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Lussino

La mostra sulla donna in Istria e Dalmazia approda a Firenze testi e foto di Maura Suttora Rastrelli In occasione del Giorno del Ricordo, a Firenze, Palazzo Panciatici, c’è stata la mostra fotografica “La donna in Istria e Dalmazia nelle immagini e nella storia”. E’ un percorso in otto sezioni con l’obiettivo di mettere in evidenza i ruoli svolti dalle donne nella storia e nella cultura dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia: dal rapporto della donna con la famiglia, la tradizione, il mare, il lavoro, ai ritratti di donne comuni ed illustri, in un arco di tempo che va dalla fine del’ 500 all’Esodo. E’ stata molto brava la curatrice Giusy Criscione a raccogliere così tanti documenti e fotografie! E grande la mia sorpresa e la mia gioia nel veder esposte fotografie dei miei nonni Straulino, della cugina della nonna, Mery Morin, quella nata sul veliero in pieno oceano, delle componenti la “Carità e Lavoro”, della zia Berta Stuparich, piccola in barca, e di tante altre persone a cui voglio bene. Direi che una buona metà del materiale raccolto proviene dai libri della Neera Hreglich “Ricordando Lussino” e dagli scritti della Elsa Bragato. Ancora una volta, grazie Neera, grazie Elsa per tutto ciò che avete fatto: il nostro mondo con voi non scomparirà mai.

Canidole grande con Sansego sullo sfondo

La canidolese Siamo in vacanza a Lussino e come il solito il 26 luglio andiamo a Canidole grande, essendo S. Anna la protettrice dell’isola. Arriviamo però in ritardo e la Messa è già finita. Entro in Chiesa e trovo una sola persona, una delle tre abitanti dell’isola. Mi fermo all’ultimo banco per non disturbarla: sta pregando ad alta voce. Prima in croato, poi recita una sfilza di preghiere in italiano, seguendo l’ordine dei messali di una volta. Alla fine intona: “Ave, Ave, Ave Maria…” Commossa, mi avvicino e le chiedo se posso accompagnarla a casa. Cammina con difficoltà. Attraversiamo “il Corso” di Canidole mentre lei mi parla in dialetto veneto con alcuni termini in croato. Ad un certo punto le chiedo: “Quanti anni la ga, Signora?” E lei: “Non ricordo, i documenti i me xe in sofita, e chi va più in sofita, con questo mal de gambe?”

L’autrice con la canidolese lungo il “Corso” di Canidole