

vanni Paolo II lo nomina Protonotario apostolico soprannumerario. Il 18 gennaio 2001 Mons. Mario Cosulich accede all’onorificenza più elevata, entrando a far parte della Famiglia Pontificia Ecclesiastica. Questo è il Mons. Cosulich ufficiale, quello che ci fa sentire in imbarazzo quando lo apostrofiamo semplicemente “don Mario”: il “don” di cui Biancamaria Suttora, allora bambina, ricorda la veemenza con cui predicava nella Pasqua del 1946 dal pulpito del Duomo di Lussinpiccolo. Il “don” professore di religione al liceo scientifico “Oberdan”, quello che i suoi studenti ricordano come figura notevole, in piena sintonia con i ragazzi. Li prendeva sottobraccio e parlava loro in dialetto ma, se qualcuno non stava attento alle sue lezioni, scendeva dalla cattedra e, dato un calcio al banco, lo apostrofava: - Bimbo, ascolti o parlo per niente ? - . E i suoi ragazzi gli volevano, e gli vogliono, bene: più di uno di loro l’ha poi cercato per celebrare il proprio matrimonio. Nella Comunità lussignana, don Mario è sempre presente, nelle occasioni gioiose, come nei momenti di lutto. Presente nelle messe delle riunioni a Trieste, dove con quella sua bella voce stentorea intona i vecchi canti che fanno brillare una lacrima negli occhi lussignani. Matrimoni e celebrazioni di anniversari importanti vengono “impreziositi” dalla sua presenza. Recentemente ha benedetto il varo di “Levante 52”, passera lussignana varata a Trieste. Porta il vigore delle sue parole alle persone anziane o sofferenti e il conforto della preghiera a chi lascia questo mondo lontano dalla sua Lussino, ma avvolto in un’atmosfera che sa di mare, sassi, cicale… Grazie, don Mario!

24 settembre 1955, Chiesa “Madonna del mare”. Quel giorno fu la sposa, Lilly Tont, che dovette aspettare mezz’ora l’officiante, un giovanissimo don Mario, che….aveva sbagliato Chiesa ed era andato a S. Giusto! Tutto si risolse comunque in gran gioia. Nella foto si osserva una raggiante neo-signora Lilly Vidulli , lo sposo Giorgio Vidulli intento a firmare, e un divertitissimo Tullio Cucchi vicino all’amico di sempre Mario Cosulich.